Alessandro Michele e l'arte di esser sempre il riflesso di se stessi, irrimediabilmente aderenti alla propria natura: la sua biografia.
Era il 23 novembre del 2022 quando, con un post su Instagram che lo vedeva inchinarsi, il designer romano annunciava la sua uscita da Gucci. Da allora, Alessandro Michele è stato sulla bocca di tutti ogni volta che la “danza” delle nomine ricominciava, fino all'annuncio che lo vede finalmente tornare alla guida di una brand: è il nuovo direttore creativo di Valentino. Prima di questo incarico, è rimasto da Gucci per 20 anni, di cui solo 7 sotto i riflettori della direzione creativa, un tempo però sufficiente a costruire un universo che ha certamente riscritto la storia di un brand, oltre a quella della moda più in generale. Un mondo popolato da citazioni letterarie, icone pop, stampe animalesche, esseri usciti dai racconti di Mary Shelley e ambientazioni dal sapore vintage: l'eclettismo intrinseco à la Alessandro Michele.
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«La creatività nasce e prolifica in una dimensione profondamente umana», diceva nell'intervista per la cover di Vogue Italia a novembre 2022. E quella dimensione umana Michele l'ha sempre ritrovata a Roma, dove è nato 50 anni prima, figlio di un tecnico Alitalia e di una creativa cinefila che gli trasmetterà l'arte del bello. Si diploma, così, all'Accademia di Costume e Moda nella capitale italiana, ma il suo sguardo è rivolto al mondo della scenografia, inizialmente.
Nonostante questo, a metà anni ‘90 è Bologna ad accogliere la sua ricerca d’umanità: Alessandro Michele approda alla maglieria italiana di Les Copains. È in quegli spazi che s'innamora della moda fino in fondo, in particolare del mondo degli accessori, tanto da spingerlo a proporsi alle più importanti case di moda. Prima che scatti il secolo nuovo, firma un contratto da Fendi (dove otterrà un ruolo Senior per gli accessori) iniziando a lavorare a fianco di Silvia Venturini Fendi e Karl Lagerfeld, dal quale assorbe un metodo di lavoro che incrocia le ispirazioni culturali alla realtà.
Notato da Tom Ford, Alessandro Michele vola negli uffici di Gucci a Londra nel 2002, sulle ultime scie della rivoluzione minimal dal sex appeal sfacciato. Poco dopo, alla direzione creativa del brand si succederanno Alessandra Facchinetti e Frida Giannini, mentre Michele viene nominato direttore creativo delle porcellane firmate Richard Ginori nel 2013, sempre sotto il marchio di Gucci.
Inaspettatamente, toccherà a lui, designer storico dell'azienda, farsi carico dell'intera direzione creativa del marchio italiano sotto Kering. È il 2015 e Alessandro Michele ha un solo mese per preparare la prima collezione di Gucci, la sfilata autunno inverno 2015 2016 dedicata all'uomo. «Le cose che faccio mi devono corrispondere» raccontava nell'intervista a Vogue Italia nel 2022, e infatti fin dai suoi primi passi da direttore creativo la linea genderless prende il sopravvento e diventa il debutto milanese più chiacchierato della stagione.
Il massimalismo del designer romano è arrivato nel mondo della moda in maniera impetuosa, dando vita a una rivoluzione che ha lasciato numerosi orfani culturali dalla sua dipartita. Oggi, fresco d'annuncio come nuovo direttore creativo di Valentino, continua a vivere a Roma, in una casa che raccoglie le sue manifestazioni creative in maniera concreta. Nella pausa fra Gucci e Valentino, ha provato a riappropriarsi di un ozio che ha per lungo tempo invidiato al mondo animale, come ha raccontato. Al suo fianco ci sono l'autore Giovanni Attili e una lista di “muse” come Harry Styles e Dakota Johnson, oltre all'anima del copianto designer Davide Renne, a cui Michele era particolarmente legato avendo iniziato il percorso in Gucci insieme.
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