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LA CREAZIONE D’IMPRESA

CCIAA – Ferrara
Dott. Alessandro Garlassi

LA CREAZIONE D’IMPRESA
20 Ottobre 2016
CCIAA – Ferrara

Dott. Alessandro Garlassi


LA CREAZIONE D’IMPRESA
CCIAA – Ferrara
Dott. Alessandro Garlassi

PROGRAMMA DI FORMAZIONE

1 L’idea di business

2 Le imprese «Innovative»

3 Il Business Model

4 Il Business Plan

5 Esempi e casi pratici


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1
L’IDEA DI BUSINESS
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LA DOMANDA CRITICA

CHE COSA = Oggetto dell’innovazione


sono CAPACE DI FARE = Qualità / Creatività
MEGLIO degli altri = Distintività
per il quale il mio CLIENTE = Commercialità
è disposto a PAGARE = Valore DI PIU’ = Economicità
per un certo PERIODO DI TEMPO? = inimitabilità
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LE DIMENSIONI DELL’IDEA

STRATEGIA
PRODOTTO
CLIENTE
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IL PERCORSO

1
BUSINESS IDEA

2
BUSINESS MODEL

3
BUSINESS PLAN

4
AZIENDA
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IL PERCORSO D’IMPRESA

MODELLO DI
PIANIFICAZIONE
BUSINESS

2.
1. 3.
FORMULAZION
IDEE E BUSINESS Misurazione
DELLA
OBIETTIVI PLAN
STRATEGIA

Allineamento e
razionalizzazione
PROGRAMMAZIONE
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LE COMPONENTI DI UN’IDEA POSSIBILE

1. 2. 3. 4.
> = 3 SOCI CONOSCENZA PASSIONE MERCATO

• Diversità • Tecnica • Continuità • Clienti


• Esperienza • Tecnologia • Motivazione • Concorrenza
• Cultura • Competenza • Affidabilità • Distribuzione

«Disciplined Entrepreneurship,» 2013


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L’AZIENDA

«Ben fatto» è meglio di «ben detto»


Benjamin Franklin
Art. 2555
«L'azienda è il complesso dei beni organizzati
dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa»

Organizzare:
- PERSONE - Allineare le persone sugli obiettivi
- BENI MATERIALI – Investimenti e spese
- BENI IMMATERIALI - Documentare i risultati
- DOCUMENTI – Controllo del funzionamento
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LE PERSONE

COMPETENZE COMPETENZE
UMANE TECNICHE
- Organizzazione - Tradizionali
- Concretezza - Nuove
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IL SOGGETTO D’IMPRESA

1 2 3
Aziende
Nuove aziende Start_Up
già esistenti

Ampliamento
Inizio attività Diversificazione Innovazione
Ristrutturazione

• Mercato già esistente • Esperienza acquisita • Prodotto nuovo


• Produzione già esistente • Struttura definita • Clienti scommessa
• Cliente definito • Capacità consolidate • Autocostruzione
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I MODELLI STRATEGICI

1 - New.Co 2 - Esistente 3 - StartUp

EQUILIBRIO
CONTINUO
& TOP DOWN LIQUIDA
CONTROLLO
CONTINUO

La strada esiste ma Si segue la strada Ogni giorno è un


va diversamente predefinita adattamento
percorsa all’ambiente
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I MODELLI DI SVILUPPO

1 - New.Co 2 - Esistente 3 - StartUp

€ € €

t t t

• Tempo medio • Rapido • Lento


• Ricavi duraturi • Ricavi elevati di breve • Ricavi elevati
• Rischio medio/alto • Rischio ridotto • Rischio molto elevato
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LA PIANIFICAZIONE

Processo mediante il quale vengono definiti gli obiettivi,


le politiche e gli assetti delle combinazioni
economiche dell’azienda

 elaborazione di obiettivi e piani di medio e di


lungo periodo

 decidere l’assegnazione delle risorse


strategiche alla diverse aree aziendali
 produrre condizioni organizzative
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LA PROGRAMMAZIONE

I processi di programmazione assegnano


alle unità organizzative gli obiettivi da realizzare in un certo
arco temporale, nonché le rispettive risorse

 coprono il breve periodo (tipicamente un anno)

 importante riferimento per la valutazione dei


risultati e per i sistemi di ricompensa

 implica un atteggiamento attivo


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IL NUOVO BUSINESS PLAN

Maggiore
Flessibilità

Impresa Nuovi
«subito» Capitoli

BUSINESS
PLAN

Nuovo Nuovi
ruolo del
Marketing Costi

Importanza
alle
persone
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2
LE IMPRESE «INNOVATIVE»
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PIANIFICARE IN CAMBIAMENTO

