La sfilata Off-White autunno inverno 2024 2025 è una dichiarazione politica - pur senza essere esplicita - di Ibrahim Kamara: la black culture non ha bisogno di chiedere il permesso per determinare la propria rilevanza.
«Pensate che abbia chiesto ai legali l'approvazione del nome di questo show? Non l'ho fatto.» Si aprono così le note della sfilata Off-White autunno inverno 2024 2025, con le parole di Ibrahim Kamara - alla direzione creativa del marchio fondato da Virgil Abloh dal 2022. Hanno la forza di una dichiarazione politica, pur avendo l'intenzione di un racconto. È nato in Sierra Leone, è cresciuto a Londra e ora lavora - e vive - in giro per il mondo. Ed è questo che voleva portare in passerella alla Paris Fashion Week con Black By Popular Demand: ha scelto di usare il tessuto per tradurre ciò che nasce dalle interconnessioni culturali e l'impatto che la black culture ha avuto nella definizione della cultura occidentale. In scena il viaggio come condizione necessaria della contemporaneità, dove non c'è rilevanza se non c'è scambio. È quello il luogo della mente in cui nasce l'accoglienza, e abbracciare la multidimensionalità della diversità è ricchezza. Se gli abiti sono uno spazio per gli incontri, il lusso vive di contrasti e svela il lato più divertente del vestirsi in modo tutt'altro che quiet. In 5 punti, i dettagli della sfilata che ci hanno colpito.
La passerella da Off-White si è trasformata in un enorme gioco da tavola, Ludo. Al centro due dadi in formato macro tempestati di cristalli, per lasciare scegliere al caso le tappe del percorso. Ogni casella, però, è un mondo da scoprire in viaggio. «Spostarmi da un Paese all'altro - anche per brevi momenti - è una continua scoperta di affinità: riesco a connettere i puntini tra culture e mondi che, sulla carta, sono distanti chilometri e chilometri» ha scritto Ib Kamara. Quegli stessi dadi sono diventati anche stampe sui capi, con una mano che ci ricorda che - comunque - siamo noi a muovere il nostro destino.
Il verde è uno dei colori emblematici nella cultura africana, poiché rappresenta la ricchezza della terra. In versione acida, il verde mela diventa crasi di culture. Si accosta al nero, al blu elettrico e al denim, ma anche a un marrone violaceo e al verde oliva: nei contrasti trova valorizzazione, e nell'enfatizzare le differenze diventa energia vibrante.
Una rete di cristalli o plasmata con una catena dorata, per far canestro in una borsa. L'NBA deve molto alla cultura afro-americana. Fino al 1950 nessun atleta nero poteva giocare nei campionati professionistici americani, poi è arrivato Earl Lloyd e l'era dei Black Fives ha avuto inizio. Così, disegnando una borsa, Ibrahim Kamara ha trasformato un pezzo di storia dello sport in un messaggio di inclusione.
A calcare la passerella di Off-White, fra gli altri, Precious Lee, Ajok Daing, Joan Smalls e Jourdan Dunn. Perché la rappresentazione della diversità è un'urgenza, e nessuna narrazione sulle interconnessioni culturali sarebbe credibile se priva di inclusione. Di etnie, come di corpi.
Bande di tessuto giallo e rosso, frange di perline colorate, stampe di stelle sui fiori o sulle frecce, tra dadi e farfalle, ma anche la scritta “ask legal” come risposta di libertà all'estrema attenzione al politically correct. Perché la lettera maiuscola di Fashion, sia anche quella di Fun. Perché dove ci sono differenze e distanze da abbattere, non può esserci silenzio. E non può esserci quiet luxury.
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