Milan Loves Seoul è l'evento dedicato alla moda sudcoreana tenutosi durante la Milano Fashion Week. In occasione della cena di chiusura, Christian Boaro ha vestito l'attrice di Squid Game Kim Joo-ryoung, e i due ci hanno raccontato come è andata.
Milano è lontana da Seoul circa 8.881 km, eppure, grazie alla moda e alla passione di chi lavora in questo settore, le distanze sembrano azzerarsi. L'evento Milan Loves Seoul, tenutosi in occasione della Milano Fashion Week, ha portato in città diversi designer sudcoreani che, dal 23 al 26 febbraio, hanno presentato le loro collezioni presso Casa Degli Artisti. Tra questi, tre di loro hanno avuto l'opportunità di sfilare davanti a un pubblico internazionale di addetti ai lavori, studenti e celebrities.
I brand in questione sono Dahna, Tibaeg e Mommanwa, ognuno con il suo personalissimo modo di raccontare le proprie origini. La collezione di Dahna, per esempio, è ispirata alle antiche usanze coreane, con il nastro – usato da secoli al posto di fibbie o bottoni a pressione – come protagonista.
Tibaeg, invece, è un brand dall'anima romantica che per dare vita ai suoi abiti ha scelto di utilizzare il poliestere riciclato e colori rasserenanti (e a tratti nostalgici) come il bianco, il blu o il rosa pastello.
E infine Mommanwa, brand che si ispira alla cultura punk e street locale, ha presentato una collezione caratterizzata da tagli e cuciture fuori dal comune, che potrebbero far sembrare i capi quasi incompleti ma sono in realtà una scelta consapevole che urla quanto sia importante rimanere fedeli alla propria essenza più profonda.
Due giorni prima della sfilata, gli organizzatori di Milan Loves Seoul hanno accolto designer, stampa e tutti gli invitati presso il ristorante di 10 Corso Como, per celebrare la (quasi) fine della Fashion Week. Al tavolo con me anche Christian Boaro, che per l'occasione ha vestito l'attrice del K-drama di grande successo Squid Game, Kim Joo-ryoung, con un lungo abito scintillante che porta la firma CHB. «Spero che in futuro ci sia anche un evento Seoul Loves Milan, è così bello far dialogare le due culture», mi ha confidato la special guest dell'evento alla fine della cena.
Come è nata questa collaborazione e qual è la storia dell'abito di questa sera?
CB: Quando mi è stato proposto di vestire Kim in occasione di questo evento ho accettato con molto piacere, è un'attrice che apprezzo molto e si è rivelata una persona meravigliosa. L'abito che indossa è un capo presente nella collezione CHB per la primavera estate 2024: il vestito è ricamato con delle micro paillettes argento dall'effetto iridescente che lasciano intravedere la base in pizzo rebrodè nero.
KJ: Ciò che più mi ha sorpreso dei vestiti di Christian è la loro capacità di trasmettere energia e vitalità pur rimanendo essenziali. È stato veramente difficile decidere quale indossare ma alla fine ho optato per questo perché mi piace l'effetto sparkling, trovo sia l'ideale per la sera, e il fit era perfetto. Mi fa sentire veramente cool.
Kim, una cosa che porteresti a casa dall’Italia?
Sono arrivata qui da poco ma, da ciò che ho potuto notare, vorrei portare la cultura culinaria italiana in Corea del Sud. Dell'Italia mi ha particolarmente colpito l'abitudine di prendersi del tempo da dedicare ai pasti e alla convivialità; ho scoperto il piacere di gustare il cibo lentamente e trasformarlo in un'esperienza sociale.
Christian, quali sono gli aspetti che preferisci della Corea del Sud?
Mi piacciono molto la cultura e l'estetica, il loro cibo e il loro cinema. Personalmente, nel mio lavoro collaboro già da diversi anni con alcuni produttori di tessuti sudcoreani, che sono tra i più interessanti nel panorama internazionale.
Milan loves Seoul è un evento nato con l’obiettivo di creare un ponte tra l’Italia e la Corea del Sud. In che modo credete che la moda possa riuscire a connettere le due culture?
KJ: Eventi come Milan Loves Seoul aiutano a unire le due culture anche perché permettono ai giovani designer di viaggiare, scoprire il mondo e poi portare ciò che hanno visto nel loro Paese. In Corea del Sud non è facile viaggiare come in Europa, quindi queste occasioni sono delle grandi opportunità.
CB: La moda è un settore che già di per sé crea connessioni tra le persone, e ora più che mai parla un linguaggio universale, anche grazie ai social. Il fatto che questo tipo di manifestazioni possano creare un ponte tra le due culture è solo un bellissimo punto di partenza. Dovremmo riuscire a creare più eventi di questo tipo per far dialogare la cultura italiana e coreana, che pur essendo diverse hanno molti punti in comune.
La moda e il cinema, da sempre, si nutrono l'uno dell'altra. Perché è così importante questo rapporto?
CB: Perché in entrambi i casi tutto è legato dalla narrazione, dal racconto di una storia. Senza di questo, entrambi i settori non avrebbero senso di esistere. Spesso i film sono stati grande fonte d'ispirazione per i designer e le loro collezioni, ma lo stesso è accaduto al contrario. Una modella o un'attrice hanno lo stesso compito, e cioè quello di interpretare in passerella o nello schermo un ruolo. I vestiti sono il tramite. Ma ripeto, la narrazione è il comune denominatore.
KJ: Devo ammettere che prima di diventare un'attrice non ero una grande esperta di moda, ma ora ho capito quanto sia importante per immedesimarsi nel personaggio, e quindi capirlo davvero.
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