Cillian Murphy vince l'Oscar 2024 in Versace: “Dedico questo premio a chi porta la pace nel mondo”

L'attore irlandese nei panni del “padre della bomba atomica” ha ritirato l'Academy Awards come Miglior Attore Protagonista in Oppenheimer
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Kevin Winter/Getty Images

Cillian Murphy vince l'Oscar 2024 per Oppenheimer: il mondo ora si è davvero accorto di lui

Il 29 agosto 2023 lo dichiaravo in tempi non sospetti. Nella mia mente lo sto già vedendo, elegantissimo, mentre tiene il suo discorso di ringraziamento per aver appena ricevuto l'Oscar 2024 come Miglior Attore Protagonista per Oppenheimer. Ora quel momento è diventato realtà: Cillian Murphy ha vinto l'Oscar 2024 come Miglior Attore Protagonista.

Dopo aver vinto il Golden Globe 2024, ora l'attore irlandese - in smoking e papillon - ha ritirato raggiante un riconoscimento strameritato grazie alla sua prova nelle vesti del padre della bomba atomica Robert J. Oppenheimer. “Abbiamo fatto un film sul padre della bomba atomica, in una situazione di guerra - ha dichiarato durante il suo discorso - e se penso a quello che viviamo oggi, in un mondo ancora in conflitto, non posso che dedicare questo premio a chi si adopera per portare la pace”.

Cillian Murphy in Atelier Versace

Sarah Morris

Il look Atelier Versace per il Migliore attore protagonista degli Oscar 2024

Cillian Murphy, sempre restio ai flash, tanto da arrivare a passo spedito stringendo per mano la moglie Yvonne McGuinness, ha scelto un look classico per questo red carpet che l'ha consacrato, grazie all'ambita statuetta come Migliore attore protagonista. Per l'occasione ha scelto custom made Atelier Versace, composto da una giacca monopetto in tweed di lana con revers a lancia in seta a contrasto, una camicia in seta bianca plissettata con bottoni a scomparsa, e pantaloni in lana mohair con fascia in seta. Papillon nero e scarpe lucide per gli accessori, mentre sul nero del bavero spicca la spilla, una corona a forma di spirale: un gioiello personalizzato della casa di design Sauvereign di Hong Kong, citazione diretta dell'invenzione di Oppenheimer (la bomba atomica).

Cillian Murphy, chi è l'attore di Oppenheimer

Irlandese, Cillian Murphy è un attore superbo e in questi giorni sta conquistando tutti (non me, che per lui stravedo già da oltre 20 anni) grazie alla sua magistrale interpretazione del fisico teorico diventato nel 1945 - per via della bomba atomica, da tutti considerata sua “figlia” - un “distruttore di mondi”. Non era per niente facile accettare un ruolo così, soprattutto quando - oltre al profondo significato della sua opera - si rientra nell'inquadratura praticamente per tutta la lunga (3 ore) durata del film. Solo i migliori possono e oggi, più che mai, Cillian Murphy è il migliore.

Cillian Murphy alla presentazione di “Oppenheimer”

James Shaw / Avalon / ipa-agency.net

Cillian Murphy, un predestinato con la “faccia giusta”

La coppola, un lungo cappotto di lana e un abito con cravatta. Il pubblico più giovane probabilmente lo lega al gangster Thomas "Tommy" Shelby, personaggio di spicco di Peaky Blinders, la lunga (2013-2022) serie di successo della BBC e Netflix, ma la storia attoriale di Cillian Murphy inizia molto prima.

Cillian Murphy in “Peaky Blinders”

MATT SQUIRE

Corre l'anno 2002 quando Murphy, non ancora trentenne, viene scelto dal Danny Boyle di Trainspotting per il suo horror futuristico e apocalittico 28 giorni dopo. Io, dopo averlo visto l'anno dopo anche ne La ragazza con l'orecchino di perla - questa volta una storia in costume ambientata nel 1600 dove interpreta il giovane macellaio che si innamora della protagonista, Scarlett Johansson - inizio a scocciare amici e compagni di classe ripetendo di continuo: “Questo attore farà strada, molta strada!”. Il motivo? Semplicissimo: il suo viso. La faccia di Cillian Murphy “parla” da sola, e in questo articolo su questo dettaglio tornerò sopra parecchie volte.

