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A Pitti Uomo partecipano anche le scuole di moda, fra sfilate e installazioni

Firenze guarda agli studenti, dimostrandosi una città all'avanguardia, pronta ad accogliere e supportare anche le collezioni dei più giovani. Ecco come
Pitti Uomo scuole moda chi c'è fra sfilate e installazioni

Pitti Uomo, scuole di moda: dall'11 al 14 giugno 2024 scopriremo una Firenze aperta ai giovani, con tanti gli eventi e progetti dedicati

Approfittando dell'attesissimo evento menswear nel capoluogo toscano, le scuole di moda hanno raccontato i loro studenti in concomitanza a Pitti Uomo 106, dipingendo una Firenze florida e fertile, aperta alle idee dei più giovani. Fra sfilate, installazioni e performance in perfetto dialogo con la contemporaneità e le necessità dell'industria, è stato così possibile scoprire dall'11 al 14 giugno le collezioni selezionate dagli istituti.

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Polimoda

Negli spazi di Villa Palmieri, non a caso situata in via Giovanni Boccaccio, con i suoi giardini paradisiaci protagonisti del Decameron dello scrittore italiano, il 12 giugno è andato in scena il graduation show di Polimoda che ha visto sfilare i designer emergenti dell'istituto fiorentino che si sono distinti durante il corso di Fashion Design. Il titolo 昇華 (SHO-KA), termine giapponese che significa "trasformazione in meglio", incarna la loro evoluzione creativa. In passerella, si sono susseguite 18 collezioni per un totale di circa 100 look creati dagli studenti dell’ultimo anno dei corsi di Fashion Design e Fashion Design Management e dei Master in Collection Design e Fashion Design, selezionati dalla faculty della scuola insieme al Direttore Massimiliano Giornetti e al fashion editor Dan Thawley, mentor del corso di Fashion Design. Lo show si è composto come un puzzle di ben tredici nazionalità diverse, specchio della realtà cosmopolita fatta di internazionalità, inclusività e diversità. Come spiega Giornetti, «la metamorfosi è uno dei processi più affascinanti della natura, simbolo della trasformazione da una forma o sostanza a un'altra, dando origine a nuove vite o espressioni». Oppure alle collezioni degli studenti di Polimoda.

Istituto Marangoni Firenze

Invece, a Palazzo Ximènes Panciatichi è arrivato Istituto Marangoni Firenze con dieci designer e le loro collezioni, creando un'esperienza interattiva e coinvolgente fra performance ed esposizioni allestite in 5 stanze, promuovendo sia la collaborazione tra studenti sia la tecnologia, con una certa attenzione verso l’artigianalità. L'evento, titolato “The Witness” e tenutosi il 13 giugno, ha riletto il presente come evoca il nome stesso. La passerella è stata animata da abiti intrecciati, gonne multiformi, capi d’abbigliamento scultorei e giochi di pattern, colori e balze, che testimoniano la maturità creativa ed espressiva dei giovani stilisti; il fondale, invece, era una location esempio dell'armonia architettonica scaturita dalla matita dei grandi architetti fiorentini. E proprio di armonia sembra parlare l'intero progetto dell’Istituto che ha fatto dialogare arte e moda su più livelli.

Greta Peccia

Luca Matarazzo
Istituto Europeo di Design (IED)

A Pitti Uomo, tra le scuole di moda IED Firenze ha portato l’installazione “Identity”, con la curatela dell’artista multidisciplinare Michel Comte, che prova a ridefinire l’identità attraverso l’ibridazione di linguaggi diversi. All'ex Teatro dell'Oriuolo, nuovo polo per le arti digitali e visive riaperto dopo 30 anni di inattività, a partire da mercoledì 12 giugno è stato possibile scoprire come il team di studenti e studentesse IED, selezionati da tutte le undici sedi del Gruppo fra Italia, Spagna e Brasile, hanno unito le competenze delle aree di fashion design e styling con quelle di interior design, video, sound e fotografia per sviluppare la prima installazione aperta alla città di Firenze. L’Artista ha indirizzato il gruppo nello sviluppo progettuale a partire da una riflessione sul tema dell’identità: in tempi in cui i dispositivi elettronici hanno superato la moda in termini di desiderabilità, come possiamo rappresentare chi siamo attraverso ciò che indossiamo?

Michel Comte prepara con gli studenti il progetto dedicato a Pitti Uomo

courtesy of IED

Un ulteriore spunto è arrivato da Danilo Venturi, Direttore IED Firenze: «Ogni generazione ha una propria identità e questa generazione è molto differente dalle precedenti. Non ha consumato uno strappo con i genitori, che è utile per autodefinirsi, e al contempo dà molta speranza da un punto di vista creativo». Tant’è che i giovani talenti IED hanno creato opera d’arte fatte di abiti, tessuti e oggetti, spaziando dal «bisogno miserabile ma sincero di doversi costruire un’ulteriore pelle per resistere allo sguardo altrui», come ha detto lo studente Leonardo Fizialetti raccontando la sua scultura multimaterica Venus of Things, all’abito-scultura di Gaizka Albizu che mostra la distruzione e la distorsione di un oggetto del desiderio, un corpo artificiale vestito con un abito a corsetto che cade lentamente a pezzi svelando il suo interno vuoto e la fragilità dell'illusione. Così emerge un vasto concetto di identità.

