L'ultima toccante sfilata di Sarah Burton per Alexander McQueen dedicata alla memoria di Lee: 5 cose da sapere
Dopo 26 anni da Alexander McQueen, di cui 13 come direttrice creativa, Sarah Burton ha presentato a Parigi la sua ultima collezione per il brand inglese. Ecco i punti salienti dell'emozionante sfilata
L'ultima sfilata di Sarah Burton per Alexander McQueen, 5 cose da sapere
Dopo 26 anni alla fashion house Alexander McQueen, di cui 13 come direttrice creativa, Sarah Burton, erede stilistica diretta del visionario designer e amico Lee Alexander McQueen, scomparso appena quarantenne nel 2010, ha presentato la sua ultima collezione per il brand alla Fashion Week di Parigi. Qui di seguito, il critico di British Vogue Anders Christian Madsen ha riportato i cinque punti salienti dell'emozionante sfilata primavera estate 2024, ultima sfilata di Sarah Burton per Alexander McQueen.
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su British Vogue
Ik Aldama / Courtesy of Alexander McQueen1/5L'addio a McQueen di Sarah Burton
Due settimane prima della sfilata primavera estate 2024 di Alexander McQueen, Sarah Burton ha annunciato l'addio alla maison che l'ha accolta per 26 anni, e di cui, dopo la morte di Lee McQueen nel 2010, è diventata direttrice creativa. La Burton ha messo in scena il suo ultimo show a Le Carreau du Temple e ha lasciato un biglietto di addio su ogni sedia. «Questa collezione è ispirata all'anatomia femminile, alla regina Elisabetta I, alla rosa rosso sangue e a Magdalena Abakanowicz, un'artista trasgressiva e molto creativa che si è sempre rifiutata di compromettere la sua visione. La sfilata è dedicata alla memoria di Lee Alexander McQueen, che ha sempre desiderato dare potere alle donne, e alla passione, al talento e alla lealtà del mio team».
Ik Aldama / Courtesy of Alexander McQueen2/5I tagli come un'operazione chirurgica
La collezione è stata il commovente seguito della sfilata della scorsa stagione, una proposta che Burton, all'epoca, dichiarò essere fondata sulle origini della maison: l'osservazione delle virtù della sartoria di Savile Row, prima di decostruirla e capovolgerla. A febbraio, è sembrata un'espressione rinnovata: un ritorno allo spirito spaventosamente bello di McQueen negli anni della sua formazione. Questa volta, l'effetto è stato straziante. Burton ha tagliato i tessuti come se fossero pelle, scorticandoli a strisce lungo le costole, le spalle e i busti. Con il riferimento a Elisabetta I in sottofondo e il gusto per la tortura della sua epoca, le incisioni della Burton avevano un che di feroce e di crudele, aggressivo e straziante allo stesso tempo. Il suo teatro era impressionante.
Ik Aldama / Courtesy of Alexander McQueen3/5La maglieria ha scolpito l'anatomia del corpo con i fiori
Su una colonna sonora di suoni digitali e naturali difficili da definire se non come snervanti, Burton ha continuato a esplorare l'anatomia femminile con una maglieria strabiliante. Come un “Leonardo da Vinci dei maglioni”, ha mappato in modo astratto le ossa e gli intestini del corpo umano attraverso punti e anelli, trasformando la morbidezza dei filati nelle formazioni più meravigliosamente imponenti. Avremmo potuto osservare questi due capi di maglieria per tutto il giorno trovando sempre nuovi dettagli. Le composizioni anatomiche simili a fiori si riflettevano e si rimaterializzavano anche nelle jumpsuit bianche o decorate d'argento e perle, e come ornamenti su abiti sartoriali.
Ik Aldama / Courtesy of Alexander McQueen4/5Le rose diventano sangue
I fiori sono stati una componente centrale nella visione di Sarah Burton da McQueen. Per il suo canto del cigno, ha interpretato le rose, simbolo della casa Tudor, in abiti che si trasformavano in forme floreali tridimensionali, in stampe sugli abiti e in pepli dai bustier in pelle lucida simili a petali. In tutti questi capi, il rosso sangue della rosa è diventato il punto focale. Le stampe pittoriche di Burton sembravano macchie di sangue fresco, le scollature di quei bustier erano tagliate come gocce di sangue e anche i ricami rossi a balze su abiti e cappotti sembravano sangue che colava dagli indumenti. Era una sartoria illustrativa che ti strappava il cuore.
Ik Aldama / Courtesy of Alexander McQueen5/5Un inchino trionfale
Dopo che Naomi Campbell ha chiuso la sfilata, le note di "Heroes" di David Bowie hanno saturato lo spazio in preparazione dell'inchino finale della Burton. La stilista si è presentata con semplici jeans e maglietta, abbracciando le figure del settore che sono state al suo fianco fin dai primi anni con Lee McQueen – a partire dalle giornaliste di moda Susannah Frankel e Sarah Mower – prima di soffiare baci a un pubblico che presto tornerà ad assistere al suo prossimo capitolo. Lasciando il Carreau du Temple, l'atmosfera era di gratitudine piuttosto che di tristezza. Che abbiate assistito per 26 anni alle sfilate di McQueen, per 13 alle sfilate di Burton, o che le abbiate semplicemente guardate da lontano, vi sarete comunque sentiti fortunati per aver vissuto questa esperienza.
