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Altro attacco di Anonplus: bucato il sito della Siae e rubati 4 giga di dati

Il sito della Siae dopo l'attacco di Anonplus
Il sito della Siae dopo l'attacco di Anonplus 
A mezzanotte di venerdì la rivendicazione del gruppo di hacker attivisti noti per avere attaccato i siti del Pd, del Giornale e di Salvini. "Una protesta contro la società per la gestione delle opere dell'ingegno". La Siae replica: "Non è stato preso nessun dato sensibile"
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ALLE 20 di venerdì sera Anonymous Italia diffondeva un nuovo comunicato per spiegare i motivi della divulgazione non autorizzata di nomi, email, password e cellulari di sindacalisti, giornalisti e universitari. Nel frattempo un altro gruppo cambiava i connotati al sito della Siae, la Società italiana autori ed editori. Il gruppo, noto come Anonplus, da non confondere con Anonymous Italia, poco prima della mezzanotte di venerdì ha bucato i server della Siae, cambiando anche i connotati del sito Siae.it, sostituendola con il loro logo. Sono gli stessi hacker e attivisti riuniti sotto la sigla Anonplus a darne notizia con un tweet in cui dichiarano di essere in possesso di una gran mole di documenti relativi alle attività della società.
 
La Siae spiega: "Il nostro sito è stato oggetto di un attacco informatico. Da una prima analisi, la Società Italiana degli Autori ed Editori conferma che nessun dato sensibile è stato rubato, pur essendo stata sostituita la homepage. Tuttavia Siae continua a monitorare i dati per prevenire eventuali altri attacchi al fine di poter garantire la sicurezza dei dati dei propri associati".
 
Diversi analisti hanno rimarcato che Il database trafugato è di 4GB e contiene informazioni personali molto delicate in chiaro: nome, cognome, email, perfino l’Iban degli iscritti Siae. Quindi non si tratta di dati sensibili relativi all’orientamento politico, religioso o sessuale degli iscritti, ma di dati personali che consentono di identificare gli utenti o peggio. Anonplus è riuscita a superare le difese del server sfruttando una vulnerabilità della piattaforma su cui il sito Siae è basato, Drupal. La vulnerabilità era nota dal 2016 e il server Siae non era stato adeguatamente aggiornato. Ci sarebbe quindi una specifica responsabilità da parte di chi gestisce il sito.
 
Altre conferme che si tratti di dati personali vengono poi da Edoardo Limone e Dario Buonocore, esperti di cybersecurity. Intanto un ricercatore italiano basato ad Amsterdam, Valerio Mulas, sul suo profilo LinkedIn ha ricostruito tutta la vicenda. Il gruppo Anonplus è già stato responsabile di azioni eclatanti contro il Pd, Il Giornale e il segretario della Lega Matteo Salvini, a febbraio, quando il gruppo aveva dichiarato di aver sottratto perfino il contenuto delle chat di Telegram dell’attuale vicepremier e ministro dell’Interno. Il collettivo si era fatto conoscere anche per l’intrusione nei siti di società informatiche come Norton Antivirus e Symantec e per aver attaccato e messo offline altri obiettivi istituzionali in America Centrale come banche e municipalità.