Francesca Pesci's Reviews > La foresta proibita

"E allora, in quel momento, ho capito cosa fosse Sambo. Ho capito che esiste qui, sulla terra, vicino a noi, alla nostra portata, e tuttavia invisibile agli altri, inaccessibile ai non iniziati, esiste uno spazio privilegiato, un luogo paradisiaco che, se hai avuto la fortuna di conoscerlo, non puoi più dimenticare, poi per tutta la vita. Perché in Sambo sentivo di non vivere più come ero vissuto fino allora; vivevo in un altro modo, in una continua, inesprimibile felicità."

A Eliade piace giocare con il Tempo. Professori settantenni che ringiovaniscono dopo esser stati fulminati (Un'altra giovinezza), scrittori di successo che sembrano esser riusciti ad aprirsi una breccia spazio-temporale (Le diciannove rose) per sfuggire ad un regime totalitario e infine in La foresta proibita Stefan Viziru, il cui tempo interiore non abbraccia gli avvenimenti storici che lo circondano. Stefan infatti sembra un mistico: si preoccupa sempre di cosa siano la Storia e il Tempo, di come sfuggire alla loro morsa e della possibilità di amare due persone contemporaneamente.
Infatti Stefan conosce, durante la notte di San Giovanni (notte densa di significati esoterici che nel folklore italiano non è particolarmente rilevante rispetto al resto dell'Europa, si pensi a "A midsummer night's dream"), Ileana di cui si innamora perdutamente; contemporaneamente a questo amore assegnatogli dal destino, egli ama anche sua moglie Ioana. Mettiamo in chiaro che questo NON è un romanzo rosa. E' la Storia della Romania e in generale dell'Europa dal 1936 al 1948 vissuta da un uomo acronico e contemporaneamente è la ricerca del significato della propria esistenza vissuto nel tempo interiore del protagonista. Consiglierei il libro anche solo per l'epilogo che, nonostante non sia esattamente a sorpresa, stravolge quanto abbiamo letto donando finalmente alle riflessioni e (in)azioni di Stefan un significato.