Lo spazio del web sommerso ospita anche pratiche che non corrispondono esattamente al Il web, come spesso viene raccontato, è legato a un’idea di Bene: attività illegali, legate alla trasparenza e di diffusione: tutto è online, allora tutto è vi- violenza e alla diffusione di pra- sibile, raggiungibile e sotto gli occhi di tutti. Si tratta di una tiche eticamente non sostenibili. concezione ingenua della Rete, che come sappiamo non vive solo “in superficie”. Il concetto di deep web indica, appun- to, l’insieme delle risorse online che appartengono al web nascosto (o meglio, “sommerso”, per tradurre l’aggettivo originale) e che non è visibile ai più, ma che diventa luogo di condivisione di pratiche di diverso genere (non tutte illegali). Si tratta, dunque, di risorse non segnalate dai normali mo- tori di ricerca, ma accessibili con programmi specifici come Tor (sistema di anonimizzazione gratuito che fa “rimbalzare” Deep Web e la scuola la connessione tra diversi computer impedendone la localiz- Rispetto al web sommerso, si zazione) e Freenet, non collegate a etichette, non accessibili può ragionare con gli studenti direttamente se non con uno specifico form, risorse dina- sul significato della presenza di miche e quindi generate al momento dal server, legate a siti risorse non visibili in Rete, ad ad accesso limitato. esempio con un brainstorming Ma quali risorse popolano il “web sommerso”? Il mercato o una sorta di processo al web nero e il traffico di droga, la produzione di documenti falsi, sommerso, sul banco degli im- il traffico di armi, la pedopornografia, ma anche spazi di putati. scambio di musica e libri, forum di discussione, notizie sen- sibili e giornalismo di inchiesta. Bene e Male convivono nel “web sommerso”, come nella vita.
Una buona pratica
Per approfondire: • Deep web • R. Meggiato, Il lato oscuro della Rete. Alla scoperta del Deep Web e del Bitcoin, Apo- geo, Milano 2014. • N. Carr, Il lato oscuro della Rete. Libertà, sicurezza, pri- vacy, Rizzoli, Milano 2008.