Perché le persone pensano sempre che sia una questione di credo?
Concetto di solitudine in chiave fantasy ✸✸✸✸1/2 Mystery e incongruenze ✸1/2
ANNOTAZIONIPerché le persone pensano sempre che sia una questione di credo?
Concetto di solitudine in chiave fantasy ✸✸✸✸1/2 Mystery e incongruenze ✸1/2
ANNOTAZIONI PER IL CINQUANTESETTESIMO GIORNO DEL SECONDO MESE DELL'ANNO IN CUI HO PERSO I MIEI WEEKEND ALLA FIERA DI ROMA
È strano. Alla fine della lettura mi sono immaginato due versioni alternative del romanzo: una molto più breve e una incredibilmente lunga. In entrambe ci sarebbero state il labirinto e la prosa poetica. Perché ho avuto questo pensiero sulle dimensioni? Forse per un imprinting dovuto all'eco dei passi di Piranesi nei saloni. Sicuramente; ma credo (non il credo del titolo in grassetto) che sia una questione di priorità.
Prendendo a prestito una citazione attribuita a Michelangelo Buonarroti, egli sosteneva che quando guardava un blocco di marmo, vi vedeva già dentro la forma dell'opera d'arte e tutto il suo lavoro consisteva nel togliere il superfluo marmo di troppo che imprigionava la statua, in modo da rendere visibile ciò che secondo lui era già lì.
Ritengo che anche uno scrittore/trice professionista si ponga come obiettivo del suo lavoro un messaggio visibile che debba fuoriuscire dalle pagine. Però, spesso, mentre si scrive, è la storia stessa ad indicarti altre vie. In "Piranesi" c'è una splendida e profonda componente intimista che porta alla luce la tematica della solitudine di tutte quelle persone socialmente "fuori dagli schemi". Il loro essere al di fuori gli permette di vedere il mondo - e di approcciarlo - in modi differenti. Questo, ovviamente, ha lo scotto di renderle ancor meno accessibili nei confronti degli altri, un solidificarsi, un indurirsi contro visione difformi dalla propria. Portando all'estremo questo concetto ho pensato allo spettro autistico, portandolo sul piano filosofico ho pensato a Rousseau e al mito del "Buon Selvaggio" (dove si nasce puri e innocenti ed è la società a corromperci) Piranesi è il Buon Selvaggio ma Piranesi, entrando a contatto con la verità e il dolore, si scopre parte di una triade racchiusa nel suo stesso corpo. Piranesi è il presente ma tutti noi siamo fatti di un passato (view spoiler)[Tu sei Matthew Rose Sorensen? (hide spoiler)] e di un'avvenire che cerchiamo di anticipare. I Piranesi sparsi sulla Terra scoprono meraviglie perchè credendo in primis a quanto sentono a discapito di norme e convenzioni.
Fosse stato più breve (o più denso e lungo nello sviscerare) e se la Clarke si fosse concentrata principalmente sulla dinamica solitudine/essere speciali, sarebbe stato un gran romanzo. Purtroppo la Clarke mette la componente di mistero e di indagine e, dal mio punto di vista, rovina tutto. Il danno è dovuto al voler incuriosire il lettore nello svolgersi della storia con la componente dell'intrigo. Mentre però, la Clarke affronta la solitudine in chiave fantasy, dove è forte la marea della freschezza e dell'ingegno, la parte mystery la rapporta al mondo moderno e fioccano incongruenze e incredulità. Piccolo elenco spoiler (utilizzerò i nomi nei saloni del labirinto in omaggio a La Casa): (view spoiler)[1) Il rapporto con l'Altro è imbarazzante. Piranesi è curioso, lui adora la Casa e non si chiede dove l'Altro prenda i doni ma soprattutto parla di saloni lontani quando l'Altro non ha senso dell'orientamento e non è in grado di percorrere lunghe distanze nel labirinto. 2) Quando arriva il Profeta, ovvero il terzo abitante vivo nel Mondo che Piranesi aspetta più di ogni altra cosa, non si premura di scoprire dove viva e giustifica la cosa sempre con la scusa dei saloni distanti (che lui ha percorso anche per mesi, conosce a memoria e non ha paura di smarrirsi) 4) Piranesi resta scioccato da alcune parole scritte nei diari passati. Però non si chiede come conosca termini (quali Re o molto più specifici) che non appartengono al mondo della Casa. 3) L'altro: Gli lascia i diari del passato anziché dargli solo dei quaderni vergini su cui lasciarlo scrivere. 4) 16: Tutto quello che fa lo fa da sola (impensabile e ridicolo soprattutto per chi è 16) 5) il quattro e quattr'otto sul come si sbologna il "dopo" senza neanche cercare il luogo (hide spoiler)]
È brutto dire che, a tratti, il libro mi ha annoiato per le sue congetture-tirate-per-i-capelli. E non se lo merita, per quanto trasmette. Resta il bello del perdersi nelle descrizioni dei marmi e del proprio intimo ed è così che vorrò ricordare questo romanzo.
