Rituali e guarigione spirituale: ecco perché (e come) lo Sciamanesimo sta diventando la nuova frontiera del benessere

Un rituale ancestrale che ha come obiettivo la guarigione interiore. Questo è lo sciamanesimo, sempre più diffuso anche
nelle pratiche legate al benessere. Ma ci aiuta davvero ad andare alla radice dei problemi e a guarire i nostri malanni fisici ed emotivi?
sciamanesimo
Foto di di Sølve Sundsbø / Art + Commerce, pubblicata su “Vogue Italia”, gennaio 2016.

Sciamanesimo, la nuova frontiera del benessere?

Se, come me, pensavate che lo sciamanesimo consistesse in un viaggio allucinogeno finalizzato a incontrare il proprio animale totemico, forse troverete interessante quanto segue. Anzitutto, lo sciamanesimo è sempre esistito, in tutto il pianeta, dalle steppe della Siberia alle praterie amerindie, dalle montagne della Mongolia ai Paesi dell’America Centrale. L’antropologo statunitense Michael Harner lo definisce «un insieme di tecniche specifiche per cambiare stato
di coscienza, viaggiare e lavorare nel mondo degli spiriti». Queste entità non materiali possono essere guide, antenati, angeli, animali di potere o esseri di luce. Per raggiungere questo stato di coscienza non è necessario ingerire sostanze stupefacenti. «Lo sciamanesimo contemporaneo, come quello della maggior parte delle culture tribali, utilizza un suono monotono e percussivo per indurre uno stato alterato di coscienza», spiega Harner in The Way of the Shaman: A Guide of Power and Healing, un classico sull’argomento. Stiamo parlando del famoso tamburo sciamanico e dei sonagli talvolta a esso associati, che, grazie alla stimolazione ritmica, favoriscono la produzione di onde cerebrali theta, in grado di influenzare l’attività elettrica in varie aree sensoriali e motorie del cervello.

Oggi stiamo assistendo a una rinascita di questi rituali sciamanici nelle pratiche legate al benessere. «Migliaia di persone, negli Stati Uniti e altrove, hanno intrapreso la pratica dello sciamanesimo e l’hanno introdotta nella loro vita quotidiana», dice Harner. «In particolare, coloro che cercano nuove soluzioni ai propri problemi di salute, siano essi fisici, mentali o emotivi». Per l’antropologo, lo sciamanesimo moderno è una sorta di “ecologia spirituale”: «In questi tempi di crisi ambientale globale, fornisce un elemento che manca alla maggior parte delle principali religioni antropocentriche: il rispetto per il pianeta e per gli altri esseri che lo popolano, nonché
la comunicazione spirituale con questi ultimi». Più concretamente, lo sciamanesimo mira a ripristinare i poteri benefici e vitali di ogni organismo. Come spiega Harner, vari sono i rituali che si possono seguire per passare dallo stato di coscienza ordinario a quello sciamanico. Per esempio, al suono di un tamburo (reale o registrato), si visualizza l’ingresso di una caverna, dove si entra per accedere al mondo sottostante, riemergendo quindi in un altro universo, dove un messaggio – spesso di guarigione o di chiaroveggenza – deve esserci consegnato. Ma, oltre alle cerimonie in senso stretto, ci sono pratiche eseguibili quotidianamente per introdurre i benefici dello sciamanesimo nella propria vita. «Si può consacrare il primo bicchiere d’acqua che si beve al mattino», suggerisce Céline Dartanian, sciamana professionista. «Basta prenderlo in mano e “caricarlo” di parole positive prima di ingerire l’acqua. Oppure, la sera, si può scrivere una piccola intenzione e collocarla sul bicchiere, bevendo l’acqua il mattino dopo. È possibile caricare le cose di un’energia più grande di noi».

E che dire degli hotel che offrono rituali sciamanici di benessere? È il caso, per esempio, dell’Habitas Bacalar sulla Laguna di Bacalar, dove l’obiettivo è «riscoprire una profonda connessione con la Madre Terra e l’antica civiltà azteca». La cerimonia del Temazcal si svolge in una capanna sudatoria, con pietre calde e vapori di erbe, sotto la supervisione di un maestro ritualista. La musica e i canti sciamanici inducono uno stato di trance, liberando il corpo dalle
tossine e purificando la mente. Imanta Resorts Punta Mita, sempre in Messico, propone invece il Temazcal Wixarika, una guarigione spirituale ancora più potente, che purifica corpo e anima nell’ambito della Cerimonia delle Quattro Porte, condotta da uno sciamano. Ma il gruppo alberghiero più all’avanguardia in termini di rituali sciamanici è il Six Senses. La sua responsabile del benessere, Anna Bjurstam, pratica lo sciamanesimo: «Al Six Senses Ibiza, per esempio, ai nostri ospiti viene offerto del fango di salvia da applicare sul corpo per purificarsi, connettersi con la terra e definire le proprie intenzioni per il soggiorno. Lavoriamo con alcuni sciamani che vivono sull’isola per offrire esperienze individuali come la pulizia dei chakra, l’illuminazione, il recupero dell’anima o la regressione nelle vite passate. L’obiettivo di queste pratiche è ripristinare l’armonia e l’equilibrio». Bjurstam sottolinea come un numero crescente di clienti cerchi questo tipo di esperienza: «Possiamo vedere e sentire solo il 4% di ciò che ci circonda. Gli sciamani, invece, hanno la capacità di attingere all’invisibile per ripristinare e bilanciare il campo energetico dentro e intorno a una persona».

Ho avuto la fortuna di visitare l’hotel Cap Karoso, sull’isola di Sumba, in Indonesia, che è ancora gestito interamente da sciamani. Al mio arrivo, Teena, la direttrice della spa, ha effettuato una diagnosi premendo il suo cuore contro il mio, per leggere dentro di me e misurare le energie di cui sono portatrice. Questo le ha permesso di adattare i protocolli della spa, tutti ispirati ai rituali sciamanici: dal Trattamento di Guarigione – un massaggio con curcuma, noni (il gelso indiano) e olio di sandalo bianco, pensato per riequilibrare il sistema nervoso e riconnetterci con il pianeta e
con noi stessi – al tradizionale massaggio sumbanese – praticato con una miscela di cocco, zenzero e cipolle rosse, che scioglie le tensioni ed elimina le vibrazioni negative e gli spiriti maligni – fino agli appuntamenti individuali organizzati su richiesta con autentici “uomini di medicina”. Ne ho incontrati due.

Il primo, Pati Mete, mi ha ricevuto nella sua capanna. Per liberarmi dal mio stato di stanchezza cronica, è rimasto a lungo a fissarmi, sondando la mia anima, per poi decretare che un eccesso di pensieri mi stava esaurendo. Mentre pronunciava qualche incantesimo, mi ha tracciato una croce sulla fronte, quindi ha applicato una goccia di pozione sulla punta di ogni dito delle mani e dei piedi, per scacciare i cattivi pensieri e impedirne il ritorno. Il secondo, Umbu K. Lakinuga, ha curato la mia ansia. Ha messo 7 chicchi di riso in una bottiglia d’acqua, che avrei dovuto bere prima del tramonto, poi mi ha strofinato sulla testa una cipolla rossa, aspirando tutte le onde
parassitarie, e infine ha soffiato sullo stesso punto e sulle orecchie. Da allora, né la fatica né l’ansia sembrano avere alcun effetto su di me.

In apertura: foto di di Sølve Sundsbø / Art + Commerce, pubblicata su “Vogue Italia”, gennaio 2016.

Questo articolo lo trovate anche sul numero di Vogue Italia, Marzo 2024

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