Max Mara Resort 2025 sfila a Palazzo Ducale, a Venezia, pensando a Marco Polo
«L'interesse per la seta, il cachemire e il cammello che mostriamo oggi esisteva già all'epoca di Marco Polo, che scoprì questi materiali durante i suoi viaggi in Mongolia e in Italia - esordisce Ian Griffiths, Direttore Creativo di Max Mara, svelando il motivo della scelta della città di Venezia per la sfilata Resort 2025 del brand - È una caratteristica fondamentale dell'animo umano quella di volersi circondare di bellezza e Venezia, 700 anni fa, ai tempi di Marco Polo, era già crocevia dei traffici che portavano queste materie preziose in Europa. Venezia era uno dei luoghi in cui le donne avevano più potere e autorità che altrove, perché uomini come Marco Polo lasciavano le donne della famiglia al comando mentre loro partivano per missioni commerciali della durata di anni».
«Venetia, la donna che calca la passerella della collezione Resort di Max Mara, è una figura allegorica che unisce saggezza, gloria: se ai tempi di Marco Polo erano Tiziano e Tintoretto a rappresentarla, oggi la immagino come una versione femminile del grande esploratore che parte per New York a incontrare il CEO di una grande multinazionale: un appuntamento che può essere altrettanto capace di impaurire che incontrare il Kublai Khan. Cosa indossa questa viaggiatrice? Abiti Max Mara che fanno parte di una collezione un po' più audace e spavalda del solito. È una proposta moderna, con qualche tocco che ricorda il vestiario tardo-medievale, come nelle cinture leggere o nei colletti bianchi, o ancora nelle maniche» continua il Direttore Creativo della sfilata.
«Difficile scegliere il capo più importante, ma per me tra i must have non possono mancare i cappotti - un classico di Max Mara - come Olympia, perfetto per accompagnare fino alla primavera. Anche le giacche sono molto importanti come elementi del guardaroba; vi sono poi in collezione molti pezzi statement che hanno un'impronta decorativa forte, come quelli con dettagli in broccato, che mescolano elementi della cultura visiva occidentale e orientale».
«Dare la possibilità di sperimentare una città per più giorni e di vivere location straordinarie è ciò che differenzia le sfilate resort dalle classiche sfilate durante le fashion week - spiega Ian Griffiths - Certamente non possiamo prescindere dalle sfilate classiche, ma per i marchi che hanno la possibilità di organizzare un show di resort o pre fall si tratta di un'opportunità straordinaria per raccontare una storia che rafforzi l'identità e la percezione del brand. La collezione resort di Max Mara - anche nei capi più lavorati - è caratterizzata da una allure senza tempo».
Classici contemporanei destinati a rimanere belli nel tempo, magari passando di guardaroba in guardaroba, in un passaggio di preziosi ricordi tra generazioni.
Una frase che Ian Griffiths ripete spesso è “il classico non deve essere conservatore” e in effetti, spiega: «Il motivo per cui dopo 37 anni sono ancora in azienda è, credo, la capacità di bilanciare il desiderio di rimanere fedeli all'heritage del brand e la capacità di raccontare il nuovo. La continuità di relazioni a lungo termine sono una delle chiavi che ha permesso a una straordinaria azienda come Max Mara di contare su una storia di ormai 70 anni». La maison, in una sera di giugno, ha scritto un ennesimo capitolo della ricerca del bello con la collezione Venetia che ha sfilato nelle logge di Palazzo Ducale di Piazza San Marco, a Venezia di fronte a una platea internazionale: in prima fila anche Kate Hudson, Brie Larson, Miriam Leone, Yara Shahidi, Miriam Leone, Nicky Hilton.
Mentre la sera scendeva sulla laguna, con la vista della Piazza e dell'isola di San Giorgio attraverso le colonne, sono scese in passerella le creazioni che meglio esemplificano #camelandia, uno degli hashtag preferiti da Ian Griffiths: «Si tratta di un luogo della mente, ove tutti sono felici, non può succedere nulla di brutto e dove si sperimenta la bellezza. Adesso, qui siamo a Camelandia!» spiega pochi minuti prima dello show, seduto nel loggiato del palazzo gotico che accoglierà la sfilata.
Cappotti sontuosi, parka, trench e tabarri: i capispalla per Max Mara sono la quintessenza del lusso, da indossare stagione dopo stagione, grazie alla preziosità dei materiali e delle linee che assicurano una atemporalità perenne.
La ricerca materica è da sempre uno dei punti fermi del DNA di Max Mara: per la collezione che prende spunto da Marco Polo, sono tra i protagonisti i broccati e i tessuti con effetti tridimensionali, ma anche gli jacquard e le stampe che replicano le foglie ornamentali del Gotico Veneziano e i bouquet floreali stilizzati e motivi che richiamano lo zoroastrismo, l’induismo e il concetto filosofico cinese dello Yin e Yang.
Anche la maglieria si veste di ricami e spalmature a effetto dorato, anche nei capi più minimal e quotidiani, mentre a ricordare i tempi del grande esploratore cui la collezione guarda vi sono le maniche pompose, i cordoncini, i dettagli a inserto.
Se la viaggiatrice che prende spunto da Marco Polo si muove su Mary Jane color bronzo o nero, in testa indossa turbanti realizzati in collaborazione con l'iconico milliner Stephen Jones che alla domanda cosa avesse in comune con Max Mara ha risposto «Il proprietario, Luigi Maramotti, partecipò alla mia mostra di fine corso al Saint Martins, nel 1979. (…) È stata una gioia ritrovarsi dopo 45 anni». E lavorare con il team creativo di Max Mara con il Direttore Creativo, Ian Griffiths, per la sfilata Max Mara Resort 2025: «è stato emozionante, rivelatorio addentrarmi nel loro mondo unico, diverso da qualsiasi altro abbia visto prima».
Dopo la sfilata, gli ospiti hanno potuto visitare le sale riccamente decorate dai dipinti di geni assoluti come il Tintoretto prima di cenare nel cortile del palazzo con un menu che comprendeva insalata di mare tiepida con verdure locali e vitello tonnato, tiramisù e sorbetto di melissa.
Tutte le foto sono courtesy of Max Mara
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