arte

Apre il primo museo d'Europa dedicato interamente alle artiste donne: si chiama FAMM ed è nel Sud della Francia

Da Leonora Carrington a Joan Mitchell fino a Tracey Emin: a Mougins le artiste verranno ospitate nella prima istituzione europea dedicata interamente a loro. Intervista al fondatore e collezionista Christian Levett.
FAMM museo dedicato alle artiste donne intervista al fondatore
Berthe Morisot, Jeune fille allongée, 1893 Oil on canvas, 65.4 x 81.3 cm CL1251

FAMM museo: il primo museo d'Europa dedicato alle artiste donne apre nel sud della Francia, intervista al fondatore Christian Levett

Il 21 giugno apre a Mougins, nel sud della Francia, il FAMM - Femmes Artistes Du Musée De Mougins, primo museo dell’Europa continentale interamente dedicato alle artiste donne. I quattro piani dell'ex MACM (Museo d'Arte Classica di Mougins), situato nel cuore del borgo storico di Mougins dal 2011, ospiteranno l'incredibile raccolta d'arte del suo fondatore, il collezionista Christian Levett, con una selezione di dipinti, sculture e fotografie delle più importanti artiste che hanno segnato la storia dell’arte dall’Impressionismo a oggi: Blanche Monet, Leonora Carrington, Leonor Fini, Joan Mitchell, Elaine de Kooning, Lee Krasner, Helen Frankenthaler, Jenny Saville, Cecily Brown e Tracey Emin, tra le altre. Collezionista, filantropo e mecenate, Christian Levett ci racconta la sua passione per l’arte, l’origine della sua collezione e le motivazioni che lo hanno spinto a fondare il FAMM.

Christian Levett in front of Two Women, 1954, Grace Hartigan

Una premessa sulla presenza femminile nella storia dell’arte

Storicamente, le donne artiste sono state poco rappresentate nei musei e raramente menzionate nelle pubblicazioni specializzate, nonostante il loro notevole contributo al mondo dell'arte. Spesso hanno lavorato accanto alle loro controparti maschili, ispirandosi reciprocamente, ma rimanendo sempre al margine della narrazione storico-artistica. «Non credo facile stabilire quando le donne si siano messe a dipingere: anche il caso, marginalissimo, di una monaca miniatrice è una pura ipotesi», scriveva Anna Banti in Quando anche le donne si misero a dipingere. «Il Trecento fiorentino, se a qualcuno gli frullasse per il capo, la respingerebbe come suggestione diabolica. E, per carità, nessun nome femminile fra i contemporanei di Pollaiolo, di Botticelli. L'avvento di Michelangelo cancellò del tutto la donna e altrettanto seguì coi suoi discepoli diretti o indiretti [...] Fu sulla metà del secolo sedicesimo che qualche cosa cambiò: certi padri cominciarono a vezzeggiare le loro bambinette, che, furbette, non tardarono ad approfittarne». Un punto di svolta e riferimento imprescindibile per ricostruire il ruolo dell’arte femminile è indubbiamente segnato dalla storica mostra L’altra metà dell’avanguardia 1910 -1940, curata da Lea Vergine nel febbraio del 1980 a Palazzo Reale a Milano. Qui vennero presentate le opere di oltre cento artiste attive nei movimenti d’avanguardia della prima metà del Novecento e ingiustamente relegate in una provincia remota e marginale della storia dell’arte. Grazie a questo e a contributi successivi – tra cui ricordiamo il recente best seller della storica dell’arte britannica Katy Hessel, La storia dell’arte senza uomini – molti passi sono stati fatti in avanti. La strada però, è ancora lunga: ne parliamo con Christian Levett.

