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CAPITOLO 2 - Mettersi in proprio è la

strada più veloce per guadagnare di più


Ho posto idealmente il capitolo sul business al secondo posto nel percorso
che stiamo facendo insieme perché ritengo che si possa pensare a fare
impresa o comunque lavorare in proprio soltanto nel momento in cui si è
in grado di organizzare la propria vita privata.

Sia chiaro, io stesso ho praticamente lavorato sempre in proprio e non ho


mai conosciuto il lavoro dipendente, quindi quando ho iniziato
sicuramente non avevo i mezzi e le informazioni per organizzare la
gestione della mia vita al 100%.

È pur vero, però, che ho cominciato a 24 anni mentre tu, magari, vivi già
da solo, hai una famiglia e delle spese fisse che non puoi eludere e per
questo hai comprato questo corso.

Anche e soprattutto a causa di queste circostanze, diventa per te


fondamentale mettere prima al sicuro il tuo recinto per poi scendere sul
campo di battaglia.

Il business di cui ti parlo io è quello orientato a farti creare un’azienda,


piccola o grande che sia: ciò non esclude che tu possa sotto forma di
lavoro autonomo arrotondare lo stipendio oppure svolgere delle attività
collaterali, tuttavia la mia idea di fondo è che tu debba cominciare a
costruire qualcosa di duraturo, potenzialmente, ma non necessariamente in
grado di diventare il tuo impiego principale.

Questo aspetto lo deciderai tu, per adesso cerchiamo di capire il percorso


da elaborare insieme.

In questo capitolo vedremo insieme le principali prospettive di business


offerte dal web, ossia una prospettiva di business che si serve parzialmente
del web e che è legata al mercato immobiliare, e tre storie di successo di
persone che sono riuscite a fare il grande salto cambiando radicalmente la
loro vita.

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Se sei un lavoratore dipendente hai un
vantaggio enorme
Ora mandami pure a quel paese ma permettermi come sempre di essere
schietto: se lavori come dipendente in ufficio dalle 9 alle 18, 5 giorni a
settimana, hai un fottuto vantaggio rispetto ad un lavoratore autonomo.

A meno che tu non subisca mobbing o non abbia elevate responsabilità


extra (la famiglia lo è ma non è un impegno lavorativo), uscito dall’ufficio
hai molto più tempo libero rispetto ad un lavoratore autonomo.

Il tempo libero di cui parlo non è da intendersi come ore necessarie per
fare qualcosa (lo so, hai tante altre rogne da sbrigare, ore di traffico o
viaggi in treno, un partner con cui costruire una relazione etc.) ma ti sto
parlando del tempo per pensare.

Noi imprenditori e lavoratori autonomi, oltre a lavorare mediamente 14 ore


al giorno, abbiamo un “problema” e se non sei stato mai da quest’altra
parte difficilmente puoi capirlo: la mente costantemente occupata dai
nostri progetti.

Ti confesso che spesso di notte non ho dormito per la paura di non farcela
e che quando mi viene un’idea mi precipito a metterla in atto, fosse anche
il giorno di Natale.

I miei conoscenti dipendenti, invece, aspettano il fine settimana per


starsene sul divano o andare al centro commerciale. Non è un j’accuse,
puoi continuare a fare questa vita se è quello che ti piace ed ignorare
quello che ti dico.

Avere la mente libera dal lavoro (che molto spesso ti annoia e di cui
giustamente ti frega relativamente poco, visto che l’azienda non è tua) ti
consente di poterti concentrare per pensare ai tuoi progetti.

Fidati, rispetto a chi ha già un’attività parti con un vantaggio enorme:


leggendo i prossimi paragrafi capirai perché.

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Devi saper fare qualcosa
Anche qui sarò diretto: l’idea che di mettersi in proprio investendo 10 mila
euro che avevi da parte o schiantando il TFR dei tuoi genitori (questa
battuta mi piace per quanto sia dura, l’ho “rubata” a Frank Merenda)
pensando di creare, per questo solo motivo, un’attività che sostituisca il
tuo stipendio è completamente sbagliata.

Poteva avere un senso 30 anni fa, quando le licenze si compravano o si


tramandavano da padre in figlio: oggi il mondo è cambiato, è divenuto
tutto molto più complesso e non sto qui ad ammorbarti, te lo ricordo
soltanto nel caso in cui non te ne fossi reso conto.

Detto questo, è fondamentale che tu abbia una qualche competenza


sviluppata lavorando come dipendente o acquisita facendo pratica.

Se non hai competenze specifiche che possono risolvere in qualche modo


un problema degli altri è molto difficile per te fare l’imprenditore e anche
a livello lavorativo non puoi sicuramente ambire a ruoli dirigenziali:
odiami pure ma io devo essere terribilmente duro per farti rendere conto
che quando parliamo di soldi non si scherza, non devo venderti l’illusione
che puoi farcela a prescindere, anche se sei uno scappato di casa.

No, se non sai fare un cazzo non puoi ambire a fare un cazzo, almeno
nel breve periodo.

Le modalità per acquisire competenze possono essere, come anticipato,


due:
• le maturi dopo anni di attività in un determinato settore: è il caso del
cameriere o dello chef che si mettono in proprio, del programmatore
che apre la sua partita Iva, del meccanico che apre la sua officina,
tutti dopo aver prestato servizio per qualcun altro;
• le maturi formandoti e facendo test: già acquistare questo corso ti fa
acquisire informazioni che forse non avevi, acquistandone altri
verticali su argomenti più tecnici e leggendo libri di settore puoi
imparare moltissimo.

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Posso approcciarmi al business senza
avere capitali? Ni
Puoi davvero aprire un'attività senza spendere neanche un euro?

Nì, nel senso che il capitale costituisce, da che mondo è mondo, la leva più
importante dell'economia. È difficile, e ti spiego di seguito perché.

Primo consiglio: Senza Soldi Non Si


Cantano Messe
Un modo di dire molto diffuso, soprattutto nel mio paese d’origine, è
quello che ho deciso di inserire come primo consiglio.

Il web ha alimentato l’idea che molte cose si possono fare senza spendere
nemmeno un euro. La realtà è purtroppo diversa.

Il tempo è denaro e se vuoi diventare imprenditore è una regola che dovrai


imparare prima possibile se non vuoi limitare la tua crescita.

Oltre al fatto, quindi, che è davvero molto difficile ottenere servizi o


ricevere beni senza tirar fuori il becco di un quattrino, sappi che in realtà le
energie ed il tempo che impieghi magari per farti questo o quel servizio da
solo, sono a tutti gli effetti dei soldi.

Quanto vale il tuo tempo? Io in genere cerco di quantificare il mio e, di


conseguenza, valuto se mi conviene acquistare un servizio o se farlo
autonomamente.

La risposta è NI.

Viviamo in un’epoca in cui i soldi sono agnostici: mai come oggi è facile
trovare persone disposte ad investire su di te.

Il crowfunding è ormai una realtà del tutto consolidata e molti imprenditori


cercano costantemente progetti e persone su cui investire.

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Però, c’è sempre un però. Quello che conta non è l’idea: tutti possiamo
avere delle idee più o meno belle ma non siamo ugualmente bravi
nell’attuarle.

