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Da Vestiaire Collective a Tessabit, l'estetica naïf è una costante per Isabel Marant

In occasione dell'inaugurazione del pop-up store sul lago di Como, la designer francese si è raccontata in un'intervista
isabel marant

Dalla selezione curata personalmente per Vestiaire Collective al pop-up store a Bellagio, nato da un'idea di Tessabit, Isabel Marant racconta il suo concetto di bellezza

La sua visione ha definito un'estetica, che negli anni si è evoluta ma non è cambiata. Ecco perché, che si tratti della collaborazione con Tessabit per l'apertura di un pop-up o di quella con Vestiaire Collective per una selezione di capi pre-loved, l'identità stilistica di Isabel Marant resta riconoscibile nel tempo. I capi che crea, proprio proprio come la sua estetica, hanno tante vite. Perché in tutto ciò che fa, mette se stessa e il proprio gusto.

Isabel Marant x Vestiaire Collective

Isabel Marant Vintage, lanciata insieme a Faume nel 2021, mira a fare della durabilità dei capi una pratica sostenibile: è nata così la partnership con Vestiaire Collective, con l'obiettivo di costruire un futuro più responsabile e educare chi acquista alla consapevolezza. Curata personalmente da Isabel Marant, la selezione di capi pre-loved in vendita è un modo per portare a casa pezzettini della sua storia: tra gli altri ci sono infatti capi di sfilata degli ultimi dieci anni, con quindici look che racchiudono a pieno l'anima romantica e ingenua del suo stile. «Isabel Marant incarna uno stile di vita assolutamente riconoscibile, la personalità degli spiriti liberi. Il suo stile senza tempo e la sua modernità trionfano in ogni collezione. Vestiaire Collective, nel cui DNA si trova la promozione di una moda intramontabile e di articoli in grado di durare nel tempo, è lieta di aver stretto questa partnership, che incoraggia ancora di più la circolarità e la sostenibilità» ha spiegato Sophie Hersan, Co-Fondatrice e Fashion Director di Vestiaire Collective.

Isabel Marant x Vestiaire Collective

La visione di Isabel Marant nelle sue stesse parole…

Abbiamo incontrato Isabel Marant a Bellagio, quando il suo pop-up store in collaborazione con Tessabit aveva aperto da pochi minuti e il negozio era già pieno di una folla prontissima ad acquistare i suoi capi. Tra pubblico, turisti e fidati clienti dello store, si percepiva la voglia di accogliere l’Estate portandosi a casa un vestito con microstampa o una tote bag in rafia.

Lei ha un’energia inconfondibile e con il suo charme francese inizia a raccontarci: «Non ho praticamente mai lavorato per altri brand o designer, cosa che ritengo molto rischiosa perché a volte mi sembra di non aver avuto il tempo di migliorare confrontandomi con altri stilisti». La sua impazienza e voglia di fare l’hanno spinta a lanciare il primo brand di maglieria e jersey “Twen” a soli 22 anni e poco dopo, nel 1995, a fare il grande passo, portandola a sfilare per la prima volta con il suo nome. Una donna determinata e capace di non farsi fermare o rallentare dal timore di sbagliare: due qualità che hanno tracciato la strada per il suo successo. La stilista francese è una meravigliosa eccezione in un mondo in cui oggi gli uomini sono in maggioranza a ricoprire i ruoli più importanti. Non possiamo non chiederle come ci sente a essere non solo la mente creativa, ma anche la proprietaria del suo omonimo brand. «Penso che le donne siano più silenziose, gli uomini parlano più forte, ma se si guarda bene ci sono molte donne nella moda» - afferma Marant - «Noi come brand siamo molto attenti all'emancipazione femminile, e forse per alcune cose sono un'icona un po' unica in un certo senso».