Leonor FINI, Les étrangères, 1968 Oil on canvas, 81 x 110 cm CL1226© ADAGP, Paris, 2024

Riccardo Gasperoni

Leonora CARRINGTON, Mid-Day of the Canary, 1967 Oil on canvas, 81.3 x 59.9 cm CL1245© ADAGP, Paris, 2024

Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista italiano, dice che «Il godimento del collezionista è un godimento puro e contemplativo, perché è separato da ogni finalismo. Al tempo stesso però ogni pezzo di una collezione non può mai bastare a concludere la serie […] pena il venir meno della collezione stessa». Cosa significa per lei collezionare e come convive con questa passione che è diventata il suo lavoro a tempo pieno?

C'è qualcosa in certe persone che le spinge a collezionare. Penso che sia una sorta di passione per la caccia al tesoro e per la ricerca, entrambe smosse da un determinato interesse. Spesso il collezionare si manifesta come una sorta di ossessione in una particolare persona che la spinge a ricercare e accumulare una determinata categoria di oggetti, non importa che si tratti di dipinti espressionisti astratti o figurine di una certa squadra di baseball: in ogni caso, l'emozione di trovare un nuovo pezzo perfetto per la collezione dà una sorta di scarica di adrenalina. Questo rende il collezionismo simile ad altre forme di dipendenza, ma in modo estremamente sano. Si tratta di un processo costante che si alimenta di continuo e trae linfa vitale da nuove scoperte e acquisizioni, spesso inaspettate. Si può sempre fare un passo avanti, anche se si collezionano cinque artisti e si hanno tutti i migliori quadri di quegli artisti, ci sono ancora altri periodi o produzioni che si possono collezionare di quegli artisti. Di recente, ad esempio, ho comprato la rubrica appartenuta ad Elaine De Kooning. L’ho trovata in una piccola asta negli Stati Uniti ed era incredibile, conteneva i numeri di telefono di tutti i principali artisti dell'epoca. Si tratta di un ottimo pezzo da aggiungere alla mia collezione di de Kooning, che non ha nulla a che fare con l'acquisto di un dipinto, ma è una cosa molto importante in termini di ricerca e documentazione.

La sua collezione include oltre 500 opere di artiste donne e si concentra sull’Espressionismo Astratto Americano, che è stato per eccellenza il movimento che ha contribuito a spostare la capitale artistica del mondo occidentale da Parigi a New York. Con questo percorso a ritroso, riporta in Francia le grandi artiste protagoniste di un’epoca affiancandole ad artiste contemporanee. Ci spiega come ha origine questa collezione e come crede di svilupparla nei prossimi anni?

La collezione è nata perché circa dieci anni fa iniziai a guardare al moderno e al contemporaneo con interesse, dopo aver collezionato a lungo antichità e Old Masters. All’epoca non avevo in mente di costituire una collezione organica, volevo solo collezionare i grandi artisti del XX secolo, non mi importava se fossero uomini o donne. Volevo solo acquisire grandi opere d'arte. A un certo punto, ho cominciato a interessarmi a Grace Hartigan e Elaine de Kooning, che aveva appena avuto una retrospettiva di ritratti alla National Portrait Gallery di Washington. A quel tempo possedevo già opere di altre artiste come Joan Mitchell, Lee Krasner e Helen Frankenthaler, poi è uscito il libro Ninth Street Women di Mary Gabriel ed è stata organizzata una mostra fondamentale sull'Espressionismo Astratto Americano al Denver Art Museum nel 2016. In breve tempo sono riuscito ad acquisire una serie di opere fondamentali di artiste espressioniste astratte e a mettere insieme una collezione di qualità museale. Grazie all’aiuto di Ellen Landau e Joan Marter, ho prodotto un volume intitolato Abstract Expressionists – The Women, che è diventato una sorta di manuale internazionale dell'espressionismo astratto femminile. Durante questo periodo ho pensato di ampliare la collezione, e ho cominciato a ricercare altri periodi, come il Surrealismo e l'Impressionismo, che mi sembravano largamente sottovalutati e sottostimati. In particolare, se guardiamo al Surrealismo, artiste come Leonora Carrington, Dorothea Tanning e Leonor Fini sono pittrici di incredibile talento che hanno prodotto capolavori di altissima qualità e, a mio parere, migliori degli artisti uomini di questo genere. Meritano di essere riscoperte e approfondite, e di ricoprire un posto di primo piano nella storia dell’arte che le ha relegate a un ruolo marginale rispetto alle loro controparti maschili. Compro anche artiste contemporanee, ma mi avvicino a questo settore con maggiore cautela. In genere mi sento più a mio agio nell'acquistare grandi artiste storiche che hanno una provenienza consolidata.

