È dal 1879 che Ragno firma la biancheria intima degli italiani. Ma, nel tempo, l'azienda si è evoluta insieme ai bisogni della società. Pur restando sempre fedele ai suoi valori di comfort
Nel 1879, ai piedi del Monte Rosa, la famiglia Pastore fonda un’azienda di maglieria intima. Il suo nome è Ragno e il suo tratto distintivo la praticità, in linea con il contesto storico e la cultura italiana post-risorgimentale caratterizzata dalla corrente verista, concreta e fiduciosa nella scienza. «Proprio come un ragno che umilmente tesse la sua sorprendente opera geometrica, ovvero la ragnatela, siamo entrati nel mercato tessendo maglie di lana», racconta Lincoln Germanetti, amministratore delegato di Tollegno Holding, a cui fa capo Ragno. «Sulla nostra etichetta, infatti, per lungo tempo abbiamo posto il nostro motto in latino: Humilis Artifex Mirabile Opus, ovvero “Un artigiano umile di un’opera meravigliosa”. Ci riconosciamo molto in questa immagine».
Fin da principio, l’obiettivo del marchio è fare del bene alle persone attraverso l’abbigliamento. Una filosofia portata avanti con la produzione di maglieria in lana, fibra tessile legata da secoli al territorio della Valsesia, dove il brand affonda le sue radici, e alla sua acqua pulita proveniente dai ghiacciai del Monte Rosa. Oggi, però, le maglie intime sono solo una parte della produzione di Ragno: «Dal 1970 abbiamo deciso di fare incursione nell’outwear. La mentalità della gente stava cambiando e, nei due decenni successivi, sono nate nuove maniere di intendere l’intimo, sia per uomo che per donna». Negli anni 80, per esempio, Ada Masotti ha reso popolare la corsetteria leggera, e la maglieria intima è diventata sempre più di nicchia. «I nuovi capi da esterno hanno continuato a ispirarsi al passato, e quindi a quel comfort che solo la biancheria è in grado di assicurare. Il nostro è un approccio al prodotto basato su vestibilità, comodità e valore dei materiali a contatto con la pelle, come lana merino, cotone e viscosa. Al contempo, però, cerchiamo di mantenere un prezzo accessibile», spiega ancora l’ad.
Nel 2008, l’azienda ha sviluppato quello che, di lì a poco, sarebbe diventato uno dei suoi prodotti di punta: un pantalone da esterno senza zip, bottoni e cerniere, capace di far sentire chiunque lo indossi a proprio agio, dall’estetica minimale definita dal color-block. Un capo divenuto ancor più popolare ai giorni nostri, in quella società post-pandemica che ha sdoganato il concetto di comfort associato all’abbigliamento da esterno.
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Oggi, Ragno continua a tessere la sua tela – e a innovare la sua tecnologia – dal territorio in cui è nata, con un’attenzione sempre più elevata nei confronti della sostenibilità, ambientale e non solo: «Il benessere del cliente e di chi lavora con noi è la nostra priorità da sempre», conclude Germanetti. Che continua a intrecciare una storia italiana, familiare e di provincia, che da 145 anni contribuisce a rendere grande il suo Paese nel mondo.
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