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I nostri “posticini” vecchia Milano: bar, negozi e gastronomie che hanno fatto la storia

Una piccola guida alla scoperta della Milano del cuore e di quei luoghi tipici che ci fanno innamorare ogni giorno
Gli interni della storica Pasticceria Marchesi
Gli interni della storica Pasticceria MarchesiEddy Buttarelli/REDA&CO/Getty Images

In vista del Salone del Mobile 2024 e della Design Week, ecco una piccola guida alla “vecchia Milano” per conoscere i luoghi storici amati dagli stessi milanesi

«Sì, Milano è proprio bella, amico mio, e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni, e restare al lavoro», scriveva Giovanni Verga in una lettera a Luigi Capuana del 5 aprile 1873. Nato a Vizzini, una piccola città nella zona sud della provincia di Catania, e trasferitosi solo successivamente a Milano, Verga aveva subito carpito l'essenza di quella città che gli aveva rapito il cuore e fatto esplodere la creatività.

E se lo aveva intuito lui, che nel capoluogo lombardo aveva trascorso “solamente” vent'anni, i milanesi, qui nati e cresciuti, non possono che amarla, elogiarla e tenerla stretta quasi in maniera morbosa, conservando quelle piccole ritualità e frequentando quei “posticini” del cuore che sanno di tradizione e di autenticità. Perché le nuove aperture, le insegne dei bar in fase di costruzione e le serate di inaugurazione sono indubbiamente affascinanti e spesso quell'uscita nel “posto nuovo” è carica di entusiasmo e di adrenalina, ma a volte ciò di cui abbiamo bisogno è solamente la nostra quotidianità. Le consuetudini, i luoghi che frequentavamo da bambini, per mano dei nonni e in compagnia degli amici di sempre.

Angoli a cui sono legati i nostri ricordi, angoli che da anni e anni hanno mantenuto la loro essenzialità, resistendo agli “schizzi” di modernità e non mutando nell'offerta, così come nell'estetica. Per qualcuno, potrebbero apparire vecchi ed obsoleti, ma sono invece proprio loro a parlare di Milano, a raccontare senza filtri la magia e la seduzione di una città che è bella così, per il suo portamento, e non per un vestito troppo corto o un make up da urlo. Quella è solo apparenza. Ecco allora alcuni indirizzi da segnare in agenda per scoprire la “vecchia Milano”. Quelle piccole tradizioni quotidiane che hanno resistito al tempo e che permettono di conoscere la città per davvero. Viverla per quello che è, nella sua più sincera profondità.

Il caffè da Cova

Travolti dal fascino estetico della novità, a cui l'occhio forse non è abituato, spesso perdiamo di vista la bellezza e la bontà della semplicità. La tradizione italiana. Una brioche alla crema e un caffè macchiato. E dove se non da Cova? Un bancone con poche paste, non certo dall'aspetto innovativo, ma una certezza: saranno tutte buonissime. È il 1817 quando Antonio Cova, soldato di Napoleone, decide di fondare la pasticceria al lato del Teatro alla Scala di Milano. Un luogo elegante, che da allora è rimasto identico, con i suoi specchi e i suoi lampadari. Ideale punto di incontro del dopo teatro di famosi artisti, scrittori, musicisti, professori e uomini pubblici. Oggi è un'istituzione, conosciuta anche in tutto il mondo dopo l'acquisizione da parte del gruppo LVMH nel 2013. Il caffè originale, in Montenapoleone, rimane un posto magico che profuma di spirito italianissimo, anzi milanesissimo, in cui sentire il calore e l'affetto della città, della sua storia e del suo passato.

Cova Montenapoleone, Via Monte Napoleone, 8.

Instagram: @pasticceriacova

La colazione da Marchesi, in Corso Magenta

È impossibile passeggiare per Corso Magenta e non notare le vetrine della Pasticceria Marchesi, così come è difficile rinunciare alla colazione, soprattutto il sabato mattina, con il giornale alla mano e il tempo che scorre lento. È il 1924 quando Angelo Marchesi apre la sua pasticceria in via Santa Maria alla Porta, a pochi passi dal Duomo di Milano. Nel 2014 l'acquisizione da parte di Prada ha fatto moltiplicare i caffè Marchesi in città e nel mondo. Ma ciò che ancora oggi rende l'originale Pasticceria Marchesi così magica ed affascinante (a distanza di 200 anni) è il mantenimento dei suoi arredi originali dei primi del Novecento, i soffitti a cassettoni, gli antichi specchi e le lampade in stile Art Deco.

Marchesi 1824, Via Santa Maria alla Porta, 11/a.

Instagram: @marchesi1824

Il panino di De Santis

È ancora una volta Corso Magenta il luogo in cui tutto ha avuto inizio. È il 1964 quando i due coniugi Renzo e Dina De Santis hanno l’intuizione di realizzare «panini imbottiti fatti a regola d’arte». Per la prima volta si inizia a parlare di pasto veloce, un qualcosa di molto innovativo per l'epoca. Ma Milano correva già e l'idea di consumare un panino al volo prese rapidamente il cuore dei milanesi, che non potevano più farne a meno. Il locale originale - che nel frattempo si è espanso in diversi locali sparsi per la città - oggi conserva l'arredamento di un tempo e quello stesso bancone in legno di 60 anni fa. La preparazione dei panini viene sempre effettuata al momento dell’ordine e il pane, realizzato con una ricetta propria, finisce di cuocere prima di essere servito. Ma De Santis è bellissimo anche a fine giornata, quando il sole cala e Milano inizia piano piano a rallentare. Offre infatti un'ottima selezione di cocktail, da sorseggiare seduti su un piccolo sgabellino in legno, fuori dal locale, osservando le persone che camminano, il tram che passa e la città che respira.

