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MATRIMONIO

Il matrimonio stellare di Sofia Richie, sposa in Chanel Haute Couture al braccio di papà Lionel

Parata di stelle ad Antibes per le nozze di Sofia Richie e Elliot Grainge. Lei, figlia del leggendario Lionel, ha indossato 3 abiti Chanel Haute Couture. E già si parla di matrimonio dell'all'anno

Il team di Chanel ha realizzato un totale di tre abiti, ciascuno destinato a uno specifico evento tra quelli previsti durante il weekend: uno per la cena di prova, svoltasi il venerdì sera in una villa privata, uno per la cerimonia nuziale e uno per l'after-party. «Avevo sempre sognato di sposarmi in un abito creato da Chanel», dice Sofia. «Fin dalla prima prova nei saloni parigini della maison, ho capito come avrebbe dovuto essere il vestito con cui volevo andare all'altare: un abito con scollo all'americana, con ricami di pizzo e un lungo strascico». E aggiunge: «Nell'abito, sono presenti dettagli simbolici. Ad esempio, un ricamo a forma di cuore, per rappresentare l'amore che Elliot e io condividiamo. Ho anche voluto che le nostre iniziali venissero ricamate all'interno, all'altezza del cuore». Sofia voleva che il velo fosse qualcosa di unico, così il team Chanel lo ha tempestato di perline di resina, simili a gocce d'acqua, in modo che scintillasse a ogni passo della sposa.

Negli archivi di Chanel

Per gli altri due look, Sofia ha lavorato a stretto contatto con la propria stylist, Liat Baruch, oltre che con Douchez, studiando i passati défilé di Chanel Haute Couture alla ricerca dell'ispirazione. Per la cena di prova, è stato ricreato un abito indossato da Stella Tennant durante la sfilata autunno inverno di 1997 1998. «È interamente decorato a mano», dice Sofia. «Per me, incarna l'eleganza classica e la femminilità, tutto ciò in cui Karl Lagerfeld eccelleva».

I gioielli

La sorella maggiore della sposa, Nicole Richie, ha disegnato un paio di orecchini di diamanti con cui completare il look nuziale. «Indossare gioielli di sua creazione proprio durante il momento più importante della mia vita è stato qualcosa di speciale», commenta Sofia. Tutti gli altri gioielli erano di Fred Leighton. «Ho sempre amato le sue creazioni senza tempo», dice. «Per il ricevimento, ho indossato orecchini con diamanti a goccia di Kwiat, l'azienda madre di Fred Leighton, mentre per il party ne ho scelto un paio a chandelier di Fred Leighton, ciascuno con incastonata un'acquamarina. Sono stati il mio “qualcosa di blu”».

Le damigelle in total black, lo sposo in Ralph Lauren e Tom Ford

Le sette damigelle erano in total black. «Volevo che si sentissero a loro agio, quindi, come unica condizione, ho chiesto che fossero vestite di nero», racconta Sofia. «Ognuna ha scelto il proprio abito, spaziando da Saint Laurent a Rodarte». Quanto a Elliot, le sue preferenze sono ricadute su un abito di Ralph Lauren per la cena di prova e su uno smoking di Tom Ford per il giorno del matrimonio.

Le prove in pigiama

La notte prima del giorno delle nozze, Sofia ha dormito in una villa nella proprietà dell'Hôtel du Cap-Eden-Roc insieme alle sue damigelle. «Siamo rimaste sveglie a ridere tutta la notte», ammette. «La mattina dopo, quando siamo andate alle prove, verso le otto, indossavamo ancora il pigiama. Ci siamo divertite molto e poi abbiamo fatto colazione. Le mie amiche e mia sorella mi hanno fatto una sorpresa, riempiendo la sala di palloncini e facendomi trovare tutto quello che mi piace mangiare a colazione. Sembravamo delle bambine felici!».

Il beauty look

Terminata la colazione, verso le undici, il gruppo è passato direttamente al trucco & parrucco. «C'erano quattro truccatori e quattro parrucchieri, tutti arrivati da Londra», racconta Sofia. «Uno più bravo dell'altro». La sposa ha optato per un beauty look semplice e pulito: «Volevo che fosse senza tempo. L'idea era quella di evitare che, riguardando le foto del matrimonio a vent'anni di distanza, mi vedessi ridicola». A occuparsi del maquillage è stata la make-up artist delle star Pati Dubroff. «Ho sempre sognato che fosse lei a truccarmi il giorno del mio matrimonio», confessa Sofia. Dei capelli si è invece presa cura Kathleen Riley, che da anni è la sua hair stylist di fiducia. «Kathleen era anche tra gli invitati al matrimonio», precisa Sofia. «Oltre che una hair stylist straordinaria, per me è una buona amica, e tenevo molto alla sua presenza».