Per essere credibili e ricevere la giusta attenzione da un eventuale socio di


capitali bisogna:
• essere capaci di fare qualcosa: può sembrare una cosa ovvia, in
realtà non è così scontato e te l’ho già spiegato prima. Se non sei in
grado di fare una qualunque attività che ti consenta di avere di ricavi,
se non immediati quanto meno potenziali, è davvero difficile pensare
che tu sappia organizzare un business.
Anche fare gli investitori, per capirsi, è un “saper fare qualcosa”
perché postula la conoscenza di una serie di nozioni ed il continuo
aggiornamento circa i trend di mercato che necessitano di studio ed
attenzione costanti;
• avere un piano che sia ben più che una semplice idea: traccia un
business plan che abbia un minimo di credibilità agli occhi di un
esperto del settore. Così facendo, avrai in mano dei dati precisi di cui
parlare e non un semplice pensiero.

Secondo consiglio: Se sei Senza Soldi…il


business potrebbe non fare per te
La crisi economica degli ultimi anni ha messo in ginocchio molte persone
e moltissime aziende.

In tanti, motivati dalla voglia di riscatto, vogliono cimentarsi in attività


imprenditoriali.

L’idea di per sé non è sbagliata, anzi.

Io credo che al momento il lavoro dipendente sia l’attività più insicura del
mondo vista la velocità con cui ogni mercato si evolve; tuttavia il grande
passo deve essere l’esito di un processo evolutivo personale e
professionale, non un’ultima spiaggia da frequentare per giocarsi l’ultima
carta, quella della disperazione.

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Se fino a prima dell'apertura dell'azienda vivevi di stipendio e non hai al
momento almeno 12 mesi di “pagamenti anticipati”, nel senso di non avere
a disposizione denaro per vivere 12 mesi senza reddito, lascia perdere.

I rischi e lo stress che comporta l'avere un'attività, infatti, non fanno per te,
soprattutto se stai attraversando un momento difficile.

Pensare, poi, di fare impresa senza avere denaro da investire e senza molte
risorse per autosostenersi può essere un boomerang capace di minare
seriamente la tua serenità.

Piuttosto, potresti iniziare un’attività come secondo lavoro, cercandone


uno che garantisca delle entrate anche esigue ma sufficienti a darti un po’
di respiro ed un po’ di tempo libero per organizzare il grande salto.

Nelle parti successive del corso troverai tutto quello di cui hai bisogno per
cominciare a muoverti sul serio.

Perché io mi “limito” a parlare solo di


web
Non sono un guru del business, non ho la formula magica per far diventare
tutti imprenditori. Penso di poter dire qualcosa soltanto nel settore in cui
ho sempre operato e del quale credo di avere un po’ di esperienza:
internet.

Web, internet, guadagnare online sono concetti molto vaghi che spesso
vogliono dire tutto e non vogliono dire niente.

La rete ormai non è più un’estensione della nostra vita, è la nostra vita, è il
mondo che ci circonda che, direttamente o indirettamente, è influenzato da
ciò che accade online.

Essendo un mondo uguale a quello offline, offre opportunità modulari: da


quelle più elementari che ti permettono di arrotondare lo stipendio a quelle

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più evolute che ti consentono di creare business tuoi o di investire i tuoi
capitali in autonomia.

Il vantaggio più grande del business online che mi ha spinto ad inserire un


capitolo nel mio corso sta nella possibilità di potersi costruire anche step
by step, senza eccessi.

Ammesso che tu non voglia fondare Just Eat, Deliveroo o qualche altro
super progetto che richieda impegno e vagonate di soldi, su internet è
ancora possibile far valere le proprie competenze attraverso la creazione di
attività anche di modeste dimensioni che, gradualmente, crescono nei loro
volumi.

Io, per esempio, ho iniziato come writer part-time: scrivevo per un


quotidiano locale riprendendo news di altre testate dal web, scrivevo per
un quotidiano nazionale facendo un lavoro simile o per committenti che mi
incaricavano di redigere testi da utilizzare per vari scopi.

Mi servivo di internet come strumento per trovare lavori e per guadagnare


i soldi necessari per pagarmi l’università ed integrare la misera borsa di
studio che, da sola, di fatto mi avrebbe relegato al di sotto della soglia di
povertà.

Successivamente le competenze acquisite mi sono servite per creare siti


web di mia proprietà i quali, nel corso del tempo, sono cresciuti fino a
garantirmi ulteriori e diverse entrate: oggi stai leggendo questo corso
perché hai comprato dal mio sito principale che ho avviato durante il
cammino appena descritto.

Io ero part-time perché alternavo studio e lavoro, tu potresti far partire


altre attività con una strategia simile in settori diversi mantenendo il posto
fisso o completando gli studi.

Internet ormai è un mercato globale, quindi ti permette praticamente di


vendere tutto ciò che è intellettuale. Un po’ più difficile è pensare di fare
lo stesso in altri settori, e comunque non penso di essere abbastanza
autorevole per parlarti di ristorazione o cose di questo tipo: w la sincerità,
ognuno deve parlare delle cose che conosce.

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Un settore tradizionale che mi sembra molto simile ad internet
nell’approccio analitico e graduale è il mercato immobiliare: sia
diventando investitore immobiliare che avviando un business incentrato
sui subaffitti, puoi crearti delle rendite incrementali che, nei primi tempi, si
avviano lavorando nel tempo libero.

Su questo tema torneremo dopo, quando ti presenterò analiticamente una


prospettiva di business con gli immobili.

Le principali strade per guadagnare online


Come guadagnare online? Puoi davvero cambiare la tua vita con
un’attività online, magari nei ritagli di tempo libero? Certo, ed è proprio di
questo che ti parlerò nel corso di questo episodio del corso.

Puoi cominciare in diversi modi, a seconda di quelle che sono le tue


capacità e a seconda di quello che è il tempo che puoi effettivamente
impiegare.

Di soluzioni che ne sono diverse, e ne parlo con relativa frequenza sulle


pagine di Affari Miei.

1. Guadagnare online senza capitali o competenze


Sì, ti ho detto poco fa che avviare un’attività senza avere a disposizione
alcun tipo di capitale è un’idea in genere poco intelligente, che non può
garantirti né la sopravvivenza, né lo sviluppo efficace ed effettivo della tua
idea.

Qui il discorso è però diverso, perché quello che ti propongo è di fare una
sorta di secondo lavoro online, senza investimenti e senza particolari
competenze.

Per intenderci parliamo di un lavoro che ti permetterà di arrotondare, a


tempo perso magari, quel tempo perso che perdevi fino a oggi davanti alla
TV.

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Di cosa hai bisogno? Di poco o niente, o meglio, di niente di più di quello
che stai usando per seguire il mio corso:
• uno smartphone o un computer;
• una connessione Internet;
• un account Facebook (anche se non sempre è necessario);
• un indirizzo e-mail.

Con questi strumenti, che dovresti avere a disposizione ormai da tempo,


potrai cominciare ad arrotondare senza alcun tipo di problema.