Su questo tema Kim Bekker, collaboratrice di lunga data di Marant, sottolinea l'importanza di riuscire a creare qualcosa di autentico e personale. «Ci sono molte persone che prendono esempio da altri marchi, ma Isabel ha iniziato a fare qualcosa di suo e ancora oggi le sue collezioni rappresentano lo stile e il modo unico di vedere la moda di Isabel Marant».

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Isabel Marant è infatti rimasta fedele alla sua visione, nonostante le difficoltà e le sfide. In questa ultima stagione lo stile boho è tornato a essere una tendenza predominante e lei sin dagli inizi della sua carriera è stata premonitrice con i texani accostati agli abiti di pizzo, le cinture e le giacche di pelle, le microstampe, le borse con frange e studs.

Sicuramente questo stile, rispetto ai primi anni, ha subito un’evoluzione, ma lei ci racconta: «Quando ami davvero qualcosa lo ami per sempre, abbiamo davvero un “lessico Marant" che amiamo ancora e su cui stiamo ancora lavorando».

Bekker aggiunge: «Siamo tornati più in profondità, ai solchi della sua identità, delle sue origini, del marchio. Rimanere fedeli a se stessi è stato il successo delle ultime collezioni».

Nel corso della sua carriera, Marant ha vissuto momenti memorabili, tra cui il suo primo show, vissuto con quello charme ribelle e naïve inconfondibile. «Non avevo molti soldi ed ero in trattativa con il comune di Parigi per un bel palazzo antico di cui ero innamorata. Mi hanno dato l'autorizzazione, ma poi mi hanno chiamato due giorni prima della sfilata per dirmi che non potevo più farlo per ragioni di sicurezza. Tutti gli inviti erano già stati spediti e non avevo un piano B, così ho detto 'Ok, lo facciamo lo stesso'. Il resto è storia: fu un grande successo».

Sulla scia dei ricordi indimenticabili poi dice: «Anche la collaborazione con H&M è stata un'altra pietra miliare. È stato un momento molto importante perché ho avuto l'opportunità di tornare alla mia prima collezione e riscoprire tante cose del mio passato».

Il progetto italiano a Como è un esempio perfetto di come Marant riesca a integrare il suo stile in contesti diversi. «Lavoriamo con Tessabit da molto tempo e ho un ottimo rapporto con Andrea Molteni. Questo pop-up store era una grande opportunità e quando me l'hanno proposto ho pensato ‘Sì, è proprio il nostro mood, dobbiamo farlo’». La capsule collection legata a questo progetto riflette lo spirito estivo e spensierato di un luogo iconico come Bellagio, mantenendo lo stile di Marant, sempre fresco e chic. E guardandosi in giro aggiunge: «Amo le donne italiane perché sono anche donne forti, non sono donne che si possono mettere da parte. Quando penso a loro mi viene in mente Sophia Loren, iconica, ma anche Monica Vitti».

Mentre parla, non riusciamo a non smettere di guardarla, il suo “modo di fare” è magnetico, una vera icona di cui vorresti sapere ogni cosa. E viene spontanea una domanda sulla sua idea di bellezza: «Per me la bellezza è essere sicuri di sé perché penso che la bellezza non sia solo il viso, ma anche la lucentezza che viene fuori da se stessi. Molte donne vengono da me e mi dicono: ‘mi piace che non ti tingi i capelli e non fai nessun intervento sul tuo viso’. Questo è molto francese, si ha il desiderio di apparire molto naturali e sembra che non si presti attenzione». E ridendo aggiunge: «Noi teniamo moltissimo all'aspetto e ci piace essere cool a tutte le età, ma è anche importante avere una vita sana, praticare sport e stare bene con se stessi».

Ci salutiamo in direzione della barca che ci porterà nella magica location di Villa Pliniana, in cui ci incontreremo di nuovo e insieme potremo festeggiare il suo ritorno in Italia e l'inaugurazione della sua boutique in collaborazione con Tessabit.

Photo Raoul Grandolfo