È morta Françoise Gilot, l'unica donna che lasciò Picasso

Anche lei artista, è mancata all'età di 101 anni dopo una vita piena di svolte e passioni
Françoise Gilot è morta l'unica donna che lasciò Picasso
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Françoise Gilot è stata amante e musa di Picasso, ma anche artista e donna libera che ha avuto la forza di lasciare il grande maestro

Françoise Gilot, morta il 6 giugno a New York all'età di 101 anni, era un'artista di grande talento: si era dimostrata fin da giovanissima molto dotata negli acquerelli e nelle ceramiche, e nel corso degli anni aveva sviluppato un personalissimo stile di impronta cubista, ma scaldato da toni vivaci, linee meno aguzze e soprattutto figure riconoscibili e familiari, come le donne della sua famiglia (la nonna, la figlia). Uno dei suoi quadri più significativi, Paloma à la Guitare, realizzato nel 1965, è stato battuto da Sotheby's nel 2021 per 1,3 milioni di dollari, mentre collezioni di sue opere sono raccolte in svariati musei al mondo, dal Met e Moma di New York al Pompidou di Parigi. Un'artista completa, longeva e apprezzata, dunque, ma che forse non ha mai avuto tutto il riconoscimento che le spettava per via di un incontro che, nel bene o nel male, le ha cambiato la vita, ma anche per sempre adombrata: quello con Pablo Picasso.

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Nata il 26 novembre 1921 a Neuilly-sur-Seine, nei sobborghi di Parigi, era l'unica figlia dell'agronomo e produttore chimico Emile Gilot, che non le ha mai nascosto di aver voluto un maschio, e di Madeleine Renoult-Gilot: fu proprio la madre, assieme alla nonna, a introdurla al mondo dell'arte, iniziando dagli acquerelli, alla china e alla ceramica. Nonostante il padre l'avesse obbligata a studiare all'Università di Parigi, lei alla fine seguì la sua passione creativa, studiando anche negli anni della seconda guerra mondiale con il pittore ungherese Endre Rozda e all'Académie Julian (dove passarono anche Matisse e Duchamp). Dunque lei era già un'artista dall'identità piuttosto definita quando, nel 1943, incontrò appunto Picasso.

L'incontro con Picasso

Come raccontò lei stessa, l'incontro fu del tutto casuale. Gilot stava cenando a Le Catalan, piccolo ristorante di rue des Grands-Augustins, con l'amica pittrice Geneviève Aliquot e l'attore Alain Cuny. Nello stesso locale cenava appunto Picasso, accompagnato dalla sua amante dell'epoca, la fotografa surrealista Dora Maar, il quale però volle subito conoscere le due ragazze, invitandole poi nel suo studio appena venuto a sapere della loro professione artistica. Nonostante i 40 anni d'età che li dividevano (lei all'epoca aveva 22 anni e Picasso 62), nacque un rapporto all'inizio solido e travolgente, tanto da oscurare tutte le altre amanti che circolavano attorno al Maestro del cubismo.

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I due ebbero due figli, Claude, attualmente direttore della Picasso Administration, e Paloma, divenuta celebre come designer di moda e gioielli. Dopo dieci anni, però, Françoise divenne sempre più insofferente a quel ménage, tanto che nel 1953 decise di lasciarlo: «Non ero però una prigioniera, ero lì per mia volontà e me andai sempre per mia volontà», disse nel 2016 in un'intervista al Guardian: «Gli dicevo: “Attento perché sono venuta quando ho voluto e me ne andrò quando lo vorrò”». Il grande pittore non la prese benissimo: «Pensi che alla gente importerà di te? Anche se penserai di piacergli, sarà solo per la curiosità verso una una persona la cui vita è stata toccata dalla mia», pare le abbia detto lui. Delle tante donne che gli gravitarono intorno, in effetti, Françoise Gilot fu l'unica a lasciarlo di propria sponte.

Una seconda vita

Artista geniale, Picasso era anche un uomo capace di grande rabbia e prevaricazione machista: dopo quell'addio, tentò in ogni modo - ma senza successo - di impedire alle gallerie di ospitare le opere della sua ex amante. I loro rapporti divennero si inasprirono ulteriormente quando Gilot decise di pubblicare nel 1964 Surviving Picasso, un memoir decisamente franco ma anche molto compassionevole dei suoi anni passati accanto al celebre Pablo (dal libro fu tratto poi l'omonimo film del 1996 con Anthony Hopkins e Natascha McElhone). Gilot aveva nel frattempo, però, voltato pagina: nel 1955 sposò l'artista Luc Simon, dal quale ebbe la figlia Aurelia (che ora dice: «Era un'artista straordinaria, lavoreremo sulla sua eredità e le straordinarie opere che ci ha lasciato»).

Paloma Picasso e la madre Françoise GilotSonia Moskowitz/Images Press/Getty Images

Dopo il divorzio da lui si risposò nel 1970 con Jonas Salk, ricercatore medico famoso per aver messo a punto il primo vaccino funzionante contro la polio. I due vivevano tra la California (Gilot ebbe per un decennio anche l'incarico di presidente del dipartimento di Belle Arti della University of Southern California) e il sud della Francia, ma dopo la morte di Salk lei si stabilì nell'Upper West Side di Manhattan. A partire dagli anni Novanta, la carriera artistica di Gilot conobbe una specie di rinascita, con la pubblicazione di alcuni saggi, l'allestimento di diverse retrospettive e la curatela anche da parte sua di altre mostre. Nel 2018, all'eclatante età di 96 anni, pubblicò il suo ultimo libro di bozzetti, realizzati durante i suoi viaggi in India, Senegal e Venezia tra gli anni Settanta e Ottanta.

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Una donna libera

Nel 2022 il New York Times le ha dedicato un profilo in cui la definiva “la It girl centenaria”: «Vesto sempre di rosso come una forma di protezione, di affermazione del mio carattere», disse il quell'occasione: «Mi permette di mostrarmi nel modo in cui voglio essere vista». Fino agli ultimi anni della sua esistenza ha rivendicato la sua libertà, come lascito alle generazioni di oggi e di domani: «Da ragazze ci insegnavano a stare zitte, che è più facile prendere il secondo posto invece del primo», affermava: «Ti dici che va bene così, ma non è vero. È importante imparare a esprimersi, a dire ciò che ci piace, ciò che vogliamo».