Picasso, l'arte e il femminismo: una mostra indaga. It’s Pablo-matic, curata da Hannah Gadsby

A 50 anni dalla sua morte, in mostra al Brooklyn Museum più di 100 opere di Picasso e altrettante di artisti più attenti alla dignità e alla libertà espressiva della donna
It's Pablomatic Picasso according to Hannah Gadsby in mostra al Brooklyn Museum
Nu couché [Reclining nude]. Boisgelooup, April 4, 1932. Oil on panel, 130 x 161.7 cm. MP142. Photo: Adrien Didierjean.© RMN-Grand Palais / Art Resour

It's Pablo-matic!: Picasso according to Hannah Gadsby in mostra al Brooklyn Museum

Era il 2017, all'inizio del #metoo, un movimento che aveva costretto tutti noi a riesaminare le dinamiche di potere di genere, quando la comica Hannah Gadsby portò in scena alla Sydney Opera House la sua stand-up comedy Nanette, che approdò poi su Netflix.

Pablo Picasso e Hannah Gadsby

Parlava delle conseguenze della misoginia e dell'omofobia, sfidando anche ironicamente le narrazioni e le figure canoniche della storia dell'arte. E tra queste c'era (anche) Picasso. Ma, oggi a 50 anni esatti di distanza dalla sua morte, si può condannare l'uomo, certo, ma non si può condannare la sua arte. Lo diceva lei stessa: l'influenza di Picasso su tutta l'arte moderna non la si può sottovalutare, il cubismo ha avuto una portata sismica su tutto il secolo.

Lo scultore. Parigi, 7 dicembre 1931Photo: Adrien Didierjean. RMN-Grand Palais / Art Resour

Forse è per questo che il Brooklyn Museum - unico in Us con un Centro per l'arte femminista - ha affidato proprio a lei la curatela della nuova mostra che inaugura il 2 giugno e prosegue fino al 24 settembre It's Pablo-matic!: Picasso according to Hannah Gadsby. Anne Pasternak, la direttrice, l'ha contattata poco dopo l'uscita di Nanette, poi con il tempo il progetto è diventato concreto. In mostra ci sono più di cento opere di Picasso - tra cui dipinti, sculture, fotografie, opere su carta e video - con accanto, però, una serie di capolavori di altri artisti del XX e XXI secolo, che hanno usato la loro arte a sostegno del femminismo. La mostra, quindi, fa i conti con una tematica piuttosto scomoda - l'arte e il femminismo appunto - che ha un po' a che fare con la cancel culture ama che viene affrontata qui in modo light e intelligente.

Donna che piange, Parigi, 1937Photo: Adrien Didierjean. RMN-Grand Palais / Art Resour

Pablo Picasso (1881–1973) rimane un'icona culturale il cui status di artista fondamentale dell'arte moderna non è minimamente in discussione, ma è molto interessante il dialogo che si crea tra le sue opere e quelle di altri artisti più attenti alla dignità e alla libertà espressiva delle donne. Tra questi ci sono Dara Birnbaum, Louise Nevelson, Nina Chanel, Louise Bourgeois…Gadsby stessa espone qui un suo dipinto che realizzò, ispirandosi al La grande bagnante di Picasso, quando aveva diciassette anni, la stessa età che aveva Marie-Thérèse Walter quando l'artista, che di anni invece ne aveva 45, iniziò una relazione con lei. È una sorte di introduzione alla prospettiva critica e interessante che la curatrice vuole dare alla mostra.

Yo Mama, dell'artista jamaicana Renee CoxBrooklyn Museum, Gift of the Carol and Arthur Goldberg Collection

Divertente e istruttivo il tour audio della mostra, raccontata con l'umorismo incisivo e la critica tagliente di Gadsby, che dice:

«Se Picasso, con tutta la sua misogina e il suo narcisismo, va ricordato come il più grande artista del ventesimo secolo, non dimentichiamo è stato quel secolo a condurci alla drammatica situazione di un mondo in cui nessuno è felice. Possiamo affermare, dunque, che il ventesimo secolo nel suo insieme è stato problematico almeno quanto lo stesso Picasso, e la nostalgia per lui potrebbe alimentare ancora il conflitto intergenerazionale del momento. Siamo ancora governati da mostri del 1900, quindi perché non celebrare Picasso come la mascotte perfetta per un secolo mostruosamente arrogante e distruttivo?».

Do Women Have to Be Naked to Get Into the Met delle Guerrilla Girls, 1985Brooklyn Museum, Gift of Guerrilla Girls BroadBand

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