Gli ETF vanno a gonfie vele, nonostante il calo di interesse per l'ESG

Gli investitori europei stanno investendo cifre record negli ETF, ma definirli una soluzione puramente passiva non è più cool (o accurato).

Jose Garcia Zarate 17/07/2024 | 16:13
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Il mercato europeo degli exchange-traded fund (ETF) ha chiuso il secondo trimestre dell'anno con flussi di 53 miliardi di euro, il più alto livello mai registrato. Nella prima metà dell'anno, gli investitori hanno investito 98 miliardi di euro negli ETF, aprendo la strada a un anno da record per questi veicoli d'investimento.

Ho detto di proposito “veicoli d'investimento” piuttosto che “strategie passive”. Questo perché gli ETF non possono più essere identificati solo con le soluzioni indicizzate. In effetti, gli ETF attivi hanno fatto molto parlare di sé negli ultimi tempi e nella prima metà dell'anno hanno ricevuto oltre 6,1 miliardi di euro (il 6,3% dei flussi totali in ETF). Certo, rappresentano una piccola parte della torta complessiva, ma si tratta di un'area di mercato in crescita.

 

Dove investe chi compra gli ETF?

In termini di classi di attività, la maggior parte del denaro - 40,5 miliardi di euro - nel secondo trimestre è stata destinata all'azionario, soprattutto a fondi con una forte inclinazione verso il mercato delle large-cap statunitensi. Il mercato azionario statunitense ha iniziato male il secondo trimestre a causa di un'inflazione più alta del previsto in aprile. Ma ha poi rimbalzato grazie al continuo entusiasmo per i titoli tecnologici, chiudendo il trimestre in terreno positivo.

Gli investitori hanno cavalcato lo slancio positivo del mercato azionario statunitense sia attraverso gli ETF azionari globali a grande capitalizzazione, in cui gli Stati Uniti rappresentano di gran lunga l'esposizione geografica maggiore, pari al 65%-70% di un portafoglio tipico, sia attraverso gli ETF azionari statunitensi singoli che tracciano indici ben noti, come l'S&P 500.

In particolare, nel caso dell'esposizione al mercato azionario statunitense, il dominio dei fondi passivi è conclamato. Nonostante il rischio di cambio, l'esposizione azionaria agli Stati Uniti è un investimento core per gli investitori europei. Si tratta però di un mercato in cui il tasso di successo a lungo termine dei gestori attivi (ossia la loro capacità di generare rendimenti superiori a un benchmark standard) è molto scarso. Gli investitori si sono da tempo resi conto di questa realtà e hanno fatto dei fondi passivi a basso costo l'opzione preferita per allocare il denaro sul mercato americano. Non sorprende quindi che quasi ogni trimestre si registrino flussi così consistenti verso questi ETF - sì, in questo caso, passivi standard.

In effetti, tre ETF S&P 500 di iShares, SPDR e Invesco sono tra i primi cinque ETF per raccolta nel secondo trimestre e due di essi, l'ETF iShares Core S&P 500 e l'ETF SPDR S&P 500, entrambi con un Morningstar Medalist Rating pari a Gold, sono in cima alla classifica dei flussi nella prima metà dell'anno.

Investitori attratti dagli ETF obbligazionari

Gli ETF obbligazionari hanno raccolto 11,7 miliardi di euro di flussi nel secondo trimestre, in aumento rispetto ai 9,2 miliardi di euro del primo trimestre. Le banche centrali hanno inviato messaggi per ridimensionare le aspettative di una rapida riduzione dei tassi. Ciò ha favorito i flussi verso gli ETF obbligazionari a breve e ultrabreve scadenza, tipicamente utilizzati come strumenti di gestione della liquidità.

Gli ETC sulle commodity hanno registrato deflussi per 2,1 miliardi di euro. Si è trattato del quinto trimestre consecutivo di disinvestimenti, per cui è difficile non stabilire una relazione diretta tra questi deflussi e l'andamento dell'inflazione. Si tratta di un segmento del mercato degli ETF dominato in modo preponderante da prodotti che offrono esposizione all'oro. Eppure, nonostante il continuo rialzo dei prezzi dell'oro, gli investitori hanno per lo più venduto. Ciò sembra indicare che l'esposizione all'oro è stata utilizzata principalmente come copertura dall'inflazione. Con l'affievolirsi delle pressioni inflazionistiche, è diminuito anche l'interesse a rimanere investiti nel metallo giallo.

L'analisi dei flussi verso gli ETF mostra un continuo calo di interesse per gli strumenti sostenibili. I flussi verso gli ETF ESG sono stati pari a 4,7 miliardi di euro nel secondo trimestre, in discesa rispetto ai 7,6 miliardi di euro del primo trimestre e hanno rappresentato solo il 9% dei flussi totali verso gli ETF, rispetto al 17% del primo trimestre. Il calo di interesse per gli investimenti ESG rispetto ai massimi del 2020-22 è stato particolarmente marcato nel settore azionario, dove risiede la maggior parte degli asset e delle offerte di questi prodotti.

Jose Garcia Zarate è associate director delle strategie passive nel team di Manager Research di Morningstar.

 

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Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
iShares Core S&P 500 ETF USD Acc EUR530,85 EUR-0,12Rating
SPDR S&P 500 ETF USD Acc EUR12,19 EUR-0,13

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Jose Garcia Zarate  is an ETF analyst with Morningstar UK.

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