Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 8

Diacronie

Studi di Storia Contemporanea


N° 35, 3 | 2018
Gli strumenti di Clio

Matteo Tomasoni, El caudillo olvidado. Vida, obra y


pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)
Steven Forti

Edizione digitale
URL: http://journals.openedition.org/diacronie/9573
DOI: 10.4000/diacronie.9573
ISSN: 2038-0925

Editore
Association culturelle Diacronie

Notizia bibliografica digitale


Steven Forti, « Matteo Tomasoni, El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo
(1905-1936) », Diacronie [Online], N° 35, 3 | 2018, documento 24, Messo online il 29 septembre 2018,
consultato il 24 septembre 2020. URL : http://journals.openedition.org/diacronie/9573 ; DOI : https://
doi.org/10.4000/diacronie.9573

Creative Commons License


Diacronie
Studi di Storia Contemporanea

35, 3/2018
Gli strumenti di Clio: uomini, luoghi e teorie della storia dalla tradizione critica
alla comunicazione digitale

RECENSIONE: Matteo TOMASONI, El caudillo olvidado. Vida, obra


y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936), Granada, Comares,
2017, 311 pp.

A cura di Steven FORTI

Per citare questo articolo:


FORTI, Steven, «RECENSIONE: Matteo TOMASONI, El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo
Redondo (1905-1936), Granada, Comares, 2017, 311 pp.», Diacronie. Studi di Storia Contemporanea : Gli strumenti di Clio:
uomini, luoghi e teorie della storia dalla tradizione critica alla comunicazione digitale, 35, 3/2018, 29/09/2018,
URL: < http://www.studistorici.com/2018/09/29/forti_numero_35/ >

Diacronie Studi di Storia Contemporanea → http://www.diacronie.it


Rivista storica online. Uscita trimestrale.
[email protected]
Comitato di direzione: Naor Ben-Yehoyada – João Fábio Bertonha – Christopher Denis-Delacour – Maximiliano Fuentes Codera –
Anders Granås Kjøstvedt – John Paul Newman – Deborah Paci – Niccolò Pianciola – Spyridon Ploumidis – Wilko Graf Von
Hardenberg
Comitato di redazione: Jacopo Bassi – Luca Bufarale – Gianluca Canè – Luca G. Manenti – Fausto Pietrancosta – Alessandro Salvador
– Matteo Tomasoni – Luca Zuccolo
Diritti: gli articoli di Diacronie. Studi di Storia Contemporanea sono pubblicati sotto licenza
Creative Commons 3.0. Possono essere riprodotti e modificati a patto di indicare eventuali
modifiche dei contenuti, di riconoscere la paternità dell’opera e di condividerla allo stesso modo. La
citazione di estratti è comunque sempre autorizzata, nei limiti previsti dalla legge.
El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

24/ RECENSIONE: Matteo TOMASONI, El caudillo olvidado. Vida,


obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936), Granada,
Comares, 2017, 311 pp.

A cura di Steven FORTI

Esiste ormai un’ampia bibliografia riguardo alle origini del fascismo spagnolo. Negli ultimi
quattro decenni sono state pubblicate opere importanti che hanno ricostruito la storia delle
organizzazioni che hanno dato vita al falangismo durante la Seconda Repubblica spagnola, che ne
hanno evidenziato il ruolo durante la Guerra Civile (1936-1939) e nella costruzione del regime
franchista o che ne hanno analizzato in profondità il pensiero e l’ideologia. Non sono mancate
nemmeno delle biografie dedicate ai principali dirigenti fascisti del paese iberico, come José
Antonio Primo de Rivera o Ramiro Ledesma Ramos, ma anche a personaggi di seconda fila, come
Santiago Montero Díaz1. Stupisce dunque che si sia dovuto attendere fino ad ora per avere uno
studio biografico approfondito – e che andasse al di là delle agiografie dei nostalgici – di Onésimo
Redondo, che insieme a Primo de Rivera e Ledesma Ramos ne è stato uno dei fondatori. Questo è il
primo pregio del libro di Matteo Tomasoni che riempie così un vuoto storiografico.
Ma le virtù di questo volume dedicato alla vita, all’opera e al pensiero di «uno de los autores
menos conocidos y “más controvertidos” del fascismo español»2 sono molte. Oltre ad essere di
piacevole lettura, El caudillo olvidado è infatti frutto di un decennale lavoro di ricerca compiuto

