Orsodimondo [on a hiatus]'s Reviews > La campana di vetro

La campana di vetro by Sylvia Plath
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it was amazing
bookshelves: americana

L’INVERNO DI SYLVIA

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Foto MD’O.

Uno di quei libri che mi è rimasto appiccicato – storia, temi, stile, mi sono entrati dentro – un’esperienza di lettura in qualche modo anche dolorosa - un maledetto colloso processo di fusione - difficile recuperare la giusta distanza, mettere insieme una riflessione...

Dying
Is an art, like everything else,
I do it exceptionally well
.

Un’opera che deve avere coinvolto anche Plath ben oltre il consigliabile, se è vero che la prima bozza risale alla metà degli anni Cinquanta, ma fu solo grazie a una borsa di studio vinta nel 1961 che riuscì a dedicarsi a questa scrittura per completarla e darla alle stampe all’inizio del 1963.
Coinvolgerla tanto da affermare che ‘La campana di vetro’ era an autobiographical apprentice work which I had to write in order to free myself from the past
Coinvolgerla tanto da ricorrere a uno pseudonimo, il nom de plume di Victoria Lucas, tanto era forte l’autobiografismo di queste pagine: al punto che la madre ne ostacolò la pubblicazione negli States riuscendo a postporla fino al 1971.

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Si liberò così bene del passato che tre settimane dopo l’uscita del romanzo nelle librerie, Sylvia preparò pane e burro e due tazze di latte che lasciò al sicuro sul comodino per i figli, sigillò porte e finestre, infilò la testa nel forno a gas e riuscì laddove Esther, l’io narrante di queste pagine, aveva fallito.
Continuando a sentirsi sul lato sbagliato della vita, come Holden al quale questo romanzo è così spesso accostato, Lady Lazarus portò a termine il suo suicidio, gesto già tentato in pratica, e dettagliatamente esaminato in tutte le sue svariate possibilità in queste stesse illuminanti pagine.

Silvia Plath è stata prima di tutto e soprattutto dedita alla poesia: è con quest’arte che è rimasta nella storia. Questo è il suo unico romanzo, l’unica opera in prosa (diari a parte).

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Foto MD’O.

Eppure, La campana di vetro è scritto dimenticando la poesia, senza cercare lirismo, con uno stile diretto irriverente spiazzante, e agghiacciante, intriso d’ironia fino al black humour, che mi ha particolarmente colpito per come sembra volare basso e per come non cambia registro nonostante la storia si trasformi e passi dalle esperienze e avventure di una giovane studentessa a una caduta nel baratro della depressione (o quello che era – a me sembra che la depressione è un’etichetta che si appiccica un po’ ovunque - da un po’ di tempo lo si fa anche col bipolarismo).

Continuando a scrivere nello stesso modo, dissacrante e non convenzionale, Plath divide la sua storia in tre fasi piuttosto ben distinte, che racconta in perfetta unità di stile pur passando dalla pazzia del mondo al mondo della pazzia.
Il risultato è ben più che notevole, è il primo regalo di questo romanzo molto molto bello.

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Tre fasi: la prima è ambientata a New York nell’estate del 1953.
La "campana di vetro" è resa ancora più manifesta, percepibile, quasi visibile, dall’afa estiva che avvolge la città.
Esther, non ancora ventenne, sta facendo uno stage presso una rivista femminile. Alloggia in un albergo insieme ad altre ragazze, cerca insistentemente di liberarsi della sua verginità, vissuta come parte dell’oppressione, fa vita modaiola, aspetta di essere ammessa a un corso di scrittura creativa, sta vivendo il suo rito iniziatico, accumula incontri ed esperienze, ma più di tutto accumula scollamento.
Infatti, ciò che dovrebbe essere non corrisponde a ciò che sente: e quando scopre di non essere stata ammessa, si libera di tutti i suoi vestiti in una magnifica scena dal forte sapore simbolico, e inizia la sua caduta, comincia a disgregarsi (la “smarginatura” di Elena Ferrante).

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Qui inizia la seconda fase, col ritorno a casa, a Boston, percepita come luogo molto provinciale, nella casa di famiglia, a stretto contatto con la mamma, e si sa che l’amore è responsabile di molti misfatti – in questo caso, è certo che la presenza materna, il suo modo di voler bene alla figlia, la completa integrazione dell’adulta alle regole imposte dalla società, offrono a Esther una buona spinta verso un tentativo di suicidio e quello che poi succede nella terza fase.
Il momento saliente, prima ancora del tentato suicidio, si manifesta quando Esther si accorge che la sua grafia è diventata illeggibile, storta e distorta come la sua mente e il suo modo di guardare la realtà delle cose.

La terza fase è dedicata alla cura e alla faticosa risalita verso la "normalità".
Da una clinica all’altra, da un intervento medico all’altro, Esther sembra farcela, mentre invece Sylvia, che conosce il male di scrivere e quello di vivere, non ce la farà.

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Esther non vuole sottostare alle regole, si sente un pesce fuor d’acqua (in questo, certo, ricorda Holden), continua a ribellarsi alle scelte rigide e definitive (vedi il matrimonio, il promesso sposo) che le vengono imposte dall’ambiente.
Esther vorrebbe poter provare tutto, non essere ingabbiata, e Plath sceglie un’immagine molto bella per esemplificare: l’albero di fichi, dove ogni frutto rappresenta una vita diversa, e il desiderio di avere tutti i frutti paralizza Esther fino a che i fichi marciscono e cadono per terra.