Cillian Murphy ne “La ragazza con l'orecchino di perla” (2003)

“Ho sempre avuto l'esigenza di esibirmi”

Forse gli è bastato guardarsi nello specchio per capire che era un predestinato: quegli occhi azzurri, chiarissimi, sono capaci di bucare lo schermo. E Cillian - nato il 25 maggio 1976 a Douglas, Cork, in Irlanda - sin da bambino ha sentito l'esigenza naturale di esibirsi, come ha confermato poi da adulto: “Penso che esista qualcosa come il gene della prestazione. Se è nel tuo DNA, deve uscire allo scoperto. Per me, originariamente è venuto fuori attraverso la musica, poi è passato alla recitazione ed è venuto fuori da lì. Avevo sempre bisogno di alzarmi ed esibirmi”.

Dalla musica rock alla recitazione

Maggiore di quattro fratelli (tra cui il fratello Paidi e le sorelle Sile e Orla), Murphy è cresciuto con un'educazione cattolica in una famiglia di accademici: la disciplina e l'importanza dello studio l'ha imparata in casa. Quando frequentava il Presentation Brothers College, una scuola secondaria cattolica privata a Cork, ha scoperto di essere attratto dalle arti: “Mi ha sempre affascinato l’idea degli artisti: autori, drammaturghi, musicisti - ha dichiarato al The Guardian - e in quella scuola accademica di rugby, mi sentivo un po' stupido a pensare di poter entrare in quel mondo artistico”. Coltivando il sogno della musica, Cillian inizia a strimpellare con la chitarra e fonda un gruppo jazz-rock con i suoi amici chiamato Sons of Mr. Green Genes. Eppure, dopo aver assistito in un nightclub a un'esibizione di Arancia Meccanica, Murphy capisce di volersi dedicare seriamente al teatro. Era il 1996 e lui, studente 20enne di legge all'University College di Cork, capisce che non diventerà mai un avvocato.

Un giovane Cillian Murphy nei primi anni 2000

Steve Granitz

L'esordio in Disco Pigs

Dopo un provino, Murphy viene reclutato per uno dei ruoli principali di Disco Pigs, un'opera teatrale dell'allora sconosciuto drammaturgo Enda Walsh. Lo spettacolo, dopo essere stato replicato per diverse settimane al Triskel Arts Centre di Cork, diventa un successo, con tanto di tour mondiale (per 18 mesi di fila!) attraverso Europa, Australia e Nord America. Il merito è soprattutto suo che nel 2001, affronterà il ruolo di Pig anche al cinema, nell'omonimo film tratto dallo spettacolo. È stato quindi grazie al Teatro che Murphy ha mosso i primi passi nel cinema, recitando a fianco di Brendan Gleeson (in Sweety Barrett, 1998) e un talento emergente di nome Daniel Craig (The Trench, 1999). Il palcoscenico è la palestra migliore per un attore e Cillian Murphy ha imparato tantissimo a teatro, una forma di recitazione che non ha mai abbondonato.

Cillian Murphy nel suo film d'esordio, “Disco Pigs” (2001)

Danny Boyle (il primo a credere in lui) e l'incontro con Christopher Nolan

Il primo a puntare su di lui, dicevamo, è stato Boyle. Dopo averlo notato in Disco Pigs, l'ha scelto come protagonista per 28 giorni dopo, zombie movie diventato cult che ha aperto a Murphy tutte le porte: da La ragazza con l'orecchino di perla a Intermission, da Ritorno a Cold Mountain a Red Eye (con il maestro dell'orrore Wes Craven), dove eccelle come “cattivo” della storia.

