Paola e Chiara: “Oggi ci crediamo e stiamo insieme per scelta, non per simbiosi”

“Il nome del mio profumo? Lo dico solo ai tassisti che me lo chiedono quando salgo in macchina”, confessa Paola. Il segreto di Chiara, invece, è un mollettone "fotonico"
Paola e Chiara

Paola e Chiara: intervista esclusiva e il video In the Bag per raccontare il loro nuovo corso

È un ritorno in grande stile, quello delle sorelle Iezzi. Fate madrine del pop italiano, con il singolo Furore Paola e Chiara hanno conquistato il disco di Platino catalizzando l'attenzione dei media che, a 10 anni dal loro ultimo disco in coppia a cui è seguito un periodo di separazione professionale oltre che personale, hanno dedicato loro innumerevoli copertine e trasmissioni radiofoniche o televisive.

Segno che ci erano mancate, ovviamente. Ma anche del fatto che, nel panorama musicale attualmente polarizzato tra canzoncine indie e post-trapper, il buon pop dall'anima internazionale e magari un po' vintage (non fanno mistero di ispirarsi a Kylie Minogue e Madonna) è assolutamente necessario - almeno quanto lo è una spolverata di glitter sulla malinconia.

Poco dopo aver annunciato il tour estivo cominciato a Trezzo d'Adda il 5 maggio (lo stesso giorno dell'uscita del nuovo tormentone, Marecaos), Paola e chiara hanno presentato il loro attesissimo ultimo album, Per Sempre (Sony Music), che racchiude alcuni dei loro maggiori successi cantati con ospiti d'eccezione come Elodie (in Festival), Noemi (in A modo mio), Ana Mena (in Viva el amor!), Jovanotti (in Hey!), Emma (in Fino alla fine), Levante (in Amoremidai) e altri ancora. Per chi già le ama e le segue dalla fine degli anni Novanta, una conferma (anche del fatto che sanno reinventarsi senza snaturarsi); per i nuovi fan, invece un goloso “riassunto delle puntate precedenti” che non può prescindere del revival Y2K - anni in cui loro incarnavano il pop italiano da esportazione – in atto nella moda e nel costume.

Paola e Chiara in una foto di Paolo Santambrogio

Come hanno dichiarato in conferenza stampa, il titolo del nuovo album - Per Sempre - allude alla dimensione “eterna” cui aspira la musica, ma non necessariamente all'eternità del loro sodalizio professionale - Chiara ha infatti intrapreso con grande impegno la carriera di attrice e intende portarla avanti. Il loro ritorno sulle scene, come ha dichiarato Paola, l'hanno voluto i tantissimi fan, chiedendolo a gran voce. E loro ci si sono tuffate anima e corpo, seguendo il flusso di energia, perfettamente "riaggiornate" dallo sguardo dello stylist Nick Cerioni.

Io ho incontrato Paola e Chiara per questa intervista alla fine di una lunga giornata milanese di promozione inaugurata da una notizia per loro molto triste: la scomparsa di Roberto Rossi, che le ha scoperte e portate per la prima volta a Sanremo. “È stato con noi fino all'ultimo, quando stavamo mixando Furore", spiega Paola. “Avrebbe addirittura voluto dirigere l'orchestra nelle serate sanremesi, ma la malattia non glielo ha consentito”.

Indossano abiti neri in raso e pizzo di Dolce & Gabbana, il brand che le ha vestite al Festival e che le veste anche per il tour con tre look ad alta conduzione di energia luminosa. Hanno appena finito di registrare In the bag, il format video di Vogue dove svelano tutto quel che c'è dentro le loro borse - tutto tranne il nome del profumo preferito di Paola ("lo dico solo ai tassisti, perché è la prima cosa che mi chiedono quando salgo in macchina, con la scusa di volerlo regalare alla moglie", mi spiega in camera caritatis) mentre per Chiara l'alleato segreto di bellezza è un mollettone “fotonico” per i capelli.

