Joker: l'icona, il mostro

Da Cesar Romero a Heath Ledger arrivando a Joaquin Phoenix. Ecco la Jokerpedia firmata Vogue.it
Joker dal film di Joaquin Phoenix la storia del villain di Batman

Perché piace tanto il Joker?

Perché la più antica nemesi di Batman (nascono insieme nello stesso numero nel 1940) ha da sempre scatenato le passioni profonde di registi e attori? Da cosa deriva quel carisma irresistibile che gli ha permesso, una volta portato al cinema, di oscurare il ruolo del protagonista principale tanto da garantirgli anche un film monografico il cui trailer è stato rilasciato ieri?

Joker - Trailer

Forse la spiegazione la possiamo trovare in una battuta pronunciata all'interno di un fumetto minore di una serie minore di un esperimento poco riuscito: stiamo parlando del crossover tra Batman e Spider-Man arrivato in edicola con il titolo di Disordered Minds nel settembre 1995. In quell'infausto episodio, il Joker spiegava che il suo motore immobile, quello intorno a cui la sua attività criminale ruota, è la teatralità. Non l'omicidio, non la violenza, non la ricchezza ma semplicemente la teatralità assurda, esagerata, coloratissima e senza speranza.

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Questo è probabilmente ciò che ha reso uno tra i serial killer più efferati e spietati dell'universo fumettistico, un mostro in grado di progettare stermini di massa e di sparare a bruciapelo a una ragazza indifesa, l'anti-eroe per eccellenza in cui molti vorrebbero rispecchiarsi. Il Joker è infatti una maschera la cui risata è in grado di demistificare qualunque potere costituito e qualunque morale imposta: un uomo libero che, dopo aver perduto tutto, è diventato padrone totale delle proprie azioni. Il Joker risponde a sé e a sé solamente, il suo ghigno è una promessa di presente visto che il futuro non esiste. Esiste solo il qui, l'ora, lo spettacolo, gli applausi, il coup de théâtre.

Joker by Joaquin Phoenix

Questa nuova incarnazione cinematografica, con protagonista Joaquin Phoenix e diretta da Todd Phillips, sembra proprio voler raccontare questa storia (già narrata all'interno di The Killing Joke, il capolavoro di Alan Moore): un cinecomic in cui il comic scompare quasi completamente per trasformarsi nella narrazione della tragedia dell'uomo da cui scaturisce lo spettacolo comico della maschera. Da emarginato a sempiterno protagonista. A tal proposito sovviene un'altra battuta scritta da Moore in un'altra opera, Watchmen, messa in bocca a Rorschach:

È il ribaltamento dell'assurdo e dell'esagerazione demistificante, del potere liberatorio del vivere la vita all'interno di uno spettacolo di cui sei attore e regista. "Sono già stato morto una volta. È molto liberatorio" diceva il Joker di Nicholson in Batman di Tim Burton. "Ciò che non ti uccide, ti rende più strano" diceva il Joker interpretato da Heath Ledger, che oggi avrebbe compiuto 40 anni, e in queste due battute storiche non possiamo che leggere il filo conduttore della figura dell'assassino dal riso perenne, in grado di ballare sulle tombe di angeli e demoni con la stessa provocatoria mancanza di rispetto.

Joker by Jack Nicholson

©Warner Bros/courtesy Everett Collection / Everett Collection/Contrasto

Non è quindi un caso che il Joker di Jared Leto sia poi quello che è rimasto meno impresso nell'immaginario collettivo: da un lato c'è di sicuro il risicato minutaggio a lui dedicato in Suicide Squad, dall'altro però la sua esacerbata follia non lasciava mai trasparire la costante danza tra il personaggio e la morte. Non avendo alcun superpotere (se non quello della sua follia), il Joker è un uomo che vive costantemente al limite, danzando col diavolo nel pallido plenilunio ma al contempo si innalza sopra a tutti e tutto divenendo una sorta di superuomo nietzschiano reso immortale dalla sua anarchica atarassia.

Joker by Cesar Romero

©20thCentFox/Courtesy Everett Collection

Volendolo analizzare sotto il profilo degli archetipi così come codificati da Vogler, il Joker è un personaggio in grado di incarnare sia il trickster (l'imbroglione), sia l'ombra, sia il mutaforma, sia -a tratti- l'eroe. Un personaggio devastantemente complesso e stratificato, la cui psicologia composta da obiettivi imperscrutabili ("Qualcuno vuole solo vedere bruciare il mondo" provava a riassumere in maniera un po' manicheista Alfred in Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan) è una sorta di buco nero dal potere attrattivo senza fine.

Joker as Jared Leto

Courtesy Everett Collection

Sondarne le motivazioni, le spinte ancestrali, la vera essenza significa ritrovarsi in una sorta di tunnel dell'orrore (come il Commissario Gordon proprio in The Killing Joke) dal quale non si può che uscire sfigurati nell'animo. Un viaggio che ci rende parte di un circo gestito da un teatrante privo di scrupoli e di morale, il cui unico scopo è quello di intrattenere il pubblico pagante replica dopo replica e ricevere applausi scroscianti e attenzione costante. Ogni riferimento al di fuori dei fumetti è puramente, o forse no, casuale.