Panini De Santis, Corso Magenta, 9.

Instagram: @paninidesantis1964

Il panzerotto di Luini

Cinema Odeon e panzerotto di Luini. Quale migliore connubio? Anche se oggi il cinema non c'è più (ha chiuso il 1 agosto 2023, dopo 94 lunghi anni), i milanesi non rinunciano al panzerotto, a quella coccola che riaccende nella testa i ricordi delle loro romantiche serate estive (anche se i più schizzinosi si spaventano di fronte alle ormai chilometriche file di turisti). La storia di Luini inizia nel 1949, quando la signora Giuseppina Luini si trasferisce dalla Puglia, rilevando il forno di Via Santa Radegonda 16. L'interesse era sempre rivolto ai prodotti tradizionali della sua terra. Primi tra tutti i panzerotti, tipici pugliesi, di cui possedeva la preziosa ricetta del nonno. Pomodoro e mozzarella è l'invenzione di Giuseppina, la scelta sicura. Ma da quel 1949 sono state aggiunte diverse varianti, tutte rispettando rigorosamente la stessa base e la stessa modalità di lievitazione e cottura. «Sono legato alle tradizioni, fatico ad accettare anche la saracinesca elettrica. Questo locale potrà cambiare arredi, ma non l’anima che lo muove. Siamo orgogliosi del nome che compare sull’insegna», racconta Giovanni Luini, figlio di Giuseppina, nel suo libro Volevo solo fare il panettiere, pubblicato nel 2021.

Panzerotti Luini, Via Santa Radegonda, 16.

Instagram: @luini_panzerotti

I Marron Glacé e le praline di Giovanni Galli

Marroni canditi, fondenti, violette e praline. Dove? Da Giovanni Galli, in Corso di Porta Romana. Aperto nel 1911, dal 1942 divenne fornitore ufficiale dei palati regali di casa Savoia. Da oltre cento anni la tecnica di produzione dei dolci nella ditta Galli non è cambiata, forse anche grazie al fatto che la gestione dell’attività è sempre rimasta all’interno della famiglia e le ricette, così come l'amorosa dedizione, sono stati fedelmente tramandati. Tutto viene realizzato quasi interamente a mano e senza l’aggiunta di conservanti. Nei mesi autunnali le castagne vengono in parte trasformate in marron glacé da vendere direttamente al banco, in parte lasciate nello sciroppo di cottura e conservate, per poter essere vendute in primavera ed estate.

Giovanni Galli, Corso di Porta Romana, 2.

Instagram: @giovannigalli1911

Il pollo di Giannasi

C’è una cosa che distingue i veri conoscitori di Milano: aver mangiato almeno una volta nella vita il pollo allo spiedo di Giannasi. Quel piccolo chiosco in Piazza Buozzi (zona Porta Romana) è ormai un pezzo della storia di Milano. D'altronde cosa c'è di più bello di una sera di primavera passata con gli amici di una vita seduti sulle panchine di quella piazzetta? Negli anni 50 i fratelli Graziella, Dorando e Luciano Giannasi, provenienti da un piccolo paesino dell'Appennino tosco-emiliano, si trasferiscono a Milano in cerca di lavoro. È il 1966 l'anno in cui individuano il chiosco di Piazza Buozzi, all'epoca abbandonato, e decidono di ristrutturarne le mura. Dal 1967 tutto è rimasto uguale. Mettersi in coda, prendere il numero, aspettare il proprio turno osservando la Milano che respira, che scorre tutt'attorno. Scrutare minuziosamente quel ricco bancone, intenzionati a provare qualcosa di nuovo, ma poi sempre finire per prendere il solito: «Un pollo allo spiedo e una vaschetta di patate al forno, grazie». Se proprio vi sentite stravaganti, le crocchette di patate alla menta fanno al caso vostro. È tutto bellissimo.

Giannasi dal 1967, Piazza Bruno Buozzi, 2.

Instagram: @giannasi1967

La spesa da Peck

Oggi diamo forse per scontata la tradizione della gastronomia, delle cene organizzate all'ultimo minuto con quella magica tappa in quel piccolo locale, che però tutto ha (anche il potere di salvare una serata), ma non è sempre stato così. È stato proprio Peck, negli anni Trenta, a dare il via alla tradizione di invitare personaggi di spicco del mondo politico ed istituzionale, insieme ad amici e intellettuali, nelle proprie case. Il 1883 è l'anno in cui comincia questa grande storia, quando il salumiere di Praga Francesco Peck decide di aprire una bottega di salumi e carni affumicate in Via Orefici 2, a Milano, con l’ambizione di renderla la più prestigiosa salumeria della città. Peck diventa poi fornitore ufficiale della Casa Reale e dal 1912 si sposta in Via Spadari 9, dove lo troviamo oggi. Un vero tuffo nella gastronomia d’élite milanese.

Peck, Via Spadari, 9.

Instagram: @peck_milano

L'aperitivo al Jamaica

Il bar è un luogo del cuore, un luogo dell'anima. Non è importante solo bere bene, ma farlo con le persone giuste, con cui condividere emozioni ed esperienze, in un luogo intimo, in cui sentirsi a casa, liberi di esprimersi. E dove se non al Jamaica, nel cuore di Brera? All'apparenza semplice, essenziale ma pieno di vita. La sua storia nasce nel 1911. Ideale punto di incontro per gli intellettuali dell'epoca che frequentavano l'adiacente Accademia. Si incontravano lì per scambiarsi idee, scherzare, litigare o anche solo per bere un buon caffè. I ricordi, le leggende e gli aneddoti sono incisi nelle mura di questo storico locale e lì per sempre rimarranno, pronti ad accogliere calorosamente milanesi e turisti, offrendo cocktail, tartine e un magico spazio in cui sognare.