Il Tuba Club di Marsiglia ha il mare “dentro”, ma anche tanto stile, storia e sapore. Un angolo chic e poco conosciuto del Mediterraneo dove il tempo scorre lento
Il clamore di Marsiglia arriva attutito tra le stanze di Tuba Club, albergo incastonato tra gli scogli del villaggio di pescatori di Les Goudes. Negli Quaranta era un hotel conosciuto come "Roches Blanches", poi trasformato in un circolo di diving, frequentato dall’apneista Jacques Mayol e dal suo compagno di avventure Falco, che fu anche il capitano della Calypso di Jacques Cousteau. Oggi la location brilla ancora di quella luce discreta e di quel fascino décontracté che l’ha caratterizzato per anni. Attraversando gli spazi fino a raggiungere gli scogli assolati, si percepisce subito di essere in un posto magico. A recuperare la proprietà e a renderlo uno dei place to be del Mediterraneo sono stati gli imprenditori marsigliesi (e amici d'infanzia) Grégory Gassa e Fabrice Denizot, in collaborazione con l’architetta Marion Mailaender. Oltre al mare, è il cinema a ispirare l'interiors decoration. Emblematico il tavolino "Poulpe Fiction", realizzato con antiche trappole per polpi recuperate nei fondali del porto. E ancora, vecchie sdraio, fotografie in bianco e nero e un ampio divano che guarda l'orizzonte. Oltre il salone, la cucina è l'altro fulcro della proprietà. È qui che ci si siede a colazione o si passa per un caffè e dove vengono ambientate le Chef’s Table Dinner: cene organizzate per otto o dodici commensali, ammirando lo chef Sylvain Roucayrol ai fornelli. Per l'occasione gli ospiti hanno a disposizione la cucina e il living room.
Le cinque stanze sono state progettate ricordando la visione minimalista di Le Corbusier. Un po’ come il celebre “cabanon” che l’architetto aveva edificato a Roquebrune-Cap-Martin, le stanze di Tuba godono di semplicità e materiali naturali. Un "lusso sottile e solare”, come lo definisce l’architetta. Pannelli di compensato, lampade di corda, mobili trovati nei mercati delle pulci di Avignone o Marsiglia. Tantissimi i dettagli che fanno la differenza, come le ghirlande di boe colorate appese al soffitto, la cassapanca tempestata di conchiglie, i rubinetti che ricordano le navi e gli specchi che lasciano sempre intravedere uno spicchio di cielo azzurro. Alle stanze si è aggiunta una nuova villa con tre camere, per una vacanza in compagnia di amici.
I tavolini sugli scogli del ristorante sono diventati il simbolo di Tuba. Scenografici, poetici e iper-instagrammati. Sylvain Roucayrol è il protagonista assoluta della scena gastronomica di Tuba Club, dove orchestra con maestrie influenze di Francia, Spagna, Giappone. Tanti crudi di pesce, la classica grigliata ma anche il manzo Wagyu. Sylvain, originario di Perpignan, in Spagna, ha lavorato con gli chef Claude Bosi e Izu Ani, poi per l’Experimental Group e diretto i ristoranti parigini Caché e Amagat, prima di stabilirsi al Tuba Club e dedicarsi alla cucina di mare.
Da quest’anno gli ospiti del Tuba possono godere di un nuovo angolo lounge. Si chiama Bar Pastis ed è dedicato al celebre aperitivo di Marsiglia. Nel menù, 7 varianti di Pastis. A questo si aggiunge il Bikini’s, ambientato sul rooftop della proprietà. Il design anche qui è stato diretto da da Marion Mailaender, che ha scelto e riconvertito vecchi arredi e ha collaborato con Ateliers Laissez Passer, studio che crea elementi di design, recuperando vecchi pezzi e materiali del porto dei Marsiglia. Come il bancone del Bikini’s, che è stato realizzando partendo da un vecchio scafo di barca recuperato. Per accompagnare i drink, lo chef di casa Sylvain Roucayrol ha disegnato un menù di tapas, rendendo omaggio alle sue origini catalane, come i panini a forma di bikini e le focacce con tonno rosso. Tra le chicche gastronomiche dell’albergo vanno segnalati i cesti di pic-nic che gli ospiti possono ordinare per trascorrere la giornata in uno scoglio remoto, senza rinunciare alle bontà “della casa”.
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