Alice NEEL, Jackie Curtis as a Boy, 1972 Oil on canvas, 111.8 x 76.2 cm CL1330 © The Estate of Alice Nee

Lee KRASNER, Prophecy,1956 Oil on cotton duck, 147.6 x 86.4 cm CL108© 2023 The Pollock-Krasner Foundation / Artists Rights Society (ARS), New York

Crede che i confini di questa collezione possano allargarsi e arrivare a fornire una sorta di mappatura dell’arte femminile contemporanea a livello globale?

Stiamo lavorando in questo senso. Di recente, ad esempio, ho iniziato a guardare anche ad alcune artiste cinesi e ho partecipato a un paio di aste, purtroppo senza successo. Ho avuto però la fortuna di riuscire ad acquisire un dipinto fenomenale di Xie Jing-Lan (Lalan), che non ha nulla a che fare con lo scultore francese, ma è stata un'importante pittrice astratta nella Cina degli anni Sessanta. Il periodo di ricerca di queste opere è molto raro, per cui ho avuto la fortuna di trovare un suo lavoro attraverso una famosa casa d’aste in Giappone. Spostandoci dall’altra parte del mondo, abbiamo poi una serie di artiste sudamericane esposte all’interno della nostra collezione. Infine, per quanto riguarda lo spazio contemporaneo, mi piacerebbe espandere un po' la ricerca in Asia ogni anno, e in realtà anche in Africa, dove ci sono molte artiste interessanti, alcune delle quali già presenti in collezione. In questo senso è un'altra area di ricerca nella quale ci stiamo muovendo, anche se mi sento di dire che non vado sicuramente prima dell'Impressionismo, come periodo limite. E ancora, c’è così tanta arte da scoprire lì fuori. È a questo che voglio assolutamente guardare. Ho solo bisogno di un po' di tempo per poter iniziare a coprire anche queste aree ma credo di godere del supporto di un ottimo gruppo di persone esperte all’interno del museo che saprà aiutarmi in questo senso.

Louise BOURGEOIS, Nature Study, 2007 Golden porcelain, 71.8 x 41.3 x 30.5 cm. CL697 © The Easton Foundation / ADAGP, Paris, 2024

CAPEHART

Il FAMM sarà diviso in quattro sezioni, ciascuna con un focus temporale diverso che segue un allestimento in ordine cronologico: impressionismo, arte astratta, figurativa e arte contemporanea. Ci sarà un programma di mostre temporanee accompagnato da un public program? Può darci qualche anticipazione sulle mostre future?

In futuro utilizzeremo uno degli spazi culturali del museo presenti nel borgo medievale di Mougins per sviluppare un programma di mostre, mentre all’interno del museo ruoteranno le opere presenti in collezione. In questo modo, al pubblico sarà garantita un’esperienza sempre nuova di fruizione e sarà possibile inoltre vedere opere sempre nuove all’interno dell’allestimento permanente. Molte delle opere presenti nel museo al momento dell’apertura, rimarranno per due anni e saranno poi sostituite da altre opere sempre provenienti dalla collezione. Il risultato sarà dunque una rotazione piuttosto ampia al museo e credo che anche per le opere d'arte contemporanea sarà lo stesso. Per quanto riguarda le mostre in programma, stiamo lavorando a una serie di idee, anche in collaborazione con curatori esterni e altri musei, per dare spazio e approfondimento di volta in volta a un’artista diversa. Oltre a questo, la collezione di Espressionismo Astratto Americano femminile sarà in prestito negli Stati Uniti a partire dalla fine del 2025 e fino all'inizio del 2028, dove verrà esposta in sei diversi musei in una mostra itinerante.