Il primo vero film di Cillian Murphy: “28 giorni dopo” di Danny Boyle (2002)

Sundance

Sul set di “Red Eye” con il maestro dell'horror, Wes Craven

Alpha Press / ipa-agency.net

Nel 2005 ecco l'incontro del destino con Christopher Nolan che lo scrittura per Batman Begins, non tanto nel ruolo di Batman (per cui si era presentato) ma per quello del dottor Jonathan Crane e del suo malvagio alter ego Spaventapasseri. “Nonostante non fosse adatto a fare Batman - racconterà Nolan - Ho capito subito che Cillian era qualcuno con cui volevo lavorare, ha un approccio interessante alle cose dal punto di vista creativo”. Si tratta dell’inizio dell’acclamata trilogia del Cavaliere Oscuro. Sarà il primo dei sei film che gireranno insieme: Il cavaliere oscuro (2008), Inception (2010), Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012), Dunkirk (2017) e Oppenheimer (2023).

In “Batman Begins”, il primo film della sua collaborazione con Christopher Nolan

Nei film “minori” è emersa tutta la sua versatilità

Oltre ai blockbuster ad alto budget di Nolan, Cillian Murphy è spesso apparso in film meno conosciuti mettendo in mostra tutta la sua versatilità come attore. Nel 2006, un anno dopo Batman begins, interpreta un soldato dell'esercito repubblicano irlandese ne Il vento che accarezza l'erba, il film del maestro Ken Loach ambientato in Irlanda durante la guerra d'indipendenza irlandese (1919-1921) e la conseguente guerra civile (1922-1923) che si aggiudica la Palma d'Oro al Festival di Cannes.

Cillian Murphy ne “Il vento che accarezza l'erba” di Ken Loach

PRI / ipa-agency.net

Nel 2007 Murphy ritrova Danny Boyle per la pellicola di fantascienza Sunshine, in cui gli astronauti vengono inviati in missione per riaccendere il sole nell'anno 2057. Ma tra passato e futuro, Murphy continua a convincere: il suo è davvero un volto senza tempo.

Nel futuristico “Sunshine” di Danny Boyle

PRI / ipa-agency.net

Un volto senza tempo e anche androgino

E non solo. Quando alle anteprime ufficiali porta i capelli lunghi, nel primo decennio degli anni 2000 non è difficile confondere Cillian Murphy con una donna. I delicati lineamenti del suo viso - e in particolare il taglio degli occhi, le ciglia, le labbra - annullano il genere, rendendolo un esempio di volto androgino. Non a caso l'attore irlandese in ben due film ha interpretato un personaggio di sesso femminile: nel 2005 in** Breakfast on Pluto **di Neil Jordan ha vestito i panni di donna transgender alla ricerca di sua madre nella Londra degli anni '70 dopo essere stata abbandonata alla nascita (la sua performance gli è valsa una nomination ai Golden Globes), mentre in Peacock, thriller psicologico di Michael Lander (2010), si è calato nel duplice la parte di marito/moglie e quindi uomo/donna.

Cillian Murphy in “Breakfast on Pluto”

DG / ipa-agency.net

Nei panni di una donna anche in “Peacock”

I suoi altri ruoli prima di diventare (finalmente) protagonista

Con gli anni Dieci e la fama scaturita dal piccolo schermo con Peaky Blinders, Cillian Murphy ha preso parte a tanti altri film, lasciando sempre la sua firma incisiva: da **Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick **di Ron Howard (2015) a Missione Anthropoid di Sean Ellis (2016, la sua prima “sfida” al nazismo, prima di Oppenheimer), da The Party di Sally Potter (2017) a Anna di Luc Besson (2019) e **A Quiet Place II **di John Krasinski (2020). In questi ultimi due film interpreta il “cattivo” per eccellenza, confermando la sua attitudine alla parte del villain. Murphy, però, dopo 20 anni, è pronto per il grande ruolo da protagonista. Nel 2021 inizia a lavorare a Oppenheimer, il nuovo film di Christopher Nolan.