Lungo la navata

La cerimonia nuziale è stata preceduta dalla firma della Ketubah, l'accordo nuziale ebraico, rito che ha avuto luogo nella camera da letto della madre della sposa. Qui i membri delle due famiglie si sono riuniti per fungere da testimoni. Quindi, verso le 18, la sposa è stata accompagnata dal padre lungo la navata, ricoperta da una tettoia trasparente e riccamente ornata di fiori bianchi e crema. «Ci sono voluti sette minuti e mezzo per percorrere la Grande Allée dell'hotel», ricorda Sofia. «Avevamo cronometrato tutto. L'unico potenziale imprevisto era rappresentato dal meteo, dato che la giornata era molto nuvolosa. Ma qualcuno deve aver guardato giù, perché, quando è arrivato il grande momento, le nuvole si sono diradate».

Camminare lungo la navata al braccio del padre era qualcosa che Sofia aveva sempre sognato. «Non riuscivo a credere che stesse accadendo», racconta. «Mio padre è sempre stato la figura più rassicurante della mia vita, mi ha aiutato a restare con i piedi per terra. Ero molto nervosa prima di percorrere la navata: mi sembrava di dover salire su un palcoscenico, l'adrenalina scorreva a fiumi. Abbiamo parlato per qualche minuto e lui mi ha detto: "Sei l'amore della mia vita e sono così felice per te". Non so perché, ma mi sono subito sentita più tranquilla. È davvero una fortuna avere dei genitori come i miei».

Un invitato a sorpresa

L'arrivo della sposa è avvenuto sulle note della sua canzone preferita, Until I Found You, di Stephen Sanchez, con il testo modificato in modo da contenere il suo nome. «Avevo sempre sognato di incontrare Stephen Sanchez. Ricordo di aver proposto più volte a Elliot di andare insieme a uno dei suoi concerti», dice Sofia. «Così, quando gli organizzatori mi hanno chiesto di scegliere una canzone per l'inizio della cerimonia, non ho avuto dubbi. Sentendo che le parole erano state cambiate, all'inizio ho pensato che avessero realizzato una specie di cover, ma poi, arrivata all'altare, sono rimasta senza parole: “Oh, mio Dio”, ho pensato, “ma quello è proprio Stephen Sanchez!". È stato surreale. Elliot non avrebbe potuto farmi un regalo di nozze più bello. E la cosa migliore è che Stephen si è trattenuto anche dopo la cerimonia, festeggiando con noi per tutta la notte».

Le due cerimonie secondo il rito ebraico

La cerimonia, svoltasi secondo il rito ebraico, è stata officiata dal rabbino Thomas Solomon. «Era molto importante per la famiglia di Elliot – e anche per me, ora che mi sono convertita – che fosse una tradizionale cerimonia ebraica», spiega Sofia. «Per ragioni legali, ci siamo dovuti sposare prima negli Stati Uniti, cosa che abbiamo fatto con una cerimonia molto intima a casa nostra, alla presenza dei nostri genitori e dei parenti più stretti».

Il primo ballo sulle note di Stuck on You

Alla cerimonia nuziale è seguito un cocktail e quindi una cena, nel corso della quale parenti e amici hanno pronunciato i loro discorsi augurali. «È stato davvero spassoso», ricorda Sofia. «Mio padre e quello di Elliot hanno tenuto dei discorsi incredibili. È stato divertente e, al tempo stesso, molto dolce».

Dopo la cena, Sofia ha indossato un look Chanel ispirato a Claudia Schiffer: «Abbiamo ricreato un minidress indossato da Claudia Schiffer nei primi anni ‘90», spiega. «Era perfetto per ballare tutta la notte». Durante l'after-party, Lionel Richie ha eseguito due delle canzoni preferite dalla figlia, Hello e Stuck on You, entrambe tratte dall'album Can't Slow Down, del 1983. «Avevo sempre detto che mi sarebbe piaciuto fare il primo ballo sulle note di Stuck on You», dice Sofia. «E lui mi ha accontentato. Poi, a sorpresa, ha eseguito anche Hello, e tutti gli ospiti hanno cantato con lui».

La performance dei Good Charlotte

Caratterizzato da un'atmosfera ispirata ai locali notturni, l'after-party ha visto l'esibizione dei Good Charlotte, band pop-punk fondata negli anni ‘90 dai gemelli Benji e Joel Madden, il secondo dei quali è marito di Nicole Richie. «Sono di famiglia», dice Sofia. «Inoltre, Elliot è un loro grande fan. Non si esibivano da cinque anni, ma sono stati fantastici, delle autentiche rock star. Tra l’esibizione di mio padre e quella dei Good Charlotte, è stato incredibile. E, soprattutto, ci siamo sentiti in famiglia, proprio come volevamo che fosse».

E alla fine, piatti di pasta e specialità francesi

Le danze sono proseguite fino alle tre del mattino, dopodiché gli sposi, le damigelle e i testimoni hanno fatto ritorno alla villa dove tutto era iniziato. «Abbiamo ordinato grandi piatti di pasta e tutte le specialità francesi che ci sono venute in mente», racconta Sofia. «Siamo rimasti seduti a parlare fino all'alba». Per Sofia, è stata la conclusione perfetta del matrimonio che aveva sempre sognato. «Per tutto il weekend, mi sono ricordata di un consiglio che avevo ricevuto prima delle nozze: "Guardati attorno e assapora l'amore che ti circonda, perché è raro riuscire ad avere tutti i propri cari riuniti in un unico posto". È esattamente quello che ho fatto».

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su American Vogue.