Balenciaga pre-fall 2022: 5 cose importanti da sapere sulla sfilata
Dagli inviti in videocassetta alle polaroid lo-fi che componevano il lookbook, il direttore creativo Demna - d'ora in poi non userà più il suo cognome - ha riportato gli spettatori negli anni 90
C'era un'atmosfera analogica nella sfilata Balenciaga pre fall 2022. Dagli inviti in videocassetta alle polaroid lo-fi che componevano il lookbook, il direttore creativo Demna – il quale ha rivelato che in futuro non userà più il suo cognome in ambito professionale – ha riportato gli spettatori negli anni 90. Il critico di moda di Vogue, Anders Christian Madsen, ha spiegato la presentazione in cinque punti chiave.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Vogue.co.uk
1/5Lo show digitale ha fatto riferimento a filmati di sfilate degli anni 90
I nerd della moda che passano le serate a setacciare YouTube alla ricerca di vecchi video di sfilate conosceranno bene i riferimenti di Balenciaga per questa stagione: i filmati grezzi e polverosi di qualche sfilata degli anni 90 che sono diventati leggenda, con tanto di arrivi e commenti post evento di icone del settore. The Lost Tape, come Demna ha intitolato la sua sfilata digitale (ora è solo "Demna", ma ne parleremo più avanti), è stata un'ode all'epoca che ha plasmato la sua estetica, ma anche al suo personale approccio anti-moda all'industria.
2/5Una riflessione sulle origini del modo di vestire di oggi
Non chiamatela nostalgia. "Non mi piace guardare al passato, lo trovo inutile", ha scritto Demna in una mail dopo la messa in onda del film. "The Lost Tape è più un manufatto poetico che mette in evidenza l'importanza dell'emozione nella moda: questa estetica grezza, non lucidata, sbavata e un po' cattiva della moda anni 90; l'era che ha davvero pre-definito non solo il mio senso dello stile, ma anche la maggior parte di ciò che vediamo indossare oggi. Questo è stato il mio sforzo molto 'analogico' per riempire un vuoto storico nella storia della moda di Balenciaga".
3/5Una collezione decisamente belga
Demna non ha mai fatto mistero del fatto che il sovversivo meta universo che definisce il suo lavoro – e non ultima questa collezione, spiritosamente definita "avant-goth" nelle sue note di presentazione – si fonda sulle filosofie dei designer belgi che ha amato fin da giovane. Questo include Martin Margiela, maison per cui Demna ha anche lavorato dopo che lo stilista l'ha venduta, ma i cui principi anti-moda possono sembrare molto distanti dalla statura mainstream di Balenciaga oggi. "Haha, non mi sono mai sentito davvero come un elemento mainstream della maison", ha rivelato Demna.
4/5Ha riconfermato i valori fondamentali di Demna
In sostanza, The Lost Tape potrebbe essere visto come un promemoria dei valori fondanti della maison in un momento in cui Balenciaga sta stringendo forti legami con la cultura del red carpet – attraverso il rapporto con Kim Kardashian e Kanye West – e conquistando più ampi territori. "In realtà, indipendentemente dal fatto che Balenciaga sia un marchio globale, io sono ancora lo stesso designer di 10 anni fa, formato e plasmato da quello stile esoterico, di culto, un po' belga", ha spiegato. "La moda è un gioco di ruolo per me, lo è sempre stato. La differenza è che finalmente ho abbastanza fiducia in me stesso per godermela e per divertirmi davvero più che mai".
5/5Demna non userà più il suo cognome
Le note dello show hanno confermato una voce che va avanti da un po': Demna non userà più il suo cognome - Gvasalia - in un contesto professionale. "Sai quante volte, da quando sono arrivato qui 20 anni fa, la gente ha sbagliato a scrivere e a pronunciare il mio cognome? Così tante che non potrei contarle", ha dichiarato. "Ma ho la fortuna di avere un nome di battesimo abbastanza strano da essere l'unico Demna di cui probabilmente avrete mai sentito parlare. Così, per rendere le cose più facili e separare davvero la mia identità professionale da quella personale, ho deciso di comunicare il mio lavoro solo con il mio nome di battesimo. Questa è una scelta artistica e una decisione che è un passo inevitabile del mio viaggio creativo". E Demna sia, allora.