1
Vedasi, tra i molti studi esistenti: GIBSON, Ian, En busca de José Antonio, Barcellona, Planeta, 1980;
PECHARROMÁN, Julio Gil, José Antonio Primo de Rivera, retrato de un visionario, Madrid, Temas de Hoy, 1996;
PAYNE, Stanley, Fascism in Spain, 1923-1977, Madison, University of Wisconsin, 1999; JIMÉNEZ RODRÍGUEZ,
José Luis, Historia de Falange Española de las JONS, Madrid, Alianza, 2000; ELLWOOD, Sheelagh, Historia de la
Falange Española, Barcellona, Crítica, 2001; THOMÁS, Joan Maria, Lo que fue la Falange, Barcellona, Plaza &
Janés, 1999; ID., La Falange de Franco. Fascismo y fascistización en el régimen franquista (1937-1945), Barcellona,
Plaza & Janés, 2001; ID., José Antonio. Realidad y mito, Barcellona, Debate, 2017; GALLEGO, Ferran, Ramiro
Ledesma Ramos y el fascismo español, Madrid, Síntesis, 2005; ID., El evangelio fascista, Barcellona, Crítica, 2014;
CASALI, Luciano, Società di massa, giovani, rivoluzione. Il fascismo di Ramiro Ledesma Ramos, Bologna, Clueb,
2002; NUÑÉZ SEIXAS, Xosé Manuel, La sombra del César. Santiago Montero Díaz, una biografía entre la nación y la
revolución, Granada, Comares, 2012.
2
TOMASONI, Matteo, El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936), Granada,
Comares, 2017, p. IX.

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 1


El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

dall’autore per portare a termine una tesi di dottorato presso l’Universidad de Valladolid.
Tomasoni, storico trentino trapiantato da tempo in Spagna, si è potuto avvalere di preziose fonti
archivistiche, alcune delle quali inedite e mai consultate, come quelle dell’archivio privato della
famiglia di Redondo che hanno permesso di fare luce su alcune fasi praticamente sconosciute
della sua traiettoria umana e politica, come quelle in Germania nel 1927-1928 o in Portogallo nel
1932-1933. Ma anche di ricostruire la sua ideologia e la sua percezione politica, dimostrando come
il pensiero di Redondo non fosse affatto poco elaborato. Quella di Tomasoni è dunque
un’operazione che assume ancora più rilevanza perché, dopo la morte nel luglio del 1936,
Redondo è stato convertito dal regime franchista in un martire al pari di Primo de Rivera e
Ledesma Ramos, anch’essi uccisi nei primi mesi della Guerra Civile spagnola. Ma, come spesso
accade, è stato “imbalsamato” nel pantheon della Spagna di Franco, che ne ha costruito una
memoria ad uso e consumo interno, arrivando a depurarne l’opera3.
El caudillo olvidado, pubblicato nella collana di storia della casa editrice granadina Comares e
introdotto da una suggerente prefazione dello storico Ferran Gallego, si divide in due parti. Nella
prima («El hijo del campo castellano», pp. 9-153) l’autore ripercorre la vita di un personaggio
«polifacético» e «de difícil comprensión»4 legandola alle dinamiche storiche locali e nazionali.
Nato nel 1905 in un paesino della Castiglia profonda, a diciott’anni, dopo aver terminato gli studi a
Valladolid, Redondo si trasferì a Salamanca per lavorare come funzionario. Fu proprio nella città
castigliana, dove nel frattempo seguiva anche i corsi per laurearsi in giurisprudenza, che ebbe i
suoi primi contatti con la politica attraverso l’Asociación Católica Nacional de Propagandistas de
la Fe (ACNdP). Negli anni successivi, e soprattutto dopo il ritorno a Valladolid nel 1926, continuò
la sua attività di propagandista cattolico vincolandosi al suo massimo esponente, Ángel Herrera
Oria, direttore de «El Debate». Nell’autunno dell’anno successivo si trasferì in Germania, a
Mannheim, come assistente di Anton Burkard, docente di filologia romanica. L’esperienza nella
Repubblica di Weimar5 sarà cruciale per la formazione del futuro leader fascista, sia per il contatto
con la realtà tedesca – si interessò particolarmente alle vicende del Zentrum cattolico – sia per le
letture – da Menéndez Pelayo alla Generazione del ‘98 – che permisero una maturazione del suo
pensiero. Al suo ritorno a Valladolid, Redondo eserciterà la professione di avvocato e inizierà
un’intensa attività politica come segretario del sindacato cattolico della canna da zucchero.
I cambiamenti politici del paese iberico – la fine della dittatura del generale Miguel Primo de
Rivera e la caduta della monarchia nell’aprile del 1931 – segnarono la sua vita. Critico con il

3
Ibidem, pp. 281-284. Negli anni Cinquanta il regime franchista iniziò la pubblicazione delle opere complete
di Redondo che però complete non furono: videro la luce solo due volumi, appartenenti al periodo anteriore
al 1934. Il franchismo creò così l’immagine di un dirigente relativamente importante solo nella tappa
iniziale del fascismo spagnolo e limitato essenzialmente alla realtà rurale (Valladolid e la Castiglia). Dopo
l’unificazione con la Falange Española di Primo de Rivera, la sua figura praticamente scomparirebbe.
4
TOMASONI, Matteo, op. cit., p. 2.
5
Ibidem, pp. 27-28.