Sono un po' affaticate, ma l'adrenalina e la felicità del momento che stanno attraversando traspare dai loro occhi. E dalle loro parole.

Un bozzetto di Dolce & Gabbana per i look del tour Per Sempre di Paola e Chiara

Partiamo dal vostro nuovo album, Per sempre. Un titolo emozionante, per chi vi ha aspettato tutti questi anni… Cosa vi piace di più di questo progetto?

Paola: Siamo molto orgogliose, è un sentimento di gioia e di felicità quello che ci pervade in questo momento perché portare a compimento un'opera pop come questa in tempi così difficili, dove fare bene le cose è sempre più complicato, è stata un'impresa davvero meravigliosa. Abbiamo trovato collaboratori che ci hanno aiutati, dalla nostra etichetta che ci ha supportato fin da subito al nostro management.

Chiara: E poi il coinvolgimento di tutti gli artisti che hanno acconsentito a partecipare a questo disco ci ha emozionato: non era per nulla scontato che avrebbero detto di sì, che avremmo anche trovato i tempi per incastrare gli impegni di tutti e riuscire a fare queste registrazioni. Quindi è stato un impegno di forze che è confluito in un bel risultato.

Il titolo dell'album avrà mandato i vostri fan in delirio. Finalmente, avranno pensato, staranno insieme per sempre. Invece voi vi riferivate semplicemente a una generica aspirazione della musica. Per quanto riguarda Paola e Chiara, meglio concentrarsi sul qui e ora.

Paola: Ovviamente è bello sapere che la musica possa durare per sempre, nel senso che l'arte sopravvive a noi essere umani – anzi, volevo far sapere ai nostri fan che, comunque vada tra di noi, noi saremo comunque per sempre con loro. La musica resta, e magari si trasforma come testimonia questo disco.

Un bozzetto di Dolce & Gabbana per i look del tour Per Sempre di Paola e Chiara

E se qualcuno, dopo aver ascoltato le nuove versioni dei vostri “classici” contenute in Per sempre, vi dicesse che preferiva le versioni originali, come la prendereste?

Paola: Benissimo, nel senso che le originali ci sono, esistono, sono lì. Chiaramente ci piacerebbe che il pubblico volesse ascoltare le nostre canzoni rifatte anche in altri modi. Ma noi in primis, quando amiamo un artista, siamo fan dei suoi brani in versione originale che rimangono mitici, perché ci ricordano determinati momenti della nostra vita. Abbiamo rifatto queste canzoni per scandire nuovi momenti della vita delle persone e per arrivare magari alle nuove generazioni che ci hanno conosciute a Sanremo con Furore.

Chiara: Ai produttori che hanno lavorato su Per Sempre abbiamo lasciato tutta la libertà artistica nell'esprimere la loro musicalità e il loro estro creativo, fermo restando che queste canzoni erano hit da non snaturare, e quindi l'essenza di ogni canzone doveva restare inalterata.

Nessuna è stata snaturata, ma quale canzone ha avuto un'interpretazione, diciamo, un po' più spericolata?

Paola: Kamasutra nella versione di Cosmo è la più ardita, ma ce lo aspettavamo, anche perché lui viene da un mondo più alternativo, più indie e più elettronico rispetto al mondo pop a cui apparteniamo noi – anche se ci siamo sempre sentite un po trasversali, un po' ribelli.

La cover dell'album Per Sempre di Paola e Chiara

Voi avete fatto un percorso che secondo me vi rende molto più simpatiche di tante altre star, nel senso che siete partite a bomba, poi vi siete fermate, e infine siete ritornate al centro della scena. Il ritorno è una cosa meravigliosa, proprio perché non è scontato. Che cosa vi ha permesso di "riaprire il varco di luce”?

