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Milanesi a Milano: l'intervista alle founder dell'account Instagram 

Milanesi a Milano l'intervista alle founder dell'account Instagram
© Pavel Golik

Milanesi a Milano è l'account che ha fatto della privacy delle persone fotografate un segno distintivo; anche la loro . Da oltre un anno, i milanesi - o chi in città ci vive per lavoro, studio, questioni personali - si ritrovano a essere protagonisti anonimi dell'obiettivo di questo account Instagram, gestito (egregiamente) da un team che vuole rimanere anonimo. Vogue li ha intervistati sul tema della privacy, dello stile e della passione che anima il loro desiderio di raccontare la città e il suo stile partendo dai suoi abitanti.

© Pavel Golik

© Milanesi a Milano

Il vostro progetto compie a ottobre un anno: se doveste fare un bilancio, su cosa vi concentrereste? Vi sareste aspettate un successo così rapido?

“Il progetto Milanesi a Milano è nato come un gioco ed è stato lui a sfidarci ogni giorno, mettendo alla prova la nostra capacità di allevarlo e costruirci attorno la realtà che siamo adesso. Nessuna di noi si sarebbe mai aspettata di incontrare un pubblico così interessato a quello che avevamo da raccontare, come banalmente di diventare un media al quale le persone si affidassero. Un bilancio? Spesso ci trovavamo a fantasticare su come sarebbe stato leggere il nostro nome su una delle testate più autorevoli del settore: ed eccoci qui a rispondere a questa domanda. Che fantastica storia è la vita”.

© Milanesi a Milano

Milanesi a Milano ha preso il via come desiderio di "rendere la normalità una tendenza, e comunicare che il mondo della moda oggi è orizzontale, il che permette a tutti di dare un contributo attivo" come affermate in questa intervista. Oltre che portatrici di questo (bel) messaggio, vi considerate anche imprenditrici? Ovvero, il progetto si è evoluto da progetto artistico a business?

"Come diciamo sempre, il nostro progetto è un ibrido tra creazione artistica ed esigenza comunicativa. Se la prima dà forma e colore, la seconda ci dà consistenza. Con il tempo, collezionando risposte entusiaste dalla community, abbiamo iniziato a distaccarci dal puro piacere artistico ed abbiamo iniziato a pensare come veicolare in modo più concreto il nostro messaggio. Siamo diventate una piccola azienda dove ognuna di noi cura con passione un aspetto specifico: ci fidiamo molto l'una dell'altra, dalle visioni alla realizzazione.

Per il momento non ci definiamo ancora imprenditrici, siamo piuttosto delle creatrici, ma la nostra è una continua evoluzione. Proprio ora stiamo lavorando intensamente ad un progetto che non vediamo l'ora di presentare".

© Milanesi a Milano

Il tema del numero di ottobre è la privacy, per voi un punto fermo: siete mai state tentate dallo svelare i vostri volti e quelli dei protagonisti delle vostre fotografie? Quanto l'orizzontalità di cui parlate è "aiutata" dall'anonimato che offrite a chi viene ritratto?

"Il nostro obiettivo non è esaltare la persona, ma il suo stile. E in più, non ci sentiremmo mai in diritto di mostrare qualcuno - seppur esaltandolo - che non ci ha dato il suo consenso, capiamo quanto la privacy sia una questione delicatissima. Quello che ci differenzia è dare luce alle scelte delle persone in fatto di stile, non alla personalità che compie quella scelta: questa è l'essenza dell'orizzontalità di cui parliamo. Se il mondo della moda è strettamente connesso alla mondanità, noi volevamo tornare all'origine domandandoci: "chi contribuisce a fare la moda?"

© Pavel Golik

Fino ad ora non abbiamo sentito l'esigenza di svelare chi ci fosse dietro l'entità Milanesi a Milano, perché l'attenzione vuole essere completamente rivolta ai soggetti delle nostre foto. L'obiettivo è sicuramente uscire allo scoperto come professioniste che sono state capaci di creare qualcosa in grado di trasformarsi, e impattare. Saranno gli eventi a stabilire quando..."

© Milanesi a Milano

Se possibile, ci svelate qualcosa di voi? Lavorate nella moda? Qual è il vostro look preferito?

"Veniamo tutte dallo stesso percorso di studi, ma abbiamo intrapreso carriere lavorative diverse. C'è chi tra noi ha scelto la vita da big company e chi si destreggia in realtà più piccole e fluide. La moda è il nostro denominatore comune, ma non è quella la nostra specializzazione: noi sappiamo raccontare storie, e la moda è semplicemente la nostra preferita.

Abbiamo tutte stili che ci contraddistinguono e differenziano, un punto in comune? il comfy chic (con qualche pennellata di vintage)".

© Milanesi a Milano

Con cosa avete scelto di abbinare le felpe Vogue, protagoniste anche del servizio sul numero di ottobre del giornale, e perché?

“Le scelte di abbinamento sono strettamente legate al nostro stile personale. C'è chi tra noi ama indossarla con una mini per un look da signorina sporty, chi non si distacca mai dai tanto amati flared pants e i crazy patterns, e chi osa un pantalone strettissimo in vinile. Ma...guess who!”

Qual è stato il commento che vi ha fatto più piacere ricevere in questo anno di attività?

“Il più bel feedback mai ricevuto è percepire l'entusiasmo di una community che vuole fare parte di questo progetto, sentendosi la protagonista di quello che raccontiamo. Quando le persone si riconoscono nelle foto che pubblichiamo e ci riconoscono come un'entità in cui potersi identificare, lì abbiamo vinto”.

© Pavel Golik

© Milanesi a Milano

© Pavel Golik