1 2
ELEMENTI ELEMENTI
TRADIZIONALI INNOVATIVI

Logiche sempre valide Dal nuovo contesto


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LE COMPETENZE TRADIZIONALI

giuridico

fiscale lavoristico

ORGANIZZA
ZIONE
BUSINESS

amministrativo societario

contabile
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LA NUOVA PIANIFICAZIONE

1. IMPORTANZA ALL’INNOVAZIONE «Dimensione applicativa di una novità»

- Costi di R&S J.A. Schumpeter, 1911


- Costi di comunicazione
2. IL NUOVO RUOLO DEL CLIENTE «La felicità non è qualcosa che provi, è
qualcosa che ricordi» Oscar Levant
- Costi di marketing
- Costi Tecnologici
3. DAL COSTO AL PREZZO «Il cosmo è mutamento, la vita è un’opinione
che si adegua» Democrito, V secolo
- Costi di controllo del valore
- Costi di progettazione
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

• L’’INNOVAZIONE • CICLO DI SVILUPPO


• IL «NUOVO» CLIENTE • STRATEGIA «LIQUIDA»
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

1. INNOVAZIONE
«Dimensione applicativa di una novità»
J.A. Schumpeter - 1911
cosa deve essere:
• un miglioramento sistemico dello stato attuale
• rispondere a un’esigenza di valore
• creare una disponibilità a pagare

cosa non sempre è:


• un’invenzione: non necessariamente prevede il mercato
• un cambiamento dirompente
• un semplice cambiamento positivo
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

IERI
Innovazione = miglioramento + commercializzazione

OGGI
Innovazione = miglioramento x commercializzazione

Conseguenze - I nuovi Focus: Edward Roberts


• Ricerca e sviluppo
• Comunicazione
• Marketing
• Proposta
• Cliente
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

2. IL «NUOVO» CLIENTE
«La felicità non è qualcosa che provi, è qualcosa che ricordi»
Oscar Levant
IERI OGGI
Dal prodotto Al cliente
Dal costo Al prezzo
Dal dire All’ascoltare
Dall’azienda Al mercato

Conseguenze - I nuovi Focus:


• Tecnologia
• Organizzazione
• Targeting
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

IO PARLO PROPRIO A «TE»


Profilazione, attributi di business, report di controllo, database, privacy
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I CONCETTI «INNOVATIVI»

New.Co StartUp
€ €

t t
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CICLI DI SVILUPPO

I rischi:
• Più capitali
• Più tempo
• Maggiore
incertezza

Le opportunità:
• Sviluppo più veloce
• Rendimenti più alti
• Maggiore
distintività
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LA LOGICA DEL CLIENTE

Come costruisco J.T.B.D. Come costruisco


le mie attività di «Job la mia proposta di
produzione del To Valore al cliente
«servizio» al Be
cliente Done»

Clayton
COSTI Christensen, RICAVI
Prof. Harvard
Business School,

1 PASSO – Customer Pain: Non vendere ciò che si produce ma produrre ciò che si vende..
2 PASSO - Theodore Levitt: “Le persone non vogliono un trapano da un quarto di pollice.
Vogliono un buco nel muro da un quarto di pollice”
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IL RIFLESSO TECNICO DI UNA NUOVA MENTALITA’

1) Orientamento al prodotto
Forte competitività
Pv1 = CP + Mg1 Pv2 = CP + Mg2
Mg2 < Mg1

2) Orientamento al cliente
Forte competitività
CP1 = Pv1 - Mg CP2 = Pv2 - Mg
Mg2 = Mg1

• Attenzione al mercato e alla sua evoluzione


• Funzioni ed emozioni come caratteristiche di proposta
• Analisi continua della concorrenza
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3
IL BUSINESS MODEL
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IL DISEGNO DEL BUSINESS

• Per muoversi velocemente


• Per non sprecare risorse
• Prima di ogni documento «in quadratura»

DISEGNA IL TUO BUSINESS


Verifica i tuoi assunti critici di partenza
Diventa creativo per risolvere i problemi
Spiega facilmente l’idea a chi serve
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BUSINESS MODEL DESIGN


