La visibilità che Global Fashion Collective offre ai nuovi designer è significativa, come il suo impegno nel promuoverne la creatività.
Global Fashion Collective, la piattaforma che supporta i designer di nuova generazione organizzando show nelle più prestigiose fashion week in tutto il mondo, ha riconfermato la sua presenza anche per la stagione autunno/inverno 2024-25. Per questa nuova edizione il collettivo ha presentato il suo entourage di designer internazionali nelle settimane della moda di Londra, Milano e Parigi con l'obiettivo, ormai firma riconoscibile di Global Fashion Collective, di dare massima visibilità ai nuovi creativi che trovano sostegno in questo progetto così lungimirante. Tutte le difficoltà che i designer incontrano nelle prime fasi della propria carriera, quando i costi e l'impegno nell'organizzare una sfilata sono spesso insostenibili, sono alleviate dall'aiuto offerto da questa piattaforma che li espone, coinvolgendoli nei propri show, a un altissimo livello di attenzione da parte di media e buyer. Abbiamo, quindi, selezionato i creativi più interessanti tra i tantissimi nomi che hanno preso parte agli show collettivi di Global Fashion Collective.
Le sfilate di Londra
Tra i designer che hanno preso parte alla London Fashion Week due in particolare si sono distinti per le proprie creazioni: The Tis e Alex S. Yu. Nel primo caso, il brand coreano The Tis ha presentato una collezione nella quale le proposte da sposa hanno sicuramente spiccato grazie a una notevole modernità, supportata da una fresca creatività. Le rose che si intersecano nelle balze di un abito fluttuante, o anche il contrasto dei materiali, impalpabili da una parte e riccamente decorati dall'altra, ne sono un perfetto esempio. La collezione risulta, inoltre, elegante e sofisticata. Multicolore, pop e in sovrapposizione sono invece le caratteristiche della stagione invernale presentata da Alex S. Yu che le ha mescolate con grande abilità, grazie a giochi di asimmetrie. L'effetto color-block, a volte sottile e altre ben più marcato, enfatizza l'anima giocosa della collezione, mentre l'accumulo di rouches completa il tutto con un tocco di spensierato romanticismo.
Le sfilate di Milano
Spostandoci a Milano, invece, i nomi che si sono fatti notare sono quelli di Tripleroot e di Ghazani. Il primo è un brand coreano che punta tutto sulla semplicità delle linee, spesso anche molto severe, che vengono però modernizzate da dettagli geometrici o grazie a un'esplorazione della silhouette. Così completi e capispalla, pur rimanendo degli evergreen capaci di essere attuali anche a distanza di anni, diventano capi chiave, nonostante la marcata essenzialità, come dimostra anche la palette quasi esclusivamente monocromatica e fatta di toni neutri e classici. Il punto di partenza della collezione di debutto di Ghazani è rappresentato, invece, dalla tradizione sartoriale maschile che diventa la base per una sperimentazione attuata attraverso materiali e tecniche di lavorazione non convenzionali. Le giacche, ad esempio, sono decorate da applicazioni, effetti cut-out e pannelli a contrasto per look eclettici che non passano inosservati.
Le sfilate di Parigi
In chiusura di questo resoconto dei designer più interessanti tra i tantissimi selezionati da Global Fashion Collective, durante la fashion week parigina si sono contraddistinti LJR Be Yourself e Mori Wo Oru. Una reinterpretazione del tailleur è sicuramente il punto di partenza della collezione presentata da LJR Be Yourself che lo ha declinato in una serie di variazioni, tutte votate al glamour. Tessuti lamé, velluti, e satin stampati hanno permesso alla designer di giocare con le silhouette mescolando il passato – che si pone chiaramente come principale ispirazione –, con una visione moderna e contemporanea. Il lavoro della designer Yumi Komori per il brand Mori Wo Oru è, invece, tutto improntato sull'artigianalità e la sostenibilità, ponendo al centro della collezione la produzione di seta giapponese secondo tecniche tradizionali ed ecologiche. Il risultato sono una serie di proposte dalle stampe delicate e in colori tenui che rimandano a un immaginario bucolico nipponico che quasi rievoca le atmosfere rilassate e malinconiche di Miyazaki.
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