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Organizzare il guardaroba e snellirlo è semplice, basta seguire la regola delle “tre parole"

Tutti abbiamo comprato qualcosa per poi pentircene, ma per evitare di commettere lo stesso errore bisogna saper identificare il proprio stile personale. Per fare scelte consapevoli ed evitare gli sprechi
Organizzare il guardaroba e snellirlo è semplice basta seguire la regola delle “tre parole

Snellire e organizzare il guardaroba per evitare gli sprechi: una scelta consapevole e green

L'abbiamo fatto tutti: comprare qualcosa e poi pentircene, finendo per riporlo in un angolo oscuro dell'armadio, con l'etichetta ancora attaccata. Spesso si tratta di cose non in linea con il nostro stile personale o che non si abbinano a ciò che già possediamo. Ma come evitare di commettere lo stesso errore anche in futuro?

Ci viene in soccorso la stylist newyorkese Allison Bornstein, la quale, dopo aver lanciato un servizio di consulenza online durante la pandemia, ha sviluppato il metodo delle tre parole (ora diventato virale su TikTok), un approccio che può aiutare a ottimizzare il guardaroba. "Grazie al mio lavoro, mi sono resa conto che molte persone non sapevano definire il proprio stile", racconta a Vogue. "Di conseguenza, compravano tonnellate di roba e provavano mille tendenze diverse, senza prendersi il tempo di fermarsi e chiedersi: Chi sono veramente? Cosa mi piace? Perché mi piace? E come posso coltivare uno stile che mi appartenga?". Se non trovate le risposte a tutte queste domande, allora dovete snellire e organizzare il guardaroba, seguendo un semplice metodo (che pare essere davvero efficace). Provare per credere.

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Il metodo delle “tre parole”:
La parola pratica

Il metodo è riassunto nel nome, e aiuta a individuare tre parole che racchiudono il vostro stile personale. La prima parola contiene un elemento pratico. "È la parola che troviamo osservando ciò che c'è effettivamente nel nostro armadio", spiega Bornstein. "Prendete le cose che indossate sempre, non necessariamente quelle che amate di più, ma quelle che indossate più spesso. Quali parole potete usare per descriverle? È una stenografia per stabilire la vostra linea di base". Seguendo i consigli di Bornstein, scopro che la mia prima parola d'ordine è easy, dagli abiti che indosso per andare al lavoro alle tute da ginnastica che uso per stare a casa. Quella della Bornstein, invece, è classico. "Per me ci sono molti blazer e molti jeans: è uno stile classico", spiega.

La parola aspirazionale

La parola successiva contiene un elemento aspirazionale. "Di solito suggerisco ai clienti di trovare questa parola guardando la loro bacheca Pinterest o i loro salvataggi su Instagram. O anche di pensare a una celebrità o a un influencer di cui amano lo stile, chiedendosi poi quali parole userebbero per descrivere quello stile". La mia prossima parola è minimalista (il sogno è quello di realizzare il perfetto guardaroba capsule), mentre quella di Bornstein è anni 70. "Amo i jeans svasati, il velluto a coste. Mi ritrovo a screenshottare un sacco di riferimenti agli anni 70".

La parola emotiva

L'ultima parola del metodo Bornstein è soprattutto emotiva. "Mi piace prescrivere una sensazione", spiega la stylist. "Alcuni scelgono sexy, potente o confortevole. La mia è elegante perché desidero essere un po' più raffinata o curata". Curata è anche la mia terza parola: quella sensazione di essere a posto.

Naturalmente, il metodo delle tre parole non è una scienza esatta, ma può aiutarci ad adottare un approccio più sostenibile al nostro guardaroba, evitando gli sprechi. "Per lo più si tratta di fare acquisti consapevoli, intenzionali e intelligenti comprando solo cose che ci piacciono", conclude Bornstein.

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Cosa fare dei capi che non rispondono alle nostre tre parole?

Dopo tutto questo lavoro al tempo stesso pratico, razionale ed emotivo sul nostro guardaroba, il primo passo è compiuto. Ma cosa fare di tutti i capi e gli accessori - magari ancora “impreziositi” del cartellino - che abbiamo acquistato e che non ci parlano più, che non ci convincono o che non rispondono alle tre parole del metodo che abbiamo appena imparato? Una scelta valida è quella di vendere i capi che non usiamo più tramite app come Vinted o Vestiaire Collective o donarli alle associazioni che li rimettono in circolo, attraverso i negozi di vintage e second hand o distribuendoli, o ancora riciclandoli. Una scelta di economia circolare, il vero futuro della moda.

Per prendere ispirazione dal guardaroba di Vogue Italia, ascoltate i talk dell'evento The Vogue Closet seguendoci qui:

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente su British Vogue