La sfilata Ferrari autunno inverno 2024 2025, alla Milano Fashion Week, è tributo al corpo che si auto-interpreta attraverso abiti e luci
Spesso sottovalutiamo il nostro corpo, talvolta ci dimentichiamo della sua importanza vitale, lo tormentiamo, lo strapazziamo. Il corpo però non è solo anatomia: è la nostra macchina, è forte, è energia passionale. Ce lo ricorda la collezione autunno inverno 2024 2025 di Ferrari, che ha appena sfilato alla Milano Fashion Week. Già nel moodboard, che richiama la ricerca materica in una tavolozza di colori prettamente nera, se ne capisce l'essenza, in un alternarsi di scatti emblematici di Tim Walker e Annie Leibovitz e connotazioni più pop, come il videoclip Ray of Light di Madonna.
«Mi interessa la tensione. Come nel mondo automobilistico, l'artigianato e la tecnologia sono una missione per Ferrari, che non smette mai di esistere - spiega il direttore creativo Rocco Iannone nel dietro le quinte della sfilata Ferrari - Desidero portare questo esatto principio nelle collezioni moda. Diventa sempre meno letterale il riferimento all'automotive; di quell'universo mi interessa l'intenzione non la componente formale».
Ognuno di noi del resto è diverso, nell'armonia, nell'espressione, nella dinamicità, nella gestualità. E chi se non Iannone poteva interpretarne meglio il concetto. Il corpo, come una macchina, ha profili netti, curve improvvise ed energie intrinseche che compaiono e scompaiono nella silhouette attraverso il movimento. «Che cosa c'è di più Ferrari in questo. Cosa c'è di più Ferrari in un corpo forte, potente, che si proietta nello spazio trasformandosi in luce. Dopo anni a classificare i corpi e le loro forme, questa collezione riparte dalla sua sostanza più antica, la sua luce, chiedendosi di cosa sia capace nel reinventarsi, anche grazie a un abito - prosegue il designer - Ferrari per me rappresenta una tensione tra continua ricerca tecnologica e craftsmanship. Mi interessava far emergere l'individuo e la forza del suo corpo che è in grado di raccontare».
Collezione che è il proseguimento evolutivo della precedente, la primavera estate 2024, e che ora punta i riflettori sulla luce che siamo in grado di emanare. È un racconto di passione «nel suo termine più vero. Ruota intorno al “non materiale” che è Ferrari, cioè l'erotismo regalato dal rosso fiammante (come l'abito “a colonna” che ha aperto lo show interpretato dalla modella Penelope Ternes), lo stesso con cui abbiamo chiuso la sfilata di settembre. Poi comincia a contaminarsi di nero».
Tale collezione è infatti un trattato sul nero nel suo senso più letterale; ne fa emergere lucidità e fluidità grazie alle superfici. Dal rosso Ferrari nasce il nero per tramutarsi in un bianco argenteo, metallico e infine tornare a brillare con tutte le sue vibrazioni cromatiche dark, in penombra. Perché non esiste luce senza buio. «Un nero gentile, dolce. Per me ha un'accezione positiva; è dal nero che è nato l'Universo e la luce. In sfilata lo vediamo prima più cupo poi lucido, per niente opaco, capace di riflettere ed espandere la luce. Il nero qui diventa molte cose: metallico, argenteo, persino bianco, per poi tramutarsi nel nero che chiamiamo Purosangue, con all'interno una punta di rosso, completamente Ferrari».
I materiali sono scelti scrupolosamente, anche qui per creare contrasti tra struttura e movimento. Flanella e lane pettinate si accostano al denim per poi proseguire con tessuti più leggiadri, come l'organza creata con il filo da pesca, il velluto froissé e il cashmere garzato. Belle anche le sperimentazioni cangianti ottenute tramite verniciatura manuale della pelle, che richiama la tecnica di aerografia automobilistica. Ogni passaggio è lì a ricordarci l'importanza dell'artigianalità, una rilettura capace di plasmare le curve e i volumi, la sinuosità.
«Il corpo si esprime attraverso un'energia sartoriale che ho voluto rendere nostra. Mi sono detto “se dobbiamo costruire un blazer Ferrari deve rappresentare la quintessenza di Ferrari". Un punto vita molto segnato, il bacino che diventa quasi un panier, spalle definite, una manica estremamente cupa. Sul corpo si appoggia, per poi smaterializzarsi. Ho voluto ”ferrarizzare" anche il denim a me molto caro, ora lucidissimo, spalmato in maniera industriale attraverso una tecnica che lo fa risultare leggero ed effetto glassy. I velluti sono invece contaminati da un filo di metallo», prosegue il designer.
Gli accessori seguono la medesima traiettoria. La driving shoe sportiva subisce una metamorfosi, si fa flat: è una ballerina in vernice arricciata e dalla punta squadrata. Torna a sfilare la It-bag GT, ma in nuovi tessuti, e l'immancabile Maranello Clutch, ora in versione rossa e tempestata di cristalli sfumati. Poi un nuovo modello, ladylike e timeless, ispirato ai bauletti da viaggio dell'era Sixties.
Ma anche altri oggetti imprescindibili del mondo racing, quali guanti e occhiali dalla montatura a mascherina. «Sono fondamentali. Ferrari suggerisce da sempre un'idea di viaggio e l'accessorio vi fa parte. Ho trovato alcune foto di Monica Vitti e Anna Magnani sulle loro Ferrari che viaggiavano con valige arrotondate, lucide, in pelle spazzolata e mi sono ispirato a questo per disegnare una nuova collezione di accessori dai guizzi anni ‘60. Sono tutti realizzati sia con il nostro nylon recycled sia in shearling. Sono oggetti timeless. Termine che non significa “borgese” piuttosto durevole», conclude Iannone.
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