P.S: Penso che la Clarke abbia fatto un grandissimo studio su Giovanni Battista Piranesi...more
Mondi dentro altri mondi senza un attimo di respiro 4,5*
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A volte il buon successo di una torta va oltre alla semplice sommatoria degli ingredientMondi dentro altri mondi senza un attimo di respiro 4,5*
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A volte il buon successo di una torta va oltre alla semplice sommatoria degli ingredienti. Nel primo numero di Black Science invece, l'amalgama perfetta di colori eccessivi, disegni e linguaggi che non sprecano neanche uno spazio, mi hanno spinto a credere a questo fumetto e alla sua storia. Non c'è tempo per capire dove si trovino i nostri protagonisti,(mi ha ricordato i mondi su Hyperion di Simmons.) si viene subito gettati nella mischia condita da tanta adrenalina. I dialoghi sono volti a far intendere altro che man mano viene svelato con flashback dosati con il contagocce. Ho solo paura che possa perdersi, ma per ora la fiducia c'è eccome!
P.S: Azzeccatissima e originale l'idea della teoria della cipolla...more
Voce narrante e stile ✸✸✸✸1/2 Riferimenti tout court al capitalismo ✸✸1/2
Appena terminato (non è vero appena arriLe 49 arringhe difensive di Scheidmann
Voce narrante e stile ✸✸✸✸1/2 Riferimenti tout court al capitalismo ✸✸1/2
Appena terminato (non è vero appena arrivato a un 1/3) mi sono detto che questo non doveva essere il mio primo Volodine. Comunque ho preferito mantenere la rotta e terminare la lettura.
Futuro siderale. La terra è ridotta a un guscio inospitale a causa di un evento di cui si ignora le origini e gli umani si contano sulla punta delle dita. C'è una casa di riposo, Grano Volpato, che ospita un gruppo di anziane arzille cecchine (da cecchini) immortali. Convinte che sia giunto il momento, creano un messia e lo battezzano Will Scheidmann. Ma l'eroe-Frankenstein che avrebbe dovuto far risorgere dalle ceneri il socialismo, sarà invece fautore di una restaurazione capitalistica.
I "narrat" sono le storie che Will Scheidmann racconta dei sopravvissuti, ne racconterà una al giorno per procrastinare la sua sorte.
Penso sia una di quei libri che per essere apprezzati appieno necessitano di una rilettura o di una cultura pregressa sull'autore. Io di post-esotismo, prima di questo libro, non avevo letto nulla.
P.S: Post-lettura ho scoperto che i capitoli sono legati simmetricamente tra loro...
Rivista di letteratura che spazi tra racconti dei primi del '900 (alcuni inediti in Italia) e contemporanei tPiacevole scoperta in ambito horror/weird
Rivista di letteratura che spazi tra racconti dei primi del '900 (alcuni inediti in Italia) e contemporanei tutti incentrati sul disturbante. Ci sono anche schede di approfondimento e una rubrica sulla narrativa weird inglese.
Sui racconti:
La moneta bizantina- di Strobl (1920) 2* forse un po' troppo delirante. Solo in caso di disatro - di Whitehead (1946) 3* Ex Machina - di Corigliano (2015) 1,5* tolta la bravura dell'autore nelle descrizioni spaziali degli ambienti, ho trovato il racconto troppo lungo, con dialoghi non veritieri e una fine affrettata. I Pallidi - De Feo (2015) 5* Con uno stile magnetico la storia prende in un crescendo emozionale. Consigliato I mostri del cielo - di Ballingrud (2007) 4,5* Il senso di colpa e l'inspiegabile fusi in un racconto weird dai toni molto drammatici. Spalatro - Le Fanu (1841-43) 3* Puro racconto gotico che richiama i maestri del filone horror.