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SCRIVI IN LIBERTA’ IL TUO BUSINESS


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UN ESEMPIO: LA VISUAL STRATEGY


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4
IL BUSINESS PLAN
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IL CONTENUTO DEL BUSINESS PLAN

Parte Parte
QUALITATIVA QUANTITATIVA

• Business Idea • Bilanci programmati a 1 anno


• Modello di Business coerenza • Bilanci pianificati a 3 anni
• Struttura societaria/legale • Flussi di cassa prospettici
• Informazioni e ricerche • Valutazione dell’investimento
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DESCRIVERE IL BUSINESS

Business Idea: Prodotto:


• Mission • Componenti
• Visione • Innovazione
• Valori • Produzione
SWOT
Organizzazione: Clienti:
• Società ANALYSIS • Caratteristiche
• Soci • Targeting
• Skills • Potenziale
L’ambiente esterno: Piano di
• Analisi della domanda marketing:
• Analisi dei competitor • Azioni
• Analisi territoriale • Strumenti
• Sviluppi
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QUANTIFICARE IL BUSINESS
Bilancio Previsionale:
Investimenti:
• Stato Patrimoniale
• Materiali
• Conto Economico
• Immateriali
• Flussi di cassa
• Ammortamenti PROSPETTI Analisi del Business:
Finanziamenti: NUMERICI
• Indicatori
• Capitale Proprio
• Rendiconti
• Debiti vso terzi
• Valutazioni
• Interessi passivi
d’investimento
Assumptions:
Pianificazione L/T:
• Best
• Scenari
• Worst
• Cambiamenti
• Scelta
• Impatti
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LE FUNZIONI DEL BUSINESS PLAN

Saperlo scrivere Conoscere la tecnica Saperlo comunicare

MIX
COSTRUIRE UN
CONCETTI DI CREARE
SISTEMA
BUSINESS COMUNICAZIONE,
DI MANAGEMENT
E FORMALIZZAZIONE
COERENTE E
ARGOMENTI E PROCEDURE
COMPLESSIVO
TECNICI

SIN DALL’INIZIO
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LE FONTI NORMATIVE (obbligatorie)

Linee guida alla redazione del business plan “Istituto di Ricerca dei Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili”, link:

http://www.cndcec.it/Portal/Documenti/Dettaglio.aspx?id=98c7979a-5d06-4883-a1c1-
afef737e5eea

LE FONTI SCIENTIFICHE (consigliate)

Robert Simon, «Sistemi di controllo e misure di performance»


Egea, Milano

Harvard Business School


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COS’E’ IL BUSINESS PLAN

1. STRATEGIA
Per definire un percorso bisogna
conoscere la meta

2. DOCUMENTO
IL BUSINESS PLAN Il percorso deve poter essere
formalizzato e comunicato

3. MISURAZIONE
Il percorso deve essere valutato in
modo previsionale e sintetico
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COSA NON E’ IL BUSINESS PLAN

1 2 3
LA PRIMA COSA DA SOLO UN PROSPETTO UN DOCUMENTO FISSO
FARE PER UNA NUOVA ECONOMICO E NON MODIFICABILE
IDEA D’IMPRESA FINANZIARIO
(ottica della fretta) (ottica contabile) (ottica statica)

ed inoltre …
Non rappresenta l’unico documento da redigere per un’azienda da attivare
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LE FORME DEL BUSINESS PLAN

DOCUMENTO BASE
Editor, Word, Excel

Destinatario Finalità Tempo

Emozionale Immagini Video Presentazioni


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DEFINIZIONE DI BUSINESS PLAN

Il Business Plan è lo strumento di pianificazione dell’attività


aziendale nel medio-lungo termine,
(fino a 5 anni – normalmente 3)

VALENZA ESTERNA: presentare il progetto ai terzi


VALENZA INTERNA: chiarire all'imprenditore la conseguenza
di determinate scelte
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IL «NUOVO» BUSINESS PLAN

PROGETTO
RACCONTO IDEA
D’IMPRESA

PIANO AZIONE SPIEGAZIONE

EMOZIONE VISUAL COMUNICAZIONE


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IL CONTENUTO DEL BUSINESS PLAN


1. Descrizione del progetto imprenditoriale QUALITATIVA
2. Management e organizzazione
3. Il piano delle vendite
a) L’analisi dell’ambiente (SWOT) e del settore (Competitor)
b) La strategia di commercializzazione e di prezzo
c) Il piano di marketing
4. Il piano della produzione

1. Il piano di investimenti QUANTITATIVA


2. Il piano finanziario
3. Il bilancio previsionale (SP, CE, RF)
4. Valutazione degli investimenti
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IDEA, MANAGEMENT E ORGANIZZAZIONE

Costituisce la parte del business plan in cui vengono definite le modalità organizzative
dell’azienda, la governance e le responsabilità.