Come fare ad arrotondare senza alcun tipo di competenza? Ci sono alcune


soluzioni abbastanza facili che ti permettono di racimolare subito qualcosa
da casa:
• ci sono alcune app, come quella recentemente offerta da Nielsen,
società mondiale leader per le indagini di mercato e per lo studio dei
consumi e dei consumatori. Si tratta di un’App certificata da una
delle più grandi aziende del mondo nel settore e che ti permette,
semplicemente condividendo la tua navigazione su internet, di
guadagnare qualcosa durante il mese, a tempo perso. Non diventerai
mai ricco, non diventerà mai un lavoro ma se non hai ancora
acquisito competenze verticali e vuoi spingere il più possibile, è una
soluzione accettabile;
• vendita online di oggetti: anche se non hai capitali puoi sbarazzarti
degli oggetti di cui non hai più bisogno (se ti metterai di impegno a
cercarli in casa, ti accorgerai che sono davvero tantissimi!) per
accumulare un piccolo capitale. Certo, non si tratta di un capitale che
può permetterti di aprire una grandissima impresa, ma è sempre
meglio di niente. I siti principali per questo tipo di attività sono eBay
e Catawiki;
• puoi fare sondaggi online. Su Affari Miei ho individuato diverse
società, come Nielsen, Netratings, MySurvey, Toluna e Global Test
Market. Sono tutte certificate e garantite e soprattutto… pagano;
• puoi guadagnare partecipando a concorsi online gratuiti, che ti
permettono di vincere non solo denaro, ma anche buoni spesa o
oggetti di enorme valore, come automobili e scooter. Non può
sicuramente essere una strategia di medio o lungo periodo, anche
perché non è ovviamente detto che sia possibile guadagnare in questo
modo. La fortuna aiuta però gli audaci e nei ritagli di tempo, potresti
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sicuramente provarci. A differenza dei gratta e vinci, qui almeno non
investi soldi inutilmente.
Le strategie che ti ho proposto in questa sezione del corso devono essere
considerate come qualcosa di cui dovresti tenere considerazione però
soltanto per il brevissimo termine, per arrotondare quel reddito che per te è
troppo basso (anche se non è davvero sempre questo il caso).

Per cominciare a cambiare vita, però, hai bisogno di strategie di più ampio
respiro, strategie che ti permettono di cominciare a costruire qualcosa e
non di raccogliere soltanto le briciole.

2. Guadagnare online sul serio


La mia storia ne è un po’ l’emblema. Puoi infatti guadagnare online anche
sul serio, trasformando la tua attività sul web in una vera professione.

Certo, non è facile, e avrai bisogno di competenze e tanto, tanto sacrificio.


Non è però impossibile e chi ti scrive ne è la prova provata.

Hai principalmente tre strade, che successivamente ti invito ad


approfondire ricorrendo anche al materiale che ti metto a disposizione
gratuitamente su Affari Miei.

Le strategie che andiamo a vedere hanno lo scopo di aprirti la mente ed


informarti sulle opportunità presenti in rete: questo corso ha lo scopo di
indirizzarti, per ognuna di queste soluzioni ci sarebbe da fare libri,
seminari e ulteriori corsi di approfondimento e quindi non posso, per forza
di cose, essere preciso al 100% sull’esecuzione.

Ti ripeto, ascoltami bene: le occasioni sono alla tua portata, io te le mostro,


poi sta a te approfondire.

In definitiva, semplificando al massimo, con internet:


• puoi decidere di vendere servizi, ovvero proponendo sul mercato le
tue competenze: sai scrivere? Sei un designer? Hai qualche
competenza specifica? Internet ti mette a disposizione un parco
clienti praticamente sconfinato. Ricordati però che più è grande il
mercato, più è feroce la competizione - per emergere avrai bisogno di
tanta voglia di fare e di fare bene!

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• Puoi guadagnare con un blog: certo, non è assolutamente facile, ma
una volta avviata questa attività ti permetterà di trasformare in una
professione la tua passione. Hai qualche competenza specifica? Pensi
di poter dare qualcosa al mondo in termini di informazioni? Scegli la
nicchia che più si avvicina alle tue competenze e alle tue attitudini e
comincia a fare sul serio;
• puoi aprire un negozio online, comprando all’ingrosso e
rivendendo al dettaglio. Si tratta di una attività relativamente
complessa, che puoi però far partire in piccolo, per poi allargarti se e
quando ce ne sarà il bisogno. Anche in questo caso puoi fare
affidamento sulle risorse che ti metto gratuitamente a disposizione su
Affari Miei.

Primo Filone - Acquisire clienti per la tua attività grazie ad


internet
Parto dal primo dei tre filoni da seguire, ovvero dalla vendita di servizi
online, che magari possono essere semplicemente un’aggiunta alla tua
clientela, quella clientela che già acquista servizi da te in qualità di
professionista. Se hai già uno studio di libero professionista, Internet può
darti una grandissima mano ad allargare il tuo giro.

Lo stesso vale ovviamente anche per attività più strettamente “fisiche”,


come ad esempio bar e ristoranti.

Approntando una giusta strategia pubblicitaria e sui social puoi


trasformare internet in autentica fonte di nuovi clienti, senza spese
eccessive e giocandoti al meglio la carta dei blog aziendali e delle
pubblicità a pagamento come quelle sui circuiti Facebook ADS e Google
Adwords.

Se sei impegnato però ogni giorno nello svolgimento del tuo lavoro, non
hai né il tempo né le competenze necessarie per affrontare questo tipo di
questione.

Puoi rivolgerti ad una web agency o comunque a professionisti che


lavorano dome freelance. Cose che hanno ovviamente un costo.
È vero che dovrai per forza di cose delegare, ma è altrettanto vero che
dovrai cercare di essere inserito a sufficienza nel processo in questione per
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apprendere quelle che sono le competenze di base necessarie per
proseguire poi per conto tuo, almeno a livello della scelta.

La mia idea è che se hai una piccolissima azienda o svolgi una piccola
professione, devi per forza di cose apprendere queste cose e curarle in
prima persona fino a che non sarai cresciuto al punto tale di
esternalizzarle. Affidarsi ad altri al 100% senza capire niente, sia esso
anche il più titolato al mondo, non è mai una scelta saggia.

Il blog aziendale è una risorsa fondamentale, ma come farlo?


Di certo non dovrai fare un sito statico con pochissimo testo a mo’ di
Pagine Gialle.

I contenuti vanno pianificati oculatamente e devono mostrare competenza


nella materia che tratti sul tuo blog aziendale, devono essere una sorta di
approfondimento gratuito che fornisci ai tuoi clienti e con il quale rispondi
a quelle che possono essere le loro esigenze prima dell’acquisto.

Se ad esempio hai un’azienda edile, che si occupa di ristrutturare camini, è


probabile che il tuo futuro cliente cerchi quanto costi il lavoro, come si
deve svolgere, se ci sono agevolazioni fiscali o argomenti simili.

Il tuo compito è quello, in questo caso, di dare una risposta presentandoti


come uno degli interlocutori validi ed affidabili: solo così l’utente potrà
fare il salto da utente del tuo sito a cliente.

Il secondo filone: guadagnare online con un blog


Fare soldi online con un blog è una delle prospettive più impegnative:
avrai bisogno della conoscenza di una serie di nozioni che abbracciano la
materia che vuoi trattare, il web generale da un punto di vista tecnico ed il
web marketing per la gestione del progetto: insomma, serve una strategia
concreta e multi-settoriale.

Sei spaventato? Sto soltanto, anche grazie alla mia esperienza, cercando di
metterti in guardia. Ogni giorno partono online tantissime imprese
editoriali, e di queste forse nessuna sopravvivrà al primo trimestre, con il
grosso dei progetti che saranno destinati a rimanere su un profilo
amatoriale.

