Olimpiadi 2024: le atlete di tutto il mondo raccontate da Vogue in 11 ritratti esclusivi
Milena Baldassarri e Sofia Raffaeli vantano già una serie di record storici: Baldassarri, 22 anni, è stata la prima italiana a vincere una medaglia d’argento individuale a un campionato mondiale (a Sofia nel 2018), mentre alle Olimpiadi di Tokyo conquista il sesto posto nella Finale All-Around, miglior risultato mai ottenuto da una individualista italiana. Raffaeli, 20 anni, ideatrice della “Raffaeli”, una giravolta eseguita al suo debutto ai Campionati del mondo nel 2021, detiene 10 medaglie d’oro in campionati mondiali ed europei, e ha appena vinto un oro (nastro) e due argenti (palla e clavette) alla World Cup di ginnastica ritmica di Milano 2024 (che si aggiungono ai 30 ori conquistati finora in questa competizione). Nonostante la pressione e la disciplina che il loro sport richiede, le due atlete si sostengono moltissimo, una necessità quando la famiglia è lontana. Marco Grieco
La britannica Katarina Johnson Thompson si è fatta notare già al suo debutto alle Olimpiadi di Londra del 2012, all’epoca appena diciannovenne. Nei 12 anni successivi l’atleta di Liverpool (nonché migliore amica ed ex compagna di scuola dell’attrice Jodie Comer) ha superato diversi infortuni conquistando due titoli mondiali: a Doha 2019 e Budapest 2023. Intanto, KJT, come la chiamano i fan, è diventata il punto di riferimento di una nuova generazione di atleti che considerano l’onestà e la vulnerabilità dei punti di forza. Una medaglia olimpica è l’unica cosa che le manca: come ammette lei stessa, ha “questioni in sospeso” a Parigi. Ellie Pithers
«Ho iniziato a fare surf quando avevo circa sei anni», racconta Shino Matsuda, «e mi sono alzata in piedi al primo tentativo». Il resto, come si suol dire, è storia. Quattordici anni dopo, Matsuda, originaria di Chigasaki, una città costiera a circa 50 chilometri a sud di Tokyo, si è qualificata per le Olimpiadi di Parigi 2024 dopo aver terminato gli ISA World Surfing Games 2023 a El Salvador con il miglior punteggio tra le atlete asiatiche. Ora non vede l’ora di partecipare alla sua prima Olimpiade, che la manderà insieme ai suoi coetanei nella lontana (e bellissima) Teahupo’o, a Tahiti, «a cavalcare le onde migliori», dice sorridendo. Marley Marius
Sara Balzer, 29 anni, nata a Strasburgo e membro della squadra francese di sciabola femminile vincitrice della medaglia d’argento a Tokyo 2020, si presenta ai Giochi Olimpici di casa piena di onori, tra cui le medaglie d’oro della Coppa del Mondo 2024 in Grecia e Belgio e le medaglie d’argento dei Campionati del mondo di scherma 2023 a Milano e dei Campionati europei 2023 in Bulgaria. «Con la mia squadra abbiamo lavorato tanto, negli ultimi anni, per essere le migliori alle Olimpiadi», dice Balzer. Durante questo periodo, si è rivelato utile un certo rituale pre-partita: «Ascolto la musica, ripeto quello che sto per fare ed entro in modalità combattimento». M.M.
Oltre un decennio trascorso a rappresentare l’India nella boxe ha insegnato a Nikhat Zareen, 28 anni, a parare i colpi dentro e fuori dal ring. Tra l’esclusione subita all’inizio per aver voluto praticare uno sport tradizionalmente maschile e la lussazione della spalla che le ha quasi chiuso la carriera nel 2017, il percorso di Zareen verso il successo è stato costellato di ostacoli. Ma quando combatte, tutto questo passa in secondo piano. «Ogni volta che salgo sul ring», dice la due volte campionessa del mondo, «il mio unico pensiero è: Nikhat, devi vincere questo incontro a ogni costo». Sadaf Shaikh
Ge Manqi è abituata a superare i limiti: ai Giochi di Tokyo 2020 è stata la prima velocista cinese a qualificarsi per la semifinale dei 100 metri femminili in quasi 40 anni. Ora, mentre si prepara per Parigi, Ge, 26 anni, ha un messaggio forte per gli spettatori cinesi e di tutto il mondo: «Vorrei trasmettere la mia positività e le mie intuizioni alla prossima generazione di atleti, in modo che possano fare tesoro dei miei risultati. La mia missione è aiutare le velociste cinesi a raggiungere nuovi traguardi. È un falso mito che gli asiatici non possano eccellere nello sprint. Non bisogna farsi condizionare da idee preconcette». M.M.