1. L’idea d’impresa
2. Modalità di Governance
3. Definizione dell’organigramma
4. Descrizione dei ruoli e delle funzioni di responsabilità
5. Risorse umane
6. Politiche del personale
7. Partnership
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ANALISI DELL’AMBIENTE ESTERNO

Costituisce la parte del business plan in cui vengono analizzati i punti di contatto con i
mercati e la concorrenza esterna dei competitor

1. Macro-trend ambientali
2. Ricerche di mercato
3. Struttura socio-economica
4. Vincoli politico - ambientali
5. Aspettative e motivazioni
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IL PIANO DELLE VENDITE


Funge da guida nel processo di determinazione del mercato obiettivo per il prodotto o
servizio, specificando bisogni e desideri di tale mercato obiettivo al fine di soddisfarli
meglio di quanto potrebbe fare la concorrenza

(Il piano di marketing, Hiebing – Cooper, Il Sole 24 Ore, Milano)

1. Analisi di settore
2. Problemi e opportunità
3. Obiettivi di vendita
4. Mercati obiettivo e obiettivi di marketing
5. Strategie del piano
6. Obiettivi di comunicazione
7. Strumenti tattici del marketing mix
8. Esecuzione
9. Valutazione
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IL PIANO DELLA PRODUZIONE

Costituisce la parte del business plan in cui vengono definite le modalità tecniche che
l’azienda intende adottare per realizzare i prodotti/servizi da offrire sui mercati di
riferimento.

1. Analisi delle tecniche disponibili


2. Descrizione dei beni materiali e immateriali
necessari
3. Descrizione delle modalità produttive
4. Modalità di approvvigionamento delle materie
prime
5. Ruolo della manodopera
6. Politica delle scorte
7. Make or buy
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IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI

Costituisce la parte del business plan in cui vengono definiti gli investimenti necessari
per realizzare il progetto.

1. Analisi degli investimenti necessari per realizzare il


progetto
2. Descrizione e tempistica di realizzo degli
investimenti
3. Quantificazione monetaria degli investimenti
4. Descrizione degli eventuali incentivi ottenibili in
applicazione di norme specifiche
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LE PREVISIONI ECONOMICO/FINANZIARIE

Rappresentano le parti del business plan in cui vengono descritti gli effetti economici,
patrimoniali e finanziari del progetto e, soprattutto, in cui si prevedono le risorse
necessarie e le modalità con cui queste ultime vengono raccolte.

PIANO FINANZIARIO E BILANCI PREVISIONALI

• Redazione dello Stato Patrimoniale previsionale


• Redazione del Conto Economico previsionale
• Redazione del Rendiconto finanziario previsionale
• Quantificazione delle risorse necessarie
• Descrizione delle modalità con cui verranno raccolte
• Eventuale presentazione del break-even
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LOGICHE E TECNICHE
PREVISIONE CAPITALE
DELLE VENDITE CIRCOLANTE
Dilazioni

COSTI OPERATIVI INVESTIMENTI Piano

REDDITO OPERATIVO Cash Flow operativo FABBISOGNO


PREVISIONALE FINANZIARIO

AUTOFINANZIAMENTO

FABBISOGNO
NETTO

ONERI CAPITALE CAPITALE


FINANZIAIRI TERZI PROPRIO
Piano

UTILE D’ESERCIZIO
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REDDITO OPERATIVO PREVISIONALE

1 Ricavi 2 Costi diretti 3 Costi indiretti 4 Costi generali

Quantità e Prezzo Incidenza % Incidenza % o costo Costo definito

Per tipologia Per tipologia Per natura Per singola natura

Dilazione di incasso Dilazione di pagamento Dilazione o scadenza Scadenza precisa

Scenario best e worst Distinta base materiali Legame alla produzione Ammortamenti generali

