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L'età dell'imperialismo

Ferdinand de Leppeps,diplomatico francese, nonché ingegniere e imprenditore saint-


simoniano, coltivava un grande progetto: l'apertura di un canale che collegasse
Mediterraneo e Mar Rosso all'altezza di Suez,territorio egiziano.
Convinse il sovrano egiziano Mohamed Alì e, promettendogli il 44% delle azioni
della società, il canale fu completato nel 1869.
Si stimava che era possibile compiere il giro del mondo in 80 giorni.
Ormai restava poco del mondo “selvaggio”. Nel 1890 gli Stati uniti dichiararono
chiusa la frontiera del Far west. Nel 1909 fu raggiunto il Polo Nord e nel 1911 il Polo
Sud. Inoltre fu si iniziò a diffondere il telefono, grazie all'italiano Guglielmo
Marconi.
Iniziava l'era del mondo “finito” ma sempre squilibrato dal punto di vista economico
e politico.
Il periodo 1880-1913 è chiamato “età dell'imperialismo” , termine con cui si indica
l'assoggettamento di molti popoli extraeuropei da parte delle potenze occidentali.
Distinguiamo:
-imperialismo informale: con il quale indichiamo le influenze sopratutto economiche
sostenute da minacce militari (ex. Giappone e Cina);
-imperialismo formale o colonialismo: la dipendenza viene istituzionalizzata dal
punto di vista giuridico-amministrativo con l'annessione al paese colonizzatore.
Ovviamente l'imperialismo e il colonialismo non sarebbero spiegabili senza il
razzismo. Come sappiamo i progressi scientifici contribuirono a rendere
scientificamente dimostrabili le disuguaglianze anche grazie alla strumentalizzazione
delle teorie di Darwin.
Tanti pensavano che queste razze “inferiori” avessero bisogno di un'assistenza
paternalistica. Nel caso inglese lo scrittore Rudyard Kipling scrisse due romanzi
fortunatissimi: il libro della giungla e Kim.
Inoltre la cultura occidentale doveva giustificare ai propri cittadini i progetti
imperialisti e gli interventi militari. Si parla appunto di “imperialismo delle masse” ,
ovvero del consenso popolare al colonialismo che fu parte del progetto di
nazionalizzazione.
L'economista Hobson credeva che l'imperialismo fosse parte integrante del sistema
capitalistico e che il continuo crescere del capitale spingeva alla ricerca di mercati
esteri.
Tuttavia dobbiamo considerare alcuni fattori:
1)La Gran Bretagna e la Francia indirizzarono i loro capitali verso Stati uniti e Russia
e non negli imperi coloniali;
2)Le materie prime non venivano sempre da imperi coloniali: per esempio il
maggiore produttore di cotone restavano gli Stati Uniti;
3)Stati Uniti e Germania era poco interessati a espandersi;
4)L'unico paese che destinava una parte delle esportazioni ai paesi coloniali era la
Gran Bretagna con l'India.
QUESTIONE D'ORIENTE
Anche l'Oriente era in cerca di una spinta verso l'industrializzazione. Il governo
egiziano era tuttavia indebitato con le banche anglofrancesi. I britannici non volevano
lasciare il controllo del canale di Suez ai francesi. Indusse così Ismail Pascià a a
cedere alle banche inglesi le azioni del canale , che così divenne anglofrancese.
(Nonostante tutto gli egiziano non riuscirono a risolvere la crisi economica).
La vicenda ottomana somiglia a quella egiziana ma con una differenza: vi era una
classe dirigente più ampia e i “Giovani Ottomani” influenzarono il paese con le loro
idee modernizzanti. Tuttavia la sottomissione all'Occidente non permetteva la
rifondazione di una sovranità. Nel 1875 l'impero , non riuscendo a ripagare i prestiti
britannici, dichiarò bancarotta. Il sultano affidò a un'agenzia di creditori straniere il
controllo delle entrate statali.
Nel 1875 l'impero zarista , dopo aver placato le rivolte tra serbi e bulgari, con il
trattato di Santo Stefano sancì la sua egemonia sui Balcani.