EDIT: a dicembre 2017 alzo il mio voto da 3,5* a 4* Tanti spunti in troppe poche pagine
Leggendo le prime pagine ho temuto una rivisitazione "modello GoEDIT: a dicembre 2017 alzo il mio voto da 3,5* a 4* Tanti spunti in troppe poche pagine
Leggendo le prime pagine ho temuto una rivisitazione "modello Go Nagai" delle possessioni demoniache alla Devilman. Fortunatamente mi sono sbagliato. In queste 300 e passa pagine ci accompagna - con uno stile altamente cinematografico e descrittivo - nelle vicende di Del (Delacorte Pierce), il protagonista. Ci troviamo in una versione ucronica della terra. A partire dalla fine degli anni '40 si iniziano a verificare delle "possessioni" da parte di demoni che hanno come personalità una singola stringa di routine che mettono in atto all'infinito, possessione, dopo possessione. La vicenda inizia con il protagonista che deve avvisare i parenti di una sua ricaduta... Ho molto apprezzato la prima metà del libro (le descrizioni tra presente e passato altamente immersive, la parte emotiva della pecora nera della famiglia) e anche la rivisitazione degli archetipi junghiani e la visione dell'autore delle tematiche fantasy e sci-fi. Nella parte finale, si nota una corsa al traguardo che tralascia moltissimi punti che avevano bisogno di una rappresentazione più ampia e strutturata, altrimenti il rischio è di cadere nella banalizzazione del pensiero dell'autore stesso. Questo libro è anche una visione chiara di quelle che sono le passioni di Gregory; un lettore poco avvezzo al genere potrebbe trovare fastidiose le continue citazioni io, invece, le ho apprezzate perché sono state inserite appieno nel quadro narrativo. Lo consiglio vivamente a chi volesse una lettura che, nonostante le tematiche ricche e particolari, si legge bene grazie a uno stile molto scorrevole. È il romanzo d'esordio di Gregory, sono curioso di scoprire se in The Devil's Alphabet riuscirà a dare alla sua storia un più ampio respiro, infischiandosene delle pagine.
Capitolo 9 Ho preso ad esempio questo capitolo per mostrare i limiti che ho trovato in questo romanzo. Troppi spunti nel calderone, troppe poche pagine per svilupparli. (view spoiler)[La Lega Umana, fin qui solo millantata da Bertram - un paziente psichiatrico con cui Del è entrato in contatto quando è stato ricoverato - irrompe in maniera che definisco moolto poco credibile. E come irrompe, scompare e non se ne sentirà più parlare per il resto del libro. (hide spoiler)]
Demonologia (view spoiler)[La scelta dei salti temporali per mostrare i vari demoni che si frappongono alla storia principale, in poche pagine, l'ho trovata azzeccata. Soprattutto perché sono collage che sembrano incentrati solo sulle prime comparse dei demoni quando, in realtà, mostrano la storyline del loro creatore fino all'arrivo di Hellion (il vero protagonista) (hide spoiler)]
Valis (view spoiler)[Capeau a Gregory che, nella sua terra alternativa, tiene in vita un mostro sacro come Philip K. Dick. In realtà fa molto di più: rende una sua creazione artistica un archetipo che lo terrà in vita. Valis viene usato per spiegare come i "demoni" riescano a evolersi e a compiere qualcosa di diverso dal loro copione strutturato. (Ecco spiegato come Hellion riesca a possedere persone diverse dai bambini) (hide spoiler)]
Finale (view spoiler)[Il messaggio che viene dato sui "visionari" che plasmano la realtà, purtroppo non sta in piedi, perché il mondo è stato invaso dal pozzo nero di un solo uomo. Sarebbe stato meglio alternare da subito più demoni per far capire che ci sono tanti e tanti uomini e donne che generano demoni dalle loro sofferenze (hide spoiler)]...more