STORIE

Chi è Veronica Leoni, nuova direttrice creativa di Calvin Klein Collection

La designer romana, con il suo minimalismo massimalista, è stata scelta per il ritorno in grande stile del brand americano in passerella
veronica leoni quira

Veronica Leoni, founder di Quira, è la nuova direttrice creativa di Calvin Klein Collection e con lei il brand torna in passerella

Romana e laureata in Lettere, Veronica Leoni si è approcciata alla moda grazie alla nonna Quirina, “vedova matriarca ribelle” e sarta. Da lei prende il nome Quira, il suo marchio di moda femminile lanciato nel 2021 dopo un’esperienza decennale negli uffici stile Jil Sander, Céline e Moncler e che è stato tra i dieci finalisti del LVMH Prize 2023. Nel commentare quella esperienza ci aveva raccontato lo scorso autunno in un'intervista pubblicata su Vogue Italia di novembre 2023: «L’esposizione e la visibilità per il brand sono state straordinarie e hanno accelerato un percorso che avrebbe richiesto molto più tempo. Il premio, poi, crea community ed è stata una bellissima sensazione ritrovarsi tra creativi amici».

Per lei il valore della community è fondamentale: «Con gli altri designer sento di condividere la medesima missione, quella di dare vita a una rinnovata primavera per i giovani brand italiani» e anche del suo team con cui crea Quira aveva avuto parole di grande stima: «Sono veterani che hanno affrontato l’industria a vari livelli e qui dentro portano solo il bello. Quira è un progetto “guerrilla” e il lusso si manifesta nell’artigianalità, nella qualità, nella limitatezza della filiera».

Ora una nuova sfida la attende: Calvin Klein Inc. ha annunciato la sua nomina come Creative Director di Calvin Klein Collection e con lei il brand tornerà in passerella. La designer ha dichiarato: «Sono entusiasta e onorata di avere l'opportunità di scrivere un nuovo capitolo della storia di Calvin Klein. Per decenni, Calvin Klein ha interpretato l'idea di un'audace espressione di sé e io sono pronta a potenziarla con un forte accento sullo stile e sulla creatività. Sono profondamente grata a Eva Serrano per la sua visione e la sua fiducia. La mia carriera è stata segnata da incontri stimolanti con alcune delle donne più visionarie della moda e lei è una di queste. Voglio anche ringraziare il CEO di PVH Stefan Larsson per la straordinaria opportunità di celebrare uno dei marchi più influenti della moda americana».

Eva Serrano, Global Brand President della maison dal marzo 2023, ha aggiunto: «Siamo orgogliosi di nominare Veronica come Creative Director di Collection, la massima espressione del marchio Calvin Klein. È stato chiaro fin dalle nostre prime conversazioni che il lavoro di Veronica l'ha preparata per questo momento e per l'opportunità di definire una nuova era per Calvin Klein. Sono certa che il suo approccio mirato al design e la sua etica del lavoro, combinati con i nostri valori condivisi, arricchiranno ulteriormente il nostro marchio iconico e daranno vita a una collezione che avrà successo in tutto il mondo».

Veronica Leoni in uno scatto di Collier Schorr

Lo stile di Veronica Leoni

La stilista romana fa uso dell’astrazione per rappresentare ed esaltare il suo personale ideale mescolando i volumi del diciottesimo secolo, la couture degli anni '50 e lo spirito contemporaneo. Sempre con una certa attenzione allo studio delle silhouette, eredità di una passione per i fashion designer giapponesi. Il risultato? Un minimalismo massimalista che supera i confini delle tendenze e guarda alla definizione di uno stile senza tempo. Veronica Leoni alla vigilia del LVMH Prize ci aveva raccontato: «Quira si muove nell’ambito della femminilità contemporanea più sofisticata, del design più intelligente. Nei codici del brand ci sono artigianalità e cultura del prodotto, che interagiscono in un look ricco di stratificazioni e texture, in grado di giocare con le proporzioni senza alcun tipo di restrizione». Così giacche, cappotti, trench e gonne non rinunciano al divertimento e assumono sembianze camaleontiche funzionali a valorizzare il corpo.

