La Mercedes Benz Fashion Week di Tbilisi mostra al mondo una moda georgiana punk e sensuale, che non si limita ai racconti di Demna e Guram Gvasalia.
Trascorsi quattro anni dall’ultima edizione, la Mercedes Benz Fashion Week di Tbilisi apre nuovamente le porte al talento, dimostrando come il tempo non abbia scalfito minimamente la capitale georgiana e la creatività che la contraddistingue.
Maggio è stato il mese del rilancio della fashion week di Tbilisi che, nel corso degli anni pre-pandemici, ha catalizzato l’attenzione della stampa e dei buyer internazionali grazie a una semplice ma efficace formula di successo, ovvero far emergere la forza creativa che la capitale georgiana racchiude attraverso la popolosa community di giovani che vogliono far sentire la propria voce a livello globale.
Sono lontani i tempi in cui pensare alla Georgia significava considerare unicamente Demna e Guram Gvasalia. Oggi Tbilisi è una fucina più viva che mai, operosa e impegnata politicamente. La vicina guerra in Ucraina ha risvegliato negli abitanti georgiani i ricordi fin troppo recenti dell’invasione russa che ancora occupa il 20% del territorio a nord del paese, rinvigorendo il patriottismo e la vicinanza del Paese all’Europa. Nonostante sembrino elementi lontani dalla moda, la politica è parte fondamentale e cruciale per analizzare l’identità georgiana: la capitale è ricca di bandiere ucraine ed europee; le nuove generazioni si riversano nelle strade vestendo uno stile che cita il punk, il grunge, la storia del costume georgiano, in netto contrasto con la vecchia guardia; la voglia di raccontare e di raccontarsi è ancora una necessità primaria. Inoltre, per sottolineare la vicinanza all’Ucraina, la fashion week ha offerto la propria visibilità per supportare due designer originari di Kiev, ora residenti all’estero, come Nadya Dzyak e Jean Gritsfeld.
Leggete anche: Mercedes-Benz Fashion Week Tbilisi primavera estate 2021: best of Talents
Guidati da Sofia Tchkonia, curatrice della fashion week e della piattaforma BeNext Fashion Design Contest dedicata ai giovani talenti georgiani e dei paesi limitrofi, i designer si sono ritrovati con la responsabilità di rinfrescare la scena di moda, aggiungendo il loro contributo culturale e socio-politico a quello degli storici protagonisti come Situationist, Mach&Mach e Keburia. Il risultato è una celebrazione di tutta la città: nelle diverse location, la stampa, i buyer e gli ospiti internazionali hanno potuto osservare le collezioni pronte a spiccare il volo verso il successo e i mercati internazionali.
Ogni evento ha racchiuso in sé un aspetto fondamentale per la riscoperta dei valori e della cultura georgiana. I drag ball, le visite agli atelier e gli show hanno connesso ulteriormente la storia millenaria del paese alla realtà contemporanea. Più di quanto si possa immaginare, più dell’Europa, la Georgia e i suoi abitanti più giovani fremono nel trovare uno sfogo in cui indirizzare le proprie velleità e volontà identitarie, non soltanto attraverso la moda. La collezione di Situationist, per esempio, precedentemente presentata a Parigi, è stata rivisitata in chiave unicamente menswear e mostrata nella città vecchia, più precisamente nelle terme storiche della capitale. A sfilare fra le cupole e le acque termali, i modelli rappresentano la concezione di mascolinità di oggi, allontanandosi da visioni tradizionali e patriarcali, sfidando i cliché e proponendo uno stile a cavallo fra Parigi, Berlino e Tbilisi.
Tornando allo streetwear, Reckless racconta l’adolescenza e le ossessioni dei teenager, come i manga o i messaggi urlati su capi oversize che denotano un corpo che cambia, che si modifica e che cresce; fra le note degli Air e della colonna sonora delle Vergini Suicide, le designer narrano una generazione profondamente turbata, maledetta e al contempo sarcastica, localizzata in un mondo che si evolve e in cui la fiducia per il progresso viene sempre meno.
Al contrario, Berhasm e Keburia propongono collezioni che parlano di moda su più livelli. Analizzando a livello denotativo, i capi sono desiderabili, affascinanti, a tratti sensuali (Berhasm) e concettuali (Keburia). A livello connotativo, le strategie dei due marchi sono fra le più importanti. Tbilisi è una piattaforma degna di interesse soprattutto per indirizzare il mercato - europeo per il primo, asiatico per il secondo - in maniera netta. Le due collezioni seguono i due filoni descritti e lontani fra di loro. Se il mercato europeo ora necessita di abbigliamento comprensibile, Berhasm propone la contemporaneità, il dialogo con il corpo, la sensualità nella diversità. Il mercato asiatico, a cui Keburia sembra avvicinarsi sempre di più, necessita un altro linguaggio e un’altra narrazione, fra il kawaii e il concettuale, senza scadere nell’appropriazione culturale, affondando le radici nel ben vestire che abitualmente colleghiamo al mercato asiatico.
Infine, il contest BeNext guidato da Sofia Tchkonia è la piattaforma più importante per il futuro della moda della città. Attraverso diversi premi e una giuria internazionale, l’obiettivo di Tchkonia è salvaguardare la creatività emergente attraverso borse di studio, finanziamenti, supporti di PR e mentorship. Fra i diversi vincitori, a emergere è la collezione Re12 di Davit Zhorzholiani. Ispiratosi a Filippo Tommaso Marinetti e all’esoterista Eliphas Lévi, Zhorzholiani realizza una collezione couture in chiave upcycling, recuperando scarti di tessuto, di pelle, di oggetti e di capi ormai destinati al macero. Proprio come Marinetti e Lévi, il designer punta a distruggere il passato per concentrarsi sul futuro, messaggio condiviso dalla maggior parte dei creativi georgiani, focalizzati a costruire un avvenire che è talvolta ancora burrascoso o indecifrabile.
Leggi anche: