Cate Blanchett affronta la gogna pubblica in Disclaimer: l'anteprima

Il regista Alfonso Cuarón racconta per la prima volta la sua nuova inquietante serie tv, un revenge thriller che parla (molto) dei nostri giorni…
Cate Blanchett burns a novel in a scene from Disclaimer.
Burn It Down: Cate Blanchett as Catherine Ravenscroft, offering a pointed review of the novel The Perfect Stranger.Sanja Bucko/Apple TV+.

Disclaimer, nuova miniserie televisiva diretta da Alfonso Cuarón, come suggerito dal titolo, lancia un avvertimento inquietante agli spettatori. La serie di Apple TV+, piattaforma quattro volte vincitrice dell'Oscar, che debutterà l'11 ottobre, ha come protagonista Cate Blanchett nei panni di una potente giornalista che trova dettagli inquietanti del suo passato segreto nelle pagine di un romanzo scandaloso. Kevin Kline è il vecchio fragile e solitario che lo pubblica, desideroso di infliggere non solo dolore, ma anche umiliazione alla donna che crede abbia causato la sua perdita e le sue sofferenze.

La serie prende il nome dalla clausola standard di esclusione della responsabilità che si trova all’inizio di quasi tutti i libri. In questo caso il disclaimer è in realtà una provocazione contorta stampata in apertura del libro che viene inviato alla protagonista: «Qualsiasi somiglianza con persone vive o morte non è una coincidenza». Tuttavia, Disclaimer è anche un ammonimento sul desiderio di punire e sul modo in cui le mezze verità si trasformano in rabbia mal indirizzata.

Alfonso Cuarón (a sinistra) e il direttore della fotografia Emmanuel "Chivo" Lubezki (a destra) dietro le quinte di Disclaimer a Forte dei Marmi, in Italia.

Maria Lax/Apple TV+.

«È una storia vecchia come il mondo. Abbiamo grande facilità nel formulare giudizi», afferma Cuarón, il regista cinque volte vincitore dell'Oscar con Roma, Gravity e I figli degli uomini. «E proviamo piacere nel farlo. Lo si può vedere dalla facilità con la quale oggi le persone seguono le mode. È una parte del nostro essere umani che ci fa sentire un po' superiori, che ci fa sentire un po’ più a nostro agio con noi stessi. “C’è sempre qualcuno che è un po’ peggio di me”».

Naturalmente, il fenomeno della gogna pubblica ha rappresentato una costante della storia umana, anche se ora tutto avviene alla velocità di un tweet. «Non sto dicendo che prima non succedesse, solo che ora è più diffuso», dice Cuarón. Temi simili ricorrono anche nel dramma di Blanchett del 2022 Tár.

Cate Blanchett e Sacha Baron Cohen nei panni di Catherine e Robert in tempi più felici all'inizio della serie.

Sanja Bucko/Apple TV+.

La stessa Blanchett conferma che il tema centrale di Disclaimer sono i «giudizi taglienti, rapidi e duraturi» forgiati dalla rigidità piuttosto che dall’empatia. «Forse aggiungiamo le nostre voci alla cacofonia per paura che il giudizio colpisca anche noi. Siamo tutti gli eroi delle nostre narrazioni, giusto?», dice Blanchett a Vanity Fair. «A tal fine nella serie vengono rappresentati molti comportamenti umani poco lusinghieri».

In questo senso, Disclaimer non riguarda la cultura contemporanea della cancellazione in sé, e nemmeno lo zelo nel condannare specifici incidenti storici come i processi e la caccia alle streghe, le inquisizioni o il maccartismo. Si concentra più sulle relazioni personali che sulla mentalità della massa. La serie esplora la natura della condanna, ma evita di puntare il dito. «Sono sicuro che ci sia un tratto evolutivo che spieghi perché cadiamo così facilmente nei giudizi sugli altri», dice Cuarón. Il problema, aggiunge, è «quando quei giudizi non si basano su fatti verificati ma semplicemente su ciò che dicono o sostengono altre persone».

Catherine Ravenscroft di Blanchett si trova nella condizione giusta per subire quella caduta pubblica, in parte perché ha tanto da perdere. All'inizio della serie, è una giornalista celebrata e ammirata dai colleghi e amata dal marito, Robert (un ossequioso Sacha Baron Cohen), che tiene alla ricchezza e al potere della sua famiglia. Solo il figlio ventenne (Kodi Smit-McPhee, che abbiamo visto nel Potere del cane) sembra respingerla, ma la maggior parte dei genitori sa che può succedere. Ha problemi finanziari e di abuso di sostanze e il suo rifiuto è un baluardo contro la delusione di lei.

Il Nicolas Ravenscroft di Kodi Smit-McPhee riceve messaggi strazianti che mettono ulteriormente a dura prova il suo rapporto con la madre.

Courtesy of Apple TV+.

