Gli hotel d'arte sono la nuova frontiera del turismo di lusso. Scopriamo i più belli d'Italia, dove la vacanza diventa cultura a partire dal modo di alloggiare
Il Luxury Investment Index di Knight Frank, noto per monitorare gli investimenti di lusso in diversi ambiti, rivela che nel 2023 l’arte è stata in cima alla classifica dei beni più performanti, con un notevole aumento dei prezzi dell’11 per cento. Magnifica ossessione delle élite culturali ed economiche, che si contendono le opere degli artisti più cool per costruire collezioni degne di questo nome, è ormai entrata con forza anche negli hotel del segmento premium, col risultato di abitare lobby, giardini e suite, sempre più simili a gallerie. E sono proprio queste ultime a creare liaison con gli alberghi più iconici della Penisola.
L'appartamento di Giovanni Agnelli al Al St. Regis Rome diventa la sede di Galleria Continua
Al St. Regis Rome, per esempio, quello che era l’appartamento privato di Gianni Agnelli è diventato una delle sedi della Galleria Continua (le altre sono a San Gimignano, Beijing, L’Avana, Parigi, Dubai, San Paolo, Les Moulins). «La collaborazione è nata 6 anni fa per il nostro desiderio di rivolgerci a un pubblico più vasto possibile e in ogni tipo di contesto, dai paesini di provincia agli spazi industriali fino appunto agli hotel», spiegano Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, fondatori della galleria che in 30 anni di attività ha dimostrato di «credere nel dialogo orizzontale tra arte contemporanea e audience diverse unendo persone locali e internazionali». Una missione virtuosa, la loro: tra le attività offerte negli spazi del St.Regis, oltre a mostre come quella di Michelangelo Pistoletto, ci sono talk e workshop. E per il 130° anniversario dello storico hotel romano è appena stata inaugurata nella hall una nuova collettiva dal titolo Un’amicizia continua, con opere simboliche di Loris Cecchini, Sun Yuan & Peng Yu, Leandro Erlich, Pascale Marthine Tayou, fra gli altri.
Galleria Continua collabora anche con Belmond per il progetto Mitico, inaugurato nel 2022 «per portare artisti leggendari in hotel leggendari e, attraverso l'arte, scoprire luoghi che hai solo sognato», racconta Arnaud Champenois, Senior Vice President of Global Brand and Marketing del gruppo francese. «In questo modo gli alberghi diventano spazi dove chiunque può venire a vedere un'opera d'arte e godersi la bellezza dell'ambiente circostante come se fosse una tela». La relazione tra contesti storicamente connotati e cultura contemporanea, per esempio, quest’anno si concretizza nelle installazioni site specific del francese Daniel Buren in 6 hotel: Copacabana Palace, Mount Nelson, Hotel Cipriani, La Residencia, Villa San Michele e Castello di Casole. «Le sue opere sono intimamente connesse agli ambienti per cui sono pensate, li valorizzano trasformandoli e hanno senso solo lì», continua Champenois, che fa riferimento anche alla nuova carrozza L’Observatoire, creata da JR per il leggendario treno Venice Simplon-Orient-Express e presentata durante l’ultima Biennale di Venezia come una vera e propria “opera d'arte in movimento”. «Il pubblico è stato invitato a sbirciare attraverso gli oblò a forma di occhio posti nei finestrini della carrozza per scoprire il paradiso creativo dell’artista», conclude Champenois.
La piscina d'arte della Sireneuse a Positano
Appena svelata pure l’ultima collaborazione fra Le Sirenuse, leggendario hotel della famiglia Sersale a Positano, e lo svizzero Nicolas Party, che ha realizzato una piscina in mosaico con forme ispirate a quelle del mare e delle montagne circostanti, nei toni dell’azzurro e del verde. L’opera site specific è l'undicesima aggiunta alla serie curata da Silka Rittson-Thomas (che comprende nomi come Martin Creed, Stanley Whitney, Rita Ackermann, Alex Israel, Matt Connors e Caragh Thuring), ma è nata in modo diverso dalle altre. «In genere, quando un artista visita per la prima volta l’hotel, gli viene praticamente data carta bianca», fa notare la curatrice. «Stavolta invece sapevamo che doveva ripensare la piscina e che il materiale da utilizzare era il mosaico».
