Alla sfilata Dior autunno inverno 2023 2024, la donna immaginata da Maria Grazia Chiuri afferma “Non, je ne regrette rien”, con abiti che intrecciano, tramite resistenti fili metallici, i ricordi di Catherine, sorella minore di Christian Dior: ecco il perché.
Fra le importanti installazioni dell’artista portoghese Joana Vasconcelos cammina Catherine, sorella minore di Christian Dior, palpabile in ogni elemento che ha composto la sfilata autunno inverno 2023/2024 della maison alla Paris Fashion Week. Dalle stesse installazioni, intitolate Valkyrie Miss Dior, emerge il ricordo del fratello, che aveva ideato Miss Dior proprio a partire da lei: emblema di forza e libertà, che nella sua vita aveva fatto della Resistenza una missione.
Nel 1944, arrestata per mano dei tedeschi, Catherine Dior cambierà diversi campi di concentramento prima di riuscire a salvarsi dalla morte e ricostruirsi una vita vendendo fiori. Quegli stessi fiori che ritornano in passerella a Parigi, sempre legati all’ideale Miss Dior, su tessuti stropicciati - ribelli come lei - grazie ai fili metallici intrecciati al loro interno. Danzano gonne a “corolla” il cui tessuto pare vivo, tanto quanto il ricordo di Catherine.
Sulle note di Edith Piaf, nell’aria si libera il messaggio cardine della collezione, che risuona anche nella vita e nei ricordi dedicati alla sorella di Monsieur Dior: “Non, je ne regrette rien”. È impresso sulle T-shirt ma soprattutto nella memoria di una combattente che non ha mai fatto un passo indietro sulle sue coraggiose scelte, nemmeno quando l’hanno portata a un passo dal morire.
A un veterano che le chiese delle sue esperienze di guerra, rispose solo: «Ama la vita». Così l’omaggio si aggiunge a quelli che Maria Grazia Chiuri ha già fatto in passato, come con la collezione Dior primavera estate 2020 e poi, nel 2021, la borsa Caro, dal suo nome in codice durante gli anni di Resistenza, che ritorna anche oggi in passerella.
L'accessorio per capelli alla sfilata Dior autunno inverno 2023/2024 è il cerchietto, ormai firma di Chiuri per rievocare i look bon ton della maison, e lo reinterpreta in due varianti. La prima è una versione particolare: il nastro nero che ricopre il cerchietto leggermente bombato al centro continua oltre l'attaccatura delle orecchie, in due lembi da unire sulla coda di cavallo, creando, con un gioco di nodi, un fiocco. Il secondo riprende invece il legame con la natura della rigogliosa campagna francese grazie alla rafia, materiale con cui sono intrecciati quattro cerchietti unici, cornucopie di simboli della terra come fiori, foglie e piante.
Il beauty look punta tutto sugli occhi con un trucco nero intenso, un riferimento alla rappresentazione cinematografica della Nouvelle Vague che indugiava nelle scene di silenzio infinito sugli occhi delle protagoniste. Sfumato dall'angolo interno all'esterno dell'occhio, con particolare enfasi applicata ai vertici con evidenti movimenti circolari del pennello, il make-up è imperfetto e lo sguardo assume un effetto non-finito che enfatizza il mistero di una femminilità ribelle, forte e al contempo fragile, che non conosce école du regard.
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