«Sintomi da ictus»: lo strano caso capitato a Hailey Bieber, perché succede e cosa fare

I sintomi sono simili a quelli dell’ictus ma temporanei: è l’attacco ischemico transitorio. Quali sono le cause e come intervenire? Ne abbiamo parlato con un esperto
Sintomi ictus lo strano caso capitato a Hailey Bieber perch succede e cosa fare
Instagram @haileybieber

Ricoverata in ospedale per aver manifestato «sintomi da ictus». Protagonista della vicenda è stata  Hailey Bieber che pochi giorni fa ha raccontato su Instagram di aver avuto un malore mentre faceva colazione insieme al marito Justin Bieber e di essere stata portata in ospedale dove i medici hanno riscontrato un coagulo di sangue al cervello. Spavento a parte, la modella ha chiarito che tutto si è risolto nel giro di poco tempo.

A colpire Hailey Bieber è stato probabilmente quello che viene definito un attacco ischemico transitorio.

Di cosa si tratta? Ne abbiamo parlato con il Professor Alberto Albanese, responsabile Neurologia Humanitas e docente Humanitas University.

Professore, esiste clinicamente una condizione per cui si verificano gli stessi sintomi di un ictus ma in maniera transitoria, che si risolvono spontaneamente?

«Sì, si tratta dell’attacco ischemico transitorio. Di fatto è un vero e proprio ictus ischemico, una condizione cioè che si verifica quando viene a mancare un apporto di sangue in una zona del cervello. Il passaggio di sangue e ossigeno può essere ostacolato da un coagulo, ovvero un piccolo grumo solido di sangue, ma anche da uno spasmo, un restringimento dei vasi sanguigni. Quando l’ossigeno non arriva, anche per pochissimo tempo, alle cellule nervose, esse vanno infatti in crisi energetica e smettono di funzionare».

Che sintomi comporta l’attacco ischemico transitorio?

«I sintomi dipendono da quella che è la zona del cervello interessata dalla mancanza di ossigeno. Possono essere, per esempio, difficoltà a parlare e a comprendere, improvvisa debolezza, paralisi facciale o degli arti, vertigini. Sintomi simili a quelli dell'ictus ma temporanei: quando l’ischemia si risolve nel giro di poco tempo, in genere minuti, i sintomi possono comparire e poi scomparire subito dopo».

L’attacco ischemico transitorio può colpire a tutte le età?

«Sì, se ci sono le condizioni, può verificarsi a qualsiasi età. Può essere infatti determinato da molteplici cause, sia genetiche che ambientali».

Quali sono i principali fattori di rischio per l’attacco ischemico transitorio?

«Noi distinguiamo tra fattori modificabili e non modificabili. Quelli non modificabili, su cui cioè non possiamo intervenire, sono la predisposizione genetica, alcune persone sono infatti portatrici di varianti genetiche che aumentano il rischio di ictus, ma anche l’età, la razza e il sesso, gli uomini hanno un maggiore rischio di ictus rispetto alle donne. Tra i fattori modificabili, su cui al contrario è possibile agire, ci sono invece obesità, fumo e ipertensione arteriosa».

Che conseguenze può avere un attacco ischemico transitorio?

«Dipende dai tempi, cioè da quanto le cellule nervose sono rimaste senza ossigeno. Se pensiamo a uno spasmo durante il quale l’arteria si è chiusa per un istante e poi subito riaperta, i sintomi residui possono non esserci. Una persona può anche non rendersi conto di aver avuto un attacco ischemico transitorio: quando la mancanza di ossigeno ha interessato una zona silente del cervello non ci sono infatti nemmeno sintomi manifesti».

Quando invece gli accertamenti clinici evidenziano che si è trattato di un attacco ischemico transitorio, cosa è opportuno fare?

«Questa condizione non va trascurata perché rappresenta un campanello d’allarme. Quando una persona ha subìto un attacco ischemico transitorio, è necessario un approfondimento clinico con l’obiettivo di prevenire l’eventualità che in futuro il paziente possa sviluppare altri ictus, magari non transitori».

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