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Come si guadagna con un blog?
Rispondere a questa domanda è la base che deve determinare il tuo
percorso, perché sarà il punto d’arrivo a tracciare il “come arrivarci”.

Il blog che apri deve essere interessante, nel senso che dovrai individuare
una nicchia a livello argomentativo che possa interessare delle persone.

Come fare? Non hai necessariamente bisogno di una sfera di cristallo,


perché puoi affidarti a strumenti gratuiti o a pagamento (esempi: Google
Keyword Planner, Google Trends, Semrush, Seozoom, Searchmetrics,
Similarweb, etc.) per individuare quali sono le tendenze di ricerca degli
utenti di internet e tirare giù una lista di keyword da sviluppare.

Per pensare di avviare un progetto editoriale di successo dovrai valutare


per conto tuo cosa puoi offrire di più degli altri che magari già trattano lo
stesso argomento. Puoi decidere di adottare punti di vista diversi, puoi
decidere di occuparti di una specifica questione all’interno del macro-
mondo di riferimento, etc.

Il tuo blog deve essere economicamente sostenibile. Non tutto quello di


cui potresti parlare potrebbe essere monetizzabile. Pensa al greco antico,
una materia che ha cultori in tutto il mondo e che continua ad essere parte
del curriculum scolastico di una discreta fetta di italiani. L’interesse c’è,
ma convertirlo in qualcosa di vendibile è estremamente difficile.

Lo stesso vale per i blog di calcio, sport, politica: i giornali tradizionali,


che pur hanno investimenti importanti in questi settori, stanno per chiudere
baracca o quasi. Perché pensi di poterci riuscire tu a rendere queste materie
monetizzabili?

Io prima ti ho parlato di guadagno con le proprie passioni ma le mie erano


e sono economicamente rilevanti, tant’è che tu stesso hai comprato questo
corso per saperne di più.

Prima di lanciarti in una passione, assicurati che ci siano persone disposte


a spendere per avere servizi o informazioni ad essa connessa.

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Come guadagnare online da un blog
Chiariti questi aspetti, passiamo alla fase successiva strettamente tecnica:
come guadagnare online con un blog.

Le informazioni riportate in precedenza ci devono essere di aiuto nella fase


di pianificazione editoriale: cosa scrivere, come scriverlo e per fare cosa.

E’ un’attività estremamente complessa: se iniziate a farlo da soli è


possibile che sbaglierete per mesi. Anche chi scrive ha rincorso a lungo un
metodo e, ancora oggi, spesso si trova a fare delle valutazioni errate
rispetto a pensieri o progetti vari.

L’esperienza o la consulenza di un professionista non annullano il margine


di errore ma lo riducono sensibilmente.

Puoi guadagnare in diversi modi grazie ad un blog. Di seguito ti elenco


quelli più interessanti, sostenibili e solidi.

Pubblicità tradizionale
Esistono sistemi come il programma AdSense di Google che permettono
di inserire banner nel proprio sito.

Il pagamento in questo caso è PPC (acronimo di Pay per click): a seconda


dell’argomento, ogni click avrà un valore che ci verrà pagato poi dal
gestore della piattaforma.

Google, attraverso i cookies, mostra agli utenti pubblicità che in qualche


modo gli interessano e, pertanto, generalmente la percentuale di click che
si ottiene è statisticamente preventivabile tra il 2 ed il 5 per cento dei
visitatori.

La redditività su Adsense si misura in RPM, cioè ricavo per ogni mille


pagine viste: se si ha un RPM di 3 euro, ad esempio, significa che su 10
mila pagine viste potenziali si possono guadagnare 30 euro.

Accanto ad AdSense esistono altri programmi che funzionano in maniera


simile anche se, nell’ambito del PPC, al momento non pare esista una vera
e solida alternativa.

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Il caso della pubblicità diretta
Se il tuo blog parla ad una platea molto ristretta, è probabile che possano
esserci degli investitori che, anziché acquistare la pubblicità mediante
programmi come Adsense, ti contatteranno per fare una pubblicità diretta.

In questo caso evita l’intermediario ed i tuoi guadagni potranno essere


maggiori: per essere contattato o per poterti comunque presentare agli
investitori personalmente o mediante un’agenzia commerciale è
chiaramente fondamentale che tu sia visibile e, quindi, che tu sviluppi il
tuo prodotto editoriale nella fase di start-up.

Anche in questo caso non si può dire con esattezza quante visite bisogna
fare per essere appetibili: dipende dal settore e dai volumi di persone che
sono interessate all’argomento trattato.

Maggiore è lo spazio che occupate nell’ambito della nicchia, migliori sono


le possibilità di ottenere contratti o accordi commerciali.

Se parli di argomenti particolarmente costosi tipo la costruzione di piscine


all’aperto, per esempio, avrai una platea di lettori estremamente limitata
ma è molto probabile che ci siano aziende interessate a pagare
relativamente tanto per acquisire contatti o visibilità tramite il tuo portale.

Non devi per forza aprire l’ennesimo sito di calcio, gossip o news per
guadagnare: le strade sono infinite ed il web è ancora pieno di nicchie
scarsamente presidiate.

Le affiliazioni
Le affiliazioni Si tratta di un sistema che, mediante l’apposizione nel
vostro sito di banner o link testuali, ti permette di guadagnare una
percentuale sulla vendita di prodotti di riferimento.

Il programma più famoso è quello di Amazon ma ce ne sono tanti altri,


distribuiti quasi per ogni settore.

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L’affiliazione, volendolo dire in maniera molto semplificata, è una via di
mezzo tra la pubblicità tradizionale e l’e-commerce: tu non vendi nulla,
nulla ma parli di un prodotto o di un servizio sul tuo progetto editoriale.

Tramite sistemi che tracciano le visite, guadagnai una percentuale definita


contrattualmente sulle vendite oppure sui lead (ad esempio, preventivi che
gli utenti chiederanno all’azienda che investe) che si genereranno.

Se vuoi guadagnare tramite le affiliazioni, avrai bisogno di progettare un


blog che parli di prodotti specifici o argomenti molto dettagliati, così da
intercettare visite da parte di utenti interessati all’argomento che, magari
dopo una recensione, decidono di acquistare.

In aggiunta, vale la pena di ricordare che le affiliazioni non escludono la


pubblicità pay per click di cui ti avevo parlato poco fa.

Terzo Filone - La vendita di prodotti o di servizi tramite E-


Commerce
Anche in questo caso specifico non sei assolutamente davanti ad una
novità, ma piuttosto davanti ad una strada che hanno già percorso in molti.

Molti che purtroppo, il più delle volte, hanno scelto il web per vendere
pensando che ci fosse molto meno impegno da mettere sul piatto della
bilancia.

Prima di addentrarmi nello specifico di questo discorso, ci terrei a dirti che


è praticamente impossibile diventare il prossimo Amazon, il prossimo
eBay o il prossimo Ali Express, multinazionali enormi che hanno fatturati
superiori a diversi stati di medio-piccole dimensioni.

Utilizzerò questo spazio per parlare dell’apertura di un e-commerce di


nicchia, uno di quelli che tramite la propria piattaforma può occuparsi
della vendita di una categoria specifica di prodotti.

La ricetta per un e-commerce di successo


La qualità di quello che vendi è il fondamento stabile della tua attività di e-
commerce.

