Sono stato in Costa Blanca e non ho mai visto una Spagna così

Alicante, Benidorm e gli altri centri fondono turismo, storia, natura e tante sorprese
Vista sul Peñón d'Ifach
Vista sul Peñón d'Ifach

Regione dal turismo intenso, la Costa Blanca, con Alicante e dintorni, offre una sorpresa dietro l'altra, da quelle storiche a quelle naturalistiche (con, ovviamente, anche tanto divertimento)

Cosa pensate quando pensate alla Spagna? Alle Ramblas di Barcellona, all'Alhambra di Granada, alle spiagge glamour e dorate di Marbella e Malaga, alle calette incontaminate di Minorca, alle discoteche di Ibiza? Difficile abbracciare la varietà di un paese così multiforme e complesso in poche immagini, soprattutto quando l'intera nazione iberica cambia in continuazione, a ogni regione, a ogni angolo. Anche se è una meta turistica frequentatissima e gettonata, ci sono ancora anfratti meno noti, o forse meno compresi. In effetti alla notizia di un mio viaggio imminente in Costa Blanca, gli interlocutori rispondevano dubbiosi («Vuoi dire Costa Brava?») o perplessi («Oddio in Costa Blanca?!»). Perché questa meta, che in sostanza corrisponde ai 244 chilometri di spiagge e scogliere che delimitano la provincia di Alicante (al limitare della Comunità Valenciana, tra Valencia a nord e Murcia al sud), porta con sé l'immagine di un turismo massivo e vecchio stile, in fondo caciarone e fané. Invece basta armarsi di pazienza e curiosità, andando a visitare quelle che sono le mille città e i mille pueblos che caratterizzano l'area, per farsi sorprendere dalla sua varietà e anche dalle sue contraddizioni ricche di storia, industriosità e folklore.

D'altronde rispetto a tante mete spagnole anche quelle afflitte da un overtourism sempre più marcato, la Costa Blanca è una valida alternativa che mette insieme i gusti più eclettici: quelli di chi ama le spiagge ampie e sabbiose, di chi vuole esplorare borghi e paesini, di chi ama immergersi nella natura o nell'archeologia, o ancora di chi vuole vivere la notte. Un passepartout che in qualche modo è un concentratissimo e vivacissimo Best of Spain, tra l'altro a due passi dall'Italia: ci vola per esempio in poco più di due ore Wizz Air, che ha inserito proprio l'Aeroporto di Alicante-Elche nelle sue nuove rotte da Roma, all'interno di una più ampia offerta estiva che vanta oltre 200 rotte e oltre 13 milioni di posti (sempre dalla Capitale si va a Lisbona, Copenaghen, Amburgo e Berlino, mentre da Milano verso Parigi, Valencia, Malaga, Tenerife, Sharm El-Sheik…).

Alicante e la sua provincia sono quindi a due passi, collegatissime e piene di offerte turistiche diversificate, appassionate, a volte anche sfacciate. Se siete in cerca della Spagna della siesta, quella più tradizionale e ovattata dal sole, cercate altrove. Qui la storia si sente forte, ma tutto scorre a un'intensità maggiore: lasciate che un'energia del tutto inedita vi percorra.

Le Fuentes de Algar, a pochi chilometri da Alicante

Benidorm

Come spiegare Benidorm senza ricorrere a semplificazioni che in qualche modo ne colgono l'essenza e al contempo ne perdono la sfaccettata complessità? Volendo tagliare con l'accetta una definizione univoca sarebbe: una Rimini sotto steroidi, però in Spagna, eppure piena di inglesi. Questa è anche l'immagine in cui dagli anni Settanta la città è scolpita nell'immaginario degli italiani e anche di molti europei: una specie di Bengodi del divertimento, emule di Ibiza e Sitzget ma più abbordabile, forse anche un po' trash, sicuramente colonizzata da un insistente e vociante turismo di massa. Eppure si farebbe un torto a questo esperimento urbanistico unico nel suo genere: un tempo villaggio di pescatori destinato ad estinguersi, in pochi decenni si è convertito in un polo urbano capace di far fronte alle risorse limitate e con il chiaro intento di non impattare troppo sull'ambiente circostante (da qui l'inesausto sviluppo verticale, che le è valso il soprannome di Nueva York del Mediterráneo, ma forse è più una piccola Miami). La densità degli hotel è impressionante, ma la maggior parte (come il centralissimo e panoramico Hotel Belroy) sono ancora a gestione famigliare, pur sfuggendo ai cliché e offrendo ogni comfort.

