Giorgio Armani, la nascita dello stile italiano e i sacrifici per raggiungere il successo nella moda

Voleva studiare medicina ma nel destino c'era la moda, così Milano è diventata la sua città. Vi raccontiamo la storia del “Re” Giorgio Armani in occasione del suo 90esimo compleanno
Giorgio Armani
Giorgio Armani

Giorgio Armani, dalla giacca destrutturata ai look da Oscar in stile italiano. Storia e curiosità sullo stilista italiano

Non si considera un artista, eppure Giorgio Armani conosce molto bene l'arte della moda attraversata da una vena di genialità. La vita privata e il suo lavoro s'intrecciano: la timidezza e la discrezione ma anche la determinazione nel perseguire i propri obiettivi rimanendo sempre fedele a se stesso. E per farlo si è sacrificato molto « La vita mi ha premiato ma posso dire che mi ha anche tolto parecchio - ha commentato lo stilista in occasione del suo compleanno - Mi sarebbe piaciuto godermi tante cose che per gli altri sono normali, ma che ho dovuto mettere da parte per questo mondo».

Nato a Piacenza l'11 luglio del 1934, lo immaginiamo bambino con quei suoi occhi di ghiaccio penetranti che oggi catturano la luce dei flash, al fianco del fratello Sergio e della sorella Rosanna Armani, magari con mamma Maria e papà Ugo sulle rive del Trebbia, da cui ha attinto il colore del fango per le sue sfilate. L'infanzia vissuta tra i bombardamenti è una dura esperienza da cui lo stilista ha tratto forza ed energia, rendendolo così sensibile ad alcune tematiche: ricordiamo che è il primo a sfilare a porte chiuse per tutelare i suoi ospiti dal Coronavirus nel febbraio del 2020, mentre due anni dopo sceglie una sfilata senza musica contro la guerra, in segno di cordoglio per l'Ucraina. Ecco che dopo il titolo Cavaliere della Repubblica arriva anche la più alta onorificenza dello stato: quella di Cavaliere di Gran Croce.

Ma ripercorriamo assieme le tappe che lo hanno reso il “Re Giorgio Armani". Nel 1957 abbandona la città natale per studiare medicina all'Università Statale di Milano e diventare chirurgo. Dopo un paio di anni, però, trova un lavoro che gli permette di entrare in contatto con la moda: è vetrinista alla Rinascente, passaggio fondamentale per una direzione sempre più creativa che guarda con interesse al mondo dell'abbigliamento, sviluppando una propria visione. Nel 1964 arriva la prima occasione, quando Nino Cerruti lo chiama per collaborare con Hitman, la prima fabbrica di pret-à-porter elegante da uomo. È qui che viene plasmata la sua visione del completo destrutturato, proposto per Cerruti con tessuti fluidi, per poi sviluppare e maturare questo concetto anche con l'uso di materiali più tradizionali nelle collezioni che porteranno il suo nome.

Il primo esordio come stilista è nel 1974 durante la leggendaria sfilata fiorentina di Palazzo Pitti alla Sala Bianca, e solo un anno dopo fonda Giorgio Armani Spa, inizialmente dedicato all'uomo e ampliato nel 1976 con la donna. Emporio Armani arriverà nel 1981, mentre bisognerà aspettare il gennaio 2005 per Armani Privé.

Giorgio Armani sceglie come suo fedele braccio destro Sergio Galeotti, conosciuto nel 1966 durante una vacanza a Forte dei Marmi. Quando lascerà la costa toscana per la villa di Pantelleria, i profumi di questa terra ispireranno la fragranza Acqua di Giò. Saranno, invece, gli studi di medicina a rendere chirurgica la sua moda: la lunghezza di un orlo, il taglio di un abito, un guanto mai troppo lungo o un colore mai troppo acceso, tutto misurato e proporzionato al millimetro. Nasce così l'inconfondibile stile italiano di Giorgio Armani che rifugge dal sensazionalismo votato all'eccesso per una salutare operazione di pulizia e desiderio di essenzialità, senza immiserirla.