Può raccontarci un aneddoto dietro a una delle opere presenti all’interno della sua collezione?

Tra tutte, posso citare due opere presenti all’interno della collezione, entrambe di Tracey Emin: il dipinto “Hurricane” e la sua “blanket” che hanno un valore molto speciale per me. Saranno esposte entrambe all’interno del FAMM. Questi due pezzi erano entrambi di proprietà di George Michael. Quando è morto, aveva un'enorme collezione d'arte britannica che è stata venduta da una famosa casa d’aste nel 2019 e io ho avuto l’occasione di acquistare quelle due opere. Avere in collezione questi due pezzi, prodotti da una delle artiste più provocatrici degli ultimi 40 anni e di proprietà di uno dei musicisti più provocatori degli ultimi 40 anni, è una cosa davvero straordinaria. Un pezzo di storia dell'arte e di storia della musica combinate insieme. Trovo che sia un'emozione e una cosa davvero meravigliosa.

Joan MITCHELL, Rufus’ Rock, 1966 Oil on canvas, 194.6 x 130 cmCL100 © Estate of Joan Mitchell, photo credit Fraser Marr

Tracey EMIN, Hurricane,2007 Oil on canvas, 18 x 182.8cm CL220© Tracey Emin. All rights reserved / ADAGP, Paris, 2024

Tra le artiste che conosce e colleziona, ce n’è qualcuna con cui ha instaurato un legame particolare?

Sicuramente Tracey Emin. Con Tracey ho instaurato un ottimo rapporto negli ultimi cinque o sei anni. Credo che sia l’artista di cui possiedo più opere, a parte Elaine de Kooning. Mi colpisce la sua umanità e la profonda diversità tra i suoi diversi mezzi, che si tratti di pittura, scultura, fotografia, arazzi, neon, coperte, scrittura; possiedo più opere sue in tutte queste diverse categorie. Non c'è nulla di unidimensionale in quello che fa, e lei è un personaggio schietto e diretto. A livello personale, anche questo è un aspetto che ammiro e con cui mi sento in sintonia.

Un’artista da scoprire e una da riscoprire.

Un'artista da scoprire è senza dubbio Elizabeth Columba. Ha appena tenuto una prima mostra in un museo di Portland, negli Stati Uniti. Ha circa 40 anni. Viene dalla Martinica e dipinge a New York. La sua pratica si concentra su dipinti d'epoca di donne afroamericane in contesti storici del XVIII e XIX secolo e presta particolare attenzione a cose come le carte da parati, i tappeti, le tende, tutti i diversi tessuti, gli abiti… tutto ciò che dipinge sulle persone nelle sue tele e le opere d'arte che realizza sono mozzafiato.

Tra le artiste del passato, in realtà, una riscoperta potrebbe essere Blanche Monet. Sempre rimasta nell’ombra, Blanche fu figliastra, nuora e apprendista del celebre maestro impressionista Claude Monet. La famiglia di Blanche era molto vicina a Monet – il padre era uomo d’affari nonché collezionista e mercante del maestro impressionista – tanto che lei finirà per sposare il figlio maggiore dell’artista, Jean Monet. Blanche inizia dunque a passare del tempo fianco a fianco a Claude Monet e, intorno alla metà degli anni ’80 dell’Ottocento, dipinge una serie ispirata alla mietitura, con soggetto alcuni pagliai, che ricordano molto i celebri covoni di Claude Monet. Ed è proprio un lavoro appartenente a questa serie che ho acquisito in collezione - [La moisson (Les moyettes), c. 1885]. Spetta quindi al pubblico decidere cosa pensare quando vedrà il dipinto di Blanche, datato 1885, e raffigurante i covoni esposto all’interno del museo. Ma credo che rimarrete piacevolmente sorpresi dalla qualità della sua pittura.

Leggi anche:

Vuoi ricevere tutto il meglio di Vogue Italia nella tua casella di posta ogni giorno?