Dal 1973 con The Battle of Versailles al prossimo 26 giugno con Jacquemus, ripercorriamo la storia che fa della Reggia francese un luogo cruciale per l'universo della moda.
C’erano Yves Saint Laurent, Pierre Cardin, Emanuel Ungaro, Hubert de Givenchy e Marc Bohan per Christian Dior contro Oscar de la Renta, Halston, Stephen Burrows, Bill Blass e Anne Klein, con la sua assistente Donna Karan. È stato definito in tanti modi, dal “party of the year” all’“American Fashion Week in Paris”, ma al secolo è “The Battle of Versailles”. Una battaglia effettiva, fra Francia e America, le cui armi erano l’Haute Couture contro il Ready-to-wear; l’arte meticolosa versus il commerciale; l’esclusività del fatto su misura in opposizione a un nuovo lifestyle più casual. Una battaglia sociale, che quindi vedeva la società protagonista, prima ancora che politica. Uno scontro di idee e modi di vivere organizzato dalla fondatrice della New York Fashion Week Eleanor Lambert con l’appoggio del curatore di Versailles Gerald Van der Kemp con il fine di raccogliere fondi per il restauro della Reggia, che vedrà finalmente riconosciuta l’America in fatto di moda. Era il 28 novembre 1973 e il lunghissimo show, con ospiti del calibro di Andy Warhol, Liza Minnelli e Joséphine Baker, segnò un inizio fondamentale per Versailles nella storia della moda.
Se nel 1976 sfilavano modelle come Pat Cleveland, Bethann Hardison e Billie Blair, nell’estate del 2007 - più di 30 anni dopo - arrivavano invece Linda Evangelista, Naomi Campobell, Amber Valletta, Shalom Harlow e Gisele Bundchen grazie all’Haute Couture che John Galliano disegnava per Christian Dior. Negli spazi dell’Orangerie di Versailles, il brand festeggiava 60 anni ripercorrendo la sua storia a partire dal famoso New Look che nel 1947 rivoluzionò la moda femminile. Dai primi look monocromi si svilupparono tavolozze stravaganti ispirate ai ritratti di donne degli impressionisti, dei maestri olandesi, dei preraffaelliti e dei grandi della scuola spagnola. A chiudere lo show, un’indimenticabile Galliano vestito da matador sulle note di un flamenco profondamente legato alle sue radici iberiche.
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A scoprirne gli eleganti giardini e imponenti fontane, la Reggia di Versailles accoglie a maggio 2012 le idee creative di Karl Lagerfeld. «È Coco rock, non rococò» raccontava il direttore creativo di Chanel della sua collezione Resort 2013, fra abiti che strizzavano l’occhio a Maria Antonietta ma si ribellavano a quel rigore sulle note di Bad Girls by M.I.A. Va detto che poche persone conoscevano la Reggia di Versailles meglio del Kaiser, che scherzava spesso sul poter diventare una guida di quei luoghi mentre con questi abiti si immaginava sfrecciare nei giardini: «Li indossi in moto nel parco di Versailles», disse alla stampa. Lo styling era di Edward Enninful, mentre nel cast figurava una giovane Cara Delevingne ad aprire la sfilata.
Fast-forward a quasi 10 anni dopo a marzo 2021, nel bel mezzo della pandemia da Covid-19, è Maria Grazia Chiuri a portare nuovamente Christian Dior alla Reggia di Versailles. Scardinando i concetti di specchi e riflessi, sulla base di tutte le video-call che ci hanno visti protagonisti soprattutto in quel periodo, la collezione autunno inverno 2021 viene registrata nella Galleria degli Specchi di Versailles. Il tema sono gli immaginari fiabeschi de “La Bella e la Bestia”, “Cenerentola”, “La Bella Addormentata” e “Cappuccetto Rosso” in uno scontro fra apparenza e personaggio che si incastra perfettamente con l’ambiente che ospita la sfilata.
Dal digitale di Dior si ritornerà così in presenza il prossimo 26 giugno grazie a Jacquemus, che porterà alla Reggia di Versailles le sue visioni creative. «Essere in grado di fare una sfilata a Versailles è sempre stato un sogno d’infanzia», dichiara, dicendosi profondamente ispirato dalla storia del luogo. Jacquemus sarà il primo brand indipendente a sfilare in quegli spazi che fino a ieri hanno sempre ospitato le maison dei grandi gruppi del lusso. In tutto questo, la Reggia si rinnova come punto di svolta fondamentale nella storia della moda, dal 1976 al 2023 e oltre.
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