La giacca destrutturata sartoriale

Negli anni 80 Giorgio Armani sfida le tradizioni tecniche e la sartorialità inglese, destrutturando la giacca. È un'operazione sopraffina che non vuole perdere in eleganza: elimina le rigide controfodere e i copririsvolti, proietta le spalle fuori facendole cadere, per creare un'immagine più fluida anche con dei tessuti dalla trama spessa. In breve tempo, la giacca diventa simbolo delle collezione di Giorgio Armani, per lui e per lei.

Giorgio Armani, 1970

Getty Images

Il greige di Giorgio Armani

“Cercavo una tonalità che fosse calda ma allo stesso tempo metropolitana, sobria ma non scontata. E il greige è tutto questo per me: discreto, sofisticato e naturale. Amo i colori naturali, danno un profondo senso di tranquillità e serenità, e sono una base sulla quale si può costruire qualsiasi cosa" - ci ha raccontato Giorgio Armani e aggiunge - "Ti permettono di connettere altri colori fra loro, rendono possibile un legame tra tonalità lontane. Il greige è come un colore di sfondo. Qualcosa che rimane, sopra il quale puoi immaginare abbinamenti di volta in volta diversi.”. Una puntuale sfumatura di colore che unisce il grigio al beige, che ricorda proprio la sabbia bagnata del Trebbia, quella della sua infanzia, ma che ha il potere di alleggerire una fantasia o diventate potente nel total look. Il greige è il colore simbolo di Giorgio Armani e torna puntuale in ogni collezione, sottolineando così il concetto no-seasonal, fino a tingere l'oro della sua collezione d'Alta Gioielleria.

ADV Primavera Estate 1989

Giorgio Armani Primavera Estate 1990

Un capitolo a parte è per il colore blu, simbolo di eterna eleganza che torna con le collezioni haute couture Armani Privé.

Giorgio Armani uomo e lo stile di American Gigolò

Con il guardaroba realizzato da Giorgio Armani, Richard Gere diventa simbolo di fascino ed eleganza. Lo stilista destruttura il completo, alleggerisce la giacca mentre i pantaloni sono senza pences: è questo così il cosiddetto “American Gigolo’s suit”. Ma sarà la sequenza cinematografica a rendere omaggio allo stile italiano: l'attore americano, che interpreta i panni del gigolò Julian Kay, sceglie quattro giacche e le allinea sul letto, per poi abbinarle ad altrettante camicie e cravatte.

Richard Gere e Giorgio Armani

WWD/Getty Images

È un vero manifesto della visione Giorgio Armani uomo, libero dai tailleur grigi che castigano il corpo, mentre la camicia impeccabile è quel tocco di pulizia e onestà avvalorata dalla cravatta che assottiglia la figura. Così facendo, il cinema mostra la capacità espressiva della moda nel costruire l'immagine che, in questo caso, corrisponde al sex symbol.

Leonardo DiCaprio ritira l'Oscar come Migliore attore protagonista nel 2016 in Giorgio Armani

Kevin Winter/Getty Images

Jude Law in Giorgio Armani sul red carpet del Festival di Venezia, 2019

Stephane Cardinale - Corbis/Getty Images

Pur schivo e riservato ha comunque messo in moto il meccanismo dello star system: al già citato Richard Gere, troviamo Sean Penn, Leonardo DiCaprio (quest'ultimo vestito Armani nel film The Wolf of wall street, 2014), Jude Law e Regé-Jean Page (per Armani Code).