Tuttavia gli inglesi erano intenti al ricorso alle armi.
Bismark così convocò un congresso a Berlino grazie al quale la Serbia , il
Montenegro e la Romania divennero indipendenti. Diverso era il caso della Bosnia
che fu affidata al protettorato Austro-ungarico.
La Russia ottenne territori in Anatolia orientale e in Bessarabia.
Gli inglesi invece ottennero l'isola di Cipro.
Questo causò una diminuzione di europei nell'impero ottomano e l'aumento della
componente turca e araba.
La Turchia, impegnata nei fenomeni ci civilizzazione , iniziò ad allontanarsi dagli
arabi.
AFRICA
Nel 1880 si aprì la conquista europea all'Africa.
Era il periodo delle relazioni internazionali strutturate intorno alla Germania. Infatti,
il grande politico Bismark riuscì a creare una serie di alleanze per non sviluppare
forze anti-tedesche. Per questo, cercava di non partecipare alla competizione
coloniale.
Nel 1885 fu riunita una conferenza a Berlino per discutere della situazione del
Congo, dove il re Leopoldo II sfruttava le risorse del paese schiavizzando e
massacrando la popolazione. Il territorio fu così ribattezzato con molta ipocrisia
“Stato libero del Congo”.
Nel frattempo iniziò la competizione :
-Germania (attuali Namibia e Tanzania)
-Portogallo (Angola e Mozambico)
-Stati Uniti(Liberia)
-Italia (Etiopia)
La parte dei leoni fu fatta da francesi e inglesi.
I francesi assunsero Algeria e Tunisia.
La gran Bretagna assunse l'Egitto (sfruttando i problemi economici) e, risalendo
verso nord-est, assunsero Colonia del Capo, Zimbabwe, Zambia e Kenya.
I soldati africani , anche se superiori, furono uccisi con l'inauguarizione britannica
della mitragliatrice Maxim.
Tra le personalità britanniche spicca quella di Cecil Rhodes, colonialista che assunse
il controllo di una serie di territori che furono ribattezzati Rhodesia.
Quando divenne governatore della Colonia del Capo, formata da bianchi e neri,
Rhodes decise di creare dei villaggi bianchi(boeri) in cui i neri non avevano accesso.
Alcuni boeri si resero indipendenti formando due repubbliche indipendenti:
l'Orange e il Transvaal. Il governo britannico scelse la guerra . I boeri scelsero la
tattica della guerriglia mentre gli inglesi quella della “terra bruciata”.
Finita la guerra, i boeri si riconciliarono con gli inglesi in una “Unione Sudafricana”
anche per eliminare lo scandalo dell'accaduto.
Nonostante ciò il Sud Africa rimarrà il luogo dell'apartheid.
INDIA
Nel 1876, la regina Vittoria assunse il titolo di “imperatrice delle Indie”.
L'idea era quella di presentare la regina come l'erede dei Moghul.
Disraeli lasciava un briciolo di pseudosovranità ai poteri locali ma essi
rimpiangevano lo stato indipendente Moghul.
L'amministrazione britannica restò un laboratorio delle raffinate tecniche di dominio,
accoppiando governo diretto ed indiretto. I posti di vertice era riservato agli inglesi
anche se a volte alcuni indiani riuscivano a fare carriera.
Nel frattempo si stava formando un personaggio di grande rilievo nella storia del
mondo contemporaneo: Ghandi.
Laureato in giurisprudenza, si recò in Africa per sostenere le comunità indiane vittime
dell'apartheid. Lì iniziò a sviluppare la sua idea di resistenza non violenta.
Critico della modernità, affermo che lo stile di vita umano dovesse essere più
semplice. Nel 1915 divenne leader del movimento nazionalista indiano.
Il nascente nazionalismo indiano (fu uno dei primi “non bianchi”) doveva affrontare
il problema delle caste e del pluralismo religioso. Quest'ultimo rappresentato dalla
convivenza tra l'induismo e una forte minoranza islamica.