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Successivamente al punto di partenza base, dovrai impegnarti perché avrai
bisogno di sforzi sicuramente cospicui sia sotto il profilo tecnico, sia sotto
il profilo amministrativo e legale.

Pagherai le tasse come ogni attività che insiste in Italia, avrai bisogno di
una Parita Iva e avrai anche bisogno di versare i contributi INPS per te e
per chi lavora con te.

Aprire un e-commerce è un’attività molto complessa perché mette insieme


sia l’aspetto imprenditoriale che quello editoriale: si tratta di traslare sul
web ciò che prima si faceva tradizionalmente in città.

Lavorare online come professionista


Puoi anche arrotondare lo stipendio svolgendo qualche attività da
professionista sul web e magari del web, anche dopo quello che è il tuo
impiego principale, ovvero quella che chiami la tua professione.

Il mio consiglio è comunque quello di cercare di impegnare sempre più


tempo nell’attività che avrai scelto, in quanto potrai così sviluppare delle
professionalità che ti permetteranno di portare a casa risultati sicuramente
più soddisfacenti.

Ti presenterò alcuni diversi profili tra quelli attualmente più richiesti dalle
nuove professioni, più interessanti e più remunerativi.

Scrivere per il web come professione


Anche io ho cominciato a con il sogno di diventare giornalista o scrittore,
salvo poi dover correggere il mio tiro, perché la mia passione non mi
avrebbe potuto offrire una vita dignitosa.

Anche i giornali tradizionali, le grandi testate, hanno dovuto


necessariamente adeguarsi alle dinamiche del web e dei social network, e
oggi chi scrive sul web come professione è una figura molto diversa dal
giornalista classico.

Una nuova opportunità, più slegata dai vecchi schemi e che premia,
almeno a mio modo di vedere, molto di più il talento vero.

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Il primo passo, la prima competenza di cui avrai bisogno è quella
dell’italiano, competenza che però non può assolutamente essere unica,
perché avrai bisogno anche di avere una buona cultura generale e anche di
conoscere argomenti che siano “appetibili per il mercato”.

Dovrai anche imparare a scrivere testi che possano rendersi visibili su


internet e sui motori di ricerca: i “grandi pensatori”, i pezzi grossi del
settore ti diranno che non è così perché, evidentemente, vogliono tenersi
l’arte per loro.

In realtà scrivere per i motori di ricerca non è altro che un modo per
parlare agli utenti: se non si è visibili sui motori di ricerca o sui social
network, mettetevelo in testa perché sarà sempre più così, non si è
nessuno.

Quanto puoi guadagnare? Negli States queste figure professionali sono già
in grado di guadagnare tantissimo, in Italia ci stiamo arrivando.

Certo, non è un lavoro di quelli che puoi pensare di far andare con il pilota
automatico. Dovrai sviluppare competenze importanti.

I SEO: chi sono e cosa fanno


La SEO è la “scienza” dell’ottimizzazione, il SEO è colui che mette in
campo una serie di tecniche on page (cioè sul sito) e off page (cioè al di
fuori del sito sul quale lavora) per migliorare il posizionamento e la
visibilità di un portale. Ottimizzazione per cosa?

Per i motori di ricerca in primis, che costituiscono ancora, nonostante la


crescita esponenziale dei social network, il principale canale di accesso ai
siti web e alle informazioni online.

Il Seo Specialist è un professionista che può lavorare come freelance,


come dipendente presso una web agency a sua volta, molto spesso, fondata
da altri professionisti che, cresciuti, hanno dovuto creare una struttura.

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Il SEO altro non è che una specie di “dottore” che analizza il “paziente
malato” che ha problemi a farsi spazio sul web oppure una specie di
“personal trainer” che consiglia all’aspirante sportivo come muoversi.

Mi limito a dirti, consigliandoti di approfondire la questione se è questa la


carriera che potresti o vorresti seguire, che si tratta di una delle
professionalità più richieste oggi dal mercato, che nei casi più importanti
può arrivare a guidare progetti editoriali di assoluto spessore.

Come cominciare? Studiando molto, partendo dai libri sull’argomento, e


seguendo corsi specifici, condendo il tutto con l’esperienza che ti farai sul
campo.

Il Social Media Manager


La nostra vita si svolge sui Social Network: gran parte di coloro che stanno
leggendo la mattina controllano Facebook prima di preparare il caffè.

Dietro all’uso per così dire “ricreativo” dei social si nasconde un vero e
proprio lavoro di aziende e professionisti che, tramite i principali spazi
messi a disposizione da Facebook, Twitter e Instagram cercano visibilità,
contatti e clienti.

I più grandi brand necessitano di persone che gli curino l’immagine


quotidiana sui social, come se fossero persone.

Da qualche anno Facebook, tanto per citare il più famoso e il più rilevante
commercialmente, ha anche sviluppato un suo sistema pubblicitario,
Facebook ADS, che permette a chi ha bisogno di visibilità di pagare per
comparire nelle bacheche degli utenti che potrebbero interessargli.

La gestione professionale dei social è dunque in capo al social media


manager, una figura professionale che gestisce budget pubblicitari,
pianifica le campagne pubblicitarie e organizza anche contenuti per
aumentare viralità e diffusione del messaggio.

È un lavoro decisamente complesso, che richiede capacità di analisi


assolutamente non banali, con una spiccata propensione a saper
interpretare e analizzare i trend della rete.

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Puoi formarti leggendo libri, seguendo anche in questo caso corsi specifici
e facendo tanta, ma proprio tanta pratica.

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3. Fare soldi offline - Il caso del subaffitto
Certo, l’economia di internet tira parecchio e ti permette di metterti in
gioco in settori che fino a qualche anno fa semplicemente non esistevano.

Non è però che non ci siano più ottime opportunità offline, anzi: puoi
guadagnare fino al 32,96% nel settore immobiliare, anche se non hai
enormi capitali a disposizione.

Non sparo una cifra al caso, è il frutto di una serie di studi che ho
effettuato e che condividerò con te nelle prossime righe.

Ci sono tipicamente tre tipi di mercato che potrebbero interessarti a questo


scopo:
• le città universitarie, dove affittare un appartamento intero per poi
darlo in subaffitto stanza per stanza può rendere cifre da capogiro
durante l’anno;
• i grandi centri urbani, soprattutto quelli dove c’è un grandissimo e
intensissimo turn-over lavorativo, ovvero dove arrivano e partono
molte persone l’anno. In questo caso prendere in affitto per lunghi
periodi per subaffittare per brevi periodo può darti dei margini molto
interessanti;
• zone turistiche: dove vale grosso modo lo stesso discorso che ho
appena fatto per i grandi centri urbani. Puoi prendere in affitto per
lunghi periodi, per trasformare poi il tutto invece in tanti piccoli
affitti durante la stagione che si susseguono, portando a casa dei
margini interessanti.

La Sublocazione è legale?
In sintesi, quando stipuli il contratto di locazione, puoi subaffittare
l’appartamento intero o una parte dello stesso se non viene vietato
esplicitamente.

Da un punto di vista pratico, comunque, ti conviene essere chiaro con il


proprietario dell’immobile e spiegargli che, delegando a te, si libererà
della rottura di scatole di gestire l’appartamento e che gli permetterai di
percepire un reddito fisso.

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Affidandosi, inoltre, a te il proprietario avrà il vantaggio di non vedere la
sua proprietà perdere di valore ma, anzi, di migliorare: è nell’interesse di
entrambi, dunque, che si stipula il contratto.