Vista su Benidorm e i suoi grattacieliGetty Images
Il Balcón del Mediterraneo, uno dei punti panoramici più belli di BenidormArtur Debat/Getty Images

Anche oggi lo sforzo è quello di far convivere le folle con una sostenibilità che non è solo ambientale ma anche umana, sociale: limitazione del traffico, ampi viali pedonali, soluzioni accessibili per anziani e disabili, esperienze per famiglie e così via. I poli del divertimento rimangono - discoteche, negozi, nightclub, festival musicali come quello che seleziona ogni anno il brano della Spagna all'Eurovision - ma basta per esempio allontanarsi di qualche chilometro, magari vincendo le salite con le bici elettriche (qui diffusissime), per ritrovarsi nel Parque Nacional de la Sierra Helada, con i suoi itinerari caratteristici, le sue scogliere a picco sul mare di cobalto e le calette che fanno sognare, il rumore del caos marittimo ben lontano. Benidorm appare così sfuggente a ogni giudizio, sempre estrema nella sua accoglienza e nel suo brulicare vitale, ma anche un punto strategico fondamentale per esplorare la Costa Blanca e non perdersi mai nulla di tutto ciò che può offrire.

Cala Tio Ximo a BenidormJuampiter/Getty Images
Vista dalla Sierra Helada con sullo sfondo la cittadina di AlteaEve Livesey/Getty Images

Altea

Una delle cose più particolari di Altea, pueblo nel nord della provincia, che scende dolcemente dai colli al mare con viuzze strette ed estremamente panoramiche, circondate da tipiche abitazioni candide (e piene di fiori), è la presenza massiccia di norvegesi. Se capitate nei giorni delle festività ufficiali del paese scandinavo le bandiere bianco-rosso-blu sventolano ovunque. I turisti del Nord Europa sono stati tra i primi a carpire il segreto di questo paesino apparentemente placido e anonimo, invece ricco di scorci, negozi di artigiani e artisti tra i più variegati (cercate la cereria Amores per assistere dal vivo alla creazione di coloratissime e profumatissimi candele) e monumenti unici come la Iglesia de Nuestra Señora del Consuelo con la sua peculiare cupola a ceramiche bianche e blu. E ancora le terrazze con vista su cui godervi un vermù ghiacciato o ristoranti dove cenare all'aperto sotto viti intrecciate (La Capella ha un menù molto vario, ma banalmente il suo pan tomate è imbattibile). Merita una visita anche di poche ore, magari verso sera, per godervi dall'alto un magnifico tramonto, assaporando con placidità il buen vivir tipico della zona.

Il centro di Altea decorato con le bandiere valencianeDavid C Tomlinson/Getty Images

Calpe

A proposito di contrasti, Calpe è una cittadina che vive di mille anime. Per esempio, è possibile visitarla come un particolarissimo villaggio utopico: merito di Ricardo Bofill, architetto postmodernista che tra gli anni Sessanta e Settanta asseconda il progetto urbano de La Manzanera che concilia vita ideale e astrusità costruttiva, dando vita a edifici che sembrano fantascientifici, surreali eppure pienamente funzionali come lo Xanadù (specie di palazzo-giardino ispirato alle pagode orientali) o l'Anfiteatro (condominio a disposizione semicircolare che si articola attorno a una piscina comune con sguardo sul mare). Ma il suo capolavoro è forse la cosiddetta Muralla Roja, intricato incastro di edifici dalle pareti rosate che ricordano un po' le kasbah mediorientali ma anche i più deliranti disegni di Escher, e che oggi sono un fondale ambitissimo: oltre ad aver ispirato le scene della serie Squid Game o fatto da scenario per un videoclip di Martin Solveig (Do It Right), è costantemente preso d'assalto da influencer e creator alla ricerca del perfetto sfondo molto aesthetics.

L'edificio Xanadù a CalpeCristina Arias/Getty Images

Ma se da una parte alcuni frangenti di Calpe sembrano proiettati verso un futuro ancora irrealizzato, altri suoi luoghi permettono di immergersi in un passato che permane prepotente: si va dagli scavi archeologici con le saline direttamente affacciate sul mare, a pochi metri dalle spiagge più frequentate, alle manifestazioni che rievocano, tramite parate e ricostruzioni storiche, gli scontri ma anche la convivenza tra cristiani e mori, rituali ancora sentitissimi che coinvolgono i giovani della città e sono immortalati negli onnipresenti murales sulle facciate delle case. Storia, architettura, ma anche natura: a pochi passi dal centro città il Parque natural del Peñón d'Ifach è un parco naturale che s'inerpica su per un promontorio imponente e inconfondibile, vero e proprio simbolo della Costa Blanca, sul quale si articolano itinerari naturalistici, escursioni ma anche punti di osservazione e scavi archeologici. Calpe dalle mille anime vi sorprenderà per una giornata o più, in uno strano connubio che vince la sfida del tempo.

