La replica di Thomas Ceccon ai commenti sul suo corpo: «Per favore, non sessualizzatemi». Primo piano sul fenomeno che riguarda tutti indistintamente (e non è tollerabile)

Considerare gli individui oggetti sessuali e valutarli principalmente sulla base delle loro caratteristiche fisiche e della loro sensualità. La sessualizzazione è un fenomeno deleterio sempre più diffuso e non soltanto femminile, che può avere conseguenze sociali importanti. L'accento posto dal campione olimpico invita a una riflessione sul tema
NANTERRE FRANCE  JULY 31 Thomas Ceccon of Team Italy reacts after competing in the Men's 200m Backstroke Semifinals on...
NANTERRE, FRANCE - JULY 31: Thomas Ceccon of Team Italy reacts after competing in the Men's 200m Backstroke Semifinals on day five of the Olympic Games Paris 2024 at Paris La Defense Arena on July 31, 2024 in Nanterre, France. (Photo by Maddie Meyer/Getty Images)Maddie Meyer/Getty Images

Ci si poteva limitare ai complimenti per il risultato - l'oro nei cento metri dorso - e a una tacita ammirazione della prestanza fisica forgiata da anni di allenamento e rigore sportivo. Invece - come accade sempre più spesso - si è andati oltre, valicando quel labilissimo confine che c’è tra un semplice apprezzamento e la sessualizzazione di un corpo. È successo al nuotatore Thomas Ceccon, che, dopo centinaia di commenti social sul suo fisico, apparsi soprattutto sotto a un post di Instagram che lo ritrae insieme agli altri medagliati Nicolò Martinenghi e Gregorio Paltrinieri, ha replicato: «Per favore, non sessualizzatemi».

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Di solito lo chiedono le donne, per questo il caso di Ceccon è uno dei pochi in cui un celebre sportivo si oppone apertamente a questo fenomeno svalutativo, ma non è certamente l’unico a voler evidenziare il problema. Secondo quanto riportato dall’American Psychological Association - che sul tema ha istituito una vera e propria task force e pubblicato un report con i risultati di un’indagine approfondita - la sessualizzazione si verifica quando «gli individui sono considerati oggetti sessuali e valutati principalmente in base alle loro caratteristiche fisiche e alla loro sensualità». Se assecondata, l’ipersessualizzazione - che a detta dell'associazione statunitense è figlia del consumismo e della globalizzazione propria dei Paesi sviluppati - non solo genera una svalutazione del corpo, ma può indurre a comportamenti sessisti e a tollerare ogni forma di violenza sessuale.

I dati mostrano che le ragazze ricevono commenti e vengono ritratte in modo sessualizzato con maggiore frequenza rispetto ai ragazzi, tuttavia è innegabile che questo fenomeno riguardi ogni persona indistintamente, e che sia ugualmente intollerabile.

Lo conferma anche il sessuologo Fabrizio Quattrini, presidente dell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica e autore del manuale Il Piacere Maschile (Giunti editore), secondo cui tutti i corpi sono a rischio di sessualizzazione. «Chiaramente, una società maschilista rivolgerà attenzioni provocanti verso il femminile dando per scontato la “normalità” del comportamento agito», spiega, aggiungendo che «negli ultimi anni si è osservata una particolare sessualizzazione anche nei confronti del genere maschile e questo come frutto di un femminismo che, non troppo distante dalle modalità del tanto combattuto machismo, si permette la libertà di agire amplificando comportamenti spesso al limite della decenza, immaginando di avere fatto semplicemente un apprezzamento. In realtà», precisa Quattrini, «senza consensualità, la libertà di esprimere un commento che amplifica in qualche modo il valore del bello è sempre un giudizio, una critica che può sembrare cosa da poco una volta espressa, e che invece ignora la sensazione sgradevole e la sensibilità di chi la riceve».

Quando può considerarsi lecito apprezzare il bello in un’individuo?
«Quando non si sconfina in un abuso che imbarazza. Chiaramente, colui/lei che hanno una qualche visibilità mediatica rischiano molto di più delle persone comuni, ma la regola del rispetto dovrebbe essere collettiva», sottolinea il sessuologo. «Riconoscere la bellezza di un corpo è lecito quando le parole che vengono utilizzate sono di semplice apprezzamento. Non nascondono doppi fini e non evidenziano particolari legami a quella fisicità che evoca direttamente o meno erotismo e sessualità. Sessualizzare il bello significa invece esprimere senza filtri non solo un apprezzamento per quel corpo, ma anche una “pruderie” tipica di una feticizzazione dei corpi».

Per esempio?
«L'apprezzamento: “hai un corpo scultoreo, imponente nella sua bellezza. La materializzazione oggi di una divinità greca”. La sessualizzazione: “con quel corpo puoi fare qualunque cosa, non solo nello sport. Immagina cosa può succedere sotto le lenzuola in camera da letto”».