In “Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick” di Ron Howard (2015)

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Nel ruolo del cattivo in “A quiet place II” (2020)

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La telefonata di Nolan: è arrivata “la volta giusta”

“Cillian Murphy nel ruolo di Oppenheimer è stato il punto di partenza di tutto il film”. Parole di Christopher Nolan. Il regista - per raccontare le gesta del fisico teorico che tra il 1942 e il 1945 ha condotto il Progetto Manhattan, guidando un team di brillanti scienziati alla realizzazione della bomba atomica - ha scelto di affidare il ruolo di J. Robert Oppenheimer al suo “fedelissimo”: “Sin dalla prima volta che ci siamo conosciuti - ha raccontato Nolan - Abbiamo trovato una connessione personale, professionale e creativa. È stato meraviglioso poter alzare il telefono e dire: 'Questa è la volta giusta, sarai tu il protagonista, tu a dover interpretare un personaggio che avrà bisogno di ogni briciola del tuo talento, fino a metterti alla prova in un modo in cui non hai mai vissuto'. E lui non si è tirato indietro. È stato un sogno che si è realizzato per entrambi”.

Per Murphy, quella telefonata di Nolan è di fatto indimenticabile: “Sono passati venti anni da quando ho conosciuto Chris, ma già allora ero un suo estimatore, perchè avevo visto Memento e Insomnia - ha spiegato l'attore - Quando è arrivata la possibilità di lavorare con lui mi sono ripromesso che qualsiasi cosa mi avesse chiesto di fare, senza neanche pensare alle dimensioni del ruolo, avrei sempre accettato. Di certo non mi aspettavo che mi chiamasse per propormi di essere Oppenheimer. Ma così è andata. Quando la telefonata si è conclusa, sono rimasto imbambolato. Mi sono sentito incredibilmente fortunato. E poi ci siamo messi a lavorare”.

Christopher Nolan e Cillian Murphy all'anteprima londinese di “Oppenheimer”

David M. Benett

Diventare Oppenheimer: la lunga preparazione di Cillian Murphy

Murphy si è sottoposto a cinque mesi di preparazione prima delle riprese, perdendo peso per adattarsi meglio alla silhouette dello scienziato e allenando le sue espressioni facciali, da quelle più sfrontate (un suo marchio di fabbrica) a quelle più profonde e sconvolte, perfetto specchio del dilemmo etico che vive il suo personaggio. Il fascino e la sfida di un ruolo come Oppenheimer, a detta di Murphy, rendono giustizia all’immensa intelligenza del fisico e alle sue questioni morali: “Il nostro impegno è stato teso a rendere la complessità di Oppenheimer, non trattandosi di un uomo semplice. Una grande mente può essere anche un peso; persone come quelle conducono una vita su un piano completamente diverso da quello di noi semplici mortali, e questo determina delle complicazioni nella loro vita personale e per la loro etica. Questo aspetto è il più delicato: esprimere e raccontare il viaggio morale di Oppenheimer nel corso di questa storia, perchè è come se ballasse sotto la pioggia evitando di bagnarsi”.

Cillian Murphy in “Oppenheimer”

Supplied by LMK / ipa-agency.net

Ha studiato Fisica con Kip Thorne

Per prepararsi al ruolo, in un lungo processo di sintesi fra rappresentazione e interpretazione, oltre ad aver studiato ore di girato con le interviste e le lezioni di Oppenheimer, Cillian ha letto Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica - American Prometheus e molti altri libri. In particolare si è anche confrontato con il noto fisico Kip Thorne per guadagnare maggiore comprensione sulla professione e sul concetto di fissione. Ma non ha neanche voluto porre eccessiva pressione su sè stesso per arrivare a una piena conoscenza di una materia che ovviamente era frutto degli anni di studio di Oppenheimer: “Sarebbe stato un esercizio futile per me spendere sei mesi nel tentativo di crearmi una consapevolezza. Quello che puoi provare a fare è di creare una vaga conoscenza concettuale, renderla mia e di conseguenza estrarne l’elemento umano, che è poi in assoluto la cosa più importante di questo film che punta a far riflettere il pubblico su quanto è allarmante quello che sta succedendo nel mondo contemporaneo”.