Sha’Carri Richardson ha una reputazione che la precede. Anche se i Giochi di Parigi segneranno la sua prima apparizione alle Olimpiadi, la 24enne originaria del Texas si è già affermata in più occasioni come una delle donne più veloci al mondo. Basti pensare alla sua prestazione ai Campionati mondiali di atletica 2023 a Budapest, dove il suo tempo di 10,65 secondi nei 100 metri – il quinto più veloce di sempre – ha stabilito un nuovo record della manifestazione. Risultati come questi sono il frutto del suo talento e del suo allenamento, ma anche di uno «stile di vita 24/7», come spiega la stessa Richardson. «La pista è la mia vita quotidiana. Tutto ciò che faccio – ciò che mangio, che bevo, se rimango sveglia fino a tardi – si riflette sulla pista. Ogni scelta. È questo che il mondo non vede». M.M.
«Molte di noi vivono insieme da più di 10 anni: passiamo più tempo con le nostre compagne di squadra che con i nostri famigliari», afferma Samanta Rodríguez, 29 anni, membro della squadra di nuoto artistico del Messico, che quest’estate gareggerà alle Olimpiadi per la prima volta dal 1996 (nel frattempo, il Paese si era qualificato solo nel singolo o nel duo). Questa focalizzazione ha portato a risultati straordinari: dopo aver vinto l’argento ai Campionati mondiali di nuoto di Fukuoka, in Giappone, nel 2023, il Messico si è assicurato il posto a Parigi con due medaglie d’oro ai Giochi panamericani di Santiago del Cile. «Qualificarsi per le Olimpiadi significa realizzare un sogno che ho da sempre e che da bambina vedevo molto lontano», aggiunge la collega Regina Alférez, 26 anni. Alle Olimpiadi 2024 queste atlete rappresenteranno il loro Paese sulla scena mondiale. Cosa significa per loro? «Portare la bandiera messicana è ciò che mi ispira ogni giorno», afferma Nuria Diosdado, 33 anni. M.M.
Lo Chia-ling ha debuttato ai Giochi olimpici di Tokyo quando aveva solo 19 anni, vincendo la medaglia di bronzo nella categoria 57 kg femminile. Ora, a 22 anni, nella competizione di Parigi ambisce all’Oro. Della capitale francese apprezza tutto: «Mi piacciono le strade, il panorama, ma la cosa più interessante è probabilmente lo shopping», dice Lo ridendo. E poi «la gastronomia, famosa in tutto il mondo, che non vedo l’ora di sperimentare». M.M.
Quando chiediamo alle calciatrici Misa Rodríguez, Alexia Putellas, Irene Paredes e Olga Carmona de La Roja quali sono gli atleti che le ispirano di più, le loro risposte sono meravigliosamente varie: oltre alle leggende del calcio Vero Boquete, Iker Casillas e Hope Solo, emergono anche nomi come il cestista dell’NBA LeBron James e la tennista Serena Williams. Perché questo gruppo di ragazze privilegia l’eccellenza, punto e basta: fanno parte della prima squadra di calcio femminile spagnola a qualificarsi per le Olimpiadi, il che significa che vorranno dare tutto sul campo, anche se l’oro olimpico è, ovviamente, solo una misura del successo. L’obiettivo più grande, per la trentenne centrocampista Putellas? «Continuare a praticare questo sport per molti anni e far sì che i tifosi si godano le partite con me». M.M.
Mentre il breaking debutta come disciplina olimpica ai Giochi di Parigi 2024, Sanja Jilwan Rasul, conosciuta anche come B-Girl Jilou, 31 anni, spera un giorno di realizzare il suo sogno: gareggiare. «Sapevo di dover puntare tutto su un unico obiettivo», racconta, «così ho smesso di lavorare come coach per avere più tempo da dedicare agli allenamenti». Il suo portafortuna? Un marco tedesco delle Olimpiadi di Monaco del 1972, regalatole dalla nonna. Invece di sentirsi sotto pressione per le fasi di qualificazione, Jilou intende godersi appieno il momento, sperando di diventare un modello per le future generazioni di breaker. Katharina Fuchs
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Vogue USA.