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Moda e corsetto, sempre più alle strette

Netflix l'ha bandito dalle serie Tv in costume ma passerelle e red carpet continuano a proporlo. Facciamo il punto sul corsetto, croce e delizia dello stile
Una scena dal film Titanic. Foto Ipa
Una scena dal film Titanic. Foto IpaSupplied by LMK / ipa-agency.net

Di recente è stato proibito, ad esempio, dai set cinematografici in costume, a partire proprio dalla prossima stagione di quel Bridgerton che ha contribuito a farlo tornare prepotentemente protagonista di armadi e feed Instagram. Netflix, BBC e ITV avrebbero, infatti, deciso di vietare l’utilizzo dell’accessorio dopo le lamentele avanzate dalle protagoniste delle serie tv d'epoca, scrive The Sun, per lividi e disagi respiratori dovuti al suo uso prolungato; le produzioni hanno così deciso di metterlo al bando per ragioni di salute. E non solo.

Alla base di questa decisione anche l’idea che una donna debba mettere a repentaglio il proprio benessere per seguire un ideale di bellezza fisica registrato su canoni irraggiungibili, sia ormai datata e perfino offensiva, secondo più di una corrente. Ritornando così all'ottica del passato dove il bustino è simbolo di una vita soffocante che riduce il genere femminile al ruolo di ornamento da esibire. Una rappresentazione dalla quale le principali produzioni televisive hanno scelto di prendere le distanze, in nome di un necessario passo in avanti nella scala della parità di genere.

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D'altra parte la moda procede in direzione gender equality proprio attraverso il corsetto, che invade guardaroba di lei e lui, bandendo ogni preconcetto. Il capo storicamente più femminile, creato per accentuare ed esagerare le curve di una donna, adesso è diventato (in un momento in cui il panorama del genere, della sessualità e della libertà personale è controllato come mai prima d'ora) il più democratico degli indumenti, indossato, in passerella e non solo, da tutte e tutti. A sottolineare quanto piaccia anche agli uomini gli highlights di Pinterest sui fashion trend per i prossimi mesi che registrano un aumento del 100% per le ricerche «uomini in corsetto».

Dolce&Gabbana Menswear Autunno-Inverno 2023/24

launchmetrics.com/spotlight

Corsetto 4.0

Schiacciamento d'organi, induzione allo svenimento, troppo burlesque? Giammai. Il corsetto del 2023 non è fatto per essere restrittivo o per raggiungere un tipo di corpo ideale: è più vicino a un top bustier e vuole comunicare maggiore sicurezza di sé, inclinazione al divertimento e alla sexyness, naturalmente. Sicuramente, restando nel territorio delle serie Tv che lo hanno portato in auge e poi all'inferno, si traduce in questa stagione in un must have più Euphoria e meno Bridgerton. Colori vivaci, finiture metalliche, stampe a tutto spiano, indossato come top in combo a pantaloni a vita bassa, mini e pantaloni cargo, o come parte di un set coordinato.

Domina poi i red carpet: agli ultimi Oscar ne abbiamo visti in abbondanza, indossati dalla Gen Z Halle Bailey così come dalla over 60 Jamie Lee Curtis, entrambe in Dolce&Gabbana. E non c'è evento dove i corsetti non facciano capolino e sono tantissime le popstar che ne sono letteralmente addicted, da Dua Lipa a Bella Hadid, da Bella Thorne a Lizzo.

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Il corsetto, anche ai giorni d'oggi comunque, opera la sua magia non solo con la sua forma ma anche attraverso l'ars dell'indossarlo. Tra le scene che ricordiamo tutti in Via col Vento, tra le più epocali del cinema, quella in cui Rossella O'Hara è abbracciata al letto mentre Mami le stringe il bustino all'inverosimile. Come, forse, può testimoniare chiunque ne abbia indossato uno, l'esperienza immersiva è reale perché infilarselo cambia il corpo, la postura, il respiro, il modo di camminare.

Una celebre scena di Via col Vento. Foto Getty

Silver Screen Collection/Getty Images

Comodo o meno, se ci siamo abituate da decenni a scarpe punitive, perché non a un bustino che, al contrario delle calzature, è in più un'opzione aperta a tutti e alle condizioni di chiunque? «Cesellare la vita e i fianchi è una mossa di genere perché il rapporto tra queste due parti del corpo è l'epitome della femminilità classica», ha dichiarato la designer newyorkese Hay Batsheva a Vogue America. «Un corsetto crea una femminilità artificiale, quindi chiunque voglia sentirsi femminile può indossarlo». E cosa c'è, allora, di più liberatorio di questo?

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L'indumento prigione per antonomasia, che rimane tale solo nella finzione dei set cinematografici, nella realtà è oggi sinonimo di libertà. Chi lo avrebbe mai detto? La moda resta, ma si adegua alla società che, per fortuna, evolve. Se vogliamo, sentiamoci liberi di aggiungere al carrello a piacimento bustier da sfoggiare alla prima occasione. Abbiamo costretto i piedi ad assumere posizioni da Barbie, dicevamo. Qualche livido passeggero non fermerà la voglia di esprimerci.
Nella gallery, allora, ecco qualche ispirazioni shopping genderless e dalle passerelle di stagione e della prossima.