Nel tuo passato ci sono esperienze a fianco di Jil Sander e Phoebe Philo. Cosa ne rimane?

Le porterò sempre con me. Questo è un lavoro in cui è praticamente impossibile scindere la sfera personale, più emotiva ed intima di sé stessi. Gli incontri con questo calibro di donne e direttrici creative sono stati degli accrescimenti, che mi hanno condotto dove sono oggi.

Quira autunno inverno 2023 2023

Quanto sono radicati in te quegli insegnamenti?

Io e il mio lavoro ci siamo sempre assomigliati. Non ho mai dovuto tradire la mia inclinazione estetica, piuttosto ogni progetto mi ha permesso di nutrire ed amplificare negli anni la mia visione. Ripeto costantemente che, da donna, è stata un’opportunità poter lavorare a vere e proprie rivoluzioni del guardaroba femminile.

Quira autunno inverno 2023 2023

Arriviamo al presente e alla nomina tra i finalisti de LVMH Prize 2023. Quali sono i tuoi sogni e le tue paure legati a questa opportunità?

Sono semplicemente molto felice. Quira in finale è già ben oltre ciò che avevo previsto. Dopo tutto questo, non c’è più nulla da perdere. E, indipendentemente dall’esito finale, ritengo ci siano i presupposti per supportare una crescita del brand nelle prossime stagioni. Ecco, il mio sogno è questo. In aggiunta a Mina in prima fila per la mia prima sfilata.

Quira autunno inverno 2023 2023

Cosa vorresti vedere cambiare nel sistema moda?

Mi auguro che il fenomeno di ingigantimento delle maison del lusso, che ha messo totalmente su un’altra scala il valore degli investimenti, non schiacci le iniziative indipendenti. E che l’industria sappia valorizzare tali differenze. Sarà la primavera o forse Mercurio nel segno, ma sono particolarmente ottimista.

Come vedi Quira nei prossimi mesi, anni e anche di più?

Stiamo lavorando affinché Quira possa strutturarsi maggiormente senza perdere la flessibilità e la leggerezza che permette al progetto di adattarsi e crescere in maniera organica di stagione in stagione.

E poi?

E poi vorrei vederla di più in strada perché è emozionante scovare qualcuno con indosso Quira.

La Veronica Leoni di adesso prevede che quell’aspetto borghese radicalmente rivisitato, ricomposto e attualizzato possa evolversi o regredire in altro?

Mi piace questa definizione. Quira è il mio spazio per dare forma ad una personale visione dello stile e naturalmente crescerà. Magari a volte attraverso delle regressioni.

Perché?

Perché l’evoluzione è insita nella moda. Non so prevedere dove finirà nel lungo periodo, rimarrà però costante l’obiettivo di sedurre senza sosta e accendere di volta in volta il desiderio di vestire Quira.

Sui social hai scritto: la purezza del design sia potente. Come vedi la recente propensione dei grandi marchi a tornare alla struttura cruda e semplice dell’abito?

“Buy less, choose well, make it last”, per citare un’altra donna che nella moda ha lasciato un segno straordinario, Vivienne Westwood. Si tratta probabilmente di un’evoluzione del gusto e di una reazione al mercato. La necessità del “senza tempo” è una sfaccettatura della sostenibilità e un valore aggiuntivo dato dalla qualità.

Anche tu parti da quella, per poi farla evolvere in qualcosa di diverso. Perché la struttura dei vestiti e non altro come punto di partenza, e forse punto d’arrivo?

Non conosco altro modo di fare vestiti. La partenza e l’arrivo, nel mio processo, coincidono. La funzione e l’atteggiamento pragmatico dei miei capi sono ciò che li rende veri. Non voglio perdere di vista il corpo, perché la realtà dello stile è la mia sfida più grande. Alla fine praticare il design vuol dire lavorare sulla forma.

Come mai?

È fondamentale per me che Quira si distingua per la perfezione dei capi, presente nei dettagli, nella costruzione e nella vestibilità. La sensazione del lusso risiede proprio in questi aspetti.

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