Per quale motivo il proprietario dovrebbe permettermi di


subaffittare?
Domanda del tutto legittima: se è così conveniente, perché non affitta per
cavoli suoi? Le ragioni potrebbero essere varie, provo a spiegartene
alcune.

Nel mondo dell’immobiliare, si suole definire “Don’t wanters” le persone


che posseggono un immobile ma non hanno alcuna voglia di tenerlo
perché, spesso, l’hanno ricevuto in eredità oppure hanno bisogno di soldi
per svariati motivi.

Di solito preferiscono venderlo subito per monetizzare e togliersi un


fardello dal groppone.

Se conosci persone in questa situazione potresti proporgli la formula della


sublocazione che è win-win: loro mantengono la proprietà e la vedono
rivalutata percependo una rendita sicura senza troppe rotture di scatole, tu
hai un potenziale affare con costi limitati.

Altri a cui potrebbe interessare la sublocazione possono essere anziani,


persone che si sono trasferite in un’altra città e non hanno tempo da
destinare alla gestione oppure professionisti con tantissimi impegni e
molte proprietà ai quali potresti risolvere un problema.

Capiscimi fin da subito: devi darti da fare, altrimenti sarebbe un gioco da


ragazzi, ma se sondi una zona e ti informi sulle varie situazioni pendenti
puoi scoprire questi casi che sono tutt’altro che rari.

Ti dico una cosa: circa l’80% degli italiani vive in una casa di proprietà e
molti ne hanno più di una. L’esempio della zia o della nonna che muore e
lascia l’appartamento al nipote che non ha tempo o voglia di gestire
l’eredità è tutt’altro che una casualità.

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Un business da organizzare a puntino
Proprio perché si tratta di un business, devi svolgerlo in modo
professionale.

Partire come persona fisica è un assoluto suicidio: avrai innanzitutto


bisogno di una società di capitali, meglio se una SRL, per avere una
gestione quanto possibile fluida e organizzata della questione.

Con l’aiuto di un buon commercialista potrai trovare la configurazione che


più fa al caso tuo, ricordandoti sempre che tenere separato il tuo capitale
personale da quelli aziendali è una condizione praticamente irrinunciabile
per questo tipo di attività.

Una prima simulazione: Torino - Trilocale da 70 mq da


affittare a studenti
Parto con la mia analisi da Torino e dal quartiere in cui vivo. È San Paolo,
zona semi-centrale che è particolarmente appetibile per gli studenti dato
che è nelle vicinanze del Politecnico, e ha prezzi più accessibili rispetto ad
altri quartieri adiacenti, come ad esempio Crocetta.

Ho cercato di individuare il prezzo medio degli affitti per i trilocali di


70mq. A seconda dello stato e della vicinanza all’università, un trilocale
oscilla tra i 480 e gli 850 euro al mese: a noi non interessano gli
appartamenti strafighi arredati e tirati a nuovo, l’affare dobbiamo farlo noi
e non chi l’ha sistemato per affittarlo a prezzo più alto.

Andando a cercare con calma un buon appartamento, non è difficile


portarsi a casa un trilocale per circa 550 euro al mese.

Si tratta di un prezzo che è un buon affare se ovviamente troviamo un


appartamento che abbia tutte le carte in regola per essere prontamente
abitato: impianti a norma e funzionanti, al massimo case che hanno
bisogno di essere riverniciate ed arredate parzialmente.

La spesa che hai davanti in questo caso è di 550 euro x 12 mensilità =


6.600 euro annui.

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Peggio viene presentato l’appartamento e meglio è per te: significa che il
proprietario non è in grado di valorizzarlo.

Se puoi, cerca soprattutto su Bakeca.it e Subito.it perché ci sono più


annunci di privati: l’agenzia, oltre ad essere un costo per te, cerca sempre
di valutare meglio l’immobile oppure fornisce determinati consigli per
renderlo più appetibile.

Parlando con i privati, invece, è più facile trovare situazioni simili a quelle
descritte sopra.

In aggiunta, ti conviene trovare appartamenti che abbiano delle spese


condominiali basse: le paga l’inquilino, ma non ci guadagni nulla. Meglio
che siano basse, pur cercando comunque appartamenti con un certo
decoro.

Quanto devi investire per iniziare?


Non fidarti mai di chi ti dice che puoi mettere in piedi una qualunque
attività senza spendere un euro.

Anche in questo caso, dove le spese sono relativamente ridotte, dovrai


mettere in conto:
• costi di agenzia: dai 600 ai 1000 euro;
• imposta di registro del canone: pagherai il 2% del canone
moltiplicato per gli anni di durata del contratto; se paghi in anticipo i
primi 4 anni hai uno sconto dello 0,20%, ai quali devi aggiungere 16
euro di imposta di bollo. Nel nostro caso abbiamo 6.600 euro x
1,80% = 118,80 € che per 4 anni fanno 475,20 euro, più i 16 euro di
imposta di bollo. Il totale è di 491,20 euro, da dividere in due, ovvero
245,60 euro;
• piccoli interventi: verniciare una stanza di bianco a Torino,
manodopera inclusa, costa intorno ai 300 euro a stanza. Per un
trilocale conta circa 1.000 euro;
• arredamento, piccoli lavori: affidati a marchi che hanno un costo
basso, o anche all’usato a buon prezzo. L’immobile che hai scelto,
come ci siamo detti prima, non deve essere in un pessimo stato, e
dunque i lavoretti non devono che portarti via al massimo 2-300
euro;

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• ti toccherà inoltre anticipare i canoni di locazione. Nella migliore
delle ipotesi sono 2 o 3 e quindi una spesa che, al costo dell’affitto
che abbiamo preventivato, sono circa 1100-1650 euro. Potresti anche
decidere di dare più mensilità di anticipo, per trasmettere una
migliore immagine di te al proprietario dell’appartamento.

E questo per quanto riguarda i costi. Ora è arrivato però il momento di fare
sul serio, e cominciare a calcolare i ricavi.

Quanto puoi guadagnare?


Un appartamento del genere, se messo a posto e verniciato, può rendere
fino a 300 euro a stanza, e dunque 900 euro al mese in totale.

Puoi anche ricavare qualcosina di più intestando le utenze alla tua società e
facendoti pagare da chi occuperà l’appartamento un forfait.

Mediamente comunque riuscirai a portare a casa 10.800 euro contro i


6.600 che dovrai versare al proprietario.

Ti rimangono 4.200 euro, ai quali dovrai però applicare le trattenute


fiscali.

Qui arriva uno dei segreti che ti offro in questo corso, che è poi il motivo
per il quale ti ho consigliato, in apertura, di pensare ad una configurazione
di tipo societario per la tua attività.

Se da privato pagheresti infatti le tasse su tutto quanto incassato, le società


pagano solo sull’utile, e quindi potrai pagare le tasse solo sui 4.200 euro.

Con le aliquote vigenti e con le altre tassazioni, avrai comunque in tasca


circa 2.500 euro di rendita netta.

Calcoliamo il ROI
Il ROI deve essere il tuo mantra, la tua guida spirituale ed economica nel
mondo degli investimenti.

Ci serve per calcolare il ritorno appunto sull’investimento, ovvero quanto


denaro ha prodotto il denaro che abbiamo investito.

