Intervista

Al Festival des Cabanes, con Chanel e Librairie 7L, abbiamo scoperto due talenti: François Chaignaud e Aymeric Hainaux

Si sono esibiti nella magica cornice di Villa Medici, a Roma, con la loro performance Milriton fracas. Li abbiamo intervistati per estrapolarne tutti i retroscena
Festival des Cabanes Chanel programma 2024 Villa Medici Roma
Gesualdo Lanza

Siamo stati al Festival des Cabanes con Chanel e Librairie 7L. Oltre ad aver assaporato la magica atmosfera di Villa Medici a Roma abbiamo scoperto due incredibili talenti: François Chaignaud e Aymeric Hainaux. Hanno raccontato a Vogue Italia la loro performance, Milriton fracas

Per Philibert Joseph Roux, l’esperienza è «una povera capanna costruita sulle rovine del palazzo d’oro e di marmo che si chiama “le nostre illusioni”». Un pensiero stuzzicante che potrebbe aver percepito chi è entrato in contatto con le capanne che ora popolano Villa Medici, a Roma, per il Festival des Cabanes, alla sua terza edizione e in scena da ora fino al 29 settembre.

DANIELE MOLAJOLI

Per chi ancora non la conoscesse, è una kermesse artistica che ha luogo nei giardini della dimora romana ottocentesca, e che vede le opere realizzate da architetti prendere vita tramite la visione di artisti internazionali. Merito della collaborazione con la Librairie 7L, fondata da Karl Lagerfeld nel 1999 e acquistata nel 2021 da Chanel, con l'obiettivo di scoprire le novità più recenti e belle dello scenario contemporanei di arti visive.

In una magica serata al Festival des Cabanes, in compagnia di Chanel, Librairie 7L e alle attrici Romana Maggiora Vergano, Carolina Sala, Gaia Girace e Fotinì Peluso, abbiamo ammirato il lavoro nato dalla collaborazione tra il coreografo François Chaignaud e il beatboxer Aymeric Hainaux. Gli artisti si sono esibiti nella Nuit des Cabanes con la loro performance Milriton fracas ai piedi dell'osservatorio, l'opera creata dall'architetto spagnolo Manuel Bouzas per far ammirare l'impero romano da ogni sua sfaccettatura, aerea.

La cena Chanel a Villa Medici

Gesualdo Lanza

Romana Maggiora Vergano ospite alla cena Chanel a Villa Medici

Gesualdo Lanza

Gaia Girace ospite alla cena Chanel a Villa Medici

Gesualdo Lanza

Carolina Sala ospite alla cena Chanel a Villa Medici

Gesualdo Lanza

Li abbiamo intervistati.

Come vi siete conosciuti?
Aymeric Hainaux: Nel 2010 stavo facendo un'esibizione di beatbox da solo a Parigi e François era tra il pubblico.
François Chaignaud: Aymeric mi è piaciuto all'istante, siamo rimasti in contatto con il desiderio di collaborare. Ci sono però voluti 10 anni per realizzare qualcosa insieme. Ed eccoci qui.

Come è nato questo spettacolo?
AH: L'arte è un concetto, una storia che rappresenta una pratica. Milriton è come fosse un segreto sussurrato tra di noi che ha dato vita al nostro linguaggio comune. François era attratto dal mio modo di fare musica “fai-da-te” con solo la mia voce e un microfono. Io, allo stesso tempo ero affascinato dal suo modo di immergersi nella vita attraverso il suo corpo. Un'altrettanto “arte povera” che ammiro molto.
FC: Dovevamo creare qualcosa che non fosse danza o canto ma che amalgamasse, insieme, le nostre arti. Dovevamo condividere entrambe le dimensioni dei nostri lavori. Certo, lui creerà movimenti e io produrrò anche suoni, intrecciandoci durante la performance. Era importante per noi non creare un cliché delle nostre discipline, piuttosto dare vita a un'arte nostra, con nostre regole. Ci abbiamo messo circa 4 anni.

Aymeric Hainaux e François Chaignaud

Gesualdo Lanza

Cosa significa Mirliton fracas?
FC: Il nostro spettacolo si chiama Mirliton, fracas ne è un capitolo per la versione ridotta, che significa spaccare. Del mirliton ciò che mi piace è la parola, apparsa per la prima volta alla fine del XVII secolo in Francia, per descrivere cappelli molto sofisticati e poi utilizzata dalle persone più modeste per indicare cose che gli sembravano importanti.
AH: Indica un fischietto di legno ma non solo: il termine poteva riferirsi anche all'elmo dei soldati, persino a un pasticcino o a una moneta d'oro. Un nome crudo, talvolta misero, che rappresenta bene il nostro lavoro; dai suoni alle movenze tutto è collegato al nome.