Anche Catherine si è costruita delle barriere. Altri presumono di conoscere la sua storia in parte perché lei stessa fatica a farci i conti. «Ciò che mi affascinava era il modo in cui gli eventi traumatici che rimangono sepolti e non vengono elaborati possono alterare in modo impercettibile un individuo», ci spiega Blanchett. «Le persone che si portano dietro un trauma nascosto non si rendono conto di quanto possa pesare quel fardello, di quanto siano profonde la loro rabbia e la loro vergogna».

Blanchett dice che Catherine è suscettibile perché troppo paralizzata per esprimere la verità: «Inconsciamente, ha avuto paura di non essere in grado di controllare la propria rabbia e quindi ha evitato il conflitto, ha rinunciato a difendersi e non vuole correre il rischio di perdere la calma con gli altri, perché teme che la sua rabbia possa esplodere. Catherine per me viene fraintesa, considerata autoreferenziale o stoica, mentre in realtà è soltanto una persona che si nega il diritto di provare qualcosa».

Cuarón ha descritto i ricordi sepolti del personaggio come una tossina che infetta il suo corpo:. «I segreti che reprimi, prima o poi trovano il modo di emergere», dice.

Kevin Kline nel presente nei panni di Stephen Brigstocke, che trama una sadica vendetta contro la donna che incolpa della morte del figlio.

Courtesy of Apple TV+.

Stephen Brigstocke di Kline, invece, è un vecchio insegnante esausto alla fine di una vita poco movimentata. Suo figlio è morto molto tempo prima annegato, e la sua defunta moglie (interpretata nei flashback da Lesley Manville) ha trascorso gli anni che le rimanevano amareggiata e addolorata, allontanandosi da lui e vivendo nella stanza del loro bambino scomparso, in attesa della fine dei suoi giorni. Mentre il vecchio ormai apatico cerca finalmente di liberarsi delle cose di lei, trova la bozza di un manoscritto che la moglie ha scritto in segreto. Insieme c'è anche una raccolta di fotografie. Il romanzo racconta la storia di una donna sposata che ha una relazione torrida con un giovane sconosciuto durante una vacanza in Italia. Le istantanee erotiche della donna sembrano illustrare il racconto, suggerendo che il documento non sia in realtà una finzione.

La storia salace del manoscritto è così poco velata e le istantanee di lei così chiare che Brigstocke riconosce la donna in questione come Catherine Ravenscroft. Questo lo spinge ad autopubblicare il romanzo come primo passo di una umiliazione pubblica.

La Nancy Brigstocke di Lesley Manville in scene flashback di Disclaimer, come madre di un figlio scomparso che scrive un racconto con la penna avvelenata su ciò che crede abbia causato la sua morte.

Courtesy of Apple TV+.

Brigstocke è un predatore particolarmente pericoloso perché si mimetizza dietro la sua apparente debolezza. Kline attribuisce il merito al reparto trucco e capelli di Disclaimer, guidato da Elizabeth Yianni-Georgiou (candidata all'Oscar per I guardiani della Galassia), nonché alla costumista Jany Temime (veterana dei film di Harry Potter), che gli ha preparato un guardaroba logoro, ben rappresentato dal maglione rosa troppo stretto e mangiato dalle tarme che Brigstocke insiste a indossare perché era il preferito della moglie.

«In generale, credo che l'aspetto debba essere quello di un innocuo, anziano ex professore, vestito convenzionalmente in modo da non attirare l'attenzione», dice Kline. «Che tuttavia, si lascia andare quanto più viene consumato dalla sua missione».

A mano a mano che Disclaimer si sviluppa, gli eventi scandalosi del romanzo che Brigstocke usa come clava vengono mostrati allo spettatore tramite intermezzi dalla messa a fuoco morbida e leggermente soft-core. Louis Partridge (Enola Holmes, Argilly) interpreta il giovane timido ma desideroso, e Leila George (serie televisiva Animal Kingdom) interpreta la scaltra tentatrice. Occorre un po' di tempo per capire esattamente quello che succede tra loro, ma Brigstocke crede, così come la sua defunta moglie, che il personaggio femminile sia basato su Catherine Ravenscroft, e incolpa la stessa Catherine per la fine prematura del figlio. Ha intenzione di utilizzare il tempo e le risorse che gli restano per scaricare la sua infelicità su di lei. Nel frattempo, non è del tutto chiaro quale sia la verità, ammesso che a qualcuno coinvolto nelle possibili conseguenze interessi. «Non è questo l’importante, ma che il pubblico si diverta», dice con un filo di amarezza Cuarón.

Louis Partridge e Leila George in una scena tratta dal romanzo che distrugge la vita del personaggio di Cate Blanchett.

Courtesy of Apple TV+.

Disclaimer segna un cambiamento importante per un regista di fama internazionale che in precedenza si è concentrato su una narrazione scarna e viscerale per il grande schermo. All'inizio della sua carriera, Cuarón ha diretto alcuni episodi indipendenti di Twilight Zone alla maniera delle serie antologiche messicane e ha co-creato la serie del 2014 Believe, ma di fatto Disclaimer è la sua prima grande incursione nel mondo delle serie televisive. In questo caso scrive e dirige tutti e sette gli episodi della storia, adattata dal libro di Renée Knight del 2015.

