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40 anni di Moschino, la Milano Fashion Week celebra con la collezione primavera estate 2024 curata da 4 celebri stylist

Il sipario si apre
sfilata moschino primavera estate 2024 milano fashion week
Daniele Venturelli

La sfilata Moschino primavera estate 2024 è un omaggio a Franco: 40 anni di puro amore e creatività in scena alla Milano Fashion Week

18 settembre 1994. Una data che la moda ricorda amaramente, perché è il giorno dell'addio di Franco Moschino. È nella sua casa ad Annone di Brianza, ora Villa Adinolfi, e non supera l'infarto improvviso. Altri sostengono per patologia legata all'AIDS. E forse la risposta a questo grande dubbio arriva con il finale celebrativo di questa sfilata dedicata al creativo e al suo lascito più importante: l'ironia. Alla Milano Fashion Week sfilano look ispirati all'archivio, divisi in 5 atti, citando non troppo velatamente il Teatro alla Scala (suonerà anche il primo violino Laura Marzadori), mentre il finale è in supporto alla Elton John AIDS Foundation.

Eravamo abituati ai set cinematografici di Jeremy Scott, qui ci troviamo davanti a una semplice passerella bianca, mentre dal tendone di velluto rosso - sì proprio come quello del teatro meneghino - sfilano le modelle divise per tematiche, per atti, per visioni creative. Per la sfilata Moschino primavera estate 2024 sono state chiamate le amiche e stylist affezionate alla Maison: Carlyne Cerf De Dudzeele, Gabriella Karefa-Johnson, Lucia Liu, Katie Grand (con coreografie di Wayne MacGragor). 4 atti di creatività, dove si mischia il surrealismo e l'ironia, la forza delle scritte dello stilista che arrivano al cuore, alla mente e alla pancia di chi le legge. Sì, perché Franco Moschino non ha usato mai mezze misure per dichiarare e dichiararsi. Per far riflettere, anche. Perché è tagliente con i suoi colori, i suoi tagli e le sue frasi.

Moschino primavera estate 1994

Moschino primavera estate 2024

Non si tratta di ricordare, perché qui la nostalgia non ha niente a che vedere con la nuova collezione. Il fashion system è unito per raccontare la storia di un uomo con una visione che anticipato le tendenze che oggi consideriamo “nuove”. Ma che nuove non sono. 40 anni di lavoro (è il 1983 quando crea la prima collezione) e scomparso troppo giovane, a soli 44 anni. Il brand rimane orfano e questo è l'omaggio più dolce di chi lo ha visto, accompagnato e poi portato sempre con sé. Oppure di chi lo ha semplicemente amato dopo il suo addio. E quale modo migliore se non scegliere un collettivo creativo per creare la collezione Moschino primavera estate 2024.

Moschino primavera estate 1994

Moschino primavera estate 2024

Moschino primavera 1994

Moschino primavera estate 2024

Chi sono le stylist della sfilata Moschino primavera estate 2024?

L'atto primo è dedicato a Carlyne Cerf de Dudzeele: icona anni 80 che ha collaborato con i “big” come Gianni Versace e Karl Lagerfeld. È diventata famosa per il suo mix tra high & low fashion, senza un metodo ma seguendo il proprio fiuto. Come Franco Moschino, adora i classici ma riproposti con uno stile molto personale.

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Gabriella Karefa-Johnson ha da sempre lottato contro gli stereotipi e questo l'ha avvicinata in. modo spontaneo al mondo di Moschino. Oggi la stylist di 31 anni è un simbolo della moda inclusiva. Franco ne sarebbe solo contento di vederla all'opera per creare questa collezione. Per lungo tempo ha lavorato da Vogue America come assistente di Tonne Goodman, simbolo di un’estetica minimale e sofisticata. Lei, al contrario è massimalista, ma la metodologia acquisita le ha permesso come creare ribaltando le regole.

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Per Lucia Liu è stato amore… a prima lettura, quando studiava design. Dal quel momento si è immersa nel mondo di Moschino per non lasciarlo più, tanto da avere poster e fotografie appese in camera. A far breccia nel suo cuore l'idea di moda di Franco: una moda ironica e provocatoria, anche politica, che non ha bisogno di spiegazioni.

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Infine l'inglese Katie Grand, amatissima per il suo styling. Incontra lo stilista da giovanissima, quando - ancora studentessa - entra senza invito a una sua sfilata da Harvey Nichols a Londra. Questo quarto atto (tutto d'amore) è la celebrazione più pura della storia: una volta arrivata a Milano si è letteralmente tuffata nell'archivio.

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