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 2


El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

pragmatismo di Herrera Oria e favorevole a un’opposizione radicale alla Repubblica, tra il maggio
e il luglio del 1931 Redondo promosse la creazione di un giornale, «Libertad», e di un gruppo
politico, le Juntas Castellanas de Acción Hispánica, che radunò alcune decine di giovani intorno a
un programma politico riassunto in un editoriale dal titolo più che esplicito «Castilla salva a
España»6. Alla decadenza della patria rappresentata dai valori tradizionali cattolici, spiegava
Redondo, bisognava rispondere con un ispanismo imperiale castigliano. In un clima
assolutamente sfavorevole alla destra radicale, nell’autunno Redondo si legò al piccolo gruppo
madrileno de La Conquista del Estado di Ledesma Ramos con cui fondò le Juntas de Ofensiva
Nacional Sindicalista (JONS). Al di là delle differenti visioni dei due giovani fascisti spagnoli, le
JONS si distinsero per un discorso antimarxista, antiseparatista e antiliberale che difendeva
attraverso l’uso della violenza una rigerenazione nazionale che permettesse la creazione di uno
stato nazional-sindacalista. Non è dunque casuale che Redondo, al pari di Ledesma, fosse
coinvolto nella sanjurjada, il tentativo fallito di colpo di Stato guidato dal generale Sanjurjo
nell’agosto del 1932.
Per evitare l’arresto il futuro Caudillo de Castilla, come lo battezzerà la propaganda franchista,
fuggirà in Portogallo dove rimarrà fino all’ottobre del 1933. La tappa portoghese7 era un altro dei
momenti oscuri della sua vita, ricostruiti ora nel dettaglio da Tomasoni: Redondo si stabilì a Porto
dove dedicò gran parte del suo tempo alla lettura, entrando in contatto con il movimento
nazional-sindacalista di Rolão Preto e l’integralismo peninsularista di António Sardinha, che non
poca influenza ebbero sul suo pensiero politico. Ma in questi quattordici mesi passati in terra
lusitana il giovane fascista spagnolo non abbandonò l’attività politica, mantenendo stretti contatti
con il gruppo jonsista di Valladolid e fondando un nuovo giornale, «Igualdad». E qui sta un’altra
delle scoperte di Tomasoni che è stato il primo storico a consultare questa pubblicazione: l’unica
copia si conserva difatti nell’archivio privato della famiglia Redondo8.
Dopo il rientro a Valladolid, Redondo partecipò alle complesse vicissitudini del fascismo
spagnolo: dal processo di unificazione delle JONS con la Falange Española di Primo de Rivera nel
gennaio del 1934 alla crisi del partito con l’abbandono di Ledesma Ramos in rotta di collisione con
il figlio dell’ex dittatore nel gennaio del 1935. È questo un momento cruciale: Redondo scelse di
rimanere a fianco di Primo de Rivera, rompendo così di fatto la stretta relazione politica, oltre che

6
Ibidem, p. 61.
7
Ibidem, pp. 73-95.
8
In realtà, negli anni scorsi mentre stava portando a termine le ricerche, Tomasoni aveva proposto alcune
prime riflessioni sia sulla tappa portoghese di Redondo sia su «Igualdad». Vedasi, TOMASONI, Matteo,
«Alcune considerazioni su “Igualdad”, il settimanale delle JON-S castigliane (1932-1933)», in Spagna
Contemporanea, 42, 2012, pp. 79-90; ID., “La hora de las responsabilidades ha llegado”. Onésimo Redondo y el
cominezo del jonsismo durante el Primer Bienio Republicano (1931-1933), in CONCEPCIÓN, María, DEL OLMO,
Marcos (a cura di), El primer bienio republicano. Cultura política y movilización ciudadana entre 1931-1933,
Valladolid, Ediciones Universidad de Valladolid, 2015, pp. 57-71.