Venus of things_L. Fizialetti

Accademia Italiana

Accademia Italiana ha animato il Museo Sant’Orsola con l’installazione “Let’s plAI”, che gioca con la moda insieme al pioniere della gamification Fabio Viola. Sono oltre 100 gli studenti internazionali protagonisti dell’esperienza immersiva negli spazi dell’ex monastero, al centro di un’imponente rigenerazione urbana nel centro storico. Aperto al pubblico dal 12 al 14 giugno, il percorso ha giocato con la moda attraverso quattro aree tematiche (Fashion, Design, Fotografia, Graphic Design) ed è frutto di un progetto didattico complesso elaborato da Fabio Viola per Accademia Italiana: una collaborazione trasversale per sedi e dipartimenti durata sei mesi. Comun denominatore è la matrice ludica, con scenografie e videoinstallazioni a cura di Loredana Antonelli, artista multimediale e performer.

Come spiega Viola, «dopo un percorso millenario il gioco è diventato culturalmente centrale nei processi del XXI secolo in cui ciascuno di noi è chiamato a diventare ‘game designer’, partecipante attivo e creativo al gioco della vita. Il termine inglese PLAY incarna con la sua polisemia l’ampio spettro di pratiche, estetiche e teorie che il (video)gioco sta trasferendo nella vita di miliardi di persone». In mostra ci sono stati anche 24 capi selezionati tra le collezioni realizzate dagli studenti di Fashion Design, abitanti di una «Babilonia contemporanea» con oltre 70 nazionalità, che la rendono multidisciplinare e multiculturale.

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borse di studio scuole di moda
Istituto Modartech

Una creative exhibition che parla di upcycling è stata la proposta di Istituto Modartech in occasione di Pitti Uomo 106 a Firenze. Il 12 giugno The Social Hub ha fatto da cornice all’evento della Scuola di Alta Formazione di Pontedera, in cui erano protagoniste creazioni in stile workwear che celebrano i 140 anni del Gruppo Piaggio, altre in total denim prodotte con avanzate tecniche di laseratura di Jeanologia e altre ancora a partire da capi usati e tessuti sostenibili per realizzare una capsule collection completa servendosi di un processo di upcycling. “Sinergie Creative - Talents Evolution” ha esplorato gli outfit degli studenti del corso di laurea in Fashion Design realizzati insieme a Manteco per riflettere sul tessuto e a Berto sul denim, entrambi declinati in diversi modi. Il risultato può essere un bomber smanicato dalla struttura semirigida ed estremamente bombata sulla schiena, realizzato a mano dagli studenti Misbah Bonci, Matteo Venuto e Tommaso Pieri per rappresentare «un mondo del lavoro veloce e che oggi genera un senso di inquietudine», in cui la speranza è simboleggiata da dettagli gialli che irradiano la “gobba” del capospalla scuro. Ma l’esito può anche essere un lungo giaccone in velluto, omaggio alla figura del dandy che ostenta l’eleganza dei modi e del vestire. Un look, infatti, è caratterizzato da una inequivocabile distinzione dalla massa, o dalla mediocrità borghese per intenderla come un vero damerino, palpabile nel velluto decorato da eleganti disegni e nei bottoni finemente lavorati. Ancora una volta, vincono sperimentazione e artigianalità, uniti alla sostenibilità.

Modartech a Pitti Uomo

courtesy of Madartech
SCHOLA

Una realtà atemporale è SCHOLA Academy, “officina dei sogni artigianali” dedita a insegnare l’artigianato di alta qualità alle nuove generazioni. Nasce nel 2020 a Firenze, in una ex lavanderia degli anni '40 vicino a Porta Romana, e per la prima volta questo hub contemporaneo ha aperto le sue porte in occasione di Pitti Uomo 106 con l’evento “LeMieMani”. Ricorda tanto le botteghe degli artigiani, quelle dove Raffaello e Michelangelo si sono formati nel capoluogo toscano facendo della manualità sia il loro tratto distintivo sia la loro fortuna. Le classi di SCHOLA Academy sono ristrette, molto, e ciò consente agli studenti di essere seguiti singolarmente in un processo educativo incentrato sul replicare la creazione di un accessorio o di un oggetto artistico per poi sviluppare un approccio personale all’arte in tutte le sue forme, riportando al centro il maestro come guida. La vera peculiarità di questo luogo è l’unione di persone non solo provenienti da ogni parte del mondo, ma persino di ogni fascia d’età. C’è l’uomo d’affari che decide di prendersi un anno di pausa, la studentessa della Colombia che ha studiato per diventare infermiera decidendo solo dopo la laurea di perseguire il proprio sogno, e il giovane ragazzo che fin da subito ambisce a formarsi in laboratorio. Ed esiste uno spazio anche per la moda grazie al Sustainable Fashion-making Course che basa la creazione degli abiti su capi preesistenti, rendendo il processo profondamente sostenibile e riducendo l’utilizzo di nuovi materiali. Consentendo a passato, presente e futuro di diventare un unicum.