Fare TV, dice Cuarón, gli ha dato la possibilità di immergersi con cura in tutti gli aspetti della trama, senza doversi preoccupare degli inevitabili obblighi di sintesi. «In televisione passi da A, B, C e D. Nel cinema devi trovare il modo di andare direttamente da A a D. Qui si trattava di sperimentare qualcosa di diverso. Non ho mai affrontato niente di così apertamente narrativo».

Le produzioni televisive possono durare a lungo, ma spesso vengono realizzate rapidamente. Cuarón era meno interessato a questo aspetto. «L’errore di partenza è che io non so fare TV», scherza. «E al punto in cui mi trovo, non credo nemmeno di avere voglia di imparare a farla». Invece, paragona la serie a un film di sette ore.

Louis Partridge nei panni di Jonathan Brigstocke in vacanza in Italia nel 2001, mentre scatta una foto turistica.

Courtesy of Apple TV+.

Leila George nel ruolo della moglie e madre che diventa il fulcro di scatti molto più salaci da parte di Jonathan.

Courtesy of Apple TV+.

Apple comunque si è fidata di lui. «Sono stati molto generosi quando ho detto che avrei potuto farlo solo come un film», dice Cuarón. «In una serie televisiva si girano cinque pagine al giorno, e talvolta anche di più. Io filmo una pagina al giorno. Perciò le riprese sono state molto, molto lunghe. Stavamo girando con restrizioni pandemiche e con attori che contraevano il Covid, il che significava cambiamenti di programma ed effetti domino». Ora la maratona produttiva è finalmente conclusa e il risultato è una emozionante caduta libera negli abissi più oscuri, costruita con grande generosità.

Di fondo, Disclaimer si gioca tutta sulla narrazione: le storie che le persone creano per rassicurare sé stesse e quelle che usano per alimentare la propria furia. I narratori inaffidabili abbondano e Cuarón presenta anche voci fuori campo differenti per sottolineare come i personaggi centrali percepiscano in modo diverso i fatti. Una voce onnisciente in terza persona narra le scene romantiche del libro, mentre il monologo interiore di Brigstocke è in prima persona. «Lavorando con quelle voci, scavi più a fondo nei personaggi, nelle loro paure e ansie, nel loro passato, nel loro senso di colpa e nei loro dubbi», dice il regista.

Ma Cuarón fa qualcosa di molto diverso per le sequenze che coinvolgono il personaggio di Blanchett e la sua famiglia. «La seconda persona segue sempre Catherine. La seconda persona sei “tu”», spiega. Mentre la storia si dipana, questa voce in seconda persona (della stessa Blanchett) segue l'azione e dice «Hai fatto questo...» o «Provi questo...».

Sacha Baron Cohen interpreta il marito della Blanchett, Robert, rampollo di una ricca famiglia che viene fatto sentire piccolo dalla storia della sua infedeltà.

Courtesy of Apple TV+.

«È una cosa che mi ha sempre incuriosito, perché non sono molti i film che utilizzano la seconda persona nella narrazione», afferma Cuarón. La sua intenzione era quella di creare un effetto subconscio sugli spettatori che isolasse ulteriormente il suo personaggio.

Nonostante le molte voci presenti nella serie, c’è pochissimo ascolto. «Penso che Disclaimer sottolinei come i nostri giudizi pubblici molto rumorosi ci isolino gli uni dagli altri e ci impediscano di individuare un terreno comune», afferma Blanchett. «Continuiamo a cadere nelle trappole linguistiche e a girare attorno alla nostra visione degli eventi, piuttosto che avvicinarci al terreno comune di una verità collettivamente compresa. Spesso finiamo per vivere in una sorta di silenzio collassato che il sovrapporsi delle voci complica anziché risolvere».

Ravencroft di Blanchett, a torto o a ragione, soffre enormemente nel corso della storia, quando i suoi segreti emergono e la sua vita si sgretola, mentre Brigstocke di Kline di fatto si rianima attraverso le sue manipolazioni e vendette. Non ha più nessuno da amare, ma ha trovato qualcuno da odiare.

Kevin Kline nei panni di Stephen Brigstocke nel 2001 circa, mentre visita il luogo della morte del figlio due decenni prima di cercare vendetta.

Maria Lax/Apple TV+.

«Stephen è un uomo che ha rinunciato alla vita», dice Cuarón. «E nel momento in cui sta per arrendersi definitivamente, trova un motivo per andare avanti. Vive in quel passato, nel passato di quel cardigan rosa che è diventato una sua divisa, in una casa che non ha più toccato da quando i suoi cari sono morti. E all'improvviso ha una ragione per vivere nel presente. E la coglie. Investe su di essa tutto quello che ha».

Un vecchio adagio recita che «vivere bene è la migliore vendetta». Disclaimer suggerisce che, per alcuni, è la vendetta a rendere la vita degna di essere vissuta.