Sherry Galey/Getty Images
Vista sul Peñón d'Ifach

Elche

Nel sud della provincia di Alicante troviamo invece Elche, tra le più popolose della zona. Nei mesi caldi le sue strade e i suoi palazzi, per la maggior parte costruiti nella pietra color panna tipica della zona, sono arroventati dal sole, ma basta fare qualche passo per immergersi nel Palmeral, il più vasto palmeto d'Europa con i suoi 500 ettari, dichiarato Patrimonio Unesco dal 2000. La sua ombra e la sua frescura sono una scusa per ritrovarsi, passeggiare, gustare le delizie che provengono dai datteri qui ovviamente disponibili in quantità. Fate una visita al Museo del Palmeral per farvi spiegare le antiche tradizioni, molte di origini arabe, legate alla coltivazioni delle palma (la cui impollinazione va fatta rigorosamente a mano, scalando praticamente a mani nude gli alti fusti per raggiungere i fiori), oppure concedetevi un'ulteriore pausa fresca all'Huerto del Cura, impressionante giardino botanico in cui si alternano diverse specie vegetali e in cui scorrazzano alteri pavoni, un luogo visitato e apprezzato persino dall'imperatrice Sissi.

Il Palmeral a ElcheMaximilian Müller/Getty Images
La spiaggia di Elche

Ogni angolo di Elche però è ricco di storia e di fascino: può essere divertente infatti girare per le strade per cercare tutte le effigi che raffigurano la Dama de Elche, enigmatico busto femminile risalente al misterioso popolo degli Iberi (V-IV a. C.), dalle decorazioni e dagli ornamenti particolarmente elaborati (la sua acconciatura, per esempio, ha ispirato le trecce arrotolate laterali di Leia in Star Wars). L'ennesimo simbolo di una città che si è ornata delle stratificazioni del suo passato emergendone come una perla preziosa e sorprendente (a proposito di sorprese, scovate anche Hort de Nal, boutique hotel dalle camere elaborate e dal sapore raffinatamente famigliare).

Alicante

Difficile riassumere la storia di Alicante in poche righe: importantissimo porto, fu crocevia di cartaginesi, romani, visigoti, franchi e poi arabi, fino alla Reconquista che ne fece uno snodo diplomatico ed economico ancora più nevralgico. Simbolo di questo ruolo storicamente cruciale è il Castillo de Santa Barbára, imponente roccaforte che domina il monte Benacantil, frutto di diverse fortificazioni successive e ancora oggi punto panoramico privilegiato per affacciarsi sul centro urbano intensamente urbanizzato o sulle vaste spiagge che si affacciano sul Mediterraneo più blu. Scendendo a piedi verso il centro colpirà lo sguardo perdersi nel Barrio de Santa Cruz, un intricato succedersi di viuzze a terrazzamenti con tante case bianche con infissi e annessi colorati, florilegi a non finire e punti panoramici da non perdere. Giunti in basso, una tappa al Mercado Central permetterà di fare un tuffo nella più tipica gastronomia spagnola, con un tocco di internazionalità.

La Explanada a AlicanteRoberto Machado Noa/Getty Images

Nei pomeriggi in cui non vi rilassate in spiaggia (avete l'imbarazzo della scelta: San Juan, Granadella, Postiguet…) è bello passeggiare tra i grandi viali alberati come la Explanada de España, dove fare una pausa in alcuni ristoranti e caffé che vi riportano indietro nel tempo (come il Real Liceo Casino de Alicante, dove gustare un'ottima fideuà). Musei, installazioni, mostre e avvenimenti di ogni tipo animano una città che sembra cosmopolita e tradizionale al contempo, sospesa tra la sua densissima rete urbana e una propensione verso il mare, la mediterraneità, una solarità che è paciosa e industriosa al contempo. Anche qui contraddizioni, contrasti ed emozioni sempre intense e sgargianti, degna conclusione di un tour in una Costa Blanca che è Spagna senza sembrare Spagna, oppure essendolo all'ennesima potenza.

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