Supplied by LMK / ipa-agency.net

Cappello e pipa: l'iconico look di Oppenheimer

Cillian Murphy ha inoltre lavorato con la leggendaria costumista Ellen Mirojnick per ricostruire e vestire lo stile riconoscibile del fisico, contraddistinto soprattutto dal cappello e dalla pipa, due elementi-simbolo di un outfit sartoriale che Vogue America ha già ribattezzato Oppenheimercore lanciando di fatto una nuova tendenza diventata virale sui social media (e contrapposta al Barbiecore del film rivale: la differenza con il look di Ken è ovviamente abissale). In particolare è proprio il cappello l'accessorio distintivo più chiacchierato. C’è voluto tempo per Mirojnick e la sua squadra per identificarne le origini. La costumista si è rivolta ad artigiani newyorkesi e italiani per ricreare quella forma, ma in conclusione è stato Baron Hats, leggendaria casa di Hollywood, che lo ha rifatto alla perfezione. Lo stile del cappello è stato chiamato "pork pie", anche se la Mirojnick crede che sia una variazione di quello con una tesa più grande (molto più alla moda).

Melinda Sue Gordon/Universal Pictures

Oppenheimer era legato al mondo della sartoria già nel dna. Suo padre Julius lavorava infatti nel mondo dell'abbigliamento maschile e la sua divisa quotidiana era caratterizzata da camicia bianca a collo alto, cravatta classica e abito da lavoro scuro. Nel film lo vediamo ostentare un'innata eleganza (quando fuma accavalla spesso le gambe) che lo rende seducente alle donne (che si portava a letto, era un donnaiolo) e ai colleghi scienziati che stimano la sua mente e la sua classe. La Mirojnick ha così disegnato per Cillian Murphy dei costumi che riflettessero la figura di un uomo dai gusti raffinati. Il suo fascino è stato accentuato dalla scelta di sfumature blu per le sue camicie, per illuminare ancora di più il colore dei suoi occhi blu. Oppenheimer ha avuto la stessa silhouette attraverso tutta la sua vita e Cillian Murphy l'ha interpretata alla perfezione. Mirojnick, attraverso la sua ricerca, ha scoperto che il suo peso è cambiato solo durante il periodo dello scoppio delle bombe, quando sembrò essere più voluminoso. Il suo stile comunque non cambiò mai.

Supplied by LMK / ipa-agency.net

Cillian Murphy la moglie, i figli, e quella dimensione da antidivo (e anti social)

In Oppenheimer vediamo una sorta di simbolico passaggio di consegne tra Rami Malek (Premio Oscar per un altro biopic, Bohemian Rhapsody (2018) e Cillian Murphy. A differenza del primo, il secondo non ha “imitato” il personaggio da interpretare, è diventato il personaggio da interpretare (come, restando nella Fisica, fece Russel Crowe con il John Nash al centro di A beautiful mind: avrebbe meritato l'Oscar più per quel ruolo che per Il gladiatore).

L'Academy per l'attore irladese sarà la vetta più alta raggiunta in carriera, un traguardo che festeggerà con Yvonne McGuinness, la donna della sua vita. Lei è sempre stata al suo fianco, sin dall'estate 1996 quando la carriera teatrale di Cillian stava decollando. Yvonne - un'artista visiva di formazione classica di Kilkenny - lo accompagnò per gran parte del tour dello spettacolo Disco Pigs. Si sono sposati nel 2004 e hanno dato alla luce due figli: Malachy, nato nel 2005, e Aran, nato nel 2007. Cillian - che non usa i social media ed l'antidivo in persona - parla raramente della sua famiglia nelle interviste, poiché lui e Yvonne preferiscono vivere lontano dai riflettori.

Un rarissimo scatto di Cillian Murphy con la moglie Yvonne e i figli Malachy e Aran

SI1 / ipa-agency.net

L'attore ha però attribuito a sua moglie il merito di averlo mantenuto con i piedi per terra mentre la sua fama cresceva all'inizio e alla metà degli anni 2000: “È molto importante avere qualcuno così. La mia vita non è cambiata in alcun modo, davvero. Ho ancora gli stessi amici e andiamo negli stessi posti. La questione della fama non è mai stata un obiettivo. Io voglio solo migliorare”.

E ora che è diventato il migliore, sono sicuro che non si accontenterà.

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