Giorgio Armani donna, dai must have ai look da Oscar

È interessante come ci sia una singolare coincidenza che unisce lo stile Armani a quello di Marlene Dietrich, ed è la propensione all'androgino che non scade mai nel travestimento. Come riportato nel 1983 dal giornale Domenica del Corriere “Io ho dato alla donna la giacca, i pantaloni, la camicia usando in modo femminile argomenti maschili”. Il concetto di eleganza, quindi, non fa rima con stravaganza, è questa la più bella lezione di stile di Giorgio Armani per la donna, da scoprire anche in questa intervista dove racconta i 5 capi iconici del guardaroba femminile.

Diane Keaton ritira l'Oscar come Migliore attrice protagonista nel 1978 in Giorgio Armani

ABC Photo Archives/Getty Images

Jodie Foster in Giorgio Armani sul red carpet degli Oscar del 1992

Ron Galella, Ltd./Getty Images

Renée Zellweger con l'Oscar come Migliore attrice protagonista 2020 in Giorgio Armani

Amy Sussman/Getty Images

Ha inoltre vestito affascinanti donne come Sophia Loren, Diane Keaton (per ritirare l'Oscar del 1978), Jodie Foster (vincitrice dell'Oscar del 1992), Adria Arjona (per My Way Armani), Emily DiDonato (per Acqua di Gioia), Renée Zellweger (per l'Oscar del 2020) e Anne Hathaway nel recente debutto al Festival di Cannes. Una nota a parte è dedicata a Cate Blanchett (Presidente della giuria al Festival di Venezia del 2020 e volto di Sì Armani) e Julia Roberts che arrivano con Giorgio Armani e la nipote Roberta Armani sul red carpet dei British Fashion Council del 2019, per celebrare l'Outstanding Achievement Award.

Anne Hathaway e Roberta Armani alla sfilata Armani Privé primavera estate 2010

Toni Anne Barson Archive

Cate Blanchett, Giorio Armani e Julia Roberts

David M. Benett/Getty Images

Giorgio Armani Privé

La poetica della haute couture in stile italiano. Ma anche l'amore per l'esotico e l'Oriente che continua a riaffiorare tra i volumi morbidi e i sofismi dell'artigianalità che, come ha recentemente dichiarato all'alba dei suoi 89 anni, può manifestarsi attraverso «centinaia di paillettes cucite su un centimetro quadrato di tessuto». La sua Alta Moda sfila a Parigi da sempre: Giorgio Armani crea un guardaroba unico per artigianalità e preziosità, pensato per l'upper class o per far sognare (oggi possiamo dire) le sue “fan”. È uno sforzo creativo e cognitivo volto a far eccellere la sartorialità in ogni taglio, in ogni accostamento e in ogni cucitura. Maestria che si rinnova in ogni sua manifestazione come l'ultima sfilata haute couture Giorgio Armani Privé.

Giorgio Armani Privé haute couture

Emporio Armani

Il simbolo dell'aquilotto nasce per caso, mentre Giorgio Armani è al telefono con i suoi collaboratori: nel 1981 disegna due ali e una testina diventando così sinonimo inconfondibile di Emporio Armani e segno da più di 40 anni "I giovani di ogni generazione hanno le loro particolari ossessioni. Forse, per quanto riguarda la moda, ciò che era diverso nel 1981 era che lo street style era qualcosa di nuovo: Emporio Armani sembrava un nuovo codice dirompente, e in effetti divenne immediatamente un fenomeno sociale" - ha scritto lo stilista prima della sfilata per l'anniversario a Milano - "Oggi sono felice che Emporio Armani parli ancora alle nuove generazioni, che rispondono ancora alla sua energia e vitalità metropolitana. Le virtù che vorrei mostrare sono una certa libertà: gli abiti usati come strumenti di espressione personale, con la semplicità essenziale e profonda che contraddistingue Armani".

Emporio Armani autunno inverno 2022 2023

Lucas Possiede

Emporio Armani autunno inverno 2022 2023

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I libri scelti da Vogue Italia:

Per amore di Giorgio Armani

Giorgio Armani. Il re della moda italiana di Tony Di Corcia

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