La vita e gli abiti di Elsa Schiaparelli

Prima della sfilata haute couture di Schiaparelli a Parigi, Vogue commemora la straordinaria creatività della fondatrice della maison
La vita e gli abiti di Elsa Schiaparelli
Elsa Schiaparelli
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di Hattie Crisell

Nel 1954, Elsa Schiaparelli scrisse un’autobiografia intitolata "Shocking Life" –  titolo più che perfetto per un passato inusuale come il suo e per una stilista che passò dallo scandalizzare la sua famiglia pubblicando un libro di poesie erotiche al collaborare con il famoso artista surrealista Salvador Dalí.

Nata a Roma nel 1890, le sue poesie causarono un tale trambusto che i genitori decisero di mandarla in un collegio religioso in Svizzera. Schiaparelli si assicurò una drammatica via d’uscita con uno sciopero della fame. Successivamente scappò a Londra per sfuggire alle attenzioni non gradite di un ricco spasimante russo con cui i suoi genitori avrebbero voluto si sposasse; lì incontrò il conte William de Wendt de Kerlor, esperto di paranormale e carismatico truffatore, che divenne suo marito.

La coppia si trasferì a New York dove ebbe una figlia – la contessa Maria Luisa Yvonne Radha de Wendt de Kerlor, più semplicemente nota come Gogo. Una volta arrivata in America, Schiaparelli incominciò a lavorare con Gaby Picabia, la proprietaria di una boutique di moda francese tramite la quale conobbe artisti come Marcel Duchamp e Man Ray. Nel 1922, dopo essere stata tradita dal marito e aver divorziato, si trasferì a Parigi come madre single e – grazie all’incoraggiamento dell’ amico Paul Poiret – aprì la propria casa di moda. All’inizio del 1927 lanciò una collezione di maglieria che includeva un maglione arricchito con un dettaglio surrealista al collo – una sciarpa trompe l’oeil. Il capo divenne talmente popolare che dovette aumentare il personale per stare al passo con gli ordini.

Schiaparelli fu anarchica anche nella ricerca di praticità; fu lei a disegnare la gonna pantalone, una prima versione delle moderne culottes, causando trambusto nel mondo del tennis quando la giocatrice Lilí Álvarez decise di indossarla nel 1931.

Presto iniziò a dedicarsi agli abiti da sera e trasferì il negozio – conosciuto come Schiap Shop – nell’appariscente Place Vendôme. Trasformò la tuta – precedentemente un indumento indossato dai paracadutisti per la sua praticità – in un capo di moda e fu la prima stilista ad usare la zip come dettaglio di stile. Cominciò a essere associata a una tonalità particolarmente intensa di rosa che divenne nota come “rosa Schiaparelli”; a suo dire, la tonalità particolare era stata ispirata da un diamante di Cartier posseduto dalla sua amica Daisy Fellowes, e la stilista usò il colore per la confezione del suo primo profumo, Shocking.

Schiaparelli era conosciuta tra i suoi amici – un influente gruppo che includeva Dalí, Greta Garbo, Jean Cocteau e Marlene Dietrich – come “Schiap”. Collaborò con Dalí per realizzare pezzi stravaganti come un cappello a forma di scarpa rovesciata; un vestito con una grande aragosta stampata sulla gonna; un abito da sera stampato per sembrare lacero e strappato; e un tubino nero con un’imbottitura disegnata in modo tale da suggerire la presenza di uno scheletro.

Vestì star del calibro di Greta Garbo, la duchessa di Windsor e Katharine Hepburn, e nel 1934 divenne la prima stilista di moda e donna in carriera ad apparire sulla copertina di "Time". Nel 1941, lasciò Parigi occupata per New York; al suo ritorno, dopo la guerra, il New Look di Dior aveva già conquistato il mondo della moda e il mercato per le sue creazioni d’avanguardia iniziò a vacillare.

Schiaparelli terminò la sua attività nel 1954 e morì nel 1973; la casa di moda in Place Vendôme rimase chiusa fino al 2012, quando il marchio fu rilanciato. Tracce del suo ascendente rimangono nelle creazioni di Comme des Garçons, John Galliano e Prada.