Cicli: personale e macchine

+ CREDITI / + CASSA / + BANCA + DEBITI / - BANCA

= CIRCOLANTE NETTO
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LA VALUTAZIONE DEL BUSINESS PLAN

A conclusione del business plan si presentano sovente, ma non obbligatoriamente, anche


alcune stime di valutazione al progetto considerandolo come investimento finanziario

• Stimo le entrate dell’investimento


• Verifico le spese dell’investimento aziendale
• Identifica le tempistiche di entrata e uscita
• Calcolo il valore di stima finale, se esistente
• Determino il metodo da utilizzare
• Calcolo i tassi e le formule del metodo
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IL CAMBIO DI OTTICA

Investimento
• idea
• Strategia • valutazione
• metodi

BPlan

L’ANALISTA
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COSA NON FUNZIONA

Errore di Parmenide
Il mondo non è immutabile, ma
€ anzi in caso di innovazione
cambiano rapidamente tecnologie,
operazione effettuata concorrenza e scenari

Area Area
VAN di
confronto
non investimento
reale in
innovazione
non investimento in innovazione
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CARATTERISTICHE DI UN INVESTIMENTO

Uscite certe
immediate
OGGI o periodiche

Entrate DOMANI
incerte e
future
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IL «TEMPO» DELL’INVESTIMENTO

T1 T1 T1 T…. Tn

OGGI
Tempo
+€ +€ +€ +€ +€

Uscita iniziale
-€

Valore differenziale
Tasso i di attualizzazione
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I METODI DI VALUTAZIONE

L’aumento dei flussi di cassa futuri GIUSTIFICA la spesa attuale in risorse per
acquisire o potenziare l’attività?

3 METODOLOGIE

1 PAYBACK PERIOD

2 FLUSSI DI CASSA SCONTATI

3 TASSO INTERNO DI RENDIMENTO


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1 PAY BACK PERIOD - PBP

QUANTO TEMPO OCCORRE PERCHE’ I BENEFICI FUTURI EGUAGLINO I


COSTI DELL’ACQUISIZIONE DELLE RISORSE?

SONO PREFERIBILI INVESTIMENTI “VELOCI”

USCITE DI CASSA PER ACQUISIZIONE ATTIVITA’


tempo
ENTRATE DI CASSA (MINORE USCITE) FUTURE
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1 PBP – PREGI E DIFETTI

PREGI DIFETTI

• Intuitivo • Privilegia investimenti


• Facile da calcolare “veloci” che non sempre
sono i migliori
• Non tiene in considerazione
il costo del tempo finanziario
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2 FLUSSI DI CASSA SCONTATI - NPV

QUANTO RENDE L’INVESTIMENTO CONSIDERANDO IL FATTO CHE IL


DENARO DI DOMANI VALE MENO DI QUELLO DI OGGI?

COSTRUZIONE DEL PROSPETTO TEMPORALE

USCITE DI CASSA ATTUALE – SOMMA ENTRATE


SCONTATIE Valore

𝑛
−𝑘
𝐶𝑘 1 + 𝑟 = 𝑉𝐴𝑁
𝑘=0
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2 NPV – PREGI E DIFETTI

PREGI DIFETTI

• Considera il tempo finanziario • E’ un valore e come tale non si


• Considera rischi e aspettative di presta a confronti
rendimento • Il WACC (Tasso di attualizzazione dei
• E’ un calcolo finanziariamente rigoroso flussi) non è di facile determinazione
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3 TASSOINTERNO DI RENDIMENTO - TIR

QUALE E’ IL TASSO DI RENDIMENTO FINANZIARIO DEL MIO INVESTIMENTO?


Se metto 100 e prendo 110, qual è il tasso di rendimento’ (10%)

TASSO CHE UGUAGLIA I FLUSSI IN ENTRATA CON I FLUSSI IN


USCITA
TASSO AL QUALE L’NPV DIVENTA NEGATIVO

FLUSSO DI CASSA SCONTATO = 0 Tasso


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3 TIR – PREGI E DIFETTI

PREGI DIFETTI

• Molto sintetico e significativo • Difetti di calcolo tecnici qualora vi


• E’ un tasso e quindi valore relativo siano molteplici date di flusso
confrontabile con Roe, Roi, altri • Non considera l’ampiezza
benchmark dell’investimento e il volume dei
• Molto comunicativo flussi
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5
ESEMPI E CASI PRATICI

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