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Abbiamo:
• 800 euro di agenzia in media;
• 245,60 euro di imposta di registro;
• 950 euro per la verniciatura;
• 4.000 euro di arredamento se ci rivolgiamo ad un marchio low-cost;
• 1.650 euro di anticipo al proprietario;
• Per un totale di 7645,60 euro di investimento.

Applicando la formula del ROI, che è:

GUADAGNO NETTO / CAPITALE INVESTITO x 100

Avremo

(2.520 / 7.645,60) x 100 = 32.96%

Considera che si tratta di una valutazione comunque grossolana che non ti


deve trarre in inganno per due motivi:
• questo non è un investimento finanziario, è un business: i
business devono avere ROI elevati perché i soldi veri li fanno le
aziende, non li fai investendo in opzioni binarie! L’attività d’impresa
postula una valanga di adempimenti, rotture di scatole, tempo da
impiegare eccetera eccetera. Sono stato chiaro fin dal principio: è un
lavoro, bellezza, che puoi iniziare anche nei weekend o dopo
l’ufficio ma pur sempre lavoro è!
• Come ogni azienda, sei esposto a rischi: se vuoi stare tranquillo,
investi i tuoi 7.500€ in conti deposito e prenditi il 2% annuo senza
far nulla!

Ipotesi di sviluppo del business


Chiaramente con 2500 euro non si avvia un’azienda di successo, servono
ben altre cifre.

Il vantaggio che ti offre questa attività è che è incrementale, non ti ci devi


mettere subito full time e puoi costruirla step by step.

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Se hai un lavoro, per esempio, puoi iniziare nei ritagli di tempo per poi,
alla lunga, trasformare questo mestiere nella tua occupazione principale.

Al tempo stesso, hai la fortuna di poter vedere se effettivamente il tuo


progetto si realizza senza doverti dedicare al 100% e la somma da investire
è relativamente contenuta.

Una volta chiusa la prima operazione, devi essere bravo a replicarla in


scala o nello stesso mercato (nell’esempio abbiamo visto quello degli
affitti agli studenti) o in un mercato diverso.

Io ti consiglio di concentrarti su una sola città perché così, logisticamente,


riesci a gestire meglio gli adempimenti e le criticità che possono sorgere
nel tempo.

Ipotizziamo che nel primo anno di avviamento della tua attività riesci
a chiudere 5 operazioni: la tua rendita annua è pari a 2.500€ x 5
= 12.500€ che cominciano già ad essere una cifra più interessante.

In due anni, continuando con la stessa intensità, puoi costruirti una rendita
di 25.000€ netti che è decisamente interessante.

Il condizionale è d’obbligo perché devi impegnarti significativamente.

Se impari bene, però, puoi probabilmente riuscire ad ottenere risultati più


interessanti, assottigliare determinate spese.

Esempio: se diventi “del settore”, magari in alcuni casi riesci a bypassare


l’agenzia e per te vuol dire circa un migliaio di euro di guadagno in più.

Il problema che giustamente si pone è legato alla barriera d’ingresso:


attenendoci all’esempio di sopra, per realizzare 5 operazioni nel primo
anno ti servono 7645,60€ x 5, quindi 38.228€.

Parliamo di una cifra di tutto rispetto che, a differenza di quanto accade


con le compravendite immobiliari, non puoi prendere a mutuo.

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Che fare se non hai i soldi per cominciare o espanderti
Anche se si tratta di somme relativamente esigue, potrebbe succedere di
non avere a disposizione i capitali necessari per partire.

Se, poi, volessi espanderti con l’esempio che ti ho mostrato, potresti non
avere tutti i soldi o non voler rischiare magari una parte troppo
significativa del tuo patrimonio.

Vediamo due soluzioni per risolvere il problema.

Il capitale di un terzo
Magari dopo aver concluso 1-2 operazioni, potresti coinvolgere un
socio/investitore a cui garantire una parte della rendita: crescerai più
lentamente, anche se il rischio si ridurrebbe, in quanto il tuo capitale di
rischio sarebbe inferiore.

Il prestito
Ho simulato su un noto portale di prestiti una ricerca sulla base di questi
criteri: ho inserito la mia data di nascita (1990), la mia situazione
lavorativa (imprenditore), la cifra richiesta (30.000 euro è il massimo per il
quale mi tira fuori un preventivo) e la durata massima possibile che è pari
a 84 mesi, cioè 7 anni.

Per sicurezza, mi sono fatto calcolare anche la copertura assicurativa, che


ovviamente ha un costo ma che ti consiglio di considerare tua alleata.

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La rata mensile si aggira tra i 480 e i 500 euro.

Ho voluto mostrarti il caso del prestito personale per individuare la


soluzione PEGGIORE da un punto di vista creditizio: nessuno vuole darti i
soldi, non ne hai, li chiedi in banca.

ROE? E che cos’è?


Il ROE è un’altra delle importanti formule che dovrai ricordarti se vuoi
valutare la bontà di un investimento.

Il ROE (sigla che sta per Return on Equity) è il ritorno sul tuo capitale
investito, e si calcola con una formula altrettanto semplice:

Capitale investito / guadagno netto moltiplicato per cento

Ti è di aiuto quando svolgi operazioni con capitali non tuoi, perché ti fa


capire quanto il denaro che hai tirato fuori dalla tasca sta rendendo
effettivamente.

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Per spiegartelo in breve, torniamo all’esempio di sopra in cui ho simulato
di prendere in prestito 30 mila euro su 38.228€ necessari per far partire
l’operazione sul subaffitto di 5 appartamenti.

Quindi:

(8.228€ / 6.645,80€) X 100 = 123,82% È IL TUO ROE

Vale il concetto di prima: non ti lasciare impressionare dal valore alto del
ROE, stiamo parlando di un’azienda e non di un investimento finanziario,
quindi è normale che il rendimento sia alto come alto è il rischio.

Per avere un’idea della bontà di ROI e ROE in campo aziendale non li
devi guardare in termini assoluti ma devi confrontarli con i ritorni di altre
attività uguali che puoi elaborare subito, sulla base del metodo che ti sto
fornendo.

Con questo schema, considerando che con circa 8 mila euro puoi mettere a
reddito 5 appartamenti, potresti pensare l’anno successivo di impiegare la
rendita netta del precedente per creare un processo simile oppure, se vuoi
evitare di passare dalla banca che è la soluzione più costosa, puoi
coinvolgere altri investitori come ti ho spiegato prima.

Tracciato il metodo, possiamo fare velocemente un altro esempio.

Il secondo caso - appartamento a Maiori per il turismo


Abbiamo finalmente un metodo e possiamo applicarlo ad ogni tipo di
situazione di questo genere.

Dopo averlo fatto per Torino, lo facciamo insieme anche per Maiori, uno
splendido paese della Costiera Amalfitana dove ho avuto il privilegio di
vivere fino al mio 25esimo anno di età.

Anche in località relativamente piccole si può creare ricchezza e si può


creare business. Come ti ho già detto, la mia attività è nata proprio qui,
dalla proverbiale cameretta.

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Se volessi prendere in locazione un immobile di questo tipo, in base alle
informazioni che ho raccolto, dovresti spendere circa 700€ mensili.

Anche qui ti devi dare da fare perché i proprietari con più tempo e voglia
fanno esattamente quello che vuoi fare tu.

Come ti ho spiegato nel primo esempio, la popolazione che invecchia, la


pigrizia generale e l’eccesso di appartamenti potrebbero essere tuoi alleati.