Gli induisti formarono un'organizzazione chiamata Indian National Congress
meglio nota come Partito del Congresso. Mentre nel 1906 nacque una Lega
musulmana.
Le differenze religiose derivavano dal nazionalismo di massa che edificava le
differenze tra noi e voi e , inoltre, dall'appoggio dei colonialisti alla minoranza
islamica nella logica del divide et impera.
Nel 1909 furono introdotte gli Indian Councils, assemblee che prevedevano liste
separate per gli islamici e gli induisti accentuando i loro contrasti.
ECONOMIA INDIANA
L'India fu caratterizzata da un progressivo aumento demografico fino a giungere nel
nuovo secolo a 303 milioni di abitanti.
I redditi furono diminuiti ma il problema fu risolto dalla piantagioni, cioè
un'agricoltura basata sull'esportazione.
Questo però esaurì la fertilità dei terreni provocando numerose carestie. L'industria
tessile indiana non potè salvaguardarsi con il protezionismo ma , nonostante ciò , a
fine secolo nacque un'industria moderna locale. Inoltre l'amministrazione coloniale
britannica instaurò di fatto un protezionismo che privilegiava le merci britanniche in
India. Ma , avendo poca concorrenza, la Gran Bretagna non sentì il bisogno di
rinnovarsi come invece facevano le altre grandi potenze.
GIAPPONE
Ripartiamo dal momento in cui la flotta statunitense ,comandata da Perry, aprì i
commerci con l'estremo Oriente. Il Giappone , in seguito alla schiacciante potenza
navale americana, fu costretto ad aprirsi all'Occidente.
Ma gli studi storici dimostrano come il Giappone , prima del contatto occidentale,
aveva avuto esperienze pseudo-capitalistiche.
Da due secoli il paese era guidato dal governo feudale dello shogunato della famiglia
famiglia Tokugawa.
Tuttavia le rivolte non mancavano, forse dovute a quello che stava accadendo fuori
dal paese e al pericolo della sete di potere occidentale.
Si formarono due partiti:
-il primo era filo-occidentale , linea su cuisi era attestato il governo dello shogun.
-il secondo, definito Meiji, voleva restaurare l'imperatore e abbattere lo shogun.
Lo shogun fu sconfitto nelle battaglie di Fushimi e Toba . L'espulsione degli
occidentali voluta dal Meiji era impraticabile e prevalse la Realpolitik.
Tuttavia il Meiji portarono il Giappone ad emanciparsi e svilupparsi sotto il profilo
civile, amministativo ,economico.
Il partito delineò i principali obiettivi attraverso il Giuramento costituzionale del
1868.
L'ultimo punto prevedeva di ricercare in tutto il mondo la conoscenza per accrescere
il potere imperiale. E così fu.
I giapponesi, nel corso della missione Iwara, si mostrano capaci di copiare gli
occidentali. Mandarono funzionari in tutto il mondo con l'obiettivo di riprodurre i
progressi occidentali. Infatti organizzarono:
-l'esercito secondo il modello prussiano;
-la marina secondo il modello britannico;
-l'amministrazione dai francesi.
Il sistema delle caste fu sciolto e i contadini privilegiati non accettarono la cosa.
Proteste derivarono inoltre dalle tasse e dalla “tassa del sangue”(militare).
Ovviamente l'economista più apprezzato fu List ed infatti, il Giappone appena ebbe
l'occasione iniziò ad instaurare dazi doganali.
Furono realizzare ferrovia società private destinate a trasformarsi in giganti
conglomerati industriali (zaibatsu).
Bisogna chiamare in causa il concetto di “vantaggio dell'arretratezza”, secondo il
quale chi si sviluppa dopo , può direttamente usufruire delle conoscenze più recenti.
L'imperialismo vide il tentativo di aprire l'economia con la Corea (come gli Stati
Uniti attraverso una minaccia). Iniziarono così i contrasti con la Cina che fu sconfitta
facilmente dal Giappone alla fine del secolo, assumendo anche la Manciuria.

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