Paola: Mi sento di dire che siamo state invogliate e incoraggiate dalle persone, noi non eravamo intenzionate a ricomporre il duo, né a rischiare di rovinare una storia così bella. Perché la nostra paura era un po quella, no? Abbiamo chiuso in bellezza, nel 2013, con un album che è piaciuto tantissimo ma che è stato anche molto sofferto, perché avevamo la consapevolezza che quella storia probabilmente era chiusa, che non ci sarebbe stato un prosieguo. Quello che è successo nel 2023 ha dell'incredibile, perché non c'entra molto con noi, nel senso che noi siamo anche famiglia, oltre che essere partner di lavoro. Però un conto è il rapporto personale e familiare che ci lega e che ci legherà sempre. Un altro conto è decidere di affrontare nuovamente un percorso lavorativo insieme, rischiando di compromettere magari un ricordo bello.

Chiara: Oggi ci crediamo e stiamo insieme per scelta, non per simbiosi. La preoccupazione che ci teneva lontano dalle scene si condensava in una domanda: se torniamo, cosa possiamo dare di più di quello che abbiamo dato già nel passato?

Con questa operazione, però, non è che vi siete lanciate improvvidamente nella musica metal, cioè, avete continuato nel solco della vostra storia, del vostro Dna…

Chiara: In realtà da ragazzina io ero una metallara, e obbligavo Paola ad ascoltare i Metallica e gli Antrax, quindi magari avrei potuto sorprenderti! Scherzi a parte, non era detto che ritornando a incidere avremmo azzeccato il pezzo giusto, il mood giusto. Era rischioso. Il mondo in 10 anni si è ribaltato completamente. La comunicazione, il modo di fare il pop in Italia, il modo di produrre, di cantare, di essere artista è proprio tutto diverso. Potevamo anche non funzionare. Invece…

Invece ha funzionato.

Paola: Le persone ci hanno dato un sacco di coraggio. Anche se un po di paura c'era sempre, abbiamo iniziato a lavorare circondandoci di un team che ci credeva molto e questo è stato importante. Addirittura, in certi momenti il team ci ha creduto più di noi. Se i nostri amici e familiari erano molto rispettosi delle nostre scelte personali, quelle che ci avevano allontanato, il pubblico che amava Paola e Chiara era più distaccato e al tempo stesso più romantico, sapeva solo che mancavamo e ci rivoleva insieme, lo diceva sui social: “vogliamo tornare a vivere le cose che ci avete fatto vivere in quegli anni pazzeschi, oggi siamo tristi senza di voi”. Il messaggio era questo, e per noi è stata un'esca golosa. “Tornate a divertirci, ad essere per noi quello che avete rappresentato nel passato”

Avete risposto a una chiamata, un invito al divertimento, insomma.

Paola: Alla fine dei conti, il nostro scopo è sempre stato quello di alleggerire la vita, portare le persone in un mondo più glamour, più luccicoso, e l'abbiamo fatto a Sanremo scintillando sul palco per dare un po' di brio.

Paola e Chiara in una foto di Paolo Santambrogio

Quel glitter che, sul palco dell'Ariston, avevate ovunque, era di per sé abbastanza simbolico.

Paola: Con la nostra musica vogliamo illuminare la strada delle delle persone, che in questo momento sembra un po cupa, no? E anche farci illuminare da questo entusiasmo – che poi ci è stato restituito sotto forma di amore, di gratitudine, quindi, insomma, si tratta di un circolo virtuoso che ci ha insegnato anche parecchie cose.

Per esempio?

Chiara: Eh, per esempio ad avere più fiducia nel mondo esterno. Anche se viviamo in un momento di ferocia, perché i social sono cattivi, tutti si azzannano l'uno con l'altro, si feriscono con una facilità estrema, noi abbiamo deciso invece di affidarci completamente al pubblico.

Lo si è visto già dal concerto inaugurale del tour: l'entusiasmo e l'emozione da cui eravate avvolte magari vi aiuta a fare un “lavoro” che per molti sarebbe massacrante?