I nuovi hotel d'arte nella capitale
Anche tra i nuovi hotel aperti in Italia l’arte va fortissimo. A Roma, città di vestigia storiche, il dialogo col contemporaneo è forse ancora più interessante – come dimostrano gli esempi del Bulgari Hotel e del Six Senses. Il primo, aperto da un anno davanti al Mausoleo dell’Imperatore Augusto (del quale svetta un’imponente statua marmorea proprio all’entrata principale), ha spazi rigorosi realizzati da ACPV Architects per incastonare mosaici che raccontano le origini dell’Urbe e colorati affreschi degli anni Trenta, ma soprattutto una collezione di 200 preziosi vasi e piatti (su 400 esistenti) della collezione “Impero” creata nella stessa epoca da Gio Ponti per Ginori – un vero tesoro da ammirare con devozione nelle librerie e sulle pareti dell’hotel. Il Six Senses Rome, invece, ha affidato la scelta d’arte contemporanea alla curatrice Federica Sala, che ha lavorato a stretto contatto con l’architetta Patricia Urquiola, autrice degli interior. Il loro progetto coinvolge giovani artisti che hanno ideato pezzi per gli spazi comuni e per le camere in cui sono stati collocati. «Volevamo offrire una visione fresca degli elementi tipici del classicismo romano, rispettando quindi il genius loci», afferma Sala. «È questa la direzione che guida, per esempio, i dittici del coreano T-Yong Chung, i cui pezzi raffigurano dialoghi immaginari tra busti antichi su cui l'artista è intervenuto in modi diversi». Tra i nomi che hanno ripreso elementi e codici classicamente romani, trasfigurandoli a modo loro, ci sono anche Alberto Selvestrel, Paolo Giordano, Analogia Project, Eliška Konečná, Tarek Abbar.
Sempre nella Capitale inaugura questo mese Palazzo Talia, un hotel ricavato all’interno del palazzo seicentesco che ospitava il Nobile Collegio del Nazareno: le parti comuni sono opera dello Studio Luca Guadagnino, il cui gusto cinematografico contemporaneo dialoga con una prestigiosa collezione di arte antica. Anche il rinascimentale Palazzo delle Pietre, nuova apertura alle spalle di Piazza Navona, accoglie gli ospiti con la sua collezione archeologica e di marmi della famiglia Mazzi, raccolta con passione in varie generazioni. Particolarità: il FraMmenti Club, un progetto culturale che vuole approfondire e condividere le storie speciali che caratterizzano Roma, rinnovando la formula di incontro delle antiche accademie e circoli romani attraverso appuntamenti mensili con protagonisti della scena artistica cittadina.
L'art interior decoration di Capri e Forte dei Marmi
Spostandosi verso sud, il mondo dell’ospitalità ha visto il gran ritorno dell’Hotel La Palma, riaperto nel centro di Capri la scorsa estate dopo anni di restauro con la consulenza di Francis Sultana per l’interior decoration e della Galleria Thomas Dane, di Napoli, per la ricerca artistica delle opere esposte nelle camere e nelle aree comuni. Tra i nomi di spicco gli artisti Luisa Lambri, che intervalla il bianco e l’azzurro degli ambienti con le sue fotografie minimaliste, e Roberto Ruspoli che ha dipinto i grafismi figurativi della lobby – in cui spiccano anche le sculture di Giuseppe Ducrot. Ogni anno, inoltre, La Palma attiverà collaborazioni con altri artisti e al momento le opere esposte nelle aree comuni sono di Studio Trisorio (sempre di Napoli).
Ultimo arrivo sulla scena italiana, l’hotel La Serena a Forte dei Marmi è pronto per la sua prima stagione estiva: giovane e fresco con il suo design contemporaneo, collabora con il Tabari Art Space di Dubai esponendo nei propri spazi opere colorate di nomi nuovi e altri più consolidati. Per gli ospiti è come muoversi in una mostra itinerante, tra tele importanti e sculture che costellano i giardini e l'area della piscina. Anche La Serena, come Le Sirenuse e il St. Regis Rome, offre inoltre un programma di residenza per artisti, collegando il talento emergente con il pubblico globale e ispirando altri creativi. Per l'estate 2024, già confermati in loco Hazem Harb (presente dal 1° giugno al 15 giugno) e Samo Shalaby (dal 20 giugno al 20 luglio).
Nel complesso, tutte queste aperture dimostrano che il moderno viaggiatore sta passando da un modello di consumo convenzionale del lusso a una nuova sensibilità esperienziale. Se è vero che tutti interagiamo sempre più su una miriade di canali virtuali, ecco che l’arte contemporanea, con le domande che pone e le sue sorprendenti risposte, assicura una diversa esperienza fisica del reale. E contemporaneamente proietta le destinazioni, le comunità e le tradizioni locali in una dimensione finalmente altra.
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