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 3


El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

l’amicizia personale, con Ledesma Ramos. Ufficialmente premiato da José Antonio, che lo nominò
consejero nacional di FE de las JONS, Redondo perse in realtà la poca autonomia politica di cui
disponeva: Primo de Rivera, che aveva conquistato le basi jonsiste castigliane, fece chiudere
«Libertad», che nel frattempo aveva ripreso le pubblicazioni, centralizzando tutto il partito su
Madrid e sul suo nuovo organo di stampa, «Arriba». Dell’ultima tappa della vita di Redondo,
grazie alla consultazione della corrispondenza personale, Tomasoni mette in luce il forte processo
di radicalizzazione vissuto dall’ex propagandista cattolico e il suo attivismo nell’organizzazione
del golpe durante l’incarceramento della primavera del 1936 fino alle circostanze poco chiare
della sua prematura morte, avvenuta il 24 luglio di quell’anno nei pressi di Avila, appena sei giorni
dopo l’alzamiento dei generali contro la Seconda Repubblica spagnola.
Nella seconda parte del libro («Bases para un pensamiento político», pp. 155-279), l’autore si
concentra invece sul pensiero del biografato, delineandone le caratteristiche principali: dal
concetto di nazione e dalla critica al separatismo all’idea di sindacalismo nazionale, fondato
sull’idea di una rivoluzione giovanile e sull’uso della violenza che, se guardava indubbiamente con
interesse all’Italia mussoliniana e alla Germania hitleriana, trovava le sue principali origini nel
cattolicesimo e nella mitizzazione del mondo rurale castigliano. Ma un tratto caratteristico e
singolare di Redondo è anche il forte antisemitismo – figlio anch’esso della cultura integrista
spagnola e non semplice importazione tedesca – fino al punto di vivere ossessionato dalla
possibilità di un complotto giudaico-massonico-bolscevico e pubblicare la traduzione in
castigliano de I protocolli dei savi di Sion9. Quello del caudillo de Castilla fu dunque un pensiero
indubbiamente “sui generis”10 con una forte componente autodidatta – indubbiamente differente
dal fascismo di Ledesma Ramos o dello stesso Primo de Rivera, molto più legato alla realtà sociale
e al mondo delle tertulias di Madrid – che si è strutturato gradualmente tra gli anni Venti e i primi
anni Trenta.
Un ultimo pregio è da ascrivere al libro di Tomasoni: la capacità di mostrare come il fascismo
spagnolo, questione già sostenuta da Ferran Gallego, non sia stato affatto irrisorio negli anni
repubblicani11. Se sono indubbi i suoi magri risultati elettorali – nelle elezioni del febbraio del
1936, quando vinse il Fronte Popolare, raccolse appena lo 0,4% su scala nazionale – o le sue
difficoltà per organizzarsi e strutturarsi sul territorio, è stato proprio in quegli anni in cui il
fascismo seppe costruire una dottrina e la seppe diffondere in gran parte del mondo cattolico e
delle destre spagnole. La biografia di un personaggio come Redondo dimostra dunque sia il ruolo
chiave ricoperto dal jonsismo e dal falangismo nella costruzione del progetto
controrivoluzionario sfociato poi nel golpe dell’estate del 1936 sia la porosità esistente tra le

9
TOMASONI, Matteo, El caudillo olvidado, cit., pp. 70, 247-269.
10
Ibidem, p. 7.
11
Vedasi GALLEGO, Ferran, Ramiro Ledesma Ramos y el fascismo español, cit.; ID., El evangelio fascista, cit.

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 4


El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

diverse culture politiche reazionarie in un periodo cruciale per la storia della Spagna
contemporanea.

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 5


El caudillo olvidado. Vida, obra y pensamiento de Onésimo Redondo (1905-1936)

L’AUTORE

Steven FORTI, dottore di Ricerca in Storia Contemporanea per l’Universitat Autònoma de Barcelona e l’Università di
Bologna (2011), è professore a contratto presso l’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB) e ricercatore presso
l’Instituto de História Contemporânea dell’Universidade Nova de Lisboa. I suoi studi si centrano sulla storia politica e
del pensiero politico dell’Europa del Novecento e del tempo presente. Tra le sue pubblicazioni più recenti, si ricorda: El
peso de la nación. Nicola Bombacci, Paul Marion y Óscar Pérez Solís en la Europa de entreguerras, Santiago de Compostela,
Universidade de Santiago de Compostela, 2014; con Arnau González i Vilalta ed Enric Ucelay-Da Cal (eds.), El proceso
separatista en Cataluña. Análisis de un pasado reciente (2006-2017), Granada, Editorial Comares, 2017; ha inoltre curato
l’edizione critica di Óscar Pérez Solís, Un vocal español en la Komintern y otros escritos sobre la Rusia soviética, Sevilla,
Renacimiento, 2018.

URL: < http://www.studistorici.com/progett/autori/#Forti >

Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, 35, 3/2018 6

Potrebbero piacerti anche