Paola: Il calore del pubblico ci dà quella sicurezza istantanea, ed è un flash provarlo di nuovo. Sentire che che tutti cantano con noi, e ci sostengono, beh, è proprio un'iniezione di energia. Poi c'è l'energia che ci danno i nostri ballerini: prima di iniziare hanno portato a ciascuna in camerino una rosa bianca glitterata, con il messaggio: “questo questo tour ce lo ricorderemo per sempre”. È stata una cosa bellissima e vedere i loro occhi di ragazzi che amano quello che fanno, che sudano letteralmente per noi. Sento forte gratitudine per tutto quello che sta succedendo e che si è messo in moto grazie all'amore, perché l'amore è “per sempre la nostra speranza”, l'abbiamo detto in una nostra canzone e ci abbiamo intitolato un tour, ma è proprio vero: l'amore vince tutto, l'amore è il motore di ogni grande vittoria, di ogni grande causa. È quello che smuove tutte le cose.

Paola e Chiara sul palco della data inaugurale del tour, a Trezzo d'Adda, circondate dai loro ballerini

prandoni francesco

Il 10 giugno sarete a Roma come madrine del Pride e volevo capire da voi quali sono le battaglie che vi interessano di più nell'agenda della comunità Lgbtq+.

Paola: La principale è quella di preservare i diritti conquistati fino adesso, tutti i diritti, quelli della comunità Lgbtq+, quelli delle donne su determinati argomenti... Perché non è detto che possano rimanere uguali nel futuro, potrebbero essere indeboliti e svuotati progressivamente piuttosto che tolti improvvisamente. È un rischio che corriamo, oggi. Poi bisogna cercare di acquisirne altri: tutti vogliamo vivere in un mondo giusto e inclusivo, che non escluda appunto nessuno. Dobbiamo sensibilizzare le generazioni più giovani ad agire in questa direzione – e noi lo facciamo attraverso il nostro mestiere che è la musica. Ma anche spingendo altri artisti a fare lo stesso.

Mi spiegate il significato della vostra nuova canzone, Marecaos?

Chiara: Parla di una rinascita dopo aver superato tutto il male che una persona può attraversare: a un certo punto si trova il coraggio di riemergere, ballare nel fango, respirare di nuovo e lasciarsi alle spalle il caos, la città di ladri e le Tigri di Mompracem, cioè gli animali feroci che cercano di sbranarti nella giungla - e questa è una citazione del nostro album del 2013, perché c'era il desiderio di denunciare un mondo che diventava feroce, che ti azzannava letteralmente.

Paola: Oggi è difficilissimo parlare con le persone perché tutti sono troppo di fretta, o troppo impauriti o troppo aggressivi. Però, ripeto, noi crediamo sempre nella luce e nell'amore, ce ne facciamo portavoce, vogliamo dare messaggi di speranze, di futuro, perché se non crediamo più in quello, è inutile anche vivere.

Paola e Chiara sul palco della data inaugurale del tour, a Trezzo d'Adda, circondate dai loro ballerini

prandoni francesco


Nel ritornello “mare mare mare” avete citato anche Luca Carboni, una sua famosa canzone del 1992. È un modo per tributare un certo cantautorato che rimanda a un'epoca in cui voi siete cresciute artisticamente, che i vostri vecchi fan conoscono e che i nuovi fan potrebbero scoprire attraverso le vostre citazioni?

Paola: Ebbene sì, noi amiamo molto Carboni quella è quella piccola citazione nata proprio per farglielo sapere. La musica pop può arrivare ovunque, unire tante generazioni e fasce sociali diverse, basta essere disposti ad ascoltare. Con Sanremo, sorprendentemente, siamo riuscite a comunicare con i sedicenni che hanno cominciato a rifare le nostre coreografie su TikTok. Se attraverso una canzone si riesce a lanciare un messaggio di qualunque tipo, anche leggero, è una cosa bella… ma un pezzo divertente e basta, un pezzo “stupido” che ti fa soltanto sorridere e muovere e ballare, ha la stessa dignità. Come diceva Jovanotti, “le canzoni non devono essere belle, devono essere stelle, illuminare la notte, far ballare la gente, ognuno come gli pare, ognuno dove gli pare, ognuno come si sente, come fosse per sempre”.