Durante la performance noi spettatori ci siamo chiesti… cosa vi bisbigliate?
AH: Una frase poetica di sette sillabe... “Qu'est-ce qui meurt et danse encore?”, traducibile come “cosa sta morendo e sta ancora ballando?”.
FC: Inoltre, è il nostro “altro” modo per contare fino a sette. Fa parte della nostra pratica, nel mirliton c'è uno scambio di poesie tra di noi.

7 come 7L (dove 7 è il numero civico di Rue de Lille, Parigi, dove si trova l'omonima libreria), coincidenza? Come è iniziata con Chanel? 
FC: Due anni fa mi è stata data la possibilità di ballare nella Librairie 7L di Parigi, e c'era anche Aymeric tra il pubblico. Parlando con Coralie Gauthier - Director of Communications & Programs Librairie 7L - le ho fatto notare proprio questa curiosità: il nostro pezzo si basa solo sul ritmo di 7 conteggi, e non 8 come accade di solito in musica o danza. Per noi è la nostra dichiarazione; con 7L abbiamo subito avuto questa connessione divertente, strana e simbolica che ci ha fatto desiderare questa collaborazione.

Librairie 7L, al 7 Rue de Lille, Parigi

Mathieu Zazzo

Come descrivereste lo spettacolo?
AH: Una “danse brutte”, una danza brutale.
FC: A noi artisti piace comunicare sia la pratica che la narrazione. Ma è ovvio che, poiché noi due produciamo suono e movimento, esploriamo e attraversiamo molte dimensioni diverse da quella che può essere una relazione tra due esseri nello spazio.

Quindi non parlate di una storia di amore, come spesso accade nella danza?
FC: No, non c'è per noi una sorta di linea del tempo, che passa dalla morte, all'amore e alla guerra. Sentiamo che la pratica ha potenzialmente tutte queste dimensioni ma, come artisti, la fondiamo su ciò che facciamo piuttosto che su ciò che presentiamo. Non pensiamo alla drammaturgia, vogliamo trasmettere la risposta giusta per ciascuno che osserva rendendo lo spettacolo armonico. Qualcosa insomma che sia giusto per noi, giusto per l'arte, giusto per il mondo. Non c'è un senso di sfida una volta saliti sulla piattaforma, è più una questione di spronarsi e sostenersi l'un l'altro. Siamo due esseri forti con molta volontà e desiderio di fare cose ma vogliamo anche condividerle con il pubblico. È un duetto ma non è una storia d'amore, è più legata al un'amicizia, a duello, a cavalieri.

François Chaignaud e Aymeric Hainaux durante la loro performance Milriton fracas

Gesualdo Lanza

Anche se a tratti potrebbe sembrarlo, non è un lavoro di improvvisazione giusto?
AH: Abbiamo impiegato quasi tre anni per scrivere questo pezzo, che dura un'ora. Per il Festival des Cabanes, per esempio, l'abbiamo arrangiata in 25 minuti. Ogni forma potrebbe essere elastica, in realtà, ma è tutto coreografato. È stato tutto scritto in questa architettura, a volte riusciamo a superare la frontiera, in altre circostanze l'accorciamo un po'. Dipende dal pubblico, dal materiale, dall'ambiente, dal luogo.
FC: Abbiamo una lingua e la parliamo. La pratica è un modo per comunicare tra di noi, con il pubblico e con la situazione. E da lì, dobbiamo decidere e adattarci. Se Aymeric fa un ritmo diverso, cercherò di capire. Se io faccio una spaziatura diversa, lui si adeguerà, ma non la chiamerei improvvisazione.

La cosa più sfidante in questo lavoro con Librairie 7L e Chanel?
FC: Realizzare lo spettacolo all'aperto. Era la prima volta che lo realizzavamo outdoor e, ovviamente, cambia molto per un'esibizione inizialmente pensata per uno spazio chiuso. È molto diverso dal punto di vista del suono, perché non c'è un muro. Ma abbiamo trovato molta energia intorno, come inviata dall'universo attraverso gli alberi e gli uccelli che ci cantavano intorno.

E i costumi? Come li avete creati insieme alla costume designer Sari Brunel?
AH: Il suo lavoro è durato quanto il nostro in termini di realizzazione. Ha creato un elmo medievale, indossato da me, che richiama anche le maniche del top, di François, tutti realizzati con spille. Gli altri abiti invece sono freschi di pittura, in richiamo a un gesto ancestrale come il nostro spettacolo. È come una seconda pelle per noi di cui, a volte, durante la performance, ci liberiamo.
FC: Per me è un lavoro d'alta moda senza usare ricami o tessuti di lusso, piuttosto inerenti al milriton. COme le spille, l'icona degli anni '90 e della cultura popolare. Magnifico e semplice insieme.

I costumi realizzati da Sari Brunel

Instagram @saribrunel

I costumi realizzati da Sari Brunel

Instagram @saribrunel

I costumi realizzati da Sari Brunel

Instagram @saribrunel

Leggi anche:

Vuoi ricevere tutto il meglio di Vogue Italia nella tua casella di posta ogni giorno?
Iscriviti alla Newsletter Daily di Vogue Italia