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Autonomia e Subordinazione 2
Autonomia e Subordinazione 2
Leonardo Battista
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Campus Forlì
Autonomia e Subordinazione
Il codice civile riconduce la prestazione di lavoro a due schemi negoziali tipici:
• Lavoro subordinato: art. 2094 c.c.
• Lavoro autonomo (Contratto d’opera): art. 2222 c.c.
Art. 2094 c.c.: è prestatore di lavoro subordinato Art. 2222 c.c. Quando una persona si obbliga a
chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare compiere verso un corrispettivo un’opera o un
nell’impresa, prestando il proprio lavoro servizio, con lavoro prevalentemente proprio e
intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la senza vincolo di subordinazione nei confronti del
direzione dell'imprenditore committente, si applicano le norme di questo capo,
salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare
nel libro IV
Autonomia e Subordinazione – elementi della fattispecie
La subordinazione e l’autonomia rappresentano due distinte modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, a cui
corrisponde l’imputazione di diversi effetti giuridici.
Per questo possiamo distinguere analogie e differenze.
Vincolo di subordinazione
DIFFERENZE
Autonomia e Subordinazione: l’eterodirezione
Per definire il concetto di subordinazione non si può prescindere dalle valutazioni della giurisprudenza di merito.
In particolare, tra le circostanze valutate dal giudice e che possano considerarsi direttamente espressive del concetto di
ETERODIREZIONE vi sono:
1. la sottoposizione del prestatore a prescrizioni stringenti circa i contenuti e le modalità temporali del lavoro da
svolgere e verifiche costanti sul lavoro eseguito;
3. la sottoposizione del prestatore alle norme organizzative e disciplinari valevoli per i dipendenti;
Tra i criteri sussidiari o indici giurisprudenziali, idonei ad individuare un rapporto di lavoro subordinato vi sono:
Con contratto di lavoro autonomo si intende la prestazione che si concretizza nel compimento di un’opera o di un
servizio nei confronti del committente, dietro il pagamento di un corrispettivo e senza vincolo di subordinazione.
L’art. 2222 c.c. prevede che al contratto di lavoro autonomo si applicano alcune norme in tema di esecuzione dell’opera,
corrispettivo, difformità e vizi dell’opera, recesso unilaterale, impossibilità sopravvenuta della prestazione (artt. 2223-
2228 cod. civ.)
Una specie particolare di contratto di lavoro autonomo è quello che ha per oggetto l’esercizio di una professione
intellettuale, per l’esercizio della quale è necessaria l’iscrizione in appositi albi o elenchi (avvocato, notaio, ingegnere,
ecc.) (artt. 2229-2238 cod. civ.)
Lavoro autonomo – lo Statuto del lavoratore autonomo (L. 81/17)
Lo Statuto del lavoratore autonomo (l. n. 81/17) pone delle misure di tutela per i lavoratori autonomi del codice civile,
inclusi agenti e professionisti, esclusi gli imprenditori anche piccoli.
Si tratta di limitate tutele finalizzate a proteggere la condizione di «contraente debole» del prestatore d’opera:
Nel tempo si è assistita alla crescita di una «zona grigia» costituita da figure intermedie di lavoratori di difficile
qualificazione che, pur senza essere tecnicamente subordinati, sono caratterizzati da una identica debolezza economico-
sociale, come i collaboratori che operano in modo continuativo a favore di un unico committente (collaborazioni
parasubordinate).
Per questo, verso le collaborazioni si è avviato un processo di estensione selettiva delle tutele.
Il primo caso è stato quello della estensione ai collaboratori di uno speciale rito processuale per le controversie di
lavoro (più rapido) destinato ai lavoratori subordinati (legge n. 533/1973)
Lavoro parasubordinato
Art. 409 comma 3 c.p.c. - estende il rito del processo del lavoro oltre ai lavoratori subordinati, ai collaboratori operanti
nell’ambito di rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in
una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere
subordinato.
La collaborazione si intende coordinata quando, nel rispetto delle modalità di coordinamento stabilite di comune
accordo dalle parti, il collaboratore organizza autonomamente l'attività lavorativa (modifica introdotta a giugno
2017)
Collaborazioni coordinate e continuative – art. 409 c.p.c
Disciplina
• dal 1996 introduzione di una assicurazione pensionistica obbligatoria presso la gestione separata Inps, che
comporta il pagamento obbligatorio di un contributo previdenziale (circa il 34%) posto per 2/3 a carico del
committente (in aggiunta al corrispettivo) e per 1/3 a carico del collaboratore;
• obbligo di iscrizione del collaboratore all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
gestita dall’INAIL;
Per superare le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co.) – e gli abusi collegati al ricorso ad esse – nel 2003
viene introdotto il LAVORO A PROGETTO.
La legge impone la riconducibilità delle co.co.co. ad un progetto o programma di lavoro predeterminato, formulato per
iscritto, con l’indicazione di un termine di durata.
Vengono attribuite ai lavoratori a progetto alcune tutele supplementari rispetto all’art. 409 c.p.c. (es. parametrazione del
compenso a quelli applicati per analoghe prestazioni di lavoro autonomo; sospensione del rapporto in caso di infortunio,
malattia e maternità).
I presìdi formali e sostanziali predisposti dalla legge non si sono mostrati, alla prova dei fatti, sufficientemente efficaci
da prevenire la copertura, dietro questo schema negoziale, di rapporti sostanzialmente subordinati.
L’art. 52, d.lgs. n. 81/15 (Jobs Act) ha abrogato (per il futuro) la disciplina del lavoro a progetto dettata dalla
«legge Biagi».
Riacquista pertanto vigore la disciplina delle collaborazioni coordinate e continuative ex art. 409 c.p.c., prestando il
fianco ad un arretramento delle tutele.
La collaborazione eterorganizzata
«A far data dal 1° gennaio 2016, si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai
rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali,
continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con
riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Le disposizioni di cui al presente comma si applicano
anche qualora le modalità di esecuzione della prestazione siano organizzate mediante piattaforme
anche digitali.»
La collaborazione eterorganizzata – elementi distintivi
Elementi distintivi:
CARATTERE CONTINUATIVO
IL COLLABORATORE ORGANIZZA
AUTONOMAMENTE LA PROPRIA ATTIVITA’ NEL
RISPETTO DELLE MODALITA’ DI
COORDINAMENTO NEGOZIATE DALLE PARTI
• alle collaborazioni prestate nell'esercizio di professioni intellettuali per le quali è necessaria l'iscrizione in appositi
albi professionali;
• alle attività prestate nell'esercizio della loro funzione dai componenti degli organi di amministrazione e controllo
delle società e dai partecipanti a collegi e commissioni
Dott. Leonardo Battista
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