Questa volta ti propongo direttamente i calcoli, e ti rimando a quanto detto


poco sopra per i dettagli.

I costi che dovrai andare a sostenere sono i seguenti:


• agenzia – In un piccolo comune è molto più facile bypassare
l’agenzia perché ci si conosce, tuttavia stimiamo ugualmente tra i
600 e i 1000€;
• imposta di registro del canone – Anche qui optiamo per il calcolo
anticipato, quindi paghiamo l’1,80% per 4 anni, quindi 604,80€ da
dividere tra proprietario e affittuario. La spesa a nostro carico è di
302,40€. Ti ricordo che se il proprietario opta per la cedolare secca
non si paga l’imposta di registro, tuttavia per semplificare considero
sempre l’ipotesi peggiore;
• verniciatura e piccoli interventi – Stimato il costo di 300€ per
stanza, nel nostro caso occorrono 600 €;
• arredamento e piccoli lavori – Anche qui vale il discorso di sopra:
spesa massima: 4000€;
• canoni di locazione anticipati – Stimiamo 3 canoni anticipati,
quindi la tua spesa è di 2100€.
Dovrai sostenere un costo per cominciare di circa 7802,40 euro.

Quanto puoi ricavare da questa tipologia di appartamento?


Mediamente 4.000 euro durante l’alta stagione e 2.000 euro mensili
durante la bassa stagione. Il rendimento massimo che un appartamento del
genere può offrirti è di circa 18.000 euro dunque, con una stagione di circa
6 mesi in totale.

Noi abbiamo orientato per il nostro calcolo la nostra scelta verso realtà
meno “appetibili”, nel senso di immobili non di enorme pregio, e quindi

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contiamo di affittare il tutto per un poco meno dei 6 mesi indicati sopra,
ricavando circa 15.000 euro.

La rendita lorda + dunque di 15.000 euro, ai quali vanno sottratti gli 8.400
euro per la locazione.

Aggiungiamo un 500 euro di spese, dato che le imposte e le spese


condominiali saranno a carico tuo, dato che affitterai a turisti.

Avrai in mano 6.100 euro. A questa somma, in una località turistica,


dovrai togliere inoltre i costi di pulizia (circa 1030 euro l’anno), e i costi di
lavanderia (circa 310 euro l’anno).

I 6.100 euro sono diventati 4.760 euro. Niente male!

Applichiamo le imposte a ci troveremo circa con 2.856,60 euro netti.

Breve calcolo del ROI:


(2.856,60 / 7.802,40) x 100 = 36,61%

La tua rendita è leggermente superiore rispetto a Torino ma considera che


il livello di rotture di scatole è esponenzialmente più alto perché, visto
l’alto ricambio, devi essere sempre in zona a coordinare pulizie, lavanderia
e arrivi: è un’azienda, bellezza, non te lo dimenticare mai!

Anche in questo caso puoi pensare di replicare in scala lo stesso processo,


con numeri tutto sommato simili a quelli che abbiamo visto
precedentemente.

In estrema sintesi, la stessa operazione applicata a 5 immobili ti può creare


una rendita netta di 14.283€, il tuo investimento iniziale è di 39.012€
(7.802,4 x 5) che puoi finanziare di tasca tua, ricorrendo al capitale di terzi
o alla leva del credito.

In questi ultimi casi, puoi avvalerti dei calcoli che ti ho mostrato sopra per
vedere quanto ti costa farti prestare il denaro dalla banca e che ROE puoi
ottenere.

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È un business profittevole?
Dopo 2 casi di studio dovresti avere le idee estremamente più chiare.

Sì, può essere un business decisamente profittevole, che ha inoltre diversi


vantaggi rispetto all’investimento immobiliare classico:
• non devi comprare gli immobili, quindi ti eviti tutta la trafila
burocratica e di costi tipica degli investimenti tradizionali;
• la barriera d’ingresso è più bassa, con circa 8 mila euro puoi iniziare
mentre per acquistare e mettere a reddito ne servono 20-30 mila. Con
la cifra che ti serve per comprare un solo immobile pagando il 20%
del prezzo totale e le spese di compravendita, in questo business ne
puoi mettere a reddito 4-5 in tempi brevi;
• puoi reagire meglio alle oscillazioni del mercato: se la zona si
svaluta, nella peggiore delle ipotesi disdici il contratto e levi le tende;
• puoi replicare in scala il processo più velocemente visto che servono
relativamente pochi soldi;
• il business è incrementale, nel senso che più vai avanti e più aumenta
il tuo fatturato: ciò ti permette di iniziare anche come secondo lavoro
e non ti obbliga subito a mollare la tua vita attuale;
• non diventi proprietario, quindi non sono a tuo carico le spese di
straordinaria amministrazione che rappresentano una voce di costo
considerevole.
Ci sono però anche dei lati negativi di cui dovresti sicuramente tenere
conto:
• devi darti da fare molto perché non è facile trovare persone disposte
a farti subaffittare;
• non puoi ricorrere ai mutui che sono una forma di finanziamento
agevolata. Abbiamo visto che con un prestito personale il denaro ti
costa anche il triplo e non puoi ammortizzarlo in 20 anni;
• non diventerai mai proprietario degli appartamenti, quindi alla fine
della filiera non ti resta un valore (del tutto potenziale dopo 20 anni
di mutuo, sia chiaro!) rappresentato dall’immobile stesso.
È un lavoro a tutti gli effetti, se vuoi realizzare ricavi importanti ad un
certo punto deve diventare la tua attività principale.

Considerando, però, che la lamentela comune è che di lavoro non se ne


trova, in poco più di 10 minuti ti ho spiegato come puoi avviare un’attività
con un investimento economico limitato.
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Ti sembra poco?

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Conclusioni
Ho cercato, con questo capitolo, di aprirti gli occhi sulle tante opportunità
che ti offre il mondo là fuori.

Ti ho parlato di quelle che conosco, e cioè del web e del mercato


immobiliare.

E’ sicuro che tantissime altre occasioni sono alla tua portata, magari
proprio nel settore in cui lavori, in uno affine o in altre realtà che conosci.

Come vedi, avviare attività proprie, integrative o sostitutive del lavoro, ti


permette di avere maggiore controllo sulla tua vita e di accelerare il
processo di crescita del tuo patrimonio.

No, non devi per forza diventare imprenditore. Secondo me questa è la


strada più veloce rispetto ad aspettare 3 anni che il capo ti aumenti lo
stipendio di 100 euro al mese, però non è detto che sia quella giusta per te
o che tu ti ci debba per forza impelagare.

Seguendo il metodo del corso potrai raggiungere ugualmente l’obiettivo


risparmiando ed accumulando negli anni i soldi: è bene che sia
consapevole, però, che ti ci vorrà qualche anno in più.

Io dico sempre che siamo noi i principali artefici del nostro destino, che
siamo noi a scegliere cosa fare e perché.

Se fai parte di quella schiera di persone che pensa che sia sempre colpa
degli altri, beh, è giunta l’ora che cominci a liberarti di queste convinzioni
per assumerti le tue responsabilità, nel bene e nel male.

Il capitolo 2 non finisce qui, nelle prossime pagine vedremo 3 storie di


successo di persone che hanno fatto il loro percorso verso l’indipendenza
lavorativa.

Continua a leggere.

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