Più che brividi, dà la scossa leggere degli elettroshock ai quali viene sottoposta la protagonista, sia nella forma massiccia che in quella più blanda (omeopatica?).
E non si può non cogliere l’agghiacciante parallelo con la vicenda dei Rosenberg giustiziati sulla sedia elettrica (riguarderò il film di Lumet).

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Sembra riduttiva una lettura femminista di quest’opera, che trascende l’identificazione con la sola sfera femminile, come non è solo l'America spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta ad apparire spaventosa, ma gli schemi sociali in genere: la campana di vetro che schiaccia la protagonista sotto il peso della sua protezione, togliendole l'aria, stritolandola nell’ingranaggio di una normalità che ignora la poesia, non riguarda solo Esther.

Così come, nonostante qualche analogia, a me sembra forzato il paragone con Holden, capolavoro a se stante che troppo spesso viene tirato (ma soprattutto stiracchiato) in ballo: in questo caso non c’è neppure l’adolescenza in comune, Esther per quanto frettolosa di liberarsi della sua (tardiva?) verginità, è più grande di Holden, e si sa a quell’età della vita tre anni sono una differenza di secoli.
Non basta l’impossibilità di ricomporre un ‘io diviso’ per giocare nella stessa squadra.
Anche se non è difficile capire che per le lettrici Esther possa aver significato quello che Holden ha significato per i lettori.

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I am only thirty
And like the cat I have nine times to die.
This is Number Three
.

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Reading Progress

April 10, 2016 – Started Reading
April 10, 2016 – Shelved
April 10, 2016 – Shelved as: americana
April 10, 2016 –
page 25
10.78%
April 10, 2016 –
page 45
19.4%
April 11, 2016 –
page 85
36.64%
April 11, 2016 –
page 110
47.41%
April 13, 2016 – Finished Reading

Comments Showing 1-16 of 16 (16 new)

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message 1: by Chantal (new)

Chantal Bacherini I do it so it feels like hell.


Orsodimondo [on a hiatus] Chantalbac wrote: "I do it so it feels like hell."

I do it so it feels real.

Meraviglia, vero?


message 3: by Chantal (new)

Chantal Bacherini Assolutamente!


Orsodimondo [on a hiatus] Chantalbac wrote: "Assolutamente!"

:-))


message 5: by Shan (last edited Oct 10, 2020 01:38AM) (new)

Shan La sua tragedia, che lei mise in scena, chiudendosi nella stanza e mettendo in sicurezza i figli, non aveva più linea telefonica ed energia elettrica, in qualche ha segnato un trauma per i figli e per la nuova compagna del suo ex marito, In una sorta di coazione a ripetere si suicidarono il figlio e la moglie dell'ex marito, colpiti come da un virus. Non ho letto questo romanzo ma è nella mia wish list da sempre, spero di poterlo leggerlo nei prossimi 3 o 6 mesi.


message 6: by Amarilli (new)

Amarilli 73 Letto al liceo e me ne sono pentita, è un libro che va affrontato con una maturità consapevole, altrimenti perdi tanti aspetti e ti rimane addosso un certo disagio.


Orsodimondo [on a hiatus] Shan wrote: "La sua tragedia che lei mise in scena, chiudendosi nella stanza e mettendo in sicuro i figli, non aveva più linea telefonica ed energia elettrica, in qualche ha segnato un trauma per i figli e per ..."

Questo racconto mi mancava, non sapevo. Grazie!


Orsodimondo [on a hiatus] Amarilli wrote: "Letto al liceo e me ne sono pentita, è un libro che va affrontato con una maturità consapevole, altrimenti perdi tanti aspetti e ti rimane addosso un certo disagio."

Sono d'accordo, non è esattamente una lettura da adolescenti.


Olivia-Savannah I love Plath so much <3


Orsodimondo [on a hiatus] Olivia-Savannah wrote: "I love Plath so much <3"

I've only read this one, and loved it.


Laura Gotti È sul mio comodino in attesa di essere iniziato dopo aver letto I diari lo scorso anno..


Orsodimondo [on a hiatus] Laura wrote: "È sul mio comodino in attesa di essere iniziato dopo aver letto I diari lo scorso anno.."

I diari sono sul mio comodino da anni, dopo aver letto questo. Ma non dispero, prima o poi li leggo. Mi faranno male, ma li leggerò.


message 13: by Camilla (new) - added it

Camilla Pruccoli In wishlist da tantissimo tempo, ma preme ancor più dopo aver letto i Diari. Sylvia Plath è riuscita a farmi trovare una nuova scrittrice da inserire nel mio personale Olimpo.


Orsodimondo [on a hiatus] Camilla wrote: "In wishlist da tantissimo tempo, ma preme ancor più dopo aver letto i Diari. Sylvia Plath è riuscita a farmi trovare una nuova scrittrice da inserire nel mio personale Olimpo."

Per me è l'esatto contrario: ho cominciato da questo, mi sono innamorato, ho preso i Diari, e sono in un cassetto del comodino in attesa da troppo tempo.


message 15: by Frances (new) - added it

Frances Proprio oggi l’ho notato nella mia libreria accanto ai Diari, sono lì che mi aspettano ormai da diversi anni ma dopo aver letto la tua recensione spero proprio di dedicarmici al più presto, le aspettative su Sylvia Plath erano e rimangono alte.


Orsodimondo [on a hiatus] Frances wrote: "Proprio oggi l’ho notato nella mia libreria accanto ai Diari, sono lì che mi aspettano ormai da diversi anni ma dopo aver letto la tua recensione spero proprio di dedicarmici al più presto, le aspe..."

🤗


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