Luke Newton: «Sono un gentiluomo come il mio Colin di Bridgerton»

Per tutti è già «il pirata», lui si definisce empatico e non sa come reagirà all'ondata di popolarità che sta per travolgerlo. Vi presentiamo il nuovo protagonista di Bridgerton
Luke Newton l'intervista su Bridgerton e la sua vita

Sono bastate le foto promozionali e il trailer ufficiale della terza stagione fatto circolare da Netflix per far gridare di gioia i fan della serie e per far meritare al suo nuovo protagonista il soprannome di «il pirata». Via i colletti alti e l’aria ingessata, il nuovo Colin è tutto un trionfo di camicie sbottonate e capelli scompigliati dal vento. Pensata in due parti – quattro episodi il 16 maggio e altri quattro il 13 giugno – la nuova stagione di Bridgerton ha infatti come protagonista il terzo fratello Bridgerton, anche lui alle prese con la ricerca e la conquista dell’amore, nel suo caso incarnato – come da finale della stagione precedente – dall’amica d’infanzia Penelope Featherington, ovvero Lady Whistledown (interpretata da Nicola Coughlan). Tratto come le stagioni precedenti dai libri di Julia Quinn, questo terzo capitolo si prende più libertà e rappresenta anche un anticipo rispetto al materiale originale dove la storia tra Colin e Penelope arriva solo nel quarto libro. Jess Brownell, il nuovo showrunner, nel 2022 aveva spiegato a Variety il cambio di sequenza dicendo che «è il momento di Colin e Penelope», come se la tensione della seconda stagione non potesse più aspettare e andasse risolta ora, subito. Nei panni del protagonista ritroviamo quindi Luke Newton. Trentun anni, inglese, tanto teatro e un passato da protagonista nella serie di Disney Channel The Lodge, Newton - come Regé-Jean Page e Jonathan Bailey prima di lui - è assolutamente pronto a prendersi la scena.

Già dalle prime immagini di questa terza stagione si intuisce che Colin è andato incontro a una trasformazione.
«Quello che torna da una serie di viaggi all’estero è un uomo, non più un ragazzo. Colin all’inizio era forse un po' ingenuo, suscettibile a essere manipolato. È bello per lui tornare avendo fiducia nella sua capacità di affascinare le persone e di farsi strada nella società. È una trasformazione di cui aveva bisogno».

Sappiamo dove ha viaggiato?
«In Europa. Ha visitato 17 città diverse, ma la cosa interessante è che non ne vuole parlare perché pensa che nessuno possa capirlo. È decisamente più saggio della sua età, ora».

I fan in Rete sono già ossessionati dai suoi capelli.
«È stato divertente lavorare con i reparti trucco e parrucco per esplorare dove saremmo andati. Di mio avevo questa idea di avere semplicemente i capelli lunghi raccolti all'indietro. Erica, la nostra designer, ha aggiunto l’idea di far sembrare Colin non troppo pulito, come se avesse ancora sui capelli la salsedine presa in nave. Siamo partiti da lì e poi siamo passati alle basette: Anthony la scorsa stagione le aveva molto curate, quindi abbiamo pensato che Colin dovesse tornare con qualcosa di simile per dare una continuità al passato. Devo dire che è stato divertente tuffarsi nella sua trasformazione, sia fisicamente che emotivamente. È stato bello sentirsi come un personaggio completamente nuovo».

Si parla sempre di quanto siano importati i costumi per le attrici, ma qui anche per gli attori sono fondamentali.
«Assolutamente. Infatti quando ho iniziato a provare gli abiti tutto si è fatto più chiaro: i costumisti hanno preso ispirazione per i miei nuovi abiti dai posti che Colin ha visitato durante i suoi viaggi, quindi Parigi, l’Italia… Ecco, indossando quei costumi ho davvero capito l'esperienza che aveva avuto, ha dato più senso al suo percorso. Ho anche lavorato con Jack Murphy, il coreografo, sul suo ritorno in società, su cosa provava in quel momento e su come renderlo evidente attraverso la sua camminata».

Immagino che avere avuto tanta esperienza teatrale aiuti in questo caso.
«Penso sia uno dei segreti di Bridgerton: gran parte del cast viene dal teatro e c'è davvero qualcosa di diverso nell'essere in una sala prove con persone che hanno frequentato il teatro, c'è una dinamica diversa sul set che in un certo senso ci connette tutti. Personalmente adoro anche le prove di ballo. Ho un ottimo rapporto con il nostro coreografo e mi piace sempre entrare nella stanza con tutti i ballerini e interagire con loro».

Lei viene da una famiglia di artisti: ha mai pensato di fare altro o l’attore era il suo destino?
«A scuola mi piacevano gli sport, per due anni ho giocato a basket senza fare recitazione. Poi, arrivato all’università, ho ripreso con lo spettacolo e mi sono concentrato sui corsi pratici. Tutto ciò che ho fatto dal punto di vista educativo è sempre stato pratico. Rendo meglio quando sono in una stanza a provare piuttosto che solo sui libri».

Per un breve periodo è stato anche in una boy band. Com'è andata?
«A dire il vero, a quel tempo ero ancora a teatro. Stavo facendo The Book of Mormon a Londra e un paio di miei amici del college che erano in una band mi hanno chiesto di sostituire un membro che aveva lasciato il gruppo. Mi sono buttato all'ultimo minuto, ho cantato alcune armonie su delle tracce e poi non so cosa sia successo. Mi sembra sia passato davvero tanto tempo, eravamo solo ragazzi di 18, 19 anni che volevano semplicemente entrare in studio. È stata un'esperienza divertente e mi è piaciuto, adoro cantare e spero di poter continuare a farlo mentre la mia carriera va avanti».

Colin è un gentiluomo. Anche lei si sente così?
«Siamo entrambe persone molto empatiche, cerchiamo di capire cosa stanno attraversando gli altri in modo da aiutarli. Tra noi due c’è sicuramente somiglianza. Colin è un personaggio con cui è davvero facile relazionarsi, è un giovane affascinante e simpatico, molto premuroso e gentile e con un bizzarro senso dell'umorismo. Sono fortunato: il divario tra me e lui non è poi così grande».

C’è qualcosa che invidia a lui o al suo modo di vivere?
«La mancanza di tecnologia! Credo che sarebbe divertente provare a vivere così, avere la quantità di tempo che hanno i personaggi di quell’epoca, tempo per fare passeggiate, colazioni in famiglia. La vita oggi è molto frenetica e succedono tante cose in continuazione, ma provare a dare più tempo e peso alle relazioni di persona non sarebbe male. Detto questo, Bridgerton racconta un’epoca in modo molto idealistico, edulcorato, in cui tutto è molto romantico e bello, cosa che non credo che la Londra del 1830 fosse».

Lei nella vita vera dà valore al tempo che trascorre con le persone?
«Rimanere in contatto con coloro a cui tengo è la mia priorità. Ho un gruppo davvero piccolo di amici intimi e ovviamente la mia famiglia e sì, penso sia importante prendersi il tempo. Da dedicare a loro, soprattutto quando viaggio e vivo esperienze come questa».

Telefona o manda messaggi di testo?
«Sono più uno da messaggi vocali. Mi piace perché chi li riceve può sentire la mia inflessione e sentire cosa penso realmente di quello che sto dicendo. In realtà non credo di aver ricevuto o fatto una vera telefonata da tanto».

Diceva che Bridgerton racconta una realtà edulcorata: in effetti non ci sono veri cattivi, alla fine sono tutti buoni.
«È vero, non c’è il classico cattivo cinematografico, ma penso che questo sia vero anche nella vita reale, le persone hanno sfumature, non sono tutte buone o tutte cattive. Colin potenzialmente potrebbe avere aspetti negativi ed è davvero interessante in questa stagione immergerci un po' nella sua storia, in ciò che sta attraversando. Quindi sì, per me questo è un pregio della serie».

È pronto al tipo di successo che una serie come questa porta ai suoi protagonisti?
«Non lo so, è qualcosa a cui non penso, non riesco nemmeno a capire quale sarà il percorso che mi aspetta. Ovviamente l'ho già visto accadere in precedenza ad altri, ma quando tocca a te è diverso. So solo che amo trascorrere del tempo con coloro che mi sono vicini e sono bravi a mantenere tutto normale. Mia sorella mi manda sempre messaggi in cui mi dice che per lei sono solo Luke. È il complimento più grande. Mi dice: stai facendo le cose più pazze, la tua vita sta per cambiare drasticamente, ma per me sei solo mio fratello».

Quindi il 2024 è l’anno in cui…
«Imparerò a cucinare! Mi piace il cibo, ho bellissimi ricordi di me bambino a pranzo la domenica con tutta la mia famiglia e ancora oggi per me i momenti migliori sono quelli a tavola circondato da persone a cui vuoi bene. Quindi ho deciso: